Troppo pesanti le verità delle ideologie, delle religioni, anche della scienza. La verità non è una "cosa" su cui si può mettere le mani.
Per il filosofo Diego Marconi non siamo tutti d'un pezzo, abbiamo dentro la pluralità delle risposte, l'oscillazione tra intransigenza e ricerca del compromesso fa parte dell'esistenza.
Per il teologo Roberto Vignolo la verità è quella vivente di Gesù Cristo, e i suoi testimoni, una verità che si impara a dire, non possesso ma ricerca.
Un grande scrittore con l'occhio dell'educatore, Eraldo Affinati ("Campo del sangue", "La città dei ragazzi", "Elogio del ripetente", editi da Mondadori, "Italiani anche noi", per il Margine) racconta le storie difficili degli adolescenti fragili, dei profughi e delle loro famiglie, per scoprire che dal dolore può nascere il coraggio del futuro, che le lacrime seminano vita.
Un grande comico con l'occhio del teologo, Giacomo Poretti del famoso trio Aldo, Giovanni e Giacomo, racconta il miracolo dell'ironia che ribalta l'ordine normale del mondo, dell'allegria "di cui sarà pieno l'aldilà".
Cinque intellettuali cattolici democratici firmano un documentato e critico dossier su Comunione e liberazione. Di fronte alla moltiplicazione di scandali politici e giudiziari che hanno per protagonisti uomini organici a Cl o comunque formatisi alla scuola del movimento, esiste un "problema Comunione e liberazione" sia nella società sia nella Chiesa italiana. È insomma doveroso chiedersi se e in che misura quelle vicende problematiche nascano da deviazioni personali e occasionali, oppure se le radici di quei casi affondino in qualche modo nell'ispirazione e nell'impianto di Cl. Se l'è chiesto il cardinale Martini già al Sinodo mondiale sui fedeli laici del 1987. Ma quel monito non ha avuto seguito. Gli autori argomentano con serenità un franco giudizio critico, senza farsi prendere dagli slogan o da un atteggiamento pregiudizialmente polemico. "Non si tratta di un lavoro scientifico, quanto piuttosto di riflessioni libere e sciolte di un gruppo di credenti. Vorremmo concorrere ad aprire una discussione schietta e fraterna dentro la Chiesa che è in Italia, nella convinzione che il problema-Cl è decisamente centrale ai fini di una feconda riflessione circa il senso, il valore, i limiti e le contraddizioni del percorso (non così univoco e lineare) seguito dalla Chiesa italiana nel dopo Concilio".
Una giovinezza vissuta pericolosamente, una stabilità conquistata a fatica. I bassi, Barra, la scuola, la camorra, Felice Sciosciammocca e le zeppole di San Giuseppe, fino a un sospetto certificato di sana e robusta costituzione. Con la prefazione e i disegni originali di Marco Rossi Doria, già maestro di strada, oggi sottosegretario all'istruzione.
Tre giornalisti che hanno lavorato con lui raccontano il privato e il pubblico di Cristelli, uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori, in terra trentina ma non solo, delle novità del Concilio Vaticano II. Dalla tribuna del settimanale diocesano «Vita Trentina», di cui è stato direttore dal 1968 fino al clamoroso "licenziamento" nel 1989, Civi - come firmava i suoi fulminanti articoli di fondo - ha rappresentato per più di vent'anni una Chiesa che sta dalla parte dei poveri, che ama e promuove il dialogo, che non ha paura delle polemiche. La sua scrittura giornalistica lucida e affilata lo ha reso protagonista di memorabili battaglie di opinione e ha fatto della sua direzione di «Vita Trentina» un argine autorevole contro tante logiche di potere che tendono a farsi strada dentro e fuori la Chiesa. Per la prima volta viene raccontata la vita privata di questo vivacissimo prete pubblico, a partire dall'infanzia montanara sull'altopiano di Piné fino alle ultime battaglie giornalistiche.
Un punto di vista prezioso per approfondire - nel contatto con la storia e la cronaca degli ultimi cinquant'anni - le premesse, i valori e gli esiti del Concilio Vaticano II.
La seconda morte, la seconda vita non è solo la continuazione di "Svegliati Simone", l'intenso esordio autobiografico in cui Gloria Valenti ha raccontato con intensità e sincerità la sua vita con Simone, il figlio adolescente finito nel lungo sonno dello stato vegetativo permanente dopo un devastante arresto cardiaco mentre andava a scuola sul suo motorino. Dopo sette anni della sua vita sospesa, una vita non vita eppure ancora vita, Simone se n'è andato. Il suo cuore si è fermato per la seconda volta, quella definitiva. La sua mamma torna a raccontarlo, a raccontarsi, a dirci la forza inesauribile della vita che continua, nonostante tutto, attraverso il dolore e sempre nuove tappe nella conoscenza di sé e di quelli che ci vogliono bene. Tra l'Argentina e le Mauritius un diario di viaggio dell'anima. Un libro struggente eppure pieno di speranza.
