
Questo volume affronta i diversi significati e ruoli che il colore puÚ assumere a seconda dei contesti culturali in cui viene impiegato, prendendo esempi salienti sia nellíambito della storia artistica europea ed occidentale sia in culture estranee al percorso storico dellíOccidente.
La scelta Ë caduta su contesti storici e culturali in cui il colore rivestisse un significato particolare nella produzione e nella fruizione del prodotto artistico. Nellíambito dellíOccidente Ë questo il caso del legame fra arte e architettura nel Medioevo (ad esempio nello spazio colorato creato dalle vetrate), del Quattrocento con la maestria tecnica dei suoi protagonisti, del periodo a cavallo fra otto e novecento (dove líartista diventa spesso anche teorico del colore) e di certe tendenza dellíarte contemporanea, da Rothko fino agli artisti che lavorano sul monocromatismo. Anche nellíarte bizantina importanti osservazioni possono essere svolte sul ruolo ed il significato del colore, svelando aspetti cruciali di questa tradizione artistica. Al di fuori della vicenda occidentale, differenti tradizioni culturali hanno i propri specifici accenti simbolici sullíuso del colore, come mostrato in questo libro per la Persia, la Cina e líAfrica.
La scelta non mira ad uníimpossibile completezza; ma, concentrando líattenzione sulle esperienze artistiche menzionate, offre al lettore spunti e strumenti per comprendere i differenti contesti di significato che condizionano líuso del colore nellíarte.
Gli autori coinvolti sono specialisti dei differenti periodi artistici affrontati. Massimo Carboni, Professore di Estetica allíUniversit‡ della Tuscia, introduce il tema con un saggio di taglio filosofico e antropologico.
Questo testo è un'interpretazione a tutto tondo di un movimento artistico che, iniziato nel tardoantico a partire da Costantinopoli, ha influenzato l'intero Mediterraneo e il Vicino Oriente con apici assoluti come a Ravenna, per invadere poi dalla Grecia tutti i Balcani e la Russia, ambedue veri eredi dell'arte di Costantinopoli. L'arte monumentale significa il tutto dell'arte "in situ", mosaici e affreschi, un patrimonio grandissimo e spesso altamente conservato, senza del quale nulla possiamo capire dell'Europa occidentale prima del Mille e le cui relazioni con l'Occidente proseguiranno per tutto il Medioevo.
Opera trasversale di storia della pittura. Quando nel 1998 uscì presso la Jaca Book l'opera La natura morta, la tiratura si esaurì tra ottobre e dicembre.Il paesaggio, come la natura morta, rappresenta uno dei fondamentali "generi" dell’arte, espressa nei dipinti su tavola e su tela, ma come vedremo non può essere limitato a semplice genere.
Il paesaggio largheggia nella tarda antichità, diviene simbolico e trattenuto nel Medioevo, prorompe sempre più impetuosamente nell’epoca moderna per divenire nuova metafora e pretesto espressivo nella contemporaneità.
Nils Büttner ne illustra qui in modo chiaro la storia dall’antichità ai giorni nostri, affrontando i diversi contesti in cui il paesaggio è stato visto e rappresentato nelle varie epoche. L’opera si avvale dell’eccezionale documentazione offerta dalle immagini di 220 capolavori, che permettono di identificare le tappe e gli sviluppi di questo genere pittorico.
Il testo è arricchito da ampie didascalie, dense di informazioni, che invitano all’osservazione e acuiscono lo sguardo, costituendo un ulteriore percorso autonomo di lettura.
Volume fondamentale per il dialogo interreligioso, meglio, per la reciproca comprensione. Per i cristiani Ë il modo di sperimentare come l'entrare nella compagnia con Cristo Salvatore aiuta la comprensione dell'altro e dell'altra esperienza religiosa. Un cristianesimo perciÚ non timoroso del diverso, aperto a tutta la vastit‡ del disegno di Dio. Nel rapporto con l'Islam si tratta della percezione di un cuore islamico che non ha nulla a che vedere con forme di fondamentalismo che dall'Islam non derivano, anzi lo sovvertono.
Jean-Mohammed Abd-el-Jalil (1904-1979) unisce gi‡ nel suo nome proprio il nome del grande apostolo cristiano Giovanni e quello di Maometto. Non Ë ovviamente un caso, Ë la scelta di un musulmano convertito al cristianesimo e fattosi francescano che non solo non ha voluto "cancellare" líesperienza religiosa islamica della sua giovinezza, ma ha scelto di essere un ponte tra il mondo cristiano e quello islamico. Scelta rara se ci si fermasse allo sguardo della sociologia. Gi‡ Talcott Parsons considerava come il convertito da un gruppo ad un altro rompe, dimentica, dialettizza, contrasta con il gruppo di provenienza.
Per Jean-Mohammed líincontro con Cristo Salvatore abbraccia e rivela la verit‡ di ogni altro processo umano e perciÚ religioso.
Padrino di Battesimo per Jean-Mohammed sar‡ Louis Massignon, forse la figura pi˘ evidente della condivisione cristiana del mondo musulmano. Il lavoro di Padre Jean-Mohammed allo Institut Catholique di Parigi sar‡ far comprendere líesperienza religiosa e le aspirazioni spirituali dei musulmani e del Corano in cui sono radicati. Uomo del suo tempo, Padre Jean-Mohammed d‡ un apporto essenziale a comprendere gli eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso, da quelli politici, come il tentativo dei Paesi non-allineati, la Palestina, alla grande stagione conciliare.
Il presente volume, realizzato sotto la direzione di padre Maurice Borrmans del Pontificio Istituto di Studi Arabi e díIslamistica (PISAI) Ë molto di pi˘ di una biografia, Ë líaccompagnamento del percorso spirituale e dellíimpegno culturale e cristiano di Padre Jean-Mohammed, con i suoi testi e con il suo insegnamento.
La capacità e l'esercizio di ascolto della parola poetica è anche un presupposto per ascoltare la parola di Dio, "alla quale l'uomo si abbandona in umile prontezza, affinché essa gli apra l'udito dello spirito e gli penetri nel cuore". In effetti, Rahner, interrogandosi su come sia possibile per l'uomo d'oggi trovare accesso alla fede cristiana, scopre che una poesia di Baudelaire o un romanzo di Graham Greene possono suscitare nel lettore una personale esperienza religiosa. Tra teologia e arte della parola Rahner, infatti, scopre un'affinità intrinseca. L'essere umano è stato creato e salvato dal Verbo fatto carne, e la letteratura, per il solo fatto di esprimere la realtà umana, dice dunque il mistero di Cