
Mario Lodi è stato e continua a essere un maestro da ascoltare, leggere, studiare, perché la sua scuola era rigorosa ed esigente e insieme appassionata e divertente Franco Lorenzoni
Il paese sbagliato alla sua prima pubblicazione, nel 1970, mise a nudo le deficienze di una scuola rigida che escludeva i più fragili. Da allora è trascorso mezzo secolo, ma siamo ancora lontani dal garantire un'istruzione capace di contrastare ogni forma di discriminazione, mentre è cambiata profondamente la relazione dell'infanzia con il gioco, l'intrattenimento e le fonti di informazione. I bambini trascorrono sempre più ore davanti a schermi di ogni dimensione, spesso cercando nel virtuale una via di fuga dalla solitudine. Capire che scrivere è «scoprire gli altri», che le parole sono anche suoni e colori, che ci sono molti modi per incontrare la storia e che si può costruire conoscenza insieme, anche se diversi, è quanto hanno imparato gli allievi di Mario Lodi. Il suo diario racconta quell'esperienza suggerendo una scuola inclusiva e aperta che innanzitutto vuole educare, e che crede nello studio come occasione di crescita morale e civile. Con una "Lettera aperta ai giovani maestri".
«Abbiate cura di impazzire per un abbraccio». Un libro intenso, pieno di luce, del piú antico fra i poeti contemporanei italiani. Con la sua lingua asciutta e lirica, sacrale e domestica, in cui c'è sempre uno scarto, uno slittamento inatteso, una sottile sensualità, Franco Arminio fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall'amore. Non soltanto l'amore carnale, ma quello che ci conferma di esistere: l'amore per un figlio e quello per un angolo di paese, l'amore per una strada e quello per la madre, l'amore per un amico e per chi ci è ancora sconosciuto, al punto da scavare in noi il languore del desiderio. Nei suoi versi l'incontro erotico, sentimentale, è sempre un viatico verso Dio, raggira la morte e la corteggia, è miracolo ed epifania. Arminio dedica poesie e prose commoventi anche agli amori - vissuti o mancati - di altri scrittori e poeti, da Kafka a Pasolini, da Susan Sontag ad Amelia Rosselli, trovando una voce nuova per indagare il coraggio di essere fragili che ognuno di noi ha sentito innamorandosi, «il mistero di raggiungere nello stesso tempo il corpo di un altro e il nostro». «Uno dei poeti piú importanti di questo Paese» (Roberto Saviano). «Gli basta una manciata di sillabe, connesse da un gioco sapiente di rime ed assonanze, e un intero destino si staglia nettamente sul bianco della pagina. Come accadeva in certi indimenticabili epigrammi composti in vecchiaia da Giorgio Caproni» (Emanuele Trevi). «Poesia delicata, volatile, breve, ma esatta e lavorata giorno dopo giorno» (Valerio Magrelli). «Leggere Arminio è un'esperienza indimenticabile» (Marco Belpoliti). «Arminio è uno scrittore raro: scrive con tutto il corpo e si accorge di tutto quello che succede ai corpi altrui, di dentro e di fuori» (Domenico Scarpa).
Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt'altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia così, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.
