
Conosciuta a menadito, fino nei meandri più nascosti la saga degli Asburgo diventa sia la metafora di un mondo scomparso, degli ultimi istanti di un destino fatale e corale, sia la realtà storica che si trasforma in un mito consacrato dalla Chiesa con la beatificazione dell'Ultimo Imperatore Carlo I d'Austria.
Questo è l'ultimo di tre volumi che raccolgono ordinatamente quasi 500 testimonianze su Antonio Rosmini. Testimonianze dirette; di laici, di ecclesiastici, di religiosi, uomini e donne che lo conobbero di persona, fanciullo, ragazzetto, giovane universitario e sacerdote, religioso e fondatore della Società della Carità, straordinario filosofo del Sistema della Verità, plenipotenziario di Carlo Alberto di Savoia presso Pio IX nelle vicende travagliatissime del risorgimento italiano ed europeo... Testimonianze di storia civile ed ecclesiale in cui l'asceta, il mistico, l'educatore, lo psicologo, il filosofo dell'essere, della persona, del diritto, della politica è vicinissimo a noi, non raccontato come idealizzando una figura del tempo che fu, ma fotografato nella concretezza della giornata domestica, della vita conventuale e fraterna, nella solennità dei suoi studi e dei rapporti con i protagonisti del tempo, e della sua azione sociale e politica. I tanti anni di forzato silenzio di questo gigante possono dirsi superati, dal momento che la Chiesa ha 'ritrovato' il suo umilissimo e grande figlio. "Si leggono i libri di una giornata, si disprezzano quelli dei secoli", scriveva Rosmini. Ebbene oggi possiamo cominciare a risalire la china conoscendolo come uomo di fede, di piena umanità, sentendocelo narrare da chi l'aveva ancora negli occhi commossi e nel cuore, perché riaccada per noi quel determinante incontro.
Questo saggio in latino, con traduzione italiana a fronte, è opera del Servo di Dio Fra Tomas Tyn, OP (1950-1990), scritta appena ventenne quand'era ancora studente presso lo Studio Teologico Domenicano di Walberberg. Si tratta della confutazione condotta con rigorose argomentazioni scolastiche della tesi rahneriana dell'"etica esistenziale formale", un tentativo del teologo tedesco di superare l'individualismo esistenzialista mediante una formalizzazione dell'etica esistenzialista. Sennonché il giovane teologo Fra Tomas, dando prova di uno straordinario acume critico, senza inutili timori reverenziali per un pensatore già allora molto affermato, mostra apoditticamente come il tentativo rahneriano non regge, presentandosi come un contraddittorio compromesso tra il soggettivismo esistenzialista e l'oggettività dell'etica realistica cristiana. Entrando nel merito, possiamo dire che Rahner giudica insufficiente ai fini dell'azione concreta la semplice applicazione della legge, legge da lui vista come un semplice ideale astratto incapace di mordere sulla realtà. Viceversa il giovane Tomas mostra che il fine proposto dalla legge morale tocca profondamente la realtà e anzi la realtà concreta, per cui la pretesa rahneriana di aggiungere al comando della legge un'ulteriore "legge concreta", che sarebbe stabilita dal soggetto, nasconde in realtà non una perfezione dell'agire morale, ma al contrario una sua corruzione, con una caduta nel relativismo soggettivista.
Un libretto semplice nato per rispondere all’invito del Venerabile Papa Giovanni Paolo II, il quale chiedeva alla Chiesa tutta di riscoprire quest’antica preghiera mariana tanto cara alla pietà popolare: il Rosario. Semplici meditazioni accompagnano e scandiscono questa bella supplica alla Madonna, che avvicina e abbraccia.
Andrea Maniglia è seminarista dell’Arcidiocesi di Lecce e alunno del Pontificio Seminario Regionale Pugliese Pio XI di Molfetta. Frequenta il triennio teologico presso la Facoltà Teologica Pugliese “Regina Apuliae”. Collabora con il Centro Culturale Italiano “GIOVANNI PAOLO PRIMO” e con il settimanale cattolico diocesano “L’Ora del Salento”.
