Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale su “International Religious Freedom and the Global Clash of Values”, co-organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza della LUMSA di Roma e dai Center for Law and Religion e Center for International and Comparative Law dell’Università di St. John’s, di New York, e svoltosi a Roma il 20 e 21 giugno 2014. Vi si sono discussi, da parte di accademici, di esperti e di personalità politiche, di diverso orientamento e cultura, aspetti giuridici e politici della libertà religiosa: la dimensione concettuale, la natura di diritto fondamentale inerente alla dignità dell’essere umano, il rapporto con le norme sui diritti umani, l’effettività, per citarne alcuni. In un momento storico nel quale la libertà religiosa è gravemente minacciata da quello che appare un conflitto globale dei valori, e nel quale guerre, atti di terrorismo e persecuzioni, che sono la negazione stessa della dignità umana, vengono compiuti in nome della religione, il convegno si prefiggeva di compiere un passo in avanti nella definizione “approfondita e grandemente precisa”, per stare all’auspicio espresso da Papa Francesco, dei presupposti giuridici e politici della libertà religiosa, necessari per assicurarne l’effettivo ed universale riconoscimento quale diritto fondamentale della persona umana, base essenziale di una convivenza giusta e pacifica, a livello nazionale e internazionale, che persegua il bene comune dell’umanità.
La lunga transizione istituzionale ha trovato nell’approvazione della nuova legge elettorale (n. 52/2015, il cosiddetto Italicum) un primo momento di consolidamento nella direzione di una democrazia immediata, cioè di un sistema politico istituzionale nel quale gli elettori possono esprimersi, di norma, sulla scelta del Governo. Nella stessa direzione va anche la riforma costituzionale che le Camere stanno per approvare e che sarà sottoposta a referendum nell’autunno 2016. Si tratta di una revisione che si ispira a proposte avanzate, ma in ultimo non fatte proprie, dall’Assemblea Costituente, a causa della Guerra Fredda. Con essa si dovrebbe poter completare il disegno di nuovo regionalismo attraverso la riforma del Senato e, nel contempo, eliminare quel doppio circuito fiduciario che è un unicum al mondo. Al di là di taluni aspetti opinabili, il progetto costituisce un’innovazione di grande portata: al punto che il 2016 potrebbe portare a soluzione gran parte dei problemi lasciati aperti nel 1946.
Il volume presenta due delle prime opere di Leibniz, fra le pochissime che egli pubblicò in vita: la tesi per il conseguimento del titolo di "Magister Pbilosophiae" (1664) e la dissertazione dottorale in legge (1667). La prima opera, "Saggio di questioni filosofiche estratte dalla giurisprudenza", origina dalla convinzione, alquanto insolita per l'epoca, che la giurisprudenza senza la guida della filosofia "sarebbe un labirinto inestricabile". Le questioni, esaminate con stupefacente acume, includono un ventaglio di argomenti che si irraggiano enciclopedicamente dalla logica alla metafisica attraverso matematica, fisica, fisiologia e zoologia. Nella seconda opera, "Discussione inaugurale sui casi perplessi in diritto", Leibniz sviluppa una dettagliata analisi logica e giurisprudenziale intorno ai casi, come diremmo oggi, difficili da sciogliere, a sostegno della tesi, anch'essa all'epoca insolita, che ogni caso deve trovare la sua soluzione all'interno del diritto. Le analisi proposte e le tesi sostenute in entrambe le opere sono illustrate e testate su un ampio repertorio di esempi, molti dei quali possono essere interessanti anche per i giuristi contemporanei. Il volume consta inoltre di due saggi introduttivi, note di commento al testo, nonché di una appendice bio-bibliografica relativa agli autori citati da Leibniz nelle due opere.