Una famiglia americana, gli Hildebrandt, all'inizio dei tumultuosi anni Settanta: un microcosmo di sogni, paure, rivalità e sensi di colpa. Da una parte l'imperativo antico della legge morale, dall'altra la vita degli esseri umani, emozionante, spaventosa e ingovernabile. Ancora una volta, con l'ironia e l'empatia che sono la cifra della sua letteratura, Jonathan Franzen racconta una storia unica e insieme universale, sullo sfondo di un paese che non ha mai smesso di rifondare i propri miti. Sono i giorni dell'Avvento dell'anno 1971, a New Prospect, Chicago, ma la famiglia Hildebrandt non sembra ansiosa di festeggiare il Natale. Russ, pastore di una chiesa locale, desidera un unico regalo: passare qualche ora in compagnia di Frances Cottrell, una giovane, adorabile parrocchiana che mette a dura prova la sua fede e il suo matrimonio. Sua moglie Marion sa che i tempi turbolenti non garantiscono la stabilità coniugale, e teme che i brutti segreti che ha sempre nascosto a Russ stiano per venire a galla. Rifiutando il pacifismo del padre, Clem, il figlio più grande, vuole partire volontario per il Vietnam, non perché non sia lui stesso pacifista, ma perché non sopporta di essere un ragazzo bianco privilegiato. Sua sorella Becky, la ragazza più popolare della scuola, sta cercando di attirare l'attenzione di Dio e insieme quella di un giovane cantante folk, Tanner Evans, il primo che a New Prospect si è fatto crescere i capelli e ha iniziato a indossare pantaloni a zampa d'elefante. Per impressionare Tanner e irritare suo padre, Becky è entrata in un gruppo giovanile, Crossroads, animato da un altro pastore, Rick Ambrose, figura carismatica e manipolatrice, e bestia nera di Russ. Del gruppo fa parte anche il terzo figlio, Perry, un adolescente problematico e geniale, che per Natale ha deciso di smetterla per sempre con la marijuana e diventare un bravo ragazzo: ma non sempre i buoni propositi producono i risultati voluti. Da Natale fino alla Pasqua successiva, ognuno degli Hildebrandt sognerà per sé una vita diversa, un nuovo amore o un antico amore ritrovato, o una qualche sostanza stupefacente che metta a tacere i campanelli d'allarme. Il matrimonio di Russ e Marion era iniziato vent'anni prima, per entrambi nel segno della rinascita dopo una caduta. Ora un'eredità sgradita, scritta nei geni, chiede d'essere riscossa, riducendo in cenere sogni e speranze. Richiedendo lo sforzo di tutti per una nuova, difficile rifondazione. "Crossroads" è un romanzo intenso e trascinante, a tratti comico, a tratti drammatico e pieno di dolore, che segna il ritorno di Franzen nel cuore del cuore del paese, il Midwest delle Correzioni.
L'Iguana, il piú feroce fra i serial killer, è scappato. La notizia è di quelle che fanno davvero paura: ora la sua ossessione potrebbe essere vendicarsi della poliziotta che lo aveva arrestato. Torna Grazia Negro. E con lei Simone, il ragazzo cieco di Almost Blue. «Credo di aver sentito un rumore. È come quando ti accorgi che qualcuno sta parlando da un po' ma non hai capito cos'ha detto perché non stavi ascoltando. Da qualche parte, perso nella memoria, ho il ricordo di un suono, sempre più lontano e indistinto, come un sogno dopo il risveglio. Ma c'era, l'ho sentito. C'è qualcuno qui con me». Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall'anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un'infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L'Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell'università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto. E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l'aveva aiutata nell'indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.
Russia, inverno 1942. Il sergente maggiore Mario Rigoni guida una compagnia di mitraglieri degli Alpini nelle operazioni belliche sul fronte orientale. Questo è il racconto della sua vicenda, realmente accaduta, vissuta in prima persona. Alla narrazione della vita di trincea sulla linea del fronte lungo il fiume Don segue quella della ritirata dalla disastrosa spedizione in Russia: il lungo esodo dei soldati sotto il fuoco nemico, attraverso le praterie coperte di neve. È il racconto della sofferenza e dell'orrore di un'esperienza che ha portato quegli uomini al limite delle loro capacità. Pubblicato nel 1953 e subito accolto con grande favore da lettori e critici, questo romanzo è una preziosa testimonianza di uno degli episodi che più rappresentano la memoria italiana della Seconda guerra mondiale. Età di lettura: da 12 anni.
Una nuova traduzione per i cristiani di tutte le confessioni, ma anche per il lettore laico.
La nuova edizione Einaudi della Bibbia si caratterizza innanzitutto per la nuova traduzione, non confessionale, frutto del lavoro di un'équipe di filologi ed esegeti fra i più autorevoli al mondo, profondi conoscitori dell'ebraico, dell'aramaico e del greco. Una traduzione che vuole rendere accessibile il testo biblico al lettore odierno, ma senza omogeneizzare le sue asperità linguistiche, culturali e teologiche.
