Che i casi di abusi sessuali su minori - da parte di preti, frati e monaci - vengano trattati apertamente dai mezzi di informazione è senz’altro un dato positivo. Sarebbe, però, un’occasione sprecata se ci si fermasse alla denuncia. Se non si scavasse per cogliere le ragioni profonde di questi episodi e schizzare alcune linee per una terapia radicale atta ad evitarne il riprodursi. La storia, la psicologia, la sociologia, il diritto, la filosofia, come anche la teologia, hanno un ruolo da giocare: è arrivata l’ora di dare il via al compito ormai indifferibile. “Lasciate che i bambini vengano a me” diceva il Maestro di Nazareth: questo libro nasce dalla speranza che, in un futuro prossimo, anche i suoi “ministri” possano riprendere ad accogliere bambini senza che i genitori debbano sospettare e temere.
Ripensare la disabilità: è questa l'operazione chiave di questo volume, che sull'argomento presenta una raccolta di saggi nei quali l'autore tratta il tema della disabilità nel contesto giuridico e sociologico italiano, realizzando quell'incrocio tra Disability Studies e diritto che ha sempre animato la sua ricerca. La proposta avanzata in queste pagine è di ispirarsi ai Disability Studies, disciplina accademica anglosassone, quale nuovo approccio al concetto di disabilità ed occasione per sperimentare un metodo di lavoro basato sulla condivisione e l'utilizzo di competenze e saperi diversi. Grazie a tale sinergia è possibile individuare un metodo specifico per approfondire e discutere il diritto della disabilità, abbandonando la logica del favore e adottando invece quella dell'attuazione dei diritti. In uno dei saggi l'autore, calabrese, sostiene la tesi che studiare la disabilità, traendo linfa dalle elaborazioni già raggiunte nel contesto inglese, possa innescare un circolo virtuoso, di piena cittadinanza, di progresso, di innovazione, in grado di influenzare in maniera positiva non solo la vita delle persone con disabilità ma l'intera sua regione, problematica sotto diversi profili.