Da sempre l'uomo ha cercato di migliorare la sua condizione. Oggi nel contesto del rapido sviluppo della tecno-scienza si aprono nuove possibilità di interventi finalizzati all''enhancement o potenziamento della salute e della vita dell'uomo e della stessa umanità. Molteplici sono gli interrogativi etici emergenti. Il volume si articola in due parti. Una prima affronta il dibattito sul piano teorico mettendo a confronto gli argomenti favorevoli e contrari all'enhancement in senso generale, allo scopo di delineare una riflessione critica ponderata che giustifichi i requisiti etici minimi per una regolamentazione che non ostacoli l'innovazione ma al tempo stesso sappia tutelare i valori e i diritti fondamentali dell'uomo. La seconda parte analizza i principali ambiti applicativi oggi in discussione: dalle tecnologie esistenti (chirurgia estetica, doping sportivo), alle tecnologie emergenti (potenziamento genetico, biologico, neuro-cognitivo) fino alle tecnologie convergenti (nanotecnologie, biotecnologie, informatica e scienze cognitive) e agli scenari radicali che si prefigurano nel transumanesimo e postumanesimo.
Dopo il successo della sesta edizione, Diritto fallimentare esce alla sua settima pubblicazione aggiornato alla luce delle novità significative che hanno riguardato il diritto fallimentare negli ultimi anni.
Eutanasie, al plurale, intende sottolineare la varietà delle questioni di fine vita e suggerire l'inutilità della pretesa di esaurire tutto entro una linea netta che divida il bene dal male, il morale dall'immorale, il lecito dall'illecito, perchà© ogni attesa di assistenza è diversa da un'altra, perchè ogni sofferenza non è equiparabile a un'altra. Il diritto dovrebbe innanzitutto cercare di comprendere quali siano le attese e le speranze di chi soffre. Può farlo, a volte, attraverso artifici come le dichiarazioni anticipate di trattamento: lo strumento estremo per illudersi di dare la parola a chi non può più parlare. Può farlo, molto più spesso, limitandosi a prendere atto dei limiti della tecnologia e ricordando che uno strumento di emancipazione non può diventare un mezzo di oppressione. Se il valore dell'indisponibilità della vita è sistematicamente contrapposto al valore della libertà personale, c'è qualcosa che non funziona nei processi interpretativi e, ancor prima, nel tessuto sociale.Queste pagine sono il tentativo di mettere in luce i diversi modi con cui l'esperienza giuridica ha cercato di trovare un equilibrio tra una pretesa di autonomia che non può essere eretta a rivendicazione assoluta di autosufficienza e un obbligo di curare che non può diventare la mera applicazione di una tecnologia indifferente alle richieste e alla condizione di chi soffre. Esiste un dovere di curarsi? Esiste un diritto a rifiutare le cure? Esiste un diritto a morire? Questi interrogativi sono presi in esame, riflettendo sul concetto di malattia, sulla condizione del malato e in particolare sulla dimensione del "morire", con i suoi tempi (pre-paziente, malato terminale, morituro artificiale), i suoi templi (ospedali, hospice, case di riposo) e i suoi riti (isolamento, alienazione, dipendenza).
A distanza di cinque anni dalla presentazione della seconda edizione de "Il processo civile" e di un solo anno dalla pubblicazione del volume con il quale avevamo già cercato di offrire una lettura sistematica delle riforme che a partire dal 2010 hanno profondamente inciso sulla normativa processuale, la smania riformatrice del nostro legislatore, intenzionato a perseguire ad ogni costo gli obiettivi della efficienza e della rapidità del processo, ma poco incline ad interrogarsi sulle reali cause del dissesto della giustizia civile, ci induce a pubblicare un nuovo volume, destinato a dare un quadro complessivo delle riforme legislative e delle sentenze della Corte costituzionale intervenute nell'intero quinquennio, con riferimento ai diversi modelli di tutela giurisdizionale e delle problematiche concretamente emerse nella loro applicazione.
