
Per tutte le cose da fare, soprattutto se sono di una certa importanza, ci si prepara. Così deve essere anche per chi proclama la parola di Dio nell'assemblea liturgica e il manuale di Iotti, sperimentato nella formazione di lettori per le parrocchie, si propone di servire allo scopo dosando aspetti teorici e pratici. Le riflessioni iniziali, di tipo spirituale-ascetico, giustificano la trattazione più direttamente tecnica e operativa della seconda parte, a tratti minuziosa: come presentarsi al leggio, come leggere, come impostare la voce, come utilizzare il microfono. Il manuale per proclamare la Parola in assemblea segue la pubblicazione dello stesso autore "Guidare un coro liturgico", documentazione di un'attività di animazione operativa nelle parrocchie.
Descrizione dell'opera
Il Discorso ai giovani di Basilio Magno si colloca in un periodo storico (370-375 c.) ancora segnato dal tormentato problema dell'incontro fra cristianesimo e cultura classico-pagana, e penetrato dall'eco tuttora viva della riforma dall'imperatore Giuliano. L'opuscolo, se pure composto per esigenze e prospettive contingenti e limitate al modo di trar profitto dalle lettere pagane, fu accolto dalla tradizione, specialmente in epoca umanistica, in una più vasta atmosfera, e inteso come manifesto programmatico che varca i tempi. Al centro della parentesi basiliana si pone un atteggiamento autonomo di scelta critica nei confronti della letteratura pagana, intesa come propedeutica alla verità della rivelazione evangelica. Su questa linea il programma prospettato da Basilio supera gli orizzonti puramente intellettuali, puntando alla prassi dell'ascesi cristiana e ad una sorta di "umanesimo integrale". Il Discorso mette così in luce motivi e interessi di viva attualità, in particolare quando illustra l'esigenza di uno scopo adeguato nella vita e di un'attiva libertà di spirito motivata e illuminata dal Vangelo. Con accento ispirato insieme a Platone e alla parola di Cristo, Basilio esorta i giovani a "non consegnare agli altri il timone della propria coscienza".
Sommario
I. INTRODUZIONE. 1. Significato della «Oratio ad adolescentes». 2. Destinatari, datazione. 3. Genere letteratio e stile. 4. Struttura e motivi dominanti. 5. Fonti di cultura pagana. 6. «Paideia» origeniana e tradizione patristica. 7. La fortuna della «Oratio» basiliana e la versione latina di Leonardo Bruni. 8. Sulla tradizione manoscritta e sulla presente edizione. II. DISCORSO AI GIOVANI. Testo e traduzione. III. COMMENTO. IV. VERSIONE LATINA DI LEONARDO BRUNI. Bibliografia. Citazioni e riferimenti biblici. Citazioni di autori classici. Indice dei nomi. Indice della parole.
Note sul curatore
MARIO NALDINI (1922-2000), sacerdote della diocesi di Firenze dal 1945, dal 1964 è stato assistente del Movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC) di Firenze. Ha insegnato letteratura cristiana antica nelle Università di Lecce e di Perugia. A Firenze ha fondato il Centro di studi patristici e ha dato vita alla prestigiosa collana EDB «Biblioteca patristica». Fra le sue pubblicazioni: Tempi dello Spirito. Voci dei Padri (1998), La Bibbia nei Padri della Chiesa. L'Antico Testamento (1999) e Il Nuovo Testamento (2000).
La figura dell'Anticristo è un importante tassello tematico all'interno del grande mosaico degli studi sull'identità cristiana e la sua costruzione. È opinione ormai ampiamente diffusa tra gli studiosi che il cristianesimo antico sia stato un movimento religioso assai diversificato, le cui molteplici sfaccettature risultano difficilmente incasellabili secondo categorie spesso mutuate da sistematizzazioni posteriori. La figura dell'Anticristo - e degli anticristi - si inserisce a pieno titolo nello studio del magmatico contesto delle origini cristiane, così come del cristianesimo di età tardoantica, proprio per i diversi ruoli che a quel personaggio sono stati attribuiti nell'ambito dei conflitti vissuti dalle comunità cristiane, sia interni (scismi, eresie) sia esterni (persecuzioni di varia origine e portata). Vi entra a pieno titolo, dunque, perché è anche attraverso la costruzione letteraria della figura di un nemico che i lineamenti di numerose concezioni dottrinali e politiche cristiane si sono definiti. Si può dunque affermare che le rappresentazioni letterarie dell'Anticristo sono modalità attraverso le quali varie forme della teologia antica e tardoantica hanno compreso e interpretato situazioni di conflitto che le comunità cristiane sperimentavano. Il volume riunisce i contributi di studiosi che, pur facendo parte di diverse università (Losanna, Ginevra, Roma "Sapienza", "Roma Tre"), sono accomunati dall'Association pour l'étude de la littérature apocryphe chrétienne.
