Chi entra in queste poesie, sentirà vibrare il Mistero di Dio, e insieme il profumo della donna e il respiro del mare. Mare, donna e Dio sono la triade che sostiene queste liriche. Che articolano un canto antico, perché Dio, nel magma primigenio, ha impastato di Sé il mondo, e ha scelto di abitare in modo speciale nella donna e nel mare. Ma al tempo stesso un canto nuovo, temperato su risonanze cosmiche, che si apre all’Universo e abbraccia la Terra -violata- con potente amore filiale.
Un canto che, dopo la tragedia inaudita della pandemia, che ha mutato il mondo e noi stessi, si fa invocazione ad un radicale cambiamento della visione della Realtà, riflesso di un’ inedita armonia tra il Divino, l’ Umano
e il Cosmico.
San Giuseppe Moscati è stato un uomo permeato dall'amore e dalla luce di Dio e lo stesso amore ha riversato sui suoi fratelli bisognosi guardando la sofferenza negli occhi e sapendo vedere in chi gli stava davanti non solo un corpo bisognoso di cure, ma prima di tutto una persona desiderosa di aiuto e di conforto. Con la sua breve ma intensa vita è l'esempio di come ognuno di noi possa e debba spendere al meglio i talenti che gli sono stati donati dal Signore, mettendoli a disposizione dei fratelli più bisognosi con spirito di amore e carità; per tutti noi medici San Giuseppe Moscati deve rappresentare una spinta ad avere la medesima "sensibilità" nel trattare con gli ammalati e i sofferenti e l'esempio di quanto sia necessaria l'umanizzazione della medicina e quanti benefici può portare, là dove si riesce a viverla, a tutti i malati e ai loro familiari!