In questo volume vengono ricordati i Francescani che in un modo o nell'altro realizzarono la loro vocazione minoritica a servizio della Terra Santa e in tutte le realtà ad essa collegate. Martiri nel sangue o nell'umile lavoro quotidiano, essi hanno lasciato un'eredità di fede, carità, eroismo e perseveranza nel servizio alla Custodia di Terra Santa e alla Chiesa universale. Grazie ai brevi profili biografici qui raccolti, è possibile ripercorrere otto secoli di storia della Chiesa in luoghi nei quali ancora oggi la testimonianza della fede chiede coraggio e comporta grandi rischi. Gli uomini e le donne ricordati fanno parte di quella grande schiera di testimoni che sono uniti, ieri come oggi, dall'amore per l'annuncio evangelico.
Fin dall'inizio del suo pontificato, papa Francesco ha mostrato quanto centrale fosse per lui l'impegno a vivere l'unità della Chiesa a partire dal suo ministero di vescovo di Roma. Nei mesi seguenti questa idea si è venuta manifestando con sempre maggiore chiarezza attraverso parole e gesti con i quali egli ha voluto richiamare i cristiani a vivere l'unità nella quotidianità dell'esperienza di fede. Proprio alle parole e ai gesti di papa Francesco per l'unità della Chiesa è dedicato questo volume, con il quale ci si propone di presentare quanto Bergoglio ha fatto e sta facendo per il cammino ecumenico, in profonda continuità con i suoi immediati predecessori da una parte, e con molte significative novità dall'altra, secondo uno stile che caratterizza il suo ministero petrino. Un'attenzione particolare è riservata ai rapporti con l'ebraismo e con la Chiesa ortodossa, il "fratello Andrea", nella persona del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. All'incontro con quest'ultimo durante il pellegrinaggio di Francesco in Terra Santa, 50 anni dopo lo storico abbraccio fra Paolo VI e Atenagora, è dedicato il capitolo finale.
"Vi offro la mia casa". Queste parole, rivolte ai leader palestinese e israeliano resteranno a lungo nella memoria dopo il viaggio che papa Francesco ha compiuto in Terra Santa. Un invito alla pace e all'unità venuto dal cuore e dalla simpatia di un Pontefice che è già uno dei più amati della storia della Chiesa. Nel 50° anniversario dell'incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora, Bergoglio ha rilanciato il processo di unione fra le Chiese di Roma e d'Oriente, incontrando il Patriarca Bartolomeo I. A Gerusalemme ha pregato al Muro del Pianto; a Betlemme ha espresso la sua amarezza di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi. Questo libro è il racconto di un pellegrinaggio difficile e insieme esaltante, fatto per parole e per immagini, accompagnate dalle testimonianze dello scrittore Abraham Yehoshua, di Vera Baboun, sindaco di Betlemme, e del rabbino David Rosen.
Dal 4 al 6 gennaio 1964 Paolo VI fu pellegrino in Terra Santa. Primo Papa nella storia a compiere questo viaggio, l'evento fu seguito dai giornali e dalle televisioni di tutto il mondo, in una sorta di "evento mediatico globale" ante litteram. Questo libro, che raccoglie alcuni degli interventi pronunciati in occasione di due convegni a 50 anni dalla storica visita (a Milano e a Concesio, paese natale di Montini), ripercorre non solo quei giorni concitati (attraverso gli stessi discorsi del Papa, immagini d'epoca e testimonianze), ma getta anche uno sguardo da un lato sulle settimane che li precedettero, fatte di febbrili preparativi e grandi attese, e dall'altro sulla loro eredità, soprattutto in ambito ecumenico. Al volume è allegato anche il documentario "Ritorno alle sorgenti. Con Paolo VI in Terra Santa" (durata 50'). Realizzato su iniziativa della Custodia di Terra Santa proprio durante il pellegrinaggio, fu proiettato in diverse sale cinematografiche italiane negli anni immediatamente successivi. In tempi recenti, dopo il lungo oblio, una copia della pellicola è stata ritrovata presso gli archivi del Centro di propaganda e stampa di Terra Santa di Milano. Restaurata e trasferita in formato digitale, viene ora riproposta al grande pubblico: un modo, a distanza di 50 anni, per ripercorrere quei momenti straordinari, e un'occasione unica per rivedere una Terra Santa inedita", oggi profondamente cambiata.
Il Casino Giustiniani Massimo al Laterano, a Roma, è una villa secentesca il cui parco, prima degli imponenti interventi urbanistici della seconda metà dell'Ottocento, si estendeva tra le attuali via Merulana, via Tasso, viale Manzoni e piazza San Giovanni. Oggi lontana dai grandi circuiti turistici della Capitale, quasi defilata dietro all'imponente cattedrale lateranense, la palazzina fu fatta erigere dal marchese Vincenzo Giustiniani tra il 1605 e il 1618 come "ritiro di campagna" dove cercare svago e riposo, oltre che per ospitare la ricca collezione di antichità di famiglia. Passata alla famiglia Massimo nel 1802, tra il 1817 e il 1829 le sale al pianterreno furono interamente decorate dai pittori Nazareni, dei quali costituiscono in assoluto una delle realizzazioni più importanti: essi diedero vita a una sintesi sublime della grande civiltà letteraria italiana attraverso rappresentazioni tratte dalle sue opere più emblematiche: la Commedia di Dante, l'Orlando Furioso di Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Tasso. Il volume presenta per la prima volta al grande pubblico questi importanti cicli pittorici attraverso descrizioni e una nutrita galleria di immagini, che si affiancano a un'inedita storia della palazzina nel corso dei secoli, dall'origine nel XVII secolo fino al 1948, quando fu acquistata dalla Custodia di Terra Santa, della quale ospita oggi la Delegazione per l'Italia.
