La Chiesa non manca di interrogarsi e di riflettere sulla comunicazione, perché la sua natura è comunicativa, il suo Signore ha compiuto una grande opera di autorivelazione, e i suoi componenti hanno come caratteristica ontologica l'agire comunicativo. In altre parole, l'evento cristiano si costituisce come relazione comunicativa tra Dio, l'essere umano e la Chiesa. In sette brevi saggi, alcuni punti d'incontro tra teologia e comunicazione.
La Pastorale Giovanile propone un itinerario di riflessione in nove tappe, offerto come ricerca di senso all'homo viator, il pellegrino viandante attraverso gli spazi e i tempi della propria esistenza. La meta non è fisica ma spirituale. E il percorso, pensato in origine come approdo, apre il diario di bordo dei giovani modenesi che, nella ricerca della felicità, trovano utile non arrendersi alla guerra e continuare a sognare un mondo più giusto.
Afferma il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in postfazione: "Il linguaggio e lo stile francescano di don Tonino Bello lo stiamo rivivendo e contemplando in una sorprendente sequela di immagini: nel volto, nei gesti, nelle parole di Papa Francesco. La santità francescana di don Tonino è intrisa di risurrezione, di vita, quindi di ottimismo cristiano. Ci fa contemplare il creato con occhi nuovi. Ci aiuta a guardare con occhi pasquali, pieni di bontà e di carità, al mondo, alla storia personale e sociale, alla Chiesa". È il filo conduttore che lega all'unico dorso gli scritti nel volume, articolato in cinque saggi e altrettante testimonianze di frati minori cappuccini. Invitati dal loro ministro provinciale di Puglia, Pier Giorgio Taneburgo, a riflettere sulla "magnifica freschezza profetica" del vescovo alessanese terziario francescano, argomentano su come abbia saputo indicare cieli nuovi e terra nuova attraverso l'annuncio cristiano e la propria vita. Fede, testimonianza, eucaristia, Chiesa, pace e missione le dimensioni maggiormente approfondite.
Alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia (ottobre 2014) il Servizio Biblico della diocesi di Modena-Nonantola propone il confronto approfondito con il libro di Tobia: per imparare a "leggere" la presenza di Dio nella vita personale, familiare e comunitaria, e "scrivere" nuovi capoversi nella storia della salvezza. Il libro di Tobia è una sorta di diario spirituale in cui si intrecciano le vicende di due famiglie che passano attraverso momenti di felicità e di pienezza come di marginalità e di solitudine. È un racconto sapienziale, una storia vera perché dice il vero, che cioè entra nella fatica del vivere e riesce a dare senso alla vita umana assunta come esperienza di fede. Il mestiere di vivere è filtrato attraverso la metafora del viaggio. Dove portano gli spostamenti, le migrazioni, gli sradicamenti forzati? Serve il viaggio della vita per scoprire quanto è contenuto nello stesso nome del protagonista, Tobia, che vuol dire "Dio è buono". Ma cosa significa questa denominazione quando tutto sembra affermare il contrario? Ecco il grande itinerario riflessivo proposto dalla sapienza biblica.
Di radice francescana. Innamorato di Maria. Testimone di carità. Esperto in umanità. Valorizzatore del laicato. Attento ai giovani. Suscitatore di vocazioni. Educatore del clero. Operatore di pace. Comunicatore. Alcuni compagni di strada della Chiesa ugentina e molfettese, rendono testimonianza al Servo di Dio Tonino Bello, facendo luce sulle principali dimensioni della sua spiritualità e dell'impegno pastorale. Pagine dense, ricche di informazioni inedite e di approfondimenti esperienziali.
La diocesi di Modena ha elaborato un interessante sussidio biblico per aiutarci a vivere in pienezza l'Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, in svolgimento dall'11 ottobre 2012. La scelta di un nutrito e qualificato gruppo di biblisti è caduta sul Vangelo di Giovanni e, in particolare, su alcuni personaggi del Quarto Vangelo assunti come luminosi "punti luce nel cammino della fede": Giovanni Battista, la Madre di Gesù, Nicodemo, la Samaritana, il cieco nato, la famiglia di Betania, il discepolo amato, Maria Maddalena, Tommaso detto Didimo'. Pur nella diversità delle situazioni in cui i singoli protagonisti vivono l'incontro con Gesù, il dato comune, espresso dalla loro esperienza, è che la fede è la relazione con una persona, Gesù Cristo. Da quest'amicizia deriva una serie di conseguenze sia sul piano conoscitivo sia nella sfera esistenziale. Il Gesù giovanneo appare come colui che, il più delle volte, prende l'iniziativa per risvegliare dal torpore e dalla mediocrità di una vita spirituale che rischia di cadere nella banalità o si accontenta di assumere idee religiose senza impatto decisivo sul pensare e sull'agire. L'impressione è che ne abbiamo bisogno.
Se la testimonianza rende credibile il cristiano, il servizio rende credibile il diacono. La Chiesa gli chiede di seguire Gesù, che “è venuto per servire e non per essere servito”. Evangelizzazione, liturgia e carità, i principali ambiti operativi. Ma la ricerca dell’autore è particolarmente orientata a riscoprire il fondamento biblico del diaconato, riletto attraverso il ministero ventennale. In appendice, l’omelia pronunciata dal vescovo Tonino Bello – grande promotore del diaconato permanente – durante il rito di ordinazione di Mario D’Elia.
L'autore individua i temi dell'umanità nel magistero di don Tonino Bello: nel ministero, nelle relazioni, nella solitudine, nella malattia, nell'amicizia, nei sentimenti del Natale. Protagonisti sono i fatti, le piccole storie, a partire dalla grande storia di un uomo che credeva davvero in Dio, nella chiesa, nell'umanità. Emerge il testimone dal volto umano, vicino alla gente, innamorato del Signore e desideroso di comunicare al mondo il suo inestimabile patrimonio di fede e di speranza. Prefazione del card. Dionigi Tettamanzi.
Animatore di gruppi giovanili, docente, scrittore, conferenziere, predicatore di esercizi spirituali, assistente e suscitatore di novità di vita in ambiti associativi e culturali, redattore della rivista La Civiltà Cattolica per circa trent'anni: spendendosi con generosità nell'ampio solco dell'apostolato gesuitico, padre Piersandro Vanzan ha reso un'intensa testimonianza di vita cristiana, tipica della persona ricca di doti umane e intellettive ma soprattutto pervasa dal forte senso di Dio. Umanità, audacia intellettuale, esemplarità cristiana: costituiscono, in sintesi, i temi generatori del volume e disegnano la figura che lo ispira. Come sottolineato dal direttore emerito GiamPaolo Salvini in prefazione, padre Vanzan ha lasciato scritti di grande riferimento e "soprattutto un numero impressionante di amici, che molto gli devono dal punto di vista spirituale". La biografia appena data alle stampe, nasce proprio dalla "rete di relazioni molto intense che il padre ha saputo coltivare e mantenere feconde nel tempo".