Papa Leone XIII (1810-1903) nacque a Carpineto Romano (Roma) il 2 marzo 1810, duecento anni prima del 2010. Benedetto XVI, sempre particolarmente attento alle ricorrenze, ha dunque raccomandato di celebrare il 2010 come anno di Leone XIII, e il 5 settembre 2010 si è personalmente recato in pellegrinaggio a Carpineto Romano. Leone XIII è un Papa straordinariamente importante nella storia della Chiesa e del pensiero cattolico. È dunque davvero sorprendente come il rilievo dato al bicentenario – nonostante l’appello di Benedetto XVI – sia rimasto sostanzialmente modesto e ridotto a qualche iniziativa per specialisti. Un certo progressismo cattolico non ama Leone XIII perché costui è il Papa che ha sottolineato l’eccellenza della civiltà cristiana medievale, la malizia del “diritto nuovo” moderno, l’intransigente opposizione alla massoneria, il carattere di “micidiale pestilenza” del socialismo e del comunismo, il riferimento obbligatorio per i cattolici nella filosofia a san Tommaso d’Aquino. D’altra parte, alcune scelte diplomatiche di Leone XIII sono oggetto di perplessità anche fra storici che non appartengono al mondo progressista. L’errore principale, contro cui lo stesso Leone XIII aveva messo in guardia, consiste però nel ridurre l’insegnamento di questo «Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante», come l’ha chiamato Benedetto XVI, a una sola enciclica, la Rerum novarum del 1891, e alla sola tematica economica e del lavoro. Non soltanto se ci si limita alla Rerum novarum si perde la ricchezza del corpus di Leone XIII ma, isolandola dal richiamo ai principi generali dell’ordine sociale, si rischia di non capire o d’interpretare in modo sbagliato anche la celebre enciclica del 1891. La stessa Rerum novarum afferma che «è un solenne principio questo, che per riformare una società in decadenza, è necessario riportarla ai principi che le hanno dato l’essere. Deviare dallo scopo primitivo è corruzione, tornare a esso è salvezza». «Possa il Magistero sociale di Papa Leone – conclude Benedetto XVI – continuare a guidare gli sforzi dei fedeli per costruire una società giusta, che trovi le sue radici negli insegnamenti di Gesù Cristo».
Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica e sociologo, ha al suo attivo trent’anni di studi e oltre quaranta volumi dedicati in particolare al pluralismo religioso e al Magistero della Chiesa. Dirige a Torino il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), una delle maggiori istituzioni mondiali che si occupano di rilevare e descrivere i fenomeni religiosi in Italia e nel mondo. È vice-presidente dell’APSOR (Associazione Piemontese di Sociologia delle Religioni). Collabora ai quotidiani Avvenire e Libero e al mensile di apologetica Il Timone. Per Fede & Cultura ha pubblicato: Attacco a Benedetto XVI (2007); e con P. Ferraresi Il Papa e Joe l’idraulico. La crisi economica e l’enciclica Caritas in Veritate (2009).
Ci chiediamo: “Perché la vita umana?” E non troviamo conforto nelle nostre indagini scientifiche. Solo la meraviglia è la risposta della ragione al mistero che si rinnova ogni volta che l’amore di un uomo e di una donna diventa creatore.