La problematica del diritto all’ambiente è talmente ampia che non se ne può fare una esposizione completa se non attraverso un trattato. Il lavoro, poi, sarebbe a rapida obsolescenza perché ogni parte del diritto è ora in forte e continua trasformazione, ma quella dell’ambiente lo è in misura ancora maggiore perché più direttamente coinvolta nella crisi del modello di sviluppo che sta attraversando il pianeta, nei processi di globalizzazione, nella crisi di molte istituzioni e categorie giuridiche tradizionali. Non vi è, inoltre, nessuna delle discipline nelle quali si articola la scienza giuridica che non ne sia interessata: non ci si può occupare di diritto dell’ambiente senza tener conto anche di profili che riguardano il diritto internazionale (particolarmente importante per la derivazione sopranazionale della disciplina), la comparazione fra gli ordinamenti e, sul piano interno, il diritto costituzionale, tributario, penale, processuale, commerciale, del lavoro, e civile in generale. Quanto al diritto comunitario, la materia ambientale conferma che non se ne può più fare una trattazione del tutto separata da quella del diritto interno: la gran parte della normativa nazionale è di attuazione di quella europea. Il diritto amministrativo, nel quale si sono formati gli autori di questo libro, non ha quindi l’esclusiva della materia ma è il settore del diritto che più si presta a darne una visione d’insieme perché non vi sono aspetti rilevanti della disciplina che non comportino esercizio di pubblici poteri o comunque interventi di pubbliche amministrazioni. Inoltre, il diritto amministrativo è, fra le materie giuridiche, una di quelle che in maniera più evi-dente comportano l’esigenza di uno studio integrato con le analisi economi¬che, storiche e sociologiche senza le quali è impossibile comprendere la sola parte giuridica dei fenomeni. Ciò spiega come in tutti i paesi gli studi siano stati effettuati in prevalenza da amministrativisti. Il panorama complessivo degli studi giuridici che si sono fatti sul diritto dell’ambiente o “ambientale”, come altri preferiscono, è molto articolato e di diverso carattere. Come avviene per ogni materia ad alto contenuto di tecnicità, sono prevalenti i contributi di specialisti, elaborati spesso con un linguaggio specifico, densi di dati documentali e per la parte ricostruttiva tendenti per lo più a enfatizzare i profili di novità, come se il mondo e il diritto si dividessero essenzialmente in prima e dopo la questione ambientale. La maggior parte dei migliori contributi scientifici in Italia sono stati espressi in saggi volti a cogliere le problematiche emergenti. Molto ricca, soprattutto nei paesi anglosassoni, e ora è iniziata anche in Italia, è la produzione di lavori monografici che traggono dalle tematiche ambientali occasioni per tentare nuove sistematiche e metodologie o almeno la rivisitazione di concetti dogmatici. Infine vari testi destinati all’insegnamento universitario contengono importanti e apprezzabili ricostruzioni di insieme. Di tutto ciò si darà conto nel corso della trattazione. Lo scopo di questo libro è fornire una chiave di lettura del diritto dell’ambiente in modo da offrire la possibilità di acquisire non solo le informazioni essenziali e di rintracciare agevolmente anche quello di dettaglio, ma anche e soprattutto le capacità di comprensione delle problematiche giuridiche dell’ambiente. Non si effettua, in questa sede, una ricostruzione degli istituti generali del diritto amministrativo (organizzazione, attività, situazioni soggettive, tutele) che comprenda la disciplina ambientale ma, richiamando al più i profili generali, ci si concentra nell’evidenziare la specificità che presenta la materia ambientale; per esempio non si espone la problematica generale del procedimento amministrativo ma si evidenziano i tratti differenziali e specifici che attengono, in tale ambito, ai profili ambientali traendone, quando è possibile, spunti per una riconsiderazione delle categorie generali. A questi criteri risponde l’impostazione del libro che si compone di una parte generale, di una serie di approfondimenti e di una terza parte desti-nata alle informazioni. La parte generale, pur nella difficoltà del