La Bibbia è sempre disponibile a una lettura infinita, e non solo per le interpretazioni che sono sempre molte, come testimonia tutta la copiosissima letteratura dei commenti biblici, ma infinita perché diventa diversa a partire da chi la legge. Ci sono letture diverse nella fede ebraica, letture diverse nella fede cristiana, letture diverse di chi non è credente né in Dio, né in Gesú Cristo e legge la Bibbia come «il grande codice» secondo la ben nota espressione di Northrop Frye. Grande codice della cultura occidentale soprattutto, ma non solo! Per il non ebreo e il non cristiano, la Bibbia non contiene «la parola di Dio», ma resta una testimonianza scritta del pensiero umano che si esprime imputando al soggetto «Dio» parole e azioni che hanno un significato alto per l’umanità. Ma non si dimentichi che nella lettura della Bibbia anche il credente non potrà fare a meno di tutti gli strumenti umani necessari per leggerla, interpretarla e comprenderla. Nella lettura infinita c’è un cammino comune del credente e del non credente che deve assolutamente essere messo in rilievo e praticato senza sospetti. D’altronde, le chiese oggi riconoscono che la Bibbia, pur contenendo la parola di Dio, è innanzitutto parola umana, che gli autori sono autori umani, e che la Bibbia è un testo che va interpretato rifuggendo ogni lettura fondamentalista. Oggi possiamo dire che la Bibbia è la biblioteca che non divide, non separa, non apre a fondamentalismi, chiede l’affermazione della diversità, delle pluralità e dunque del dialogo perché essa è strutturalmente dialogica!
dalla Prefazione di Enzo Bianchi
«Negli anni ho cominciato a pensare che qualunque strada si possa intraprendere per la felicità, questa debba necessariamente passare per una pineta. Una pineta da attraversare e un mare da raggiungere». C'è in questo libro l'invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo. Una ramificazione di storie, intrecciate come l'edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. Imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini così come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale. Entrate sotto l'ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.
L'eucarestia: un paradosso e uno scandalo, ripetutamente evocato nell'Occidente cristiano. Il legame tra il pane dell'eucarestia e la sostanza del corpo di Cristo è un connotato distintivo del mondo cristiano. Per quanto ai culti antichi non fosse estraneo il sacrificio della divinità e i pasti rituali fossero un uso comune, l'eucarestia conserva elementi di radicale irriducibilità ad altri sistemi cultuali e dottrinali. I cristiani furono investiti pressoché subito da accuse di cannibalismo, che si saldarono con imputazioni di infanticidio, incesto e altre immoralità che avevano nella carne il loro denominatore comune. La pratica di "mangiare Dio" scandalizzò molti pagani e continuò a costituire una pietra d'inciampo lungo i due millenni di vita della Chiesa. Messa in discussione da teologi e pensatori medievali, contestata ai tempi della Riforma protestante, l'eucarestia resta un sacramento controverso, difficile da comprendere e, allo stesso tempo, essenziale. Il libro di Al Kalak ripercorre con acutezza le diverse modalità con cui il corpo di Dio entrò nella vita dei credenti, con un'attenzione particolare all'Italia cattolica: una storia in bilico tra spirito e materialità, che non smette di animare il dibattito fino a noi. La pratica di mangiare Dio scandalizzò molti pagani, e i padri della Chiesa - da Tertulliano a Minucio Felice - dovettero ribattere punto su punto per spiegare la natura del pasto eucaristico e la sua diversità rispetto ai culti misterici. Si trattava di un paradosso che, nei ricorsi della storia, sarebbe stato evocato di nuovo, ricomparendo nel pieno della contrapposizione interna alla cristianità ai tempi della Riforma protestante. Sulla spinta della frantumazione religiosa innescata da Lutero, l'Occidente cristiano si trovò diviso sul valore da attribuire al pasto consumato da Cristo prima di morire. Se per i luterani la fisicità del corpo di Gesù, con la sua carne e il suo sangue, rimase in qualche modo un connotato del sacramento, per la maggior parte dei riformati nell'ostia non si poté scorgere nulla di più che una presenza spirituale (e spesso nemmeno quella). Il legame tra il pane dell'eucarestia e la sostanza del corpo di Cristo divenne un connotato distintivo del mondo cattolico. L'intento di questo libro è ripercorrere le diverse modalità con cui il sacramento entrò nella vita dei credenti e nelle dinamiche comunitarie, in una tensione, appunto, tra spirito e materialità. Studiare le diverse declinazioni della prassi e della devozione eucaristica consente infatti di far emergere la pervasività del sacramento rispetto alla società che la Chiesa tentò di plasmare e, allo stesso tempo, di cogliere i problemi che il prodigioso potere della carne e del sangue di Dio creò alle stesse autorità che ne propagavano gli effetti e ne perpetuavano l'esistenza.
La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza. «Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni». Dopo "Il treno dei bambini", Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.