Il Genoma Umano è costituito da 3,2 miliardi di lettere ovvero da alcune decine di miliardi di atomi di carbonio (oltre che di idrogeno, di ossigeno e di azoto) disposti in una sequenza tridimensionale dotata di “senso”, lunga circa due metri e compressa all’interno del nucleo della cellula che misura 5-10 millesimi di millimetro di diametro. E’ il DNA: un prodotto “high tech”, di nanotecnologia avanzata, si direbbe se fosse fabbricato oggi. “E’ il manuale di istruzioni della vita” (Francis Collins, Direttore del Progetto Genoma Umano). Un codice, quello genetico, universale e gratuito, consente alla cellula di leggere e di capire il significato di ogni paragrafo, necessario per costruire l’embrione o indispensabile per far funzionare tutta quanta la sua rete metabolica. Si trasmette inalterato di generazione in generazione, per garantire la continuità della specie. Come ha potuto autogenerarsi una materia dotata di senso? Come si è creato il flusso di informazioni all’interno della cellula? E’ la complessità irriducibile, genetica e biochimica, assolutamente ignota ai tempi di Darwin, la moderna sfida della scienza alla teoria dell’evoluzione graduale della vita, quella che, notoriamente, procede senza senso e senza finalità, solo per mutazione, per selezione naturale e per deriva casuale.
Umberto Fasol laureato in Scienze Biologiche a Padova, docente di Scienze Naturali nel Liceo Alle Stimate di Verona, di cui è Preside, si è sempre interessato alle problematiche relative all’evoluzione, alla morfogenesi e alla cosmologia, ritenute fondamentali nella formazione della “visione del mondo” dello studente. Esperto di bioetica, promuove dibattiti sulla fecondazione assistita, sull’identità dell’embrione umano, sull’aborto, sulla famiglia e sulla sessualità. Ha pubblicato sulla rivista internazionale di Biologia: Meccanismi epigenetici nella morfogenesi dei vertebrati (1984) e Fede e scienza: pensare l'uomo in 2000 anni di Cristianesimo, ed. Stimatine (2000). Per Fede & Cultura ha pubblicato La creazione della vita (2008), andato subito esaurito.
L'epopea della difesa della Vita in Italia. Vittorie e sconfitte, amici e nemici. Verso la metà deli anni '70 in Italia i radicali e le sinistre lanciano una forte offensiva contro la famiglia e la vita. Piano piano persone di ogni ceto e provenienza si organizzano per contrastare la nuova cultura imperante: sono i pro life. Sono per lo più cattolici ma non solo. Hanno entusiasmo, volontà, idee nuove, ma sono economicamente deboli, politicamente piuttosto soli e divisi tra loro...
La fortuna di molti saggi recenti che si candidano a svelare intrighi, misteri e menzogne della religione, e in realtà sono alle prese con le sue caricature più aberranti ed improbabili, è così grande da suscitare sospetto. Risulta assai più feconda l’attenzione alla bellezza della religione, che emana dai gesti di chi accoglie il rapporto con Dio come fondamento della propria libertà. Dio infatti non si impone, non viola l’uomo, non lo seduce con la promessa di convenienze opportunistiche, di semplificazioni magiche, di gratificazioni infantili. Il rapporto con Dio forma la libertà, la sostiene nel suo compito di rispetto e apertura al mistero di sé, degli altri, del mondo.
Paolo Zini (1966) è religioso tra i Salesiani di Don Bosco. Laureato in Filosofia e Teologia è docente di Filosofia morale e Filosofia della religione presso il Centro Salesiano di Studio «Paolo VI» di Nave (BS) affiliato all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato presso l’editrice Glossa i volumi Semantica dell’onnipotenza. Hegel e Barth: Volto della storia, volto di Dio (2003) e Libertà e compimento. Saggio di filosofia della religione (2008). Con Fede & Cultura ha pubblicato La speranza del gesto educativo (2010).
Quarantasei testi, uno al giorno per un mese e mezzo. Per ridere delle miserie del potere ottuso, che pretende tutto decidere, giudicare e governare; per farsi beffe del darwinismo, che pretende l'uomo "discendente" da "antenati" comuni alle scimmie e non si rende conto che alle scimmie sta tornando. In questo volume si possono trovare spassosi esempi di poesia moderna e delle molte idiosincrasie che rendono ridicola l'umanità; ma non solo, la lettura di quest'opera serve anche a far sorridere e commuovere pensando alla figura di Padre Pio e ai ricordi delle proprie radici.