Roberto e Mario sono in quell'età in cui non si è più bambini ma non si è ancora ragazzi. Nell'estate del 1981 giocano a diventare grandi a Madonna della Neve, piccola frazione alpina in provincia di Trento. Per loro la montagna è sentire la concretezza del mondo appiccicarsi alla pelle, muovere il corpo, mischiarsi con i pensieri: ma di quei boschi, di quei picchi, sentono manifestarsi il lato più minaccioso e inquieto. E anche l'amicizia a volte può prendere strade pericolose e portare a pensieri vietati, a sperimentare il proibito. I due amici cominciano a dividere il mondo in bambini-bambini, i più disprezzabili, e i non-bambini, quelli come loro; a saggiare la reciproca resistenza al dolore; a mettere alla prova le proprie paure scavando buche profonde, nell'anno in cui a Vermicino il piccolo Alfredo Rampi perde la vita in un pozzo artesiano. Ma non basta, si deve andare oltre e compiere un'impresa da ricordare, un'escursione difficile anche per adulti esperti, che renda sacra l'amicizia, perché niente possa essere più come prima. E lì, dove comincia l'ascesa alle Colme, ha inizio la colpa che non prevede perdono. Trent'anni dopo, Roberto è costretto a tornare alla casa natia, dopo la morte del padre Carlo. La breve permanenza prevista si trasforma in una cattività obbligata, dove il ricordo dei genitori e di quello che è andato perduto rischia di annientare quanto è stato faticosamente costruito, lontano da lì. Per sistemare l'eredità, Roberto deve trovare Rosa, la madre di Mario, della quale sembrano essersi perse le tracce. Il ritorno diventa per Roberto l'occasione - in parte orchestrata da Carlo in un congedo postumo - per fare i conti con il proprio passato, con le proprie responsabilità, in un crescendo di rivelazioni e scoperte.
Le nostre vite sono segnate da oggetti che restano impressi nella memoria, come a scandirla con visioni e suoni che sembrano rimasti lì, a fissarci per sempre. Vittorio Zucconi affronta questo viaggio nel ricordo e ricuce i momenti di una vita popolata da personaggi straordinari. Così anche gli oggetti si animano e animano la scrittura: ci sono il ticchettio della Lettera 22 paterna a cadenzare le insonnie infantili e il videoregistratore Betamax, frutto dimenticato di anonimi ingegneri della Sony, per sfuggire alla noia asfissiante dei plumbei inverni sovietici. Ci sono i dibattiti metafisici sulla piadina perfetta di Milano Marittima e l'aereo scalcagnato della campagna presidenziale di Bush, che sembrava a ogni momento sul punto di schiantarsi ma offriva in cambio un posto in prima fila nello spettacolo della democrazia. E poi c'è l'ossessione ricorrente, la ricerca "illusoria e passeggera" per eccellenza, quella del lato fresco del cuscino. E può essere un ricordo di bambino - le vacanze in Romagna, l'afa dell'Adriatico e i letti intrisi di sudore - o l'alba della liberazione di Kuwait City, mentre in un albergo rovente di Dammam si cercava solo di dormire per non pensare alla "madre di tutte le guerre". Un viaggio nella memoria, una ricerca archeologica che diventa il romanzo di una vita, con quel poco di nostalgia che tutti ci possiamo concedere, ma qui ammaestrata dall'ironia del giornalista di razza.
