La nozione di "storia", intesa come una realtà oggettiva che abbraccia le vicende del genere umano in tutte le epoche, sorge in età moderna, in stretto rapporto con concetti quali quelli di progresso e di civiltà. Lo sviluppo dell'umanità acquista un significato nuovo, quello di un processo graduale da un originario stato selvaggio alla barbarie, e dalla barbarie alla civiltà. Si pongono problemi come quello della direzione di tale sviluppo, del significato positivo o negativo del "progresso", del "soggetto" del processo storico, dell'unità della storia o della pluralità delle civiltà. In questo quadro si colloca la riflessione di autori come Voltaire, Kant, Herder, Hegel, Comte, Marx, Burckhardt, Nietzsche, Spengler, Toynbee. Un multiforme e complicato processo che l'autore illustra dalle origini fino alla perdita della centralità dell'Europa e al recente affermarsi di una "storia globale".
Nel dicembre del 1942 un bambino di dieci anni si trasferisce con la famiglia da Napoli a Roma. La capitale vive i giorni più drammatici della guerra, ma per quel bambino è l'inizio di una nuova vita e la scoperta di una città meravigliosa, nella quale procede a grandi passi verso l'età adulta. Muovendo ancora una volta dalla memoria di una singola parola, di un dialogo, di un discorso, Tullio De Mauro rievoca una stagione intera della propria vita e della nostra storia. È un racconto fatto di intimità familiare, con il ricordo tenero e ammirato del fratello Mauro; di scelte politiche, dal fascismo infantile alla scoperta delle ragioni della parte democratica; di incontri decisivi, nel campo degli studi come in quello dell'amore.
Questo manuale, qui presentato in una nuova edizione aggiornata, offre un panorama chiaro e completo della psicologia generale nei suoi diversi aspetti: dimensione storica, nozioni di base, teorie fondamentali, esperimenti classici, problemi applicativi. Nella visione degli autori la psicologia esce dai confini strettamente accademici per svolgere un ruolo cruciale nelle società multiculturali, sempre più complesse e caratterizzate da un ritmo accelerato di cambiamento. In questa prospettiva hanno privilegiato, accanto ai temi tradizionali, approcci più avanzati connessi ad esempio con le nuove tecnologie.
Mondo di significati nel quale gli esseri umani sono totalmente immersi in un processo interpretativo, simbolico, espressivo e relazionale senza fine, la comunicazione costituisce il cuore dell'esistenza umana. Il volume affronta questo vasto territorio (dalla comparsa delle prime forme di comunicazione nella specie umana a Internet) da una prospettiva teorica nuova, centrata sulla comprensione del significato e sul gioco delle intenzioni comunicative. Si delinea così una panoramica della materia, utile per orientarsi all'interno dei diversi ambiti in cui la comunicazione risulta fondamentale: gruppi, organizzazioni, nuovi media.
Fu in qualche modo un percorso di avvicinamento necessitato, quello che condusse gli Stati Uniti e la Santa Sede a instaurare rapporti diplomatici. Un percorso che venne ufficializzato il 23 dicembre 1939, nel messaggio natalizio con cui Franklin Delano Roosevelt chiedeva a papa Pio XII - da pochi mesi salito sulla Cattedra di Pietro - che fra i due ordinamenti si ristabilisse un contatto diplomatico. Ad accelerare il disgelo tra le due massime "forze morali" del pianeta contribuì infatti senza dubbio l'escalation nazifascista, insieme con il progressivo irrigidimento di Pio XII e di Roosevelt nei confronti dei regimi italiano e tedesco. Si venivano così a superare le barriere politiche e culturali che avevano impedito l'assimilazione del cattolicesimo nel tessuto nazionale statunitense e, di riflesso, avevano acuito la difficoltà americana a considerare il Vaticano quale interlocutore alla stregua degli altri attori internazionali. Un ravvicinamento che si concretizzò dopo una lunga gestazione, contraddistinta da improvvise accelerazioni e da brusche frenate, durante gli anni fra le due guerre, anni che restano fra i più convulsi e drammatici della storia del ventesimo secolo.
Il diritto ecclesiastico in Italia è stato profondamente influenzato dalle lotte politiche che hanno seguito il 1848, l'Unità, il fascismo e la "Repubblica dei partiti". Per questo alcuni studiosi di tale disciplina sono stati anche protagonisti della cultura politica del Novecento e, in alcuni casi, hanno, con i loro scritti, contribuito ad orientare non solo l'insegnamento universitario, ma pure l'opinione pubblica sensibile ai problemi, sempre attuali, delle relazioni tra Stato e confessioni religiose. In questo volume vengono presi in considerazione, con richiami biografici o con la ricostruzione di aspetti della loro produzione scientifica o del loro pensiero politico, alcuni dei più importanti autori del settore: da Francesco Ruffini, senatore e ministro dell'Italia liberale, a Vincenzo Del Giudice, che fu tra i fondatori del Partito Popolare, a Mario Falco, autore della normativa sulle comunità israelitiche italiane, a Giacchi e De Bernardis, attivi nella Resistenza, a Federico Cammeo, che contribuì a definire l'ordinamento dello Stato Vaticano, a Giuseppe Dossetti, vicesegretario della DC di De Gasperi e poi tra i protagonisti del Concilio Vaticano II, ad Arturo Carlo Jemolo, primo Presidente della RAI, uno degli intellettuali di maggiore rilievo, per la dirittura morale e per l'attenzione a tutti gli aspetti del vivere civile, del XX secolo.