Il luogo della nascita di Gesù, il sepolcro della sua famiglia, la grotta in cui viveva Giovanni Battista, la tomba di re Erode, il ritrovamento a Gerusalemme di un lenzuolo funebre che rimetterebbe in discussione l'autenticità della Sindone. Sono solo alcuni esempi di "clamorosi ritrovamenti" e di "sensazionali scoperte" che, nonostante indizi poco chiari, prove fragili e vistose manipolazioni, alcuni archeologi hanno affidato all'amplificazione dei massmedia internazionali infuocando l'immaginario comune. Si tratta di "trionfali annunci" che rischiano di lasciare in ombra e in secondo piano il prezioso lavoro degli studiosi interessati ad avvicinare l'uomo di oggi all'ambiente sociale e culturale del mondo biblico attraverso gli scavi e l'analisi attenta delle antiche testimonianze materiali.
Trenta temi, in gran parte di stretta attualità, osservati dal punto di vista delle principali religioni del mondo: ebraismo, cristianesimo, islam, induismo e buddhismo. Il libro si propone di offrire a coloro che hanno a cuore il tema del dialogo l'opportunità di conoscere le ragioni e le parole degli altri. Talora il confronto evidenzia posizioni contrastanti e conflittuali, in altri casi fa risaltare una significativa sintonia, in altri ancora lascia intravedere la possibilità di un cammino nuovo.
SERGIO BOCCHINI insegna IRC da più di 25 anni nella scuola secondaria di secondo grado. Dottore in teologia e specializzato in storia delle religioni all'università statale di Torino, è stato fino al 2010 responsabile dell'Ufficio IRC di Ivrea. Tra le pubblicazioni: Confronto con il buddhismo (Torino 1995), Favole come parabole (Torino 2004). Con le EDB ha pubblicato i testi di IRC per le scuole superiori Religione e religioni, suddiviso sia in biennio e triennio (2002-2003) che in volume unico (2004); il Nuovo Religione e religioni, in volume unico (2008), volume unico misto (2011) e biennio e triennio (2010); vari sussidi didattici, tra cui Schede bibliche (2004), Schede delle religioni (2005), 175 Schede tematiche (2010), Le religioni presentate ai miei alunni (2012). In collaborazione con altri autori: Didattica cre-attiva (2008), il testo per la scuola secondaria di primo grado Nuovo Religione perché? (2009), Religione 2.0 in volume unico (2011) e in tre volumi (2012).
"Il breve commento ai misteri del Rosario, lasciandosi suggestionare dai testi scritturistici, si propone come una meditazione che cerca di cogliere le linee portanti del mistero cristiano e mariano, cercando di collegare l'evento contemplativo e orante con la vita quotidiana nella quale l'uomo è immerso. La preghiera infatti scaturisce dalla vita per sostenere e alimentare la quotidiana esperienza umana: l'incontro con Dio deve essere punto di approdo e di partenza per la vita del cristiano" (dalla Presentazione). Il testo è pensato per momenti di preghiera sia personali che comunitari. Costruito con un linguaggio semplice ed allusivo facilita la comprensione e la meditazione del mistero da pregare. Destinato a quanti vogliono vivere un rapporto con Maria, attraverso la preghiera del Rosario, adulto e scevro da forme devozionalistiche e intimistiche.
I conflitti nel mondo non tendono a diminuire e crescono anche i disastri naturali. In un clima di crisi economica vengono studiati gli effetti meno noti della speculazione finanziaria incontrollata che amplifica i processi di arricchimento di pochi e di impoverimento di molti. Il decisivo ruolo culturale dell'informazione e dei «new media». Un'analisi del contesto per aiutare la riflessione e alcune proposte concrete per l'azione.
La CARITAS ITALIANA è l'organismo pastorale della CEI per la promozione della carità. Nasce nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Vaticano II. Fondamentale il collegamento e confronto con le 220 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: centri di ascolto, osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, centri di accoglienza, ecc. Educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, corresponsabilità sono le linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo.
