
ll commentario di Thomas C. Oden alle epistole a Timoteo e Tito si fonda sulla tradizione interpretativa classica: esegeti quali Atanasio, Giovanni Cristostomo, sant'Agostino, san Girolamo, nonché Lutero, Calvino e Wesley, ne sono per l'Autore i migliori interpreti, non solo perché più vicini nel tempo, ma per il minore debito verso le teorie speculative e la maggiore attenzione alla tradizione condivisa.
Ancora assai discusse al tempo dello storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea, le epistole "cattoliche" - universali, indirizzate alla chiesa in generale - appartengono da molto tempo al canone di tutti i cristiani.
Non solidamente attribuibili agli apostoli da cui prendono il nome, ma anche considerate esempi di fede autentica, sono spesso sconosciute ed erroneamente considerate di secondaria importanza.
"Nonostante le evidenti tensioni con la società dell'epoca, gli autori di queste antiche lettere rimangono fiduciosi nella possibilità, per i cristiani, di vivere in quel mondo. Noi, oltre a cercare di capire ciò che dicevano alle chiese del i secolo, dobbiamo provare a intenderne le voci come una sfida per la nostra condizione".
Contesto storico, politico e religioso della Riforma protestante
I sovrani Enrico VIII ed Elisabetta I, Carlo V e Filippo II
Lutero e gli altri Riformatori, il Concilio di Trento e le guerre di religione
Con intelligenza, senso dell'umorismo e incisività, Glenn S. Sunshine ricostruisce il contesto da cui nacque il protestantesimo: vicende storiche e posizioni teologiche dal XV secolo alla fine della Guerra dei trent'anni passando per la chiesa romana dei Borgia, le 95 Tesi di Lutero, lo scisma di Enrico VIII, le posizioni di Zwingli, Calvino...
In queste pagine, Glenn S. Sunshine inquadra storicamente, geograficamente e teologicamente le vicende che portarono a quel rinnovamento della chiesa che fu la Riforma protestante ripercorrendole con una sinteticità che giova alla chiarezza del quadro generale e del particolare.
Delineati i prodromi e le cause già ben visibili nella chiesa del Cinquecento, Sunshine si concentra sul vero e proprio secolo della Riforma, spingendosi fino alla Pace di Vestfalia del 1648: ne emerge il quadro di un'Europa, cattolica e protestante, in cui insieme ai Riformatori incontriamo i papi, i sovrani e le nazioni che gettarono le basi del mondo moderno.
Integra il testo un'appendice sulla Riforma in Italia a cura di Carlo Papini.
Lutero, uomo di preghiera
L'evangelo della grazia come esperienza vissuta
"Dobbiamo dunque sapere che ogni nostro scudo e difesa risiede soltanto nella preghiera"
Martin Lutero era un uomo di preghiera, il che non costituisce un elemento secondario della sua biografia né della sua opera di teologo. Egli ha lasciato diversi piccoli manuali di preghiera, uno dei quali dedicato "al suo barbiere", ma soprattutto ha composto preghiere: molto semplici, incentrate sulla fiduciosa richiesta del figlio al Padre, animate da una fede consapevolmente infantile nel senso evangelico del termine.
La scelta di preghiere di Lutero qui proposta intende mostrarne l'utilità nell'esperienza di fede delle cristiane e dei cristiani d'oggi. L'evangelo della grazia predicato dalla Riforma non è, infatti, una dottrina teologica bensì un'esperienza vissuta, e la preghiera è il luogo eminente nel quale la parola "grazia" diviene realtà.
Dobbiamo dunque sapere che ogni nostro scudo e difesa risiede soltanto nella preghiera. Che cosa, infatti, credi che avrebbe fin qui prodotto qualcosa di grande, evitato o sconfitto i piani e le intenzioni, l'assassinio e la ribellione dei nostri nemici, se la preghiera di alcune persone pie non si fosse posta dalla nostra parte come un muro d'acciaio?(Martin Lutero)
Peter Ciaccio e Andreas Köhn ci guidano in un affascinante viaggio tra mondi e universi stellarmente lontani, tra concezioni e teologie diverse e diversamente sfaccettate, tra dimensioni irriducibilmente parallele che, pur tuttavia, convergono nella speranza in una luce che illumini le tenebre.
