In questo volume dedicato allo shintoismo, una "via", più che una religione, costitutiva dell'anima giapponese, si parla di: La mitologia shintoista L'importanza dei templi e dei riti I kami: divinità concettuali o realtà da esperire? Salvezza: non trascendete ma nel qui e ora dell'esistenza Le preghiere rivolte alle divinità Il posto centrale riservato alla natura, in cui sono immersi i santuari e che è oggetto di venerazione privilegiata Flessibilità nel metabolizzare le sfide della modernità. Inoltre, una mappatura delle principali ramificazioni dello shintoismo.
In questo volume dedicato al giainismo e al sikhismo, due tra le principali religioni minoritarie dell'India, si parla di: Origini e storia dell' "eresia" giainista; I quattro cardini del giainismo; Culto, preghiere, simboli del giainismo; Originalità e monoteismo del sikhismo; La figura di Guru Nak e degli altri nove guru. La fede sikh. Inoltre, uno sguardo sul recente interesse occidentale per il giainismo e sulla diaspora sikh in Italia.
Dalla Chiesa "società dei veri cristiani" alla Chiesa "comunione", molta strada è stata fatta. O meglio, si è tornati alla Tradizione che significa "restare sé stessi, ma sviluppandosi continuamente. La Chiesa è sempre stata in costante evoluzione". Luigi Bettazzi, l'unico vescovo italiano presente al Concilio Vaticano II oggi vivente, racconta la "sua" Chiesa, frutto di un'esperienza lunga (quasi) un secolo: non una cittadella che si sente assediata dal mondo e dai "laici", bensì una comunità impegnata ad annunciare la vicinanza di Dio a tutte le donne e gli uomini, in particolare i più dimenticati e soli. Le figure di Giovanni XXIII, del cardinal Lercaro, di Helder Câmara, di Francesco, scorrono davanti agli occhi del lettore raccontate da Bettazzi che ben conosce e ha conosciuto quei pastori "con l'odore delle pecore". Insieme a questi esempi la Chiesa può operare un nuovo ritorno alla Tradizione: "Il punto di partenza è la priorità del "popolo di Dio", depositario dei doni dello Spirito, di cui la gerarchia, a tutti i livelli, è al servizio". "Un tempo pareva che compito della Chiesa fosse garantire la propria vita, struttura e libertà. Ci si è resi conto invece che la Chiesa deve farsi voce di quanti non hanno voce e deve promuovere i diritti di chi si sente emarginato."
Profondo e articolato saggio teologico su cosa deve essere la missione cristiana nell'era attuale. La categoria di "dialogo profetico" unisce due poli spesso messi in contrapposizione e che invece gli autori, grazie a lunghi studi, lavoro sul campo e confronto con diverse realtà, uniscono: il dialogo (con le religioni, con la cultura, con la società) è costitutivo della missione, così come lo è la profezia, ovvero la testimonianza del Regno di Dio nella storia.
Il racconto semiserio di una tranche di vita di una donna che insegue una forma di vita urbana fuori dagli schemi: dove sia più importante "essere-con" che avere; dove saper trovare la bellezza a un passo dalla monnezza; dove scovare perle di saggezza metropolitana sul bus come in condominio. Nella "città da condividere" l'autrice ha scopertola sua "vocazione", visto che non si erano aperte per lei le porte del monastero (era un 1° di aprile!).
"Se avessi detto, voluto dire o creduto quello cheloro mi attribuiscono, sarei davvero un eretico. Manon l'ho fatto". Così si esprime in queste pagine Jacques Dupuis, il gesuita e teologo famoso per la sua pionieristica "teologia del pluralismo religioso". Una posizione che, a cavallo dell'anno 2000, gli costò le critiche e l'indagine della Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dall'allora cardinal Joseph Ratzinger. Per la prima volta viene qui presentata al lettore l'autodifesa di Dupuis - molto stimato nella Compagnia di Gesù - di fronte all'ex Sant'Uffizio: un'apologia di sé e del proprio lavoro di ricercatore, che Dupuis considerò sempre e solo "cattolico", nel senso di "universale".