Israele è un Paese dai mille volti, un coloratissimo "mosaico umano" che tuttavia, ancora oggi, rimane nel complesso poco conosciuto, quasi "nascosto" dietro le ombre del conflitto israelo-palestinese. Lungi dall'essere una società monolitica sotto l'aspetto religioso, etnico o politico (accontentarsi dello "stereotipo" dell'israeliano come ebreo bianco di origine europea è ormai riduttivo), ospita tante "tribù", ciascuna con proprie peculiarità. Elisa Pinna traccia una panoramica di queste componenti (spesso minoritarie): dagli ebrei ultraortodossi agli abitanti dei kibbutz, dai coloni alle comunità di immigrati, dai drusi ai cristiani di espressione ebraica. Un viaggio attraverso i tasselli che contribuiscono a formare il mosaico-Israele. La prefazione è di Amira Hass, giornalista molto nota in Israele, corrispondente del quotidiano Haaretz da Ramallah, nei Territori palestinesi. Una voce spesso critica - a volte caustica - nei confronti del suo stesso popolo e della politica israeliana.
Questo libro è una guida che ci accompagna fra le onde agitate e spesso ambigue di quel continente affascinante e insieme oscuro che è la Turchia odierna, la nazione orgogliosa e - apparentemente - compatta che è nata novant'anni fa dalle ceneri del dissolto impero ottomano. In realtà, la Turchia è un mosaico: e questo non tanto per la sopravvivenza, al suo interno, di quelle ormai esigue minoranze cristiane (armeni, greci, siriaci) che apparivano fino a qualche tempo fa addirittura vicine alla totale estinzione, ma per la presenza delle numerose minoranze musulmane come i curdi e gli aleviti.
A partire dalle vicende di Abramo, Isacco e Giacobbe, le tre figure più paradigmatiche dell'Antico Testamento, si snodano le riflessioni raccolte in questo volume. Nella forma del racconto più che dell'indagine esegetica, ma rimanendo sempre aderente al testo biblico, l'Autore invita il lettore a entrare in una nuova confidenza con l'umanità dei Patriarchi. Abramo, Isacco e Giacobbe mostrano così il loro fascino e ancor più la loro imperfezione; questo è il modo attraverso cui il Dio unico e personale della Genesi si rivela, con caratteristiche e modalità diverse che l'autore rilegge nella prospettiva delle tre virtù teologali: fede, speranza e amore. Un'esperienza di unità nella diversità non confinata alla religione premosaica ma con precise ricadute nella vita del credente di ogni tempo e di ogni credente che si riconosca parte della discendenza abramica.
Gli Atti degli Apostoli sono la storia della Chiesa delle origini? Quali elementi delle comunità cristiane primitive sono ancora fondamentali per la Chiesa di oggi? Il confronto tra il Vangelo di Gesù Cristo e le culture giudaiche e pagane ha qualcosa da dire anche oggi nella vita delle singole confessioni cristiane? E nei rapporti tra credenti e non credenti? Queste sono alcune delle domande a cui desidera rispondere questo libro, che è un'introduzione complessiva alla lettura degli Atti degli Apostoli. L'autore, con la collaborazione di Renzo Petraglio e di Elena Lea Bartolini De Angeli, offre pagine attente all'articolazione generale del libro degli Atti, all'analisi di passi significativi e alla loro interpretazione, dai contesti culturali del I secolo d.C. a quelli odierni. Si tratta di un testo di alta divulgazione, che si rivolge a chiunque intenda entrare nel mondo delle origini cristiane senza fondamentalismi religiosi e rigidità culturali, nella consapevolezza che il Dio di Gesù Cristo sia sempre al di là di ogni tentativo di inquadrarlo in categorie ideologiche transitorie e fini a se stesse.
Il grande impulso che lo studio dell'ebraico biblico ha avuto in questi anni, in ambito accademico ma anche a livello pastorale, rende ragione dell'esigenza di proporre una nuova edizione de "Il Libro di Giona. Analisi del testo ebraico e del racconto", come già accaduto in precedenza per il volume di M. Pazzini e A. Niccacci "Il Rotolo di Rut. Analisi del testo ebraico" (Edizioni Terra Santa, 2008). Gli autori affrontano la novella di Giona (48 versetti distribuiti in quattro capitoli) con lo stesso orientamento usato per l'analisi del Rotolo di Rut. Le tre parti che compongono il volume sono opera di Alviero Niccacci (analisi sintattica, capp. 1 e 3), Massimo Pazzini (analisi morfologica, cap. 2) e Roberto Tadiello (analisi narratologica, cap. 4). L'approccio narratologico permette una lettura del testo di tipo "teatrale", con una trama che si snoda in diverse scene suddivise, a loro volta, in quadri narrativi. Il volume è destinato non solo agli studenti di ebraico che abbiano una base elementare della lingua ma anche agli amanti della Scrittura nelle lingue originali.