Della collana EDB «Caritas Italiana» fanno parte i volumi: Perseveranti nella carità (22003), Per una carità aperta al mondo (2003), Immigrazione «segno dei tempi» (2004), Liberare la pena (2004), La cooperazione solidale tra Caritas di Chiese sorelle (2004), Così lontani, così vicini (2005), Un dolore disabitato (22005), Dal conflitto alla riconciliazione (2005), Partire dai poveri per costruire comunità «...li avete sempre con voi» (Gv 12,8) (22007), Cristiani e musulmani esperienze di dialogo e di fraternità (2007), Lobby e advocacy a fianco dei «dimenticati» (2008), La Chiesa della carità (2009), Chiese sorelle, nella solidarietà (2009), Povertà globali, risposte locali (2010), Micro azioni per macro valori (2011), La Chiesa che educa servendo Carità (2012), Volontariato, scuola di vita alla «cattedra» dei poveri (2012).
Del libro del Siracide il volume propone: il testo greco: è tratto dalla versione dei Settanta (LXX) che si basa sul Codex Vaticanus, risalente al IV secolo d.C., integrato da altri codici più recenti (Teodoziano, Alessandrino, Sinaitico); la traduzione interlineare: eseguita a calco, cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica; il testo della Bibbia CEI a piè di pagina con a margine i passi paralleli. Non si tratta di una 'traduzione', ma di un 'aiuto alla traduzione': un utile strumento di facilitazione e sostegno per affrontare le difficoltà del greco e introdursi nel testo biblico in lingua originale.
L'ultimo numero (Regno-doc. n.5, 2013)
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Documento
Vescovo di Roma. Primo saluto e Omelia ai cardinali elettori
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Vescovo di Roma. Prima pregate per me. Saluto e benedizione
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Documento - Parte / Inserto
Vescovo di Roma. Camminare, edificare, confessare. Ai cardinali nella Cappella sistina
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.130
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli. Omelia nella messa Pro eligendo romano pontifice
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.131
I cardinali intendono offrirsi «con Cristo al Padre che sta nei cieli per ringraziarlo (…) per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere (…) dell’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine». Inizia dal ricordo grato di Benedetto XVI l’omelia del card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, nella messa Pro eligendo romano pontifice da lui presieduta nella Basilica vaticana in apertura del Conclave (12.3.2013) per l’elezione del successore di papa Ratzinger. Le letture proprie della liturgia gli suggeriscono tre sottolineature: la «missione di misericordia» affidata a ogni sacerdote e vescovo, ma «ancor più al vescovo di Roma, pastore della Chiesa universale»; l’edificazione dell’unità della Chiesa (la preoccupazione di custodire «l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», secondo le parole di Efesini); l’atteggiamento fondamentale del pastore, dare la vita per le sue pecore, che «vale soprattutto per il successore di Pietro, pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del pastore».
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Catechesi, formazione del clero, norme per il Conclave. Tre motu proprio su competenze nella curia
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Catechesi e nuova evangelizzazione
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Tre motu proprio su competenze nella curia. Formazione dei presbiteri e dei diaconi
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.135
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Tre motu proprio su competenze nella curia. Normas nonnullas sull’elezione del pontefice
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.137
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Eredi del futuro di Dio. Lectio divina al Seminario romano maggiore
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.139
«Noi siamo eredi, non di un determinato paese, ma della terra di Dio, del futuro di Dio. (…) Da cristiani abbiamo il futuro: il futuro è nostro, il futuro è di Dio. E così, essendo cristiani, sappiamo che nostro è il futuro (…). La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro». Un invito convinto a non «lasciarsi impressionare (…) dai profeti di sventura» risuonava nelle parole pronunciate da Benedetto XVI solo pochi giorni prima della sua storica rinuncia al ministero petrino (Regno-doc. 3,2013,65s). Il testo della sua lectio divina – nel quale il papa commenta alcuni versetti della Prima lettera di Pietro (cf. 1,3-5) per i seminaristi di Roma, nella vigilia della festa della Madonna della fiducia (8.2.2013) – offre alcune suggestioni importanti alla luce della conclusione del suo pontificato. Su tutte, l’idea di una «custodia» del credente esercitata dalla fede («che ci protegge, ci aiuta, ci guida, ci dà la sicurezza») e il legame tra il martirio e il ministero del successore di Pietro: «Andando a Roma, Pietro certamente è andato anche al martirio (…). Quindi, il primato ha il contenuto dell’universalità, ma anche un contenuto martirologico».