contenuto, è quella che pre-senta meno problemi dal punto di vista sistematico perché è volta a fornire delle chiavi di lettura complessive della materia evidenziando anche i profili, che da questa possono trarsi, in termini di approccio generale al diritto. Questa parte è stata scritta con la collaborazione di Giovanni Maria Caruso, Federico Dinelli e Andrea Farì, che hanno inoltre contribuito con Erika Braido alla redazione del volume. La parte sugli approfondimenti non è composta da saggi isolati ma vuole essere un’organica trattazione delle problematiche di maggior rilievo della materia, meglio, appunto, approfondita di quanto si è fatto in quella generale. Qui la scelta contiene un margine di discrezionalità ed è influenzata anche dalla idoneità in temi prescelti a fornire stimoli di carattere generale. I lavori giuridici collettanei sono il più delle volte la somma di contributi individuali; in questo caso si è cercato, di pervenire a un risultato condiviso, quanto meno nel metodo. La parte finale, sulle informazioni, contiene i dati giuridici essenziali dei principali settori del diritto dell’ambiente. La terza edizione si è resa necessaria per tener conto delle novità legislative e giurisdizionali che si sono avute dopo la pubblicazione del libro. L’aggiornamento è stato curato da Andrea Farì. Hanno contribuito ai lavori di aggiornamento anche Annamaria Gigli, Omar Hagi e Francesco Grassi. Lo stesso gruppo di studiosi ha dato vita alla Rivista Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente (www.rqda.it) da me fondata e diretta. Presso l’Università di Roma Tre è giunto alla sesta edizione il Master in diritto dell’ambiente.
Il progetto di questo manuale è di offrire, in un unico volume, gli elementi fondamentali del diritto pubblico italiano e le nozioni specialistiche relative al sistema dei servizi alla persona. Il lettore potrà ricavare una conoscenza sia del contesto istituzionale e amministrativo generale, sia dell'ordinamento di settore in un percorso unitario che si pone in linea con la struttura di molti corsi universitari (e di tante prove concorsuali) che, pur non essendo specificamente dedicati ai profili giuridici, richiedono una buona conoscenza anche di questi elementi. Il testo è stato concepito assumendo il punto di vista di chi, per motivi di studio o professionali, voglia arrivare non solo a comprendere l'impianto normativo e giurisprudenziale della materia nella sua declinazione teorica, ma anche interpretare in modo concreto le regole e i limiti che, quotidianamente, danno forma al lavoro in questi ambiti. La parte generale sfrutta l'impianto dell'ormai collaudato Diritto pubblico, di R. Bin e G. Pitruzzella, giunto già alla XII edizione, di cui utilizza l'impostazione e i lineamenti fondamentali, ma alleggerendone le parti più strettamente tecnico-giuridiche ed è integrata con una ricostruzione del tutto originale dei tratti fondamentali della legislazione in materia socio-sanitaria e dei principi costituzionali che la ispirano, approfondendo, sia per la sanità che per il sistema di welfare, i modelli, le strutture, le prestazioni e le responsabilità degli operatori.
Nel suo "Trattato di diritto ecclesiastico italiano" Pietro Agostino D'Avack afferma che "il problema dei rapporti tra ordine spirituale religioso e ordine temporale politico e delle relazioni conseguenti dello Stato con le confessioni religiose in genere e con la Chiesa cattolica in specie ha sempre costituito una di quelle questioni fondamentali nella storia e nella vita dell'umanità, che più sono state e continuano a essere considerate, analizzate e dibattute nella teologia, nella filosofia, nella sociologia, nella storia e nel diritto". V'è addirittura chi ritiene che forse la materia dei rapporti tra Stato e confessioni religiose "è stata la questione politica culminante nella storia dei popoli fino al punto in cui questa fu dominata dalla questione sociale". In effetti per secoli potere temporale e potere spirituale si sono combattuti nel reciproco tentativo di prevalere l'uno sull'altro o comunque allo scopo di affermare la rispettiva autonomia di fronte alle ingerenze altrui, sino a dar vita a vere e proprie guerre nei momenti di maggiore tensione.