Il libro ripercorre storicamente la dottrina del peccato originale a partire da Agostino di Ippona, il vescovo africano che ne fu il grande sistematizzatore, fino alle soglie della modernità. La riflessione agostiniana si innestò su un retroterra che comprendeva l'insegnamento paolino, la tradizione patristica latina e varie espressioni di religiosità eterodossa. Il peccato ereditario come lo concepì Agostino fu oggetto di controversia soprattutto su due questioni: la possibilità di una colpa trasmessa di padre in figlio e i suoi legami con la sessualità, irrimediabilmente viziata dopo la trasgressione di Adamo. La dottrina agostiniana fu mitigata nel Medioevo a partire dal secolo XII, anche grazie all'influsso delle scienze profane veicolate dai testi greci ed arabi in circolazione.
L'ormai ampia mole di analisi di cui si dispone sul web viene esplorata in questo volume secondo due linee di fondo: la prevalenza della spiegazione della teoria - rispetto alla misurazione quantitativa; la continuità della "network society" rispetto ai nodi problematici su cui le scienze sociali si interrogano da tempo. Emerge una realtà in cui non tutto è davvero nuovo, in cui gli utenti non sono poi così attivi. E la rete, in sé, si rivela un mezzo tutt'altro che democratico. Perché quello che sappiamo della società di Internet, in fondo, dipende anche dalla scelta di guardare più in superficie o più in profondità.
Gesù di Nazaret suscitò, nella Galilea e Giudea del tempo dell'imperatore Tiberio, un movimento di "risveglio" rivolto a Israele e fondato sull'annuncio dell'apertura del regno di Dio. Perché la morte infamante di Gesù non mise fine al suo movimento, che anzi ne trasse spunto per un rilancio del suo messaggio anche oltre le frontiere d'Israele? In che modo si costituì, nel secondo secolo, un sistema di poteri e dottrine che sarebbe stato capace d'imporsi all'impero romano? Il libro ripercorre i modelli di fede in Gesù adottati dai vari gruppi di credenti, illustra la concezione del mondo e la pratica di vita che postulavano, e le ragioni per le quali alcuni di tali modelli risultarono vincenti.
Il volume ripercorre la storia politica dell'area strategica che va dal Marocco all'Iran alla luce del conflitto fra Islam e stato moderno. Dalla spedizione napoleonica in Egitto e dalle riforme dell'impero ottomano fino alla caduta del califfato, dall'espansione coloniale ai processi di decolonizzazione, dalla rivoluzione iraniana alla crisi irachena, dal conflitto arabo-israeliano alle sfide del ventunesimo secolo: dopo una disamina di questi snodi fondamentali l'autore si interroga sui perché delle cosiddette "primavere" che fra il 2010 e il 2012 hanno modificato il quadro politico del Medio Oriente arabo.
All'idea di democrazia sono stati attribuiti significati assai diversi. Ma se dalle definizioni ideali si passa alle realizzazioni storiche, quali strumenti di accertamento empirico offre la scienza politica? Lijphart individua una tipologia bipolare - modello maggioritario e modello consensuale - a cui riconduce regolarità e variazioni riscontrabili nei diversi paesi. Questa nuova edizione esce in un periodo di grandi sfide per le democrazie e offre un contributo insostituibile al dibattito sul loro "rendimento", un tema assai sentito in un paese come il nostro, incapace di scegliere tra l'uno e l'altro modello democratico.
Il libro racconta, al di là dei cliché e del folklore, com'era davvero la vita dei gladiatori: il loro posto nella società, l'addestramento, come erano equipaggiati, il trattamento economico, la quotidianità. Non erano lottatori sanguinari, ma combattenti che duellavano ad alto livello tecnico. Così pure lo spettacolo circense dei gladiatori non era un intrattenimento puramente ludico (secondo il famoso detto "Panem et circenses"): il circo, dove le masse si trovano insieme all'imperatore, emerge come il luogo dove si manifesta la forza popolare.
Dal "Grande gioco" degli imperi ottocenteschi, che ha contrapposto Gran Bretagna e Russia, fino alla 2Guerra contro il terrorismo" iniziata dagli Stati Uniti col sostegno della coalizione internazionale nel 2001: due secoli di conflitti nell'inospitale quanto strategico cuore dell'Asia Centrale, nel corso dei quali sono emersi spesso i lati più oscuri della politica delle grandi potenze coinvolte nella "selvaggia terra degli afgani".
Giovanni Calvino (1509-1564) è stato con Lutero il più importante riformatore del cristianesimo. Le sue dottrine hanno avuto grande influenza e diffusione soprattutto in Francia e in Inghilterra e poi nell'America settentrionale. Nella sua opera come nella sua azione, Calvino propugnò un'adesione di assoluta intransigenza ai principi della religione, e quando a Ginevra ne ebbe possibilità instaurò un regime in sostanza teocratico. Il severo teologo e giurista fu un dittatore spirituale oppure una della figure più importanti della civiltà occidentale? Oggi ancora, i giudizi sono divisi. Per farsi un'opinione in proprio, il profilo di Strohm offre al lettore una chiara ed equilibrata esposizione della vita e dell'opera di Calvino.
Un uomo sofferente per strada ha bisogno d'aiuto, gli passiamo accanto senza fermarci perché abbiamo fretta. Ma dopo averlo superato un senso di colpa ci coglie e torniamo indietro per soccorrerlo. Se l'uomo in difficoltà fosse stato un nostro conoscente, avremmo avuto quella esitazione prima di aiutarlo? Siamo tornati indietro spinti da una sincera preoccupazione per l'altro o per ridurre il nostro senso di colpa? Altruisti si nasce o siamo per natura egoisti? Quali sono i vantaggi dell'altruismo per la nostra specie? E cosa accade nel mondo animale? Nel volume si risponde a questi quesiti spiegando come l'aiuto all'altro derivi dalla storia evolutiva del genere umano, ma anche da processi psicologici di natura motivazionale, emotiva e cognitiva.
Saper aspettare è una virtù. Ce lo sentiamo ripetere spesso: "Devi portare pazienza!", "Non essere impulsivo!", "Non avere fretta!". Perché è così importante saper aspettare? Come mai è così difficile farlo? Quali sono i costi e le sofferenze dell'attesa? Ma a volte aspettare diventa un vizio, quando cincischiamo e perdiamo tempo. La pigrizia, però, si può vincere: l'uso strategico delle scadenze - anche di quelle più insidiose - può, ad esempio, aiutarci a tenere fede agli impegni. La doppia faccia dell'attesa, vera e propria chiave di volta per pianificare il tempo e raggiungere i nostri obiettivi.