Un manuale articolato in quattro filoni: i fattori protettivi, il riconoscimento del problema, gli strumenti di intervento e, infine, un percorso di sostegno alle persone in difficoltà e alcuni strumenti di valutazione dei singoli incontri o dei percorsi nel suo complesso. Completo di schede di lavoro già sperimentate da impiegare direttamente nelle classi, il manuale mira a potenziare le possibilità di intervento degli educatori chiamati a condurre percorsi educativi. Il Cd-Rom allegato presenta materiali di supporto alle attività per avviare la discussione nel gruppo-classe, oltre che ulteriori proposte di approfondimento.
Partendo dal dibattito attuale sulla natura e sulla funzione delle emozioni, all'interno del quadro fisiologico e patologico dell'individuo, questo libro affronta vari aspetti del disagio esistenziale, sviluppando una visione della psicoterapia che combina teorie neurofisiologiche (Laborit, Gelhorn, ecc.) e modelli psicologici (Kohut, Stern, ecc.) in un'ottica sistemica. Proprio dall'incontro di questi territori, spesso stranieri tra loro, emerge il senso profondo del modello biosistemico, che esplora in maniera articolata l'eterno e misterioso problema del rapporto mente-corpo e getta le basi di una pratica terapeutica che tiene conto sia delle riflessioni psicoanalitiche, sia dei risultati recenti delle neuroscienze.
Nell'ordinamento giuridico italiano, seppure in ritardo rispetto ad altri contesti europei, è stato introdotto da tempo il principio che la comunicazione delle istituzioni pubbliche non ha lo scopo di ricercare in modo indiretto il consenso per i singoli o per i gruppi politici, ma quello di avvicinare il cittadino alle istituzioni pianificando vere e proprie campagne informative. L'agire "in pubblico" risulta infatti il metodo per mantenere viva la distinzione tra poteri istituzionali e "poteri" privati, e per garantire che l'esercizio dei diritti civili e politici - nelle diverse forme di partecipazione singola e associata - continui ad avere senso, anche nelle modificate forme che le tecnologie hanno permesso di fare emergere. La volontà non solo di informare, ma di mettere in comunicazione i soggetti dell'ordinamento, crea e assicura il confronto tra gli organi costituzionali all'interno dell'evoluzione della forma di governo, nonché il confronto tra questi e i cittadini, così da dare un senso rinnovato alla stessa nozione di forma di Stato. La circolazione delle informazioni diviene così un obiettivo da perseguire, formalmente e informalmente, per sostenere il modello di democrazia pluralista affermatosi in Italia nel secondo dopoguerra.
La tematica della socializzazione economica desta ancora scarso interesse all'interno della riflessione sociologica. Cosa sanno bambini/e e ragazzi/e di denaro ed economia? Come acquisiscono tali conoscenze? I processi di socializzazione economica variano tra generi e generazioni? E quale contributo può offrire l'educazione al denaro ai processi di transizione verso l'età adulta in termini di decostruzione degli stereotipi di genere e orientamento ad una gestione critica e re-sponsabile delle risorse monetarie? Rispondere a tali domande è oggi una questione cruciale: ragazzi e ragazze, infatti, possono accedere a - e al contempo desiderano, chiedono, pretendono, negoziano - una quantità di denaro che è indiscutibilmente superiore a quella di cui disponevano i coetanei delle generazioni precedenti. La progressiva dematerializzazione della moneta, inoltre, non ha reso il denaro meno potente e meno influente; al contrario, divenendo più astratto sul piano simbolico, ha acquistato maggiori capacità invasive nei confronti della vita sociale. Il presente volume vuole aiutare, attraverso un fecondo intreccio di riflessioni provenienti dal mondo economico, psicologico, sociologico (di taglio quantitativo e qualitativo) alla comprensione di caratteristiche, peculiarità, tensioni dei processi di socializzazione economica.
Negli ultimi anni, in seguito all'esplosione del fenomeno della Corporate Social Responsibility (CSR), si è assistito ad un incremento delle collaborazioni tra imprese e organizzazioni non profit. Per l'impresa, infatti, lo sviluppo di alleanze con il settore non profit rappresenta, nell'ambito della CSR, uno strumento strategico importante che può contribuire alla creazione del benessere sociale e, contestualmente, generare un incremento del valore d'impresa, tramite il consolidamento delle risorse immateriali. La prima parte del volume analizza i fattori che hanno contribuito alla diffusione del fenomeno della responsabilità sociale d'impresa e i principali filoni di ricerca sul tema. Nella seconda parte viene proposta una tassonomia delle possibili forme di collaborazione tra imprese e organizzazioni non profit e, nell'ambito specifico della alleanze di marketing, viene presentato un modello che ne descrive le fasi, le variabili e i fattori critici di successo. In particolare, sono analizzate le variabili di due forme specifiche di collaborazione: il cause related marketing e la sponsorizzazione sociale. In conclusione, vengono illustrati due casi di partnership strategiche di successo realizzate da Industrie Cartarie Tronchetti (con il marchio Foxy) e da Ikea a supporto dell'Unicef.
Il volume intende fornire alcune indicazioni per applicare le tecniche e le strategie della comunicazione nell'ambito del management sportivo. La gestione di un'impresa dedicata allo sport richiede in primo luogo l'assunzione della cultura della comunicazione quale valore strategico al sevizio della promozione e della valorizzazione del fenomeno sportivo nel suo complesso: dal ruolo sociale che assume nei processi di trasmissione valoriale e culturale di una popolazione allo sviluppo di modelli di pratica e di fruizione, fino alle dinamiche di gestione dei rapporti con i tifosi e con la società civile nel suo complesso, ma anche con istituzioni, enti pubblici e imprese presenti sul territorio, con la Federazione e altre società sportive. In Italia, il management sportivo è una realtà ancora estremamente sottodimensionata e riservata quasi esclusivamente alle grandi società. Basti pensare che, secondo il censimento effettuato a livello europeo da Eurostat nel 2006, la quota di manager rappresenta nel nostro Paese appena il 10% delle professionalità che operano nel settore sportivo.