Per molti di noi la pratica scientifica rappresenta un mondo difficile da decifrare: né la scuola né le discussioni che popolano giornali e trasmissioni televisive ci aiutano a dialogare (anche in modo critico) con il complesso di attività che chiamiamo scienza. Eppure mai come oggi la capacità di interrogarsi su teorie scientifiche e innovazioni tecnologiche è stata rilevante anche per la nostra vita quotidiana: cosa sono davvero le biotecnologie? l'omeopatia può curare o è una pseudoscienza? È giusto non vaccinare i propri bambini? Edoardo Boncinelli non riflette da filosofo, ma da scienziato. Ai suoi occhi la scienza è una ricetta per affrontare grandi e piccoli misteri della realtà. Ed è proprio da scienziato praticante senza timore di prendere posizione - che ci guida dentro il laboratorio dell'impresa scientifica e ci fornisce i principali elementi per valutare se e come la scienza costituisca una grande e progressiva conquista o una minacciosa prevaricazione ai nostri danni.
"C'è solo una roccia che può sopravvivere a ogni tempesta e alla quale ci possiamo aggrappare strettamente: l'idea che le leggi fondamentali della Natura siano espresse da una teoria matematicamente bella": così il grande fisico Dirac. Mai, prima di lui, il ruolo della bellezza era stato così centrale nella storia dell'impresa scientifica. Come scrive Freeman Dyson: "Perché un elettrone dovrebbe preferire un'equazione bella a una brutta? Perché l'universo dovrebbe danzare sulla musica di Dirac? Con il suo stile di scoperta, Dirac ha formulato queste domande in maniera più nitida di chiunque altro. Ancor più di Newton e Einstein, egli usò il criterio di bellezza come un modo per trovare la verità".