Il volume, il cui titolo è tratto dalla Sequenza di Pentecoste, raccoglie brevi riflessioni sul dialogo con Dio. Sono "meditazioni", ci dice l'autore, "scaturite dalla frequentazione di amici che pur lontani nei secoli, riescono a leggere e decifrare il vissuto attuale, a portare a parola quello che non è ancora chiaro, conferendogli così forma". I testi sono arricchiti da citazioni di maestri della fede. L'auspicio del libretto, potenziale compagno di una sosta nella metro, sul bus o in coda per l'imbarco, è che il lettore nella fatica del lavoro quotidiano si lasci incontrare da Cristo ed in Lui trovare riposo.
Tarcisio era una ragazzino di dodici anni, dolce e coraggioso, che frequentava le catacombe di San Callisto a Roma. Nonostante la sua giovane età, aveva una fede da uomo adulto, infatti non esitò a dimostrare il suo amore per Gesù anche a costo della vita. Età di lettura: da 6 anni.
Questo libro si compone di due parti ben distinte. Nella prima parte don Carmelo Torcivia esamina il ministero presbiterale di don Pino Puglisi. Sulla base delle fonti scritte egli descrive le tappe più salienti del suo ministero presbiterale, offrendo così una sintesi suo essere figlio di Dio. Nella seconda parte la prof.ssa Lia Caldarella ci offre un 'diario' dei rapporti tra don Puglisi e sua madre. Si tratta di un 'diario' che, seppur inventato nella sua forma letteraria, risulta tuttavia autentico nel suo contenuto (vedi la lettera dei fratelli di don Puglisi e di Agostina Aiello, sua fedele collaboratrice di sempre) e aggiunge così una preziosa testimonianza scritta di quanti l’hanno conosciuto, che permette di valutare meglio l’influenza della propria famiglia di origine e in particolare del ruolo unico della propria madre. La cifra sintetica di queste due parti, in sé diseguali per numero di pagine e soprattutto per genere letterario, è profondamente unitaria: la scelta della povertà evangelica è la scelta dell’anti-potere come cammino di obbedienza a Dio.
Un singolare gemellaggio tra Chiese - le Chiese di Noto e di Butembo-Beni che dura già da venticinque anni, viene ripreso come la possibilità di uno sguardo sul mondo che permette di cogliere, dell'Africa, anzitutto i suoi doni. Mettendo al centro la visita fraterna e il discernimento della storia, si apre la possibilità dei percorsi di pace e di giustizia che ci fanno "essere uomini diversi da come siamo stati" (Mario Luzi).
Il Concilio Vaticano II ci ha riportato alla grande Tradizione della trasmissione del Vangelo, affidata - nella Chiesa nascente e nella storia della santità umile e nasconsta - in primo luogo alla testimonianza, allo stile, al racconto. Oggi, a cinquant'anni dal Concilio, ci sono ipotesi e prassi diverse rispetto a quelle che privilegiano la fede e restano radicate nel Vangelo: c'è chi si affida al ritorno del sacro o alla funzione sociale della Chiesa; c'è tanto attivismo spesso privo di pensiero; c'è una ricerca di presenza e di consenso molto diversa dalle logiche evangeliche del seme e del lievito. La memoria del Concilio - arricchita dall'esperienza di un Sinodo diocesano che ne ha riproposto e attualizzato messaggi e stili - permette di continuare a pensare con semplicità che invece il Vangelo lo trasmettiamo anzitutto con la vita e con ciò che lo Spirito ci ispira nelle "piccole vie" della vita di ogni giorno. Tale è la materia di questo libro: i giorni concreti della vita, guardati e sentiti nella loro incidenza, nella loro forza, nella loro gioia, nel loro dolore anche. Con la sola preoccupazione di mantenere vivo il filo (e la domanda) su che cosa abbia rappresentato il Concilio nell'esistenza cristiana, su quello che soprattutto può e deve essere per il futuro che ci attende. Nella gioia di sintonie inaspettate con le parole, i gesti e gli stili del nuovo Vescovo di Roma Francesco, potendo con lui "sognare" una Chiesa povera e per i poveri.
Il nome samurai deriva dal verbo "saburau", letteralmente "colui che serve". Questo significato è ciò che subito ci ha sorpreso e ci ha fatto venire in mente, per associazione, numerose analogie tra il samurai e 3P. Il libro non racconta la storia dei samurai. Racconta una storia di dedizione, di passione e di saggezza, oltre che d’amore e di bellezza, di un sacerdote: Padre Pino Puglisi, affettuosamente 3P che possiamo definire "samurai di Dio". Guardando le cose con la serenità che viene dalla distanza emotiva, si comprendono gli eventi in modo nuovo, e se ne individuano sfumature e sfaccettature. Gli autori, attraverso quest’opera, tratta dalla loro esperienza e filtrata dai ricordi e dall’affetto, tentano di cogliere nel loro percorso di amicizia con 3P, la traccia da lui lasciata, la sua eredità per noi e le orme di Dio, che non smette mai di accompagnarci dentro la nostra storia.
Un libretto allegro e colorato per i più piccini, per scoprire insieme a loro le prime parole e le più belle storie della Bibbia. Età di lettura: da 4 anni.
La vita di padre Pino Puglisi è una storia semplice, ordinaria, povera di fatti e di avvenimenti, così come" povero" è anche il suo martirio. [...] La su generosa e paziente azione pastorale consisteva nell'annunciare la misericordia di Dio, seminando nelle straziate terre del Sud il bene contagioso della speranza. Nel quartiere Brancaccio di Palermo, negli ultimi tre anni, si dedica al recupero degli adolescenti afferrati dalla morsa della criminalità mafiosa, per educarli a una legalità illuminata dalla fede, testimoniando fino al sangue il suo amore a Cristo.
Età di lettura: da 7 anni.
Il volume si sofferma su alcune questioni educative che il fenomeno della migrazione solleva, con particolare attenzione alla formazione di un'inedita "costellazione" di famiglie migranti. Il testo analizza le difficoltà di queste famiglie e la trasformazione della genitorialità in terra straniera. L'interrogativo di fondo è quali strade siano percorribili per le organizzazioni di servizio e le agenzie educative con cui i minori di seconda generazione e le famiglie "della migrazione" entrano in contatto. La riflessione pedagogica dello studio rappresenta un tentativo di delineare nuove possibilità di incontro, presupponendo come non sia pensabile esplorare un progetto migratorio tralasciandone il sotteso progetto esistenziale. Destinatari di questo lavoro sono quanti a vario titolo (pedagogisti, psicologi, assistenti sociali, insegnanti) si confrontano ogni giorno con le difficoltà affrontate dalle famiglie migranti che vivono nel nostro territorio, e sono interessati ad approfondire la rilevanza delle questioni pedagogiche e delle nuove sfide educative che le famiglie "della migrazione" ci pongono.