Con il golpe militare del settembre 1973, che mette fine al governo e alla vita di Salvador Allende, il Cile imbocca la strada terribile della dittatura. E per migliaia di democratici cileni comincia la strada obbligata e dolorosa dell'esilio. Tra questi esuli cileni, i più famosi diventano i componenti del gruppo musicale degli Inti Illimani, che portano in Europa e in Italia la sonorità, la magia e la malinconia della musica andina, insieme al messaggio della loro resistenza irriducibile al fascismo e all'autoritarismo, della loro instancabile lotta per la democrazia e per i diritti umani. Uno che li conosce bene, anzi benissimo - Eduardo Mono Carrasco, un altro esule - racconta in questo libro per la prima volta la lunga avventura degli Inti Illimani, visti da vicino. Carrasco è infatti l'artista di murales che illustra i concerti degli "Inti Illimani Histórico" con le sue opere realizzate in diretta, create mentre loro suonano e cantano. Come succederà dal prossimo luglio 2010, con la nuova tourneé italiana dello storico gruppo. Come quando, il 6 settembre 1975, due anni dopo il colpo di Stato a Santiago, insieme a Pilar, Cucho e Fernando, componenti della "Brigada Muralista Pablo Neruda", Carrasco realizzò il suo murale nell'imponente scenario dell'Arena di Verona: "Le bandiere cilene apparivano ovunque, gruppi di persone arrivate dai luoghi più lontani gridavano e cantavano El pueblo unido jamas será vencido, altri applaudivano e cantavano canzoni di libertà e della resistenza italiana. Poi, nel buio dell'Arena, una luce, una sola luce, illumina Joan, la vedova di Victor Jara. Il poeta cantautore, l'undici settembre del 1973, era stato catturato e rinchiuso nello stadio Chile di Santiago. Rinchiuso e poi ucciso non prima di avergli tagliato le mani (mani con cui suonava la chitarra), in segno di spregio".
Dedicato ai cercatori della Luce, a chi non si rassegna al buio della morte e continua ad esplorare il senso della Vita.
L'autore di "Filosofia per tutti" - un manuale per la vita piena e felice, libro amatissimo dai lettori di tutte le età - con stile accattivante, fecondando il riferimento ai testi evangelici con passaggi poetici e riflessioni filosofiche, propone, dopo il libro sulla "grammatica della speranza" dedicato al Natale, un testo che accosta con particolare profondità l'evento pasquale.
Il libro ricostruisce uno dei decenni più drammatici della storia del nostro Paese. La politica del fascismo sul piano nazionale, i suoi rapporti con la Chiesa e con le associazioni cattoliche, la persecuzione degli oppositori politici, le leggi razziali, l'avventura drammatica della guerra, l'esperienza del carcere, la resistenza, la liberazione, sono letti a partire dal diario dell'autore, allora giovane studente in medicina. Sullo sfondo della Roma fascista di quegli anni tormentati si stagliano le vicende di una generazione, intrecciate con la storia personale dell'autore, che traccia l'efficacissimo profilo di un'epoca. Illuminanti risultano gli incontri, descritti nel libro, con alcuni dei protagonisti di quella stagione, da De Gasperi a Gentile, da Rodano a Togliatti.
Difficile da credere, ma è possibile fuggire "into the wild" senza uscire dalla vecchia Europa. Basta far rotta verso l'Islanda, una terra lontana solo poche ore di volo dal caos delle nostre città, ma ancora selvaggia, un luogo estremo e spopolato dove la natura è madre e matrigna, creatrice e distruttrice. Quando si pensa all'Islanda la mente disegna immagini di bianche distese di ghiaccio e di vulcani che vomitano lava; la memoria scava tra i racconti ascoltati e rievoca cascate imponenti; gli occhi ritornano a proiettare sequenze di documentari dove migliaia di uccelli si lanciano da scogliere perpendicolari. E quando ci si arriva si scopre che è davvero così! Il perimetro dell'isola offre un susseguirsi di panorami incantevoli e indimenticabili: i maestosi ghiacciai, le innumerevoli cascate, le spiagge nere che si alternano a fiordi punteggiati da minuscoli villaggi, i campi di lava a perdita d'occhio dove si cammina tra rocce nere da cui fuoriesce vapore incessantemente, le lande selvagge e l'irregolarità dei remoti fiordi occidentali con le colonie di uccelli marini più numerose del mondo, l'atmosfera informale di Reykjavik. L'Islanda è l'estrema wilderness d'Europa: una terra fredda dal cuore di fuoco, che davvero riuscirà a riscaldare il cuore, emozionare e sedurre anche il viaggiatore appassionato di natura che ha già visto tutto e non è più facile allo stupore.
A dieci anni di distanza dai drammatici fatti del 1999, un Paese giovane, che deve fare i conti con la pesante eredità di una guerra che ha lasciato segni profondi e non facilmente cancellabili.
Era il periodo in cui si intensificavano le lotte partigiane in America Latina. Nel 1967 muore Che Guevara e il suo reparto viene sgominato in Bolivia, ma nello stesso tempo esistono ancora dei movimenti guerriglieri negli altri paesi, tra i quali il Venezuela, la Colombia e anche il Guatemala. Uno di questi gruppi guerriglieri, in Guatemala, assassinò l'ambasciatore della Repubblica Federale della Germania - Karl von Spreti - nella capitale e quel fatto venne diffuso con grande clamore. Così Ryszard Kapuscinski, autore di memorabili reportage dall'Africa, dall'Asia, dal Sudamerica - tradotti in trenta lingue - spiegò il senso di "Perché è morto Karl von Spreti": "Come spesso succede, i mass media hanno presentato l'evento senza un tentativo di capire di che cosa si trattasse esattamente. Siccome conoscevo il Guatemala, ho scritto un testo che era in un certo senso una polemica contro l'ondata delle assurdità e delle semplificazioni che si erano diffusi nella stampa mondiale. Ho scritto del Guatemala che era ed è ancora uno dei più infelici paesi dell'America Centrale e dell'America Latina, paesi con interminabili dittature, interminabili omicidi, interminabili orrori e povertà. Condannando l'omicidio in sé, ho spiegato in quali circostanze è avvenuto. Questo libro è contro i tentativi di abbindolamento dell'opinione mondiale da parte di noi i giornalisti...
Dalla bolla dei tulipani nell'Olanda del Seicento fino alla Grande crisi di oggi, un diario di bordo sulle principali follie finanziarie che hanno messo in ginocchio l'economia mondiale.
Uno dei blogger di finanza più amati dai navigatori di internet, Andrea Mazzalai, ricostruisce le varie tempeste che si sono succedute nei secoli, e spiega perché l'avidità di profitto finisce per spingere gli uomini a ripetere i loro errori, a speculare sulle bolle e a fuggire rovinosamente dai mercati durante le depressioni.
Troppi burattinai del capitale giocano con la vita di milioni di piccoli risparmiatori.
Troppa ignoranza finanziaria ostacola le scelte razionali nei periodi difficili.
Il libro ricostruisce una serie di "tempeste perfette" analizzandone gli ingredienti e le dinamiche.
Non un manuale tecnico, ma il racconto appassionato e avvincente di come la politica e le istituzioni monetarie non siano state in grado o non abbiano voluto impedire il deflagrare disastroso delle grandi crisi. Un viaggio anche attraverso una vera e propria "tempesta antropologica" prima che economico e finanziaria, alla radice umana delle crisi.