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Documento
Tornare a Dio con tutto il cuore. Omelia nel Mercoledì delle ceneri (13.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.143
«Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera». Ha iniziato così Benedetto XVI la sua omelia nel Mercoledì delle ceneri, solenne inizio della Quaresima, celebrato quest’anno in via straordinaria nella Basilica di San Pietro lo scorso 13 febbraio. Due giorni dopo il suo storico annuncio (Regno-doc. 3,2013,65s), l’attenzione del mondo era concentrata sulle parole del pontefice, il quale – sollecitato dalle letture del giorno – ha offerto alcune riflessioni che sono parse altrettante indicazioni per il futuro cammino della Chiesa. In particolare, «sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana» per «manifestare il volto della Chiesa, (…) a volte deturpato», soprattutto dalle «colpe contro l’unità della Chiesa, dalle divisioni nel corpo ecclesiale», e il richiamo a guardarsi «dall’ipocrisia religiosa, dal comportamento che vuole apparire, dagli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione», perché «il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore».
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Documento - Parte / Inserto
Commozione grande e profondo rispetto. Saluto del card. Bertone
di T. card. Bertone
Regno-doc. n.5, 2013, p.145
Lo scorso 13 febbraio, al termine della celebrazione eucaristica nel Mercoledì delle ceneri, il cardinale segretario di stato ha rivolto al papa alcune parole di saluto facendo riferimento alla decisione di Benedetto XVI (comunicata solo due giorni prima) di rinunciare al ministero petrino. Riportiamo l’indirizzo di saluto del card. Bertone (www.vatican.va).
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Articolo
Il Concilio come l’ho vissuto Incontro con i parroci e il clero di Roma (14.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.146
Nell’incontro annuale coi parroci e il clero di Roma (14.2.2013), Benedetto XVI ha colto l’occasione – la sua ultima volta da pontefice – per una «piccola chiacchierata sul concilio Vaticano II». Ne è scaturito il racconto appassionato di un’esperienza vissuta con entusiasmo da giovane teologo e docente universitario, che rimarrà un riferimento decisivo della sua biografia teologica e pastorale. «Siamo andati al Concilio non solo con gioia, ma con entusiasmo», ha ricordato l’allora prof. Ratzinger. «C’era un’aspettativa incredibile. Speravamo che tutto si rinnovasse, che venisse veramente una nuova Pentecoste, (…) che la Chiesa fosse di nuovo forza del domani e forza dell’oggi». Il racconto, nel quale ha toccato tutte le questioni che furono al cuore dell’evento conciliare, si è chiuso con la polemica contrapposizione tra Concilio dei padri e dei media, quest’ultimo «accessibile, (…) dominante, più efficiente », ma realizzato «fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa». Oggi, ha concluso il papa, «vediamo come questo concilio virtuale si rompa, si perda», per far apparire «il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale» di vera riforma della Chiesa.
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Documento - Parte / Inserto
Contro la disinformazione, la maldicenza e la calunnia
di Segreteria di stato, F. Lombardi
Regno-doc. n.5, 2013, p.150
Il 23 febbraio la Segreteria di stato ha pubblicato un comunicato in difesa della libertà del Collegio cardinalizio, cui compete la prossima elezione del papa, avendo di mira «la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni», che si sono moltiplicate sui media dopo l’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino. Lo stesso giorno (23.2.2013) anche p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, è intervenuto con un severo editoriale – all’interno del Radiogiornale della Radio vaticana (23.2.2013) – dedicato al moltiplicarsi delle pressioni dei media e alla loro tendenza a gettare di-scredito sulla Chiesa e sul suo governo presentati unicamente come realtà di scandali e lotte di potere.