Prete e poeta, Angelo Casati ha un rapporto d'amore assoluto con il testo evangelico. Il suo non è un commento esegetico, ma una lettura esistenziale. Un testo che non fa sconti all'ipocrisia e al fariseismo, ma - con dolcezza e tenerezza - ci permette di alzare lo sguardo oltre la prigionia di una quotidianità senza speranza.
Angelo Casati ama definirsi un «curato di città». Le fatiche, le paure, le ansie delle donne e degli uomini che ha incontrato nelle strade della sua parrocchia milanese di San Giovanni in Laterano gli hanno donato le domande - anche scomode - da rivolgere a quella «buona notizia» scritta da Luca.
Ne esce un libro commovente e insieme sapienziale, provocatorio e spirituale: per riscoprire un vangelo non più prigioniero delle paure ecclesiastiche e dei conformismi clericali.
Luigi Sandri, vaticanista che sogna il Vaticano Terzo, e una Chiesa finalmente libera dal potere e appassionata del Vangelo, ripercorre in una grande narrazione - offerta, per la prima volta con tale ampiezza, a un lettore non specialista - tutti i Concili ecumenici e/o generali celebrati prima in Oriente dalla Chiesa indivisa e, poi, in Occidente. A mezzo secolo dal Vaticano II (1962-1965) e a 450 anni dalla conclusione del Concilio di Trento (1563), l'opera racconta la storia ricca e contraddittoria dei Concili, come specchio della vita e dei contrasti della Chiesa cattolica e delle altre Chiese. A partire dal primo, quello di Nicea, nel 325. Il libro dà particolare risalto al Tridentino, con tutta l'intricata problematica legata a Riforma e Controriforma. E, naturalmente, al Vaticano II e ai successivi decenni, visti sia nella loro dinamica all'interno della Chiesa romana che rispetto al mondo ecumenico e alle altre religioni. Si interroga, poi, sull'ipotesi di un futuro Vaticano III e su un Gerusalemme II, che veda convocate tutte le Chiese. Un "manuale" dei Concili, storiograficamente rigoroso, ma scritto come una cronaca "dal vivo", in modo chiaro e avvincente. In mille pagine, la bimillenaria avventura della Chiesa, santa e peccatrice.
«La battaglia della fame, delle ingiurie, delle percosse, delle umiliazioni. Le nostre sofferenze hanno contribuito certo alla vittoria». Così scriveva Tullio Calliari, deportato in un lager di lavoro in Germania, come 650mila altri militari italiani dopo l'8 settembre 1943. Cinquantamila «Imi» (italienische Militär-Internierte) morirono in prigionia, molti tornarono con segni indelebili dell'incubo vissuto. Ma avevano resistito alla follia nazista.
«Noi internati militari abbiamo sofferto ciò che nessuno può immaginare. Raccontate pure che gli italiani di Badoglio (come ci chiamavano) sono morti di fame, sono stati ammazzati a legnate, sono stati impiccati perché costretti a rubare per fame. Le donne tedesche ci respingevano dai rifugi durante i bombardamenti, dicendo che per i traditori non c'è posto. Oggi le cose sono cambiate, ma solo pensare che noi possiamo perdere il ricordo è da pazzi» (Fürstenfeldbruck, 22.7.1945).
Calliari era impaziente e attendeva di partecipare allo sforzo collettivo richiesto da un Paese che faticosamente usciva dalla guerra e si liberava dalle macerie prodotte dal fascismo. Era anche preoccupato dall'idea che qualcuno volesse «perdere il ricordo». Queste pagine sono un antidoto (Giuseppe Ferrandi).
Settant'anni dopo la voce di Tullio Calliari ritorna come testimonianza dell'orrore di una guerra voluta dalle dittature nazifasciste, che ha insanguinato l'Europa.
A cura di Alberto Conci, con una prefazione di Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico di Trento.
Dio e la Creazione, il Diluvio e la Torre di Babele, la chiamata di Abramo, la scala di Giacobbe e la sua lotta con l'Altro: sono alcune delle pagine bibliche che il grande, acuto esploratore delle Scritture Paolo De Benedetti - sul confine tra ebraismo e cristianesimo, tra Antico e Nuovo Testamento - scandaglia in dialogo profondo e appassionato con il pastore Maurizio Abbà, della Chiesa valdese.
Un'insolita ricerca, con scoperte e provocazioni spesso sorprendenti, per ripensare la nostra immagine tradizionale di Dio. Etty Hillesum scriveva dell'Antico Testamento: "Che forza primordiale vien fuori dall'Antico Testamento e che radice "popolare", anche. Magnifiche figure, forti e poetiche, vivono in queste pagine. Un libro davvero avvincente, aspro e tenero, ingenuo e saggio, interessante non solo per ciò che dice, ma anche perché permette di conoscere chi lo dice".
La religione è una scala che l'uomo lancia per tentare di raggiungere Dio, invece per la fede è Dio stesso che va e viene continuamente su una scala per raggiungere l'essere umano.