I saggi raccolti in questo volume rappresentano il contributo che l'Agenzia per il terzo settore ha voluto offrire alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Un volume di storia sociale e giuridica che, con sguardo attento all'evoluzione legislativa e della "governance" degli enti non profit, ricostruisce il complesso - ma tenace - percorso della società civile italiana, dalla costituzione dello Stato unitario sino ai giorni nostri. La "Gran legge" del 1862, proprio a ridosso di un'unificazione faticosamente raggiunta, intende disciplinare e dare organicità, pur rispettandone l'autonomia, alle molte e operose organizzazioni di carità esistenti sul territorio. Quasi trent'anni più tardi, la "Legge Crispi" pone le Opere pie sotto diretto controllo statale, trasformandole in Istituzioni di pubblica beneficenza. Negli anni Venti e Trenta del Novecento, la dittatura fascista sferra un attacco mirato e consapevole contro ogni forma di associazionismo, intravedendo nell'autonoma iniziativa sociale e nei valori solidaristici i primi antagonisti del totalitarismo. Seppur la Carta fondamentale del 1948 rimarcherà la centralità dell'individuo e l'importanza del pluralismo sociale quali presupposti fondanti della stessa democrazia, e sebbene nel 2001 sia stato introdotto nel testo costituzionale il principio di sussidiarietà, ancora lungo sarà il cammino che il Terzo settore dovrà compiere, e molti gli ostacoli - soprattutto a carattere normativo - che dovrà affrontare...
Manlio Brosio (Torino, 10 luglio 1897 - 14 marzo 1980) è stato segretario generale della NATO negli anni 1964-1971: nel suo diario i riflessi di un periodo di trasformazioni destinate a segnare l'evoluzione delle relazioni internazionali del secondo dopoguerra. Dopo avere ricoperto l'incarico di ambasciatore italiano in prestigiose sedi diplomatiche, la segreteria della NATO porta Brosio al centro del sistema internazionale da un osservatorio privilegiato e sensibile come l'Alleanza atlantica. La narrazione degli eventi si intreccia con riflessioni e impressioni dell'autore, offrendo così un nuovo, significativo, strumento per comprendere l'evoluzione degli equilibri internazionali della guerra fredda. Questo volume conclude la pubblicazione dei diari redatti da Manlio Brosio durante la sua lunga e brillante carriera diplomatica: ambasciatore italiano a Mosca (1947-1951), Londra (1952-1954), Washington (1955-1961), Parigi (1961-1964) e segretario generale della NATO (1964-1971). L'opera ha consentito l'edizione di un'ampia selezione delle migliaia di pagine manoscritte dal diplomatico italiano, facendo seguito alla pubblicazione dei diari di Mosca (1986), Washington (2008) e Parigi (2009).
Alla fine del Seicento, Pierre Bayle sostenne con determinazione che era meglio essere atei, piuttosto che idolatri e superstiziosi, che era preferibile non avere una religione, piuttosto che una cattiva religione. Legata ad una appassionata difesa del principio di tolleranza, dei diritti della coscienza individuale, dell'autonomia morale, la società di atei teorizzata da Bayle si colloca agli antipodi dell'ateismo ideologico dei sistemi totalitari a noi più vicini. Questo libro non si limita a presentare la presa di posizione di Bayle e a studiarne le origini culturali, ma ricostruisce alcuni dei momenti della grande controversia sollevata dalle sue provocatorie tesi, che vide intervenire i massimi esponenti dell'età dei Lumi, da Montesquieu agli Enciclopedisti, da Rousseau a Kant. Ampio spazio è dato al contributo che il pensiero inglese, da Mandeville a Hume, portò, in sotterraneo dialogo con Bayle, sul problema delle origini e della funzione sociale della religione e sulla questione del rapporto fra ateismo e politica.
Questo manuale traccia un accurato resoconto delle più recenti ipotesi formulate sull'organizzazione e la struttura del lessico. I principali temi trattati sono: la classificazione delle parole, i tipi di parole esistenti, i principi che regolano la combinazione delle parole, il carattere dinamico del significato lessicale, la costruzione del significato delle frasi, i modi in cui i concetti sono associati alle parole, le interazioni tra il significato delle parole e il loro comportamento sintattico. Il lessico diventa in questo modo l'osservatorio privilegiato per comprendere come le diverse dimensioni di cui è costituita una lingua interagiscano tra loro.