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Documento
Non abbandono la croce. L’ultima udienza generale (27.2); il congedo con i cardinali (28.2)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Udienza generale. Mercoledì 27 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
«Salire sul monte» - «Semplicemente un pellegrino»
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.155
Allle ore 12 di domenica 24 febbraio, Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus coi numerosissimi fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Queste le parole del papa nell’introdurre la preghiera mariana. Poco dopo le 17 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha lasciato il Palazzo apostolico vaticano ed è partito in elicottero alla volta di Castel Gandolfo. Là giunto il papa si è affacciato dalla loggia centrale del Palazzo apostolico e ha rivolto ai fedeli che gremivano la piazza antistante le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Saluto di congedo con i cardinali. Giovedì 28 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Dio la ricompensi! card. Angelo Sodano
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Testimoni di Cristo, in ascolto. Nota pastorale dopo il Convegno ecclesiale «Aquileia 2»
di I vescovi del Triveneto
Regno-doc. n.5, 2013, p.157
In quel Nord-est del nostro paese caratterizzato da modernizzazione degli stili di vita, vivace intraprendenza economica, un precoce disagio politico che negli anni Novanta favorì l’emergere del leghismo, ma anche da un profondo radicamento ecclesiale fin dalla prima evangelizzazione della penisola: in questo Nord-est, che cosa «lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese»? Dopo un lungo e approfondito processo di «discernimento comunitario», che dal 2010 ha impegnato le 15 diocesi del Triveneto nella preparazione del Convegno ecclesiale di Aquileia 2, e dopo la celebrazione di esso un anno fa, i vescovi della regione fanno un bilancio del percorso con una nota pastorale, intitolata Testimoni di Cristo, in ascolto, approvata nell’incontro del 7-8 gennaio e pubblicata il 17. «La situazione di transizione in cui viviamo» richiede «un sapiente discernimento comunitario e coraggiose scelte programmatiche». La direzione prescelta è una nuova evangelizzazione basata sull’accoglienza, in dialogo con le culture del nostro tempo e assumendosi la responsabilità per il bene comune.
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Attendendo una risposta. I rapporti con Pechino all’esame del prefetto di «Propaganda fide»
di F. card. Filoni
Regno-doc. n.5, 2013, p.162
La «situazione permane grave. Alcuni vescovi e sacerdoti sono segregati o privati della propria libertà (…). Il controllo sulle persone e sulle istituzioni si è acuito » (sulla situazione nei campus universitari, cf. qui a p. 163): è questo il giudizio che il prefetto della Congregazione per ’evangelizzazione dei popoli, card. Fernando Filoni, esprime sulla rivista Tripod – 32(2012) 167 –, espressione del Holy Spirit Study Center di Hong Kong. «I tentativi di dialogo intercorsi fra Roma e Pechino» a cinque anni dalla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI hanno conosciuto almeno «tre recenti pietre d’inciampo». Si tratta dell’VIII Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici del 2010 (cf. Regno-att. 22,2010,737); del controllo sulle nomine dei vescovi da parte del governo, che ha «portato alla scelta di candidati spesso discutibili»; e infine di «consacrazioni episcopali, sia legittime sia illegittime» alle quali sono intervenuti «vescovi illegittimi». Di fronte a tutto questo, la Lettera, proprio per il suo carattere «prevalentemente religioso », rimane «un punto di partenza per il dialogo» che mette «in evidenza la passione del papa per la verità, la giustizia politica e l’amore per il popolo» cinese. Ma ancora «attende una risposta».
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No all’infiltrazione religiosa nelle università
di M.E. Gandolfi
Regno-doc. n.5, 2013, p.163
Datato 15 maggio 2011 ma messo in rete qualche tempo dopo, è stato tradotto dal cinese all’inglese dall’associazione China Aid con sede negli Stati Uniti, il Documento n. 18 dell’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese che offre «suggerimenti per riuscire a contrastare l’uso della religione da parte di stranieri allo scopo d’infiltrarsi negli istituti d’educazione superiore e a fermare le azioni d’evangelizzazione nei campus universitari».
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La collaborazione tra uomini e donne nella Chiesa. Conferenza episcopale tedesca, assemblea plenaria
di W. card. Kasper
Regno-doc. n.5, 2013, p.166
«Non può la Chiesa fare oggi qualcosa di simile a ciò che avveniva nel III-IV secolo, quando ha creato una sorta di ministero sui generis con le diaconesse per i battesimi delle donne adulte? Non si potrebbe quindi oggi, di fronte alle nuove sfide, prevedere un ministero per le donne, che non fosse quello del diacono, ma piuttosto avesse un proprio profilo, come in passato?». Davanti ai confratelli vescovi tedeschi, riuniti dell’Assemblea plenaria primaverile a Treviri dal 18 al 21 febbraio, il card. Walter Kasper – teologo, già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – ha tenuto la relazione introduttiva della giornata di studio su «La collaborazione tra uomini e donne nel servizio e nella vita della Chiesa» (20 febbraio). L’apertura invocata dal teologo ha incontrato il favore della Conferenza episcopale, che in chiusura dell’Assemblea ha emesso un comunicato (qui a p. 168), nel quale afferma l’impegno a «promuovere maggiormente le donne rispettandone la responsabilità, affidata a tutti i cristiani per la vita della Chiesa» e a «far aumentare ulteriormente la quota di donne nelle posizioni di responsabilità», con un bilancio degli sviluppi fissato fra cinque anni.
