
Viviamo in una società globalizzata che costantemente cambia e si evolve. Questi cambiamenti sono spesso il risultato di negoziazioni internazionali che dovrebbero essere in grado di condurre alla costruzione di soluzioni positive e di processi di pace senza perdenti. In questo volume gli autori, contemperando conoscenze di psicologia/psicoterapia cognitiva e di scienze politiche, esaminano un'ampia gamma di teorie e di dati per spiegare funzioni, disfunzioni e miglioramenti possibili dei processi di negoziazione, sia in condizioni ottimali che soprattutto in condizioni avverse. Fra gli argomenti trattati: conoscenze ed emozioni nel contesto della negoziazione; caratteristiche e tratti di personalità dei negoziatori efficaci; visioni contrapposte della guerra e delle crisi internazionali; meta-comunicazione e meta-cognizione nelle relazioni di negoziazione; chiavi emotive per superare le fasi di stallo e di riluttanza alla negoziazione; elementi di un programma cognitivamente orientato per la formazione dei negoziatori; una sezione di "guida pratica" per collegare aspetti teorici e operativi. La premessa degli autori è chiara: pace e stabilità creano vincitori su tutti i lati.
La ricerca sulla valutazione della psicoterapia è sempre più attenta ad essere utile alla clinica, al pensiero su di essa, alla qualità del servizio erogato ai pazienti, alla formazione, alla credibilità sociale della disciplina. Le sfide che propone oggi sono: diventare una prassi legata al lavoro quotidiano, collegata alle responsabilità della presa in carica della vita di persone sofferenti; fornire dati credibili su cui esercitare pensiero condiviso e confronto; aiutare a costruire il valore, la trasparenza, l'etica e la credibilità del lavoro psicoterapeutico. Cinquant'anni di studi hanno confermato che la psicoterapia funziona, e se adeguata come rigorosità e chiarezza dei modelli operativi e della congruenza del metodo e della formazione del terapeuta alle problematiche del paziente, funziona bene. Questo volume, frutto di una significativa iniziativa comune dell'Università di Palermo e della Society for Psychotherapy Research (SPR), raccoglie i contributi di M. Lambert e R. MacKenzie. due fra i principali studiosi che nel mondo si occupano di ricerca in psicoterapia, gli interventi di noti studiosi italiani ed alcuni interventi istituzionali. Il quadro variegato che ne emerge mostra il livello di maturazione raggiunto e le differenze tra l'esperienza nord-americana e quella europea.
Il problema della scelta di darsi la morte è molto complesso e di larga trattazione nella storia del pensiero umano, tuttavia l'importanza del comportamento suicida è rilevabile nel fatto che esso non si può più ridurre a un fatto eccezionale. Prendere in esame il problema del suicidio equivale, dunque, ad affrontare uno dei punti cardine della problematica umana, poiché esso si collega immediatamente al problema della limitatezza e della relatività dell'esistenza. È parte della realtà sociale che quotidianamente le persone producono e riproducono in forme sempre più differenti e complesse, la cui comprensione non può essere tralasciata o acquisita solo attraverso strumenti teorici tradizionali e la conoscenza sociologica in questa direzione ci viene incontro: sono forti, infatti, le relazioni esistenti tra lo sviluppo della conoscenza sociologica e gli approcci di studio al fenomeno del suicidio. Da qui l'origine del volume che cerca, in maniera certamente non esaustiva, di rileggere e ove possibile ridefinire i paradigmi nell'ambito dello studio del suicidio alla luce delle trasformazioni della società moderna.
Le difficoltà del welfare si associano oggi ad una crisi economica che si è rivelata in tutta la sua drammaticità, coinvolgendo l'intero pianeta e mettendo in discussione l'attuale sistema di sviluppo. In questo contesto è sempre più evidente la necessità di legare politiche di welfare, che diano centralità al cittadino, con interventi tesi ad assicurare sviluppo, non solo economico, ma anche culturale, sociale ed etico. In tale prospettiva i periodi di crisi possono essere interpretati come grandi occasioni per attivare innovazione finalizzata al bene comune della qualità della vita. Il libro si propone di essere uno strumento per orientare, in senso innovativo, i sistemi di governance tesi a promuovere una responsabilizzazione competente del territorio. Il percorso metodologico fa riferimento ad una "innovazione sociale partecipata", che si fonda su una coordinata integrazione di investimenti individuali e collettivi, e ad una pianificazione sociale tesa a rendere protagonisti i cittadini e le organizzazioni del territorio. Il testo, che propone elementi teorici, strumenti metodologici ed esemplificazioni concrete, si rivolge ad amministratori, operatori socio-sanitari, responsabili di organizzazioni profit, non profit e volontari per promuovere un'alleanza per l'innovazione e la qualità della vita.