Sono ormai diversi anni che ci si interroga sul nesso tra cristianesimo e violenza contro le donne. Se nella Bibbia si trovano brani ed episodi di terribile violenza contro le donne, la millenaria storia della chiesa ne mostra la reiterata connivenza con un sistema sociopolitico e simbolico che consente, quando non istiga, la violenza di cui esse sono oggetto. In questa pagine Elizabeth E. Green propone un'analisi delle Scritture e della dottrina delle chiese per comprendere come e quanto il cristianesimo abbia contribuito all'affermarsi di tale cultura violenta per affrontare la questione nell'ottica di un radicale e concreto percorso di cambiamento che veda impegnate in prima linea - insieme a donne, uomini, famiglie e comunità - le stesse chiese. "Lo stesso cristianesimo è stato terreno fertile per la cattiva pianta di leggi e tradizioni che opprimono e discriminano le donne. Alcune sue espressioni e modalità d'agire continuano a veicolare una cultura connivente con la violenza maschile contro di loro." (Elizabeth E. Green).
Convocato dagli Stati generali delle Province Unite dei Paesi Bassi all'inizio della guerra dei Trent'anni, il sinodo di Dordrecht affrontò le controversie legate all'arminianesimo, che riprendeva le posizioni critiche del teologo Jacob Hermandszoon (Arminio) rispetto ad alcune posizioni calviniste, in particolare la predestinazione - il rapporto tra la sovranità di Dio e la libertà umana in relazione alla grazia che salva -, ovvero al cuore stesso della Riforma. Il sinodo delle chiese riformate europee tenutosi a Dordrecht tra il 1618 e il 1619 definì faticosamente la dottrina della predestinazione con un compromesso che escludeva qualsiasi riduzione dell'efficacia della grazia all'arbitrio umano e al contempo conciliava l'interpretazione universale dell'espiazione compiuta da Cristo con l'applicazione particolare, secondo il decreto eterno, dei benefici del suo sacrificio ai soli eletti. Espressione più pura della rigorosa linearità del pensiero calvinista del primo Seicento, il sinodo di Dordrecht - unico incontro tra delegati di gran parte delle chiese riformate europee fino all'era ecumenica - propone un'interpretazione radicale del primato della grazia che continua a interrogare i credenti.
Nella Ginevra del XVI secolo, che in breve tempo raddoppia la propria popolazione per l'afflusso continuo di profughi protestanti provenienti da Francia, Inghilterra e Italia, il Riformatore Giovanni Calvino mira a separare la chiesa dal potere civile e a darle un proprio ordinamento interno, la cosiddetta "disciplina ecclesiastica", fondata sulla Parola di Dio.
Se nella Germania di Lutero la chiesa è subordinata al potere secolare dei principi elettori, nella Ginevra di Calvino, che poco a poco si trasforma in centro delle chiese riformate d'Europa, essa viene via via emancipandosi dall'autorità politica cittadina.
Per la sua comunità religiosa, Calvino elabora la cosiddetta "disciplina ecclesiastica" - sorta di costituzione della chiesa, insieme di leggi e regolamenti che ne formano l'ordinamento interno - a partire da precisi fondamenti teologici.
Al centro, la predicazione, i sacramenti e la cosiddetta "cura d'anime", che si estende alla formazione, inizio della salvezza, per cui furono fondati il Collège e l'Académie.
Non a torto, lo storico Emile Léonard vede in Calvino il "fondatore di una civiltà", quella moderna.
Sociologia, psicologia e teologia del padre (e del figlio)
La "famiglia cristiana"
Che cosa hanno da dire le donne?
A partire dalla constatazione che oggi la nostra società vive una grande trasformazione in assenza, o quasi, di quella figura che è sempre servita da suo imprescindibile punto di riferimento - il padre - , la teologa femminista Elizabeth Green interroga alcuni aspetti del Dio padre, in particolare in riferimento a genere e genitorialità.
Negli ultimi anni la figura del padre è diventata oggetto di riflessione per quanti studiano i cambiamenti nel comportamento umano a livello sociale e individuale. Man mano che il padre è diventato meno presente o addirittura assente dalle nuove configurazioni famigliari, eccolo riapparire e occupare un posto centrale sullo schermo o nei libri. Ovvero, da quando il protagonismo delle donne è un fatto consolidato in Occidente, da quando le relazioni tra donne e uomini sono in uno stato fluido e sono emersi nuovi modi di vivere la famiglia, ecco tornare alla ribalta il Padre. Il problema è che ciò accade in un contesto che non si è affatto liberato dalla vecchia immagine patriarcale, tuttora riproposta anche nel cristianesimo.
Elizabeth E. Green