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I vescovi tedeschi: più spazio alle donne
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.5, 2013, p.168
Durante l’Assemblea plenaria primaverile, tenutasi a Treviri dal 18 al 21 febbraio, la Conferenza episcopale tedesca ha affrontato il tema della collaborazione tra uomini e donne nella vita e nel servizio della Chiesa. Al termine della riflessione, il 21 febbraio, ha emesso la dichiarazione che pubblichiamo di seguito in una nostra traduzione dal tedesco.
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Governo e bene comune. Simposio conferenze episcopali di Africa e Madagascar, lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - SCEAM
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Governo e bene comune. Non possiamo rimanere indifferenti. Lettera di presentazione
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - G. Mbilingi
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Transizioni democratiche. Lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - P. card. Pengo
Regno-doc. n.5, 2013, p.177
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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La Chiesa in America Latina: questioni aperte. Congresso continentale di teologia di Porto Alegre
di V. Codina
Regno-doc. n.5, 2013, p.185
La recezione originale, effettiva e conflittuale del concilio Vaticano II in America Latina «non è stata una mera assimilazione», ma una rilettura creativa «a partire dal basso, dai poveri, dal rovescio della storia». Tuttavia oggi i termini nei quali il Concilio aveva impostato il proprio discorso «sono diventati stretti, e in qualche modo superati: il problema oggi non è tanto la Chiesa, ma Dio…». Così procede l’argomentazione di Victor Codina, teologo gesuita, nella sua relazione al Congresso continentale di teologia tenutosi a Porto Alegre (Brasile) dal 7 all’11 ottobre scorsi (cf. ampiamente Regno-att. 20,2012,705ss). Da qui la preoccupazione, indicata dalla Conferenza generale di Aparecida (2007), di porre l’America Latina, pur segnata «da una forte religiosità popolare fondata su grandi valori cristiani», in uno stato di «missione inter gentes», così da radicare in una nuova comprensione teologica dello Spirito Santo la costruzione di «una Chiesa nazarena, povera, semplice, solidale e pasquale».
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Documento
Il Regno Documenti 5 2013 - La rivista completa in un unico file
di Redazione
Regno-doc. n.5, 2013, p.192
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Descrizione dell'opera
Questo testo, frutto di un lavoro svolto dall'Ufficio catechistico regionale e dalla Commissione regionale di pastorale familiare dell'Emilia-Romagna, si rivolge ai sacerdoti e ai catechisti impegnati nella pastorale battesimale, alle famiglie e alle comunità cristiane.
La celebrazione del battesimo è segno di una comunità viva che annuncia la Buona Notizia e che si pone come requisito fondamentale per garantire la crescita di fede dei bambini e accompagnare e sostenere i genitori.
La comunità cristiana è perciò invitata a interrogarsi su come rendere ragione della novità di vita che il battesimo produce e della possibilità di far nascere il desiderio di una riscoperta della fede e di un'appartenenza alla comunità anche negli adulti. A questo proposito, occorre tener conto di contenuti, linguaggi, metodologie e considerare l'organicità di un percorso che comprende la preparazione al sacramento, la celebrazione e le forme della concreta esperienza ecclesiale.
Sommario
PRESENTAZIONE. Per introdursi… PASTORALE BATTESIMALE.La pastorale battesimale: porta per il rinnovamento dell'iniziazione cristiana (V. Bulgarelli). COMUNITÀ. Il volto di una comunità che conduce alla fede (A. Caprioli). FONDAMENTI TEOLOGICI. Fondamenti teologici per una pastorale battesimale (S. Noceti). ACCOMPAGNAMENTO. Adultità e genitorialità: lo stile dell'accompagnamento (E. Biemmi). CONCLUSIONE. Per continuare… (E. Solmi).
Note sul curatore
VALENTINO BULGARELLI, docente stabile alla Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna, è membro della Consulta della Conferenza episcopale italiana per l'Ufficio catechistico nazionale e collaboratore del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. È direttore dell'Ufficio catechistico regionale dell'Emilia Romagna e dell'Ufficio catechistico dell'arcidiocesi di Bologna. Scrive per Parole di vita, Sacra Doctrina e Settimana. Con EDB ha pubblicato L'immagine della rugiada nel libro di Osea. Uso molteplice di una figura nella Bibbia ebraica e nella Settanta (2002).