Hiding in the light, "nascosti nella luce". È con questo ossimoro che nel 1988 Dick Hebdige definisce i giovani e le loro pratiche subculturali: costantemente sotto i riflettori, eppure testardamente opachi a ogni tentativo di catalogazione entro i confini netti e precisi del trattato scientifico, dell'editoriale giornalistico, del rapporto statistico, degli approcci unidimensionali in genere. Un ambito tanto illuminato quanto ancora palesemente oscuro è certamente quello del rapporto tra media e minori. Nel volume si sostiene che la complessità e l'opacità di tale rapporto richiedono che l'approccio di tutela/controllo/disciplinamento con cui solitamente si affronta questo "problema" venga affiancato (se non propriamente sostituito) da un criterio mediaeducativo attraverso il quale i minori, sin dalla più tenera età, vengono messi in condizione di auto-governare (o perlomeno co-governare) il proprio rapporto con i media, di coglierne appieno le infinite opportunità e al tempo stesso i limiti, i vincoli, le sovradeterminazioni. Ciò implica una ridefinizione in senso mediaeducativo dell'educazione e contemporaneamente una ridefinizione in senso mediacomunicativo del processo di socializzazione quale condizione essenziale per decifrare i processi di costruzione dell'identità e le pratiche di vita quotidiana delle giovani generazioni contemporanee.
L'economia della cultura, considerata da molti e per molto tempo come un ossimoro o una contraddizione in termini, si è assicurata ormai un posto rilevante nelle strategie di sviluppo per l'Europa e, in misura ancor maggiore, per l'Italia. Studiosi e operatori dedicano grande attenzione ai processi attraverso i quali la cultura (patrimonio, attività, eventi, attori) può concretamente trasformarsi in risorsa per la crescita della qualità della vita e la promozione territoriale. In particolare, molte attese si concentrano sulla valorizzazione turistica degli innumerevoli beni paesaggistici, archeologici, storici e artistici che costellano il Bel Paese. L'analisi delle tendenze in atto e l'indagine su alcuni aspetti ancora poco esplorati dei fenomeni rilevanti (come l'attrattività turistica dei territori, la gestione sostenibile delle risorse, i modelli di valorizzazione possibile) consente di rendere conto del posizionamento internazionale dell'Italia e di proporre alcune linee di azione per il superamento delle principali criticità del settore. In questo libro, approcci e strumenti della pianificazione strategica sono proposti in forma di manuale, come possibili contributi operativi per la progettazione di interventi specifici sulla offerta e sulla domanda culturale e turistico-culturale.
Il fenomeno Facebook è rapido, mutevole ed in frenetica espansione, tanto che risulta difficile oggi definirlo, contenerlo o addirittura padroneggiarlo con l'aiuto di definizioni o di descrizioni. La complessità e insieme il fascino di Facebook si possono allora meglio comprendere, e in qualche modo stringere dappresso, attraverso l'impiego della analogia e dello studio degli ambiti che Facebook attraversa, che è quanto sin dal titolo cerca di fare questo libro. Ci sono infatti campi e domini che Facebook felicemente contamina e numerosi sono gli ambiti sociali che impiegano Facebook per i propri scopi. È questa la strada che hanno scelto i curatori del presente volume: vale a dire indagare l'uso che si fa in politica, in economia, nel gioco delle relazioni e in quello delle identità sociali del più importante tra tutti i social network. Per comprendere come mai oggi Facebook è un fenomeno planetario occorre investigare come e perché funziona in numerosi e differenti ambiti. Il libro è una lettura importante per tutti gli utilizzatori di Facebook e per coloro che vogliono comprendere il come mai di un tale successo.
Hikikomori è un fenomeno che riguarda oltre un milione di giovani giapponesi, la maggior parte di sesso maschile, che in maniera apparentemente non motivata, si ritira nella propria stanza e vi rimane ininterrottamente per lunghi periodi, spesso molti anni. Diversamente da altre forme di disagio adolescenziale, i giovani Hikikomori si spingono oltre: lasciano la scuola, abbandonano anche gli amici, interrompono ogni tipo di comunicazione trascorrendo lunghissimi periodi in completo isolamento. La società giapponese non approva gli hikikomori e finisce per definirli malati, anche se medici e terapeuti sostengono che non si tratti di malattia: il giovane si isola per riposare, per reazione a episodi di bullismo o per un esame scolastico andato male; ma con il trascorrere del tempo la reclusione provoca patologie come psicosi, fobie, regressioni e violenza domestica. Un figlio Hikikomori è un disonore tale che la famiglia mantiene il segreto per anni prima di interpellare un medico. Difficile metterne a fuoco le cause. La chiave di lettura che si tenta di fare emergere è quella di corpi, corpi sovversivi, che attraverso la loro volontaria reclusione compiono azioni forti, fanno esplodere le contraddizioni e i lati oscuri di ogni società. Ed è per questo che Hikikomori non rappresenta un problema solo del Giappone ma riguarda tutti i nostri figli, anche se dall'altra parte del mondo.