Padre Vincenzo Barbieri (1931-2010) fu missionario fino all'ultimo giorno della sua vita, ma a modo suo: nel 1965 a Milano fondò COOPI, una delle prime associazioni italiane di laici volontari per l'Africa e per l'America Latina, rimanendovi impegnato fino alla fine. Pochi lo sanno, ma è stato uno dei "padri" della cooperazione italiana. Uomo instancabile e "burbero benefico", non si accontentò di gestire la sua Ong, ma ha continuato a spendersi in prima persona nel contatto con i bisognosi, nelle attività di sensibilizzazione e di raccolta fondi, nella lotta per la giustizia. "Ho incontrato questa realtà di laici che partivano, e anch'io sono andato dove soffiava il vento" padre Vincenzo Barbieri.
SLA. Serve Lottare Ancora. Un altro significato, ma anche un diverso modo di affrontare la sigla che tutti conosciamo come Sclerosi Laterale Amiotrofica. Questa la malattia che nel 2011 ha colpito Antonio Spreafico, marito e padre, architetto, volontario, credente. La disperazione sorta nei primi tempi, il dubbio di "farla finita" in qualche clinica svizzera deputata alla "dolce morte"; poi il lento, cosciente e tenace inseguimento a ritroso di una vita e del suo senso profondo fatto di sguardi, abbracci, doni, impegni, volti, passioni e tanta umanità condivisa. La SLA ha messo in moto questo, e tanto altro, nel cuore e nei giorni di Antonio il quale, attanagliato da una malattia che non ha guarigione, scopre e qui racconta una nuova prospettiva del vivere. Le pagine di Spreafico brillano di un'autoironia curiosa e affascinante, spiccano per una scrittura limpida e coinvolgente, ci portano dentro un dolore umano che diventa lente di ingrandimento per l'esistenza di ciascuno: per cosa vivere? Che cosa resterà di noi? Cosa davvero vale? Sono queste le domande che Spreafico ci suggerisce con indomita speranza, mentre lui è bloccato nell'immobilità di un letto, lucido osservatorio sulle faccende umane di tutti noi. Solo chi ha attraversato la notte oscura della sofferenza può dirci e darci rinnovate motivazioni per i nostri giorni.
Davvero la Bibbia predica il predominio incontrollato dell'uomo sulla natura? Se rileggiamo la Scrittura scopriamo che Dio affida il cosmo all'uomo e alla donna perché si fida di loro. Essi diventano responsabili dei doni ricevuti. Questo fidarsi reciproco diventa la base su cui fondare una ricomprensione intellettualmente onesta della relazione tra genere umano e ambiente. Nessun rapporto di forza e nessuna chiusura egocentrica: la vocazione di ogni persona è far fruttare i beni condivisi. Un Giardiniere, un giardino, due custodi. Dio crea, l'umanità è invitata a custodire. La terra porta frutto. E il creato diventa salvato...
Natale è la festa della vita e della luce, ma non va celebrato in maniera sdolcinata né tantomeno consumista. In questa ricorrenza si manifesta l'annuncio più radicale del cristianesimo: Dio si fa carne, creatura, bambino, per salvare l'umanità tutta dal peccato. E di fronte a tale verità - scrive Jorge Mario Bergoglio - "non possiamo restare inamidati o rigidi". Bisogna destarsi da ogni torpore per cercare insieme, come comunità, la gloria di Dio. Ammirare il Bambino accompagnati dalle parole di papa Francesco significa riscoprire alcune parole antiche ma sempre nuove, valori che costituiscono l'ossatura della fede cristiana secondo la spiritualità ignaziana: silenzio, carità, fortezza, martirio... Dimensioni che possono impreziosire il tempo che ci porta ad incontrare il Bambino di Betlemme nutriti dalla fede di un'Attesa: "Il Signore è vicino. Il Signore verrà. Il Signore è buono e starà fra noi". Queste meditazioni di Bergoglio ci fanno cogliere lo spirito del Natale in un'accezione nuova, con la richiesta di un coraggio rinnovato e di una fede adulta. "Nel contemplare il presepe la grazia che ci verrà donata sarà la voglia di essere buoni" (J.M. Bergoglio - Francesco)