«Vivo in un equilibrio instabile. Non ho un’unica tana, un sicuro punto di riferimento, una mia identità. Ho tutto doppio o diviso a metà. Niente mamma, due domicili».
Maria Girardet Soggin
Diversi per carattere, origini ?e confessione religiosa – protestante lui, cattolica lei –, Alberto e Hilda si sposano dopo un lungo fidanzamento subito dopo la fine della prima guerra mondiale.
Ma dopo due figli maschi e a sei mesi dalla nascita di Pupina – in un’Italia ormai fascista –, la giovane mamma muore.
Affidata inizialmente alla zia materna, che diventa per lei una seconda madre, la piccola è contesa, per affetto e con affetto, dalle due famiglie.
Cresce, interiormente dibattuta ?e nel mistero della morte della madre, finché dal passato lettere e diari gettano luce sulla sua identità ?e la sua storia.
Le origini del potere temporale dei papi
Stefano II e Pipino il Breve
La Donazione di Costantino, «il più famoso dei falsi medievali»
A metà dell’VIII secolo, il pontefice romano divenne sovrano di un vasto territorio nella penisola italiana che finì per estendersi dalla Campania all’Emilia e dal Tirreno all’Adriatico.
Fu il passaggio dei territori appartenuti all’impero bizantino, proprio in quegli anni liberati dal dominio longobardo a opera dei Franchi, a consentire di creare uno Stato pontificio di significative dimensioni.
Ma all’origine di tale attribuzione vi sono una serie di documenti falsi, tra cui la «Donazione di Costantino», creata a Roma dalla curia pontificia prima del viaggio in Francia di papa Stefano II per essere presentata al re dei Franchi, Pipino il Breve, che per primo la accettò come autentica.
Breve indagine sull'"eresia" nei primi cinque secoli, periodo in cui la chiesa delle origini andava definendosi attraverso dibattiti teologici tanto cruciali quanto animati.In tale contesto, i primi "eretici" non erano attentatori della fede mandati al rogo da una pre-esistente chiesa ufficiale, bensì credenti le cui interpretazioni del messaggio di Gesù vennero poi escluse dalla dottrina che si andava affermando.
Se la morte del grande poeta cileno Pablo Neruda, di cui ricorre il 40° anniversario, fu naturale o indotta saranno a breve i risultati delle analisi sui suoi resti a svelarlo. Ma è storia che, a una manciata di giorni dal golpe militare, il suo funerale raccolse, nonostante il coprifuoco, una folla sterminata, trasformandolo da atto d'amore e stima per il cantore della cultura latinoamericana nell'unica manifestazione di massa di quei giorni contro il regime.
In ogni confessione di fede, la spiritualità è legata a una visione del mondo e a una teologia specifiche. Propri e differenti sono dunque i modi di esprimere e vivere, interiormente e non solo, la spiritualità. Per individuare le caratteristiche di una spiritualità autenticamente luterana, Dieter Kampen parte quindi da Lutero e dalla sua teologia, confrontandosi con cinque secoli di tradizione storica. Al centro delle molteplici espressioni della spiritualità luterana emerge così l'evangelo della salvezza per sola grazia, con tutto quel che ne consegue, dal primato della parola alla libertà del credente dal dover giustificare se stesso, fino all'elemento distintivo del protestantesimo: vivere la propria fede nel mondo.
Non vi è dubbio che l'Islam non sia facilmente conciliabile con il relativismo dei valori che sta alla base dello stato democratico, liberale e laico come lo conosciamo storicamente in quanto non contempla la separazione tra Stato e religione, dalla quale, anzi, il primo nasce e a cui è sottoposto. Tuttavia oggi - soprattutto in Occidente - non esiste un unico Islam, così come da secoli non c'è più un solo cristianesimo. Oltre a un Islam fondamentalista e integralista, esiste infatti un Islam liberale, o potenzialmente liberale, secondo cui il Corano va liberato da incrostazioni e derive veicolate dalla tradizione: un'operazione culturale non semplice né breve che tuttavia porta alla luce ordini di pensiero destinati a scompaginare molte categorie.
La prova delle persecuzioni
L'attesa serena della venuta di Cristo
L'assenza di segni premonitori della sua venuta imminente
Beverly Roberts Gaventa illustra con precisione le marcate somiglianze, di struttura e linguaggio, e le considerevoli differenze, di tono e contenuti, di I e II Tessalonicesi, identificando in ciascuna epistola alla comunità fondata da Paolo nella capitale della provincia romana di Macedonia gli elementi che oggi le rendono importanti per la vita della chiesa.
Roberts Gaventa si colloca tra gli studiosi che, considerando indubbiamente paolina la prima lettera, ritengono viceversa pseudoepigrafica II Tessalonicesi.
La diversa attribuzione delle due epistole spiega così il contrasto tra le visioni teologiche dei due testi, in particolare riguardo al tema escatologico della parusia, il ritorno di Gesù.
Prendendo le distanze dalla radicale contrapposizione tra la bioetica cattolica e quella laica, Ermanno Genre propone non una bioetica protestante bensì un itinerario di "approccio protestante" ai temi del nascere e del morire che invita a una vera disponibilità all'ascolto e al confronto. Genre delinea così un percorso che, da un lato, riconosce l'esigenza di difendere lo statuto di laicità della ricerca, della pratica medica e della cura pastorale e, dall'altro, si ispira alla "saggezza pratica" della tradizione biblica ebraica e cristiana nonché della filosofia greca classica, lontane da ogni pretesa di assoluto e perciò capaci di confrontarsi con l'unicità dell'esistenza del singolo.
Come si coniuga la promessa di una vita in pienezza espressa da Gesù nel Vangelo di Giovanni - "sono venuto perché abbiate vita in abbondanza" - con la sofferenza della croce? La risposta di François Vouga e Letizia Tomassone è in questo dialogo a distanza tra due percorsi a tratti paralleli e a tratti divergenti. In un itinerario storico, la teologa Tomassone ripercorre la nascita di una perniciosa interpretazione sacrificale della morte di Gesù che implica l'idea della sottomissione alla violenza come necessaria alla salvezza. Con una lucida analisi esegetica, lo studioso Vouga mostra invece come, lungi dal supportare tale interpretazione, il Nuovo Testamento ponga al centro la gratuità del dono di sé e della salvezza, ovvero la fiducia nel Dio della vita.
Il giornalista svizzero Jacques Légeret ha di tanto in tanto il privilegio di vivere con la famiglia all’interno della più antica (1760) comunità amish degli Stati Uniti, Lancaster County, a un paio d’ore d’auto dal caos di Filadelfia.
Raccontando l’esperienza di quotidiana condivisione delle attività religiose e sociali degli amish del «vecchio ordine» e ripercorrendo la misconosciuta storia che dalla Riforma anabattista porta a queste comunità rurali, Légeret si interroga su una società radicalmente diversa dalle nostre: Com’è possibile oggi, nel cuore degli Stati Uniti, vivere rispettando regole religiose e morali stabilite nel XVI e XVII secolo, rifiutare l’istruzione superiore e l’elettricità pubblica, bandire radio e televisione, spostarsi su carri trainati da cavalli, vestirsi tutti allo stesso modo?
Com’è possibile, cioè, nel paese dell’individualismo e della concorrenza a oltranza, rifiutare competizione, mondanità e tecnologia?
Un ritratto, dall’interno, di una società che relativizza profondamente i «valori» occidentali e propugna una vera e propria contro-cultura della non violenza, della sicurezza affettiva, della separazione dal mondo…