«Non occorre spendere parole per sottolineare l’attualità anzi la valenza strategica, nella missione della Chiesa oggi, del tema oggetto di questo puntuale e prezioso saggio [...]. Il “senso della fede” esprime il prendere forma nell’esistenza del discepolo della qualità specifica dello stare al mondo, insieme ai fratelli e alle sorelle nella casa comune del creato, che ne fiorisce [...]. Così stando le cose, la realtà stessa dell’evento di Gesù Cristo che si dispiega nella missione della Chiesa s’esprime, e come tale esige, l’esercizio del “senso della fede”. In esso possiamo ben dire si radica l’ethos che qualifica il Popolo di Dio [...]. Dunque, mettere in luce il significato del “senso della fede”, e mettersi alla scuola della Parola di Dio e della Sapienza della Chiesa per imparare a incarnarlo con fedeltà e visione, costituisce un compito prioritario. Soprattutto oggi. Come ci sollecita a prendere coscienza, in concreto, Papa Francesco con la convocazione di quel processo sinodale che si propone come il laboratorio provvidenziale e impegnativo d’implementazione dell’autocoscienza e dell’autoconfigurazione della Chiesa propiziate dal Vaticano II [...]. Per questo il saggio che abbiamo tra le mani è tutto da leggere e, direi, da praticare» (Dalla Prefazione di Mons. Piero Coda).
Nel 2022 ricorre il 4° centenario della morte di S. Francesco di Sales, conosciuto come ‘il santo della dolcezza’. Il libro di P. Nuovo ci fa cogliere la ricchezza e la bellezza di questo santo, che risplende sia per la sua attività pastorale sia per il suo cammino spirituale che ha saputo vivere e comunicare alle persone che ha incontrato, offrendo a tutti la possibilità di vivere una vita segnata dalla conformità a Cristo. Francesco, vescovo di Ginevra, è stato un pastore zelante che pur lavorando per il ritorno alla Chiesa cattolica di tanti che erano passati alla riforma protestante, l’ha saputo fare ispirandosi alla misericordia e alla dolcezza. È stato, nel suo tempo, un punto di riferimento e un faro di luce che illuminava e spingeva tutti ad un rinnovamento personale di vita cristiana. Molto interessante per i vincenziani il suo rapporto con S. Vincenzo, il quale ricevette una grande impressione dall’incontro avuto con lui nel 1619, ammirazione ricambiata con stima e apprezzamento per le sue qualità morali e spirituali. E Vincenzo sarà per tanti anni una guida affidabile e sicura per le Suore della Visitazione, fondate dallo stesso S. Francesco di Sales.
"Caro Salutis Cardo", celebre frase di Tertulliano (De resurrectione mortuorum, VIII, 6-7), scelta come motto e insegna dell’Istituto di Liturgia Pastorale «Santa Giustina», delinea in stile lapidario e con rara efficacia la funzione della carne di Cristo e nostra nel mistero della salvezza e nella liturgia. La collana, curata dall’Istituto e articolata in tre sezioni (Contributi, Studi, Sussidi), intende offrire a studiosi, operatori liturgici e al pubblico la ricchezza di pensiero e il fervore di stimoli propri di una chiesa che celebra e vive in maniera cosciente il suo mistero.
Il lavoro, attraverso un metodo analitico e comparativo, dopo un attento status quaestionis, analizza innanzitutto i vari elementi strutturali, teologici, liturgici e spirituali che contraddistinguono il Breviario di Quiñones (1535) e portarono alla sua pubblicazione. Il processo successivo è stato quello di mettere la riforma del cardinale di Santa Croce a confronto con le altre riforme avvenute in precedenza e successivamente la pubblicazione dello stesso. Si analizzano le successive riforme inserite nel loro orizzonte storico valutando in che misura siano state influenzate dal Breviarium Sanctae Crucis e se, e fino a che punto, il suddetto breviario possa essere realmente considerato una delle fonti della Liturgia Horarum di Paolo VI, come asserito da qualche studio precedente al presente lavoro. Secondo questa prospettiva, dunque, l'autore analizza la riforma della Liturgia Horarum di Paolo VI giungendo a delle conclusioni che certamente, insieme alle ricerche portate avanti, costituiscono l'originalità del presente lavoro.
Lo studio teologico-liturgico della Messa crismale mette in evidenza che il vero cuore di questa celebrazione è l’unzione di Cristo; da essa, attraverso i sacramenti, derivano le due unzioni che costruiscono il corpo della Chiesa, quali modi di partecipazione all’unico sacer- dozio di Cristo (cfr. LG, 10). Si può dire quindi che la cristologia definisce l’ecclesiologia: se- condo la prima Lettera di Pietro coloro che si avvicinano a Cristo e accettano l’offerta della salvezza vengono trasformati in pietre vive per l’edificazione di un edificio spirituale (cfr. 1Pt 2,5ss); tale edificio ha per scopo il sacer- dozio santo, cioè l’offerta di sacrifici graditi a Dio mediante Cristo. È la tematica soteriologi- ca del riportare il mondo al Padre, compito af- fidato a tutti i fedeli: essi costituiscono una co- munità sacerdotale, che realizza quanto pre- conizzato in Es 19,6: «Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa». Per questo i fedeli, in forza dei sacramenti dell’ini- ziazione cristiana sono costituiti sacerdoti, re, profeti e martiri.
È il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2022.
È il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2023.
Calendario ufficiale in inglese che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2023.
John Henry Newman è una figura di spicco nel panorama filosofico e teologico degli ultimi due secoli. Forse perché inglese, o forse perché libero da certi condizionamenti propri degli ambienti cattolici, seppe offrire intuizioni che segnarono una tappa fondamentale per tanti teologi del XIX e del XX secolo. Di fronte a una tale significativa influenza sorge un interrogativo che riguarda la teologia liturgica: è possibile che un autore così importante non abbia scritto nulla di liturgia? Il presente studio prende l’avvio da questa domanda e nell’indagine dell’ambiente e dell’opera anglicana del Cardinale inglese giunge a tratteggiare i caratteri di una teologia liturgica del tutto inaspettata e originale, capace di donare nuove sfumature nella comprensione dell’articolata vicenda del Movimento liturgico.
Lo studio presenta il valore simbolico del Cuore di Cristo attraverso una disamina attenta, rigorosa e completa di tutti i formulari di Messe con i quali dal 1668 ad oggi il popolo di Dio ha celebrato l'amore e la misericordia incarnati in Gesù. L'indagine non si limita alla recensione delle fonti liturgiche, ma ne ricerca i rimandi biblici e patristici, le mette a confronto con la riflessione spirituale, teologica e con i vari pronunciamenti magisteriali. La parte conclusiva, infine, si propone di studiare, a partire dall'analisi delle varie Messe, l'intimo rapporto che sussiste tra la lex orandi e la lex credendi, presentando in maniera sistematica alcuni elementi della teologia del Cuore di Cristo desunti dalle Celebrazioni liturgiche ed evidenziando la loro ricchezza spirituale e fecondità pastorale.