Alcune delle nostre decisioni sono così folli se guardate in retrospettiva che difficilmente possiamo credere di averle mai prese davvero. Eppure sì, l'abbiamo fatto... I dubbi tormentano: scegliere "di pancia" o "di testa"? Delegare o controllare? Cambiare lavoro o restare? E se le opzioni sono troppe? Jochen Mai ci guida attraverso i risultati più recenti della psicologia cognitiva, dell'economia comportamentale e degli studi sul cervello, per svelarci i meccanismi nascosti che si attivano ogni qual volta prendiamo una decisione. Offre inoltre consigli pratici, presenta diverse tecniche decisionali, fornisce esempi concreti per affrontare le nostre prossime decisioni più consapevolmente. Identificando gli errori di ragionamento più classici in cui cadiamo e i dilemmi in cui ci ritroviamo incastrati di volta in volta, Jochen Mai ci dice come migliorare le nostre capacità decisionali, rendendoci più autonomi, meno influenzabili e più soddisfatti. Cosa influenza le nostre decisioni? Come arriviamo a maturarle? Perché oggi decidiamo una cosa e domani qualcosa di completamente diverso? Cosa distingue gli uomini dalle donne in fatto di decisioni? Cosa guida le nostre scelte in famiglia e con il partner? E al lavoro? E al supermercato? Una sola decisione buona o cattiva può cambiare il corso della nostra vita per sempre. Questa guida completa alla scienza della decisione ci insegnerà a valutare, ponderare, prendere una direzione anziché un'altra, e ci farà aprire gli occhi sulle trappole lungo il percorso che porta a una scelta, senza dovercene così pentire subito dopo.
I templi di Angkor da soli basterebbero a giustificare un viaggio in Cambogia ma questo paese del Sudest asiatico incastonato tra Thailandia, Laos e Vietnam ha da offrire molto di più a chi intende conoscerlo. All'occhio del viaggiatore non sfuggiranno le sonnolente città cambogiane con i loro edifici coloniali in rovina e il loro fascino arcaico, panorami memorabili come quelli offerti dal grande fiume Mekong, dal lago Tonle Sap o dagli altipiani ricoperti di foreste del Rattanakiri e dei Krâvanh (i monti Cardamomi). Questa guida inoltre vi consiglierà località di tutto riposo - come quelle sulla costa del golfo del Siam, vicino a Sihanoukville - e vi accompagnerà nella vostra visita al palazzo reale e alla Pagoda d'Argento di Phnom Penh. Mettetevi in viaggio per raggiungere il più remoto dei templi del paese a Banteay Chhmar, 3 kmq di meraviglia minacciati dalla giungla. Gustatevi la natura incontaminata delle isole cambogiane del golfo del Siam prima che siano scoperte dal turismo di massa. Sarete tra i fortunati che avvisteranno una delle rare orcelle asiatiche? Scopritelo partecipando a una escursione sul Mekong.
Templi dai tetti dorati, montagne dominate dalla giungla e sperduti villaggi tribali sulle colline: il Laos è una delle destinazioni del Sudest asiatico più intriganti. Ad esempio, perché non arrivare a Luang Prabang con un lento traghetto tradizionale, per vivere uno dei viaggi fluviali più emozionanti del mondo? Sia che scegliate di percorrere a piedi i sentieri dell'altopiano di Bolaven o di rilassarvi in una delle quattromila isole tropicali nel bel mezzo del Mekong a Si Phan Don, questa Rough Guide si rivelerà preziosa nell'aiutarvi a scegliere il migliore alloggio vista fiume, un'indimenticabile escursione in un parco nazionale, e naturalmente i mercati di strada più autentici in cui gustare una scodella fumante di stufato. Visitate nel centro-nord del Paese la Piana delle Giare, un'affascinante luogo di sepoltura risalente all'età del Ferro. Niente di meglio che una sosta al That Luang voluto da re Setthathilat nel XVI secolo per ricordare i fasti del regno di Lan Xang. Tornate indietro nel tempo accarezzando le pietre di un millenario luogo di culto khmer: Wat Phou è imperdibile.
Tra i Paesi del Sudest asiatico il Myanmar è il più esteso - non tutti sanno che è grande quanto la Francia - e per paradosso tra i meno conosciuti. Dalle fertili pianure attraversate dal maestoso fiume Ayeyarwady agli altipiani coperti di giungle dello Shan, dagli acuminati picchi innevati dell'Himalaya, che delimitano i suoi confini settentrionali, fino alle minuscole isole tropicali color smeraldo del mare delle Andamane, solo le limitazioni imposte dal governo vi impediranno di conoscere alcune parti di tutte le sue regioni. Questa seconda edizione vi fornirà informazioni aggiornate ed esaustive per un primo viaggio nel Paese o per un a lungo desiderato ritorno nell'ex Birmania. Rimanete senza parole davanti al gigantesco Buddha sdraiato della Pagoda Chauk Htat Gyi. Noleggiate una bici a Mandalay e raggiungete ciò che resta dell'antica capitale imperiale di Inwa. Mettetevi alla pagaia di un kayak per esplorare le rive del grande lago Indawgyi.
Nella riserva degli indiani ojibwe, le famiglie di due sorelle si preparano ai festeggiamenti natalizi, quando una tragedia si abbatte su di loro: un giorno, andando a caccia di un cervo di cui ha seguito le tracce per tutta l'estate, il cognato di Peter, Landreaux, vede finalmente sbucare da un bosco la sua preda, spara, ma quando si avvicina scopre di aver ucciso non l'animale ma Dusty, suo nipote. L'uccisione del bambino getta nella disperazione i genitori e pone l'altra coppia davanti a un dilemma: secondo le antiche tradizioni indiane, chi priva una famiglia di un figlio può riparare affidandole un ragazzo equivalente. Chi meglio del figlio dell'assassino potrà alleviare in qualche modo il dolore di Peter e Nola? LaRose viene quindi "ceduto" agli zii, nella speranza che questo valga anche a placare ogni sentimento di vendetta...
Felice Lasco torna a Napoli, nel Rione Sanità, dopo quarantacinque anni trascorsi fra Medio Oriente e Africa. La madre sta morendo e lui la accudisce fino all'ultimo con tardiva ma amorosa pazienza. Poi, invece di tornare al Cairo dove lo aspetta l'amata compagna, Felice sembra obbedire al richiamo delle radici e di un destino, e resta. Resta perché in attesa dell'incontro fatale con Oreste, noto ormai come delinquente incallito. Felice racconta a un medico dell'ospedale San Gennaro dei Poveri e a don Luigi Rega, prete combattivo e maieuta, la sua storia. Un'opera nella quale Ermanno Rea intreccia la lucidità del reale e la sensibilità drammatica della tragedia sociale. Un omaggio alla Napoli malavitosa e ribelle del Rione Sanità, ai suoi eroi, alle sue vittime.
Che cosa caratterizza la "mente" di coloro che, nel bene o nel male, hanno cambiato le sorti dell'umanità? Nel gettare un ponte tra lo studio della leadership e quello della creatività, Gardner dimostra la stretta affinità tra le personalità tradizionalmente riconosciute come creative (artisti e scienziati) e i leader politici, i grandi condottieri, i capitani d'industria. La chiave per spiegare la leadership è "la capacità di raccontare una storia". Non è tanto il saper comunicare, quanto l'avere un messaggio da trasmettere che fa il vero leader. E questa capacità risiede potentemente nella mente infantile, prescolare, e nelle teorie sul mondo che essa elabora. È a partire da questa dote o dalla sua assenza che possiamo meglio capire perché i nostri tempi, che pure li richiedono a gran voce, siano così avari di leader autentici.
Dalla Repubblica dell'antica Roma agli oligarchi russi di oggi, è sempre stato così: un ristretto numero di individui spaventosamente ricchi domina l'economia e la politica del suo tempo. Come abbiano accumulato capitali così spropositati diventa irrilevante una volta che siano entrati nella ristretta cerchia di chi conta davvero. Dal banchiere dei papi Cosimo de' Medici ai padroni delle ferriere della Rivoluzione industriale, l'origine di quelle favolose fortune viene presto dimenticata, mentre i super-ricchi forniscono fondi per la costruzione di chiese e istituzioni culturali, si inventano patroni delle arti e delle lettere e, ansiosi di essere accettati dall'establishment, si sforzano di ripulire la loro immagine con grandiosi gesti di filantropia, esibizioni di stile e opulenza, imprese che i comuni mortali possono solo sognare. Gli oggetti del desiderio e gli status symbol possono cambiare, ma le regole sono sempre le stesse: gli schiavi, le concubine, i forzieri pieni d'oro e i castelli inespugnabili hanno lasciato il posto ai jet privati, i super-yacht, le isole private e le squadre di calcio, ma il gioco rimane uguale - e la storia sembra dimostrare che questo 0,01% vince ogni volta sul restante 99,99%. Ma è destinato a essere sempre così? dimostrare che questo 0,01 per cento vince sempre sul restante 99,99 per cento. Ma è destinato a essere sempre così?