In questo volume, Aldo Moda esamina con grande ampiezza il modo in cui la teologia cattolica ha trattato il tema dello Spirito a partire dal Concilio Vaticano II - visto come fondamentale momento di svolta e rinnovamento della dottrina trinitaria - e ne mette in dialogo il pensiero con la riflessione protestante - soprattutto quella di Barth, Pannenberg, Moltmann e Jüngel - e la tradizione ortodossa.
I e II Cronache, una storia sacra che ruota intorno alle Scritture e al Tempio.
I e II Cronache: due libri che presentano la rivelazione del piano di Dio.
Il messaggio teologico di I e II Cronache: cercare Dio nelle parole della Scrittura per vivere in conformità al suo volere.
Per Girolamo, il grande traduttore della Bibbia in latino, I e II Cronache contengono il significato dell'intera storia sacra.
Nel suo commentario, Steven S. Tuell mostra come questi libri veterotestamentari presentino la rivelazione del progetto e dei fini di Dio attraverso la storia di Israele, al cui centro stanno il regno di Davide e la costruzione del Tempio.
Utilizzando fonti aggiornate, Tuell concentra l'attenzione sul messaggio teologico dei due libri, ossia che lo scopo della vita è cercare Dio nelle parole delle Scritture e nel culto del Tempio, perché solo chi cerca il Signore upò comprenderne la volontà e, vivendo in conformità ad essa, conoscerne la benedizione.<br/
Che cosa vuol dire che Gesù è morto per noi?
Di chi è la colpa della morte di Gesù?
Che cosa sappiamo di storico della morte di Gesù?
In questo nostro mondo pluralistico e secolarizzato, il concetto che Gesù sia morto "per noi" – anzi, che "doveva" morire per la nostra salvezza – ha perso molta della plausibilità che aveva un tempo. Abbiamo tuttavia sempre a disposizione una strada per chiarire che cosa significhi la simbologia associata alla morte di Gesù: il ritorno alle fonti.
A questo invita Fischer, e invita non solo i cristiani insicuri, ma tutti coloro che vogliono comprendere senza pregiudizi uno dei simboli centrali della fede cristiana.<br/
Pastore valdese e poeta, teologo cristiano, conoscitore del buddhismo, soldato in trincea durante la prima guerra mondiale - da dove, negli ultimi due anni del conflitto, indirizzò toccanti diari di guerra alla fidanzata, Lily Malan -, sostenitore della Resistenza nel Comasco dal 1943 al 1945 e pacifista, tutto questo è Carlo Lupo (1895-1966). Questo libro presenta una visione d'insieme grazie a un nutrito coro di voci, la vita e il pensiero di Carlo Lupo, mettendo inoltre in evidenza il rapporto vitale tra la sua appassionata predicazione dell'evangelo e la sua decisa azione politica negli anni del fascismo, della seconda guerra mondiale e della Resistenza.
Il volume nasce dall'intento di problematizzare l'immagine riduttiva, assai diffusa nel dibattito italiano, della figura e dell'opera di Giovanni Calvino, spesso considerato il precursore di un capitalismo selvaggio, nonché di approfondire criticamente lo statuto scientifico del calvinismo, in particolare quello politico. Dottrina confessionale e movimento ecclesiale originato dall'insegnamento del Riformatore di Ginevra, il calvinismo diventa ben presto una più ampia e variegata corrente religiosa e politica al cui interno confluiscono le esperienze di altri capi di comunità cittadine riformate quali Bucer e Zwingli. Il calvinismo politico segna quindi l'aumento progressivo e rivoluzionario dell'influenza del pensiero teologico-ecclesiale e civile di Calvino sulle società europee ed extraeuropee a lui contemporanee e successive, diventando una sorta di modello composito e stratificato che vede nella "Politica" di Althusius una delle sue più rilevanti espressioni teorico-sistematiche.
Nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia uno straordinario percorso delle tappe più significative della legislazione liberale sulla laicità e sulla separazione fra Stato e chiesa, e un appassionante approfondimento delle concezioni della laicità nel pensiero dei padri della patria (da Camillo Benso di Cavour a Giuseppe Garibaldi, da Giuseppe Mazzini a Carlo Cattaneo e a Goffredo Mameli).
Commissionato nella seconda metà del Cinquecento da Federico III del Palatinato, il Catechismo di Heidelberg è un classico della fede riformata, di cui offre uno dei compendi meglio riusciti. Illustrando con rara chiarezza che cos'è il cristianesimo, il suo rigoroso discorso teologico è tuttavia animato - cosa assai rara in un catechismo - da un afflato di viva pietà. Ritraducendolo in toto e commentandone con ampiezza ciascuno dei 129 articoli, il teologo Paolo Ricca ne fa concretamente il proprio "testamento spirituale".
Anziché privilegiare un più classico approccio storico, in questo commentario Mark A. Throntveit affronta una lettura teologica di "Esdra e Neemia" e ne enfatizza il carattere di racconto. "Esdra e Neemia" si rivolge a una comunità che, dopo i terribili eventi del 587 a.C. - la fine della monarchia davidica, la distruzione del Tempio di Gerusalemme e l'esilio a Babilonia -, vede riaccesa la speranza che le antiche promesse fatte ad Abramo e Davide possano ancora realizzarsi. Raccontando l'impegno di Zorobabele, "Esdra e Neemia" per la ricostruzione del Tempio e delle mura di Gerusalemme, il testo biblico afferma così con forza che la comunità post-esilica è in stretta continuità con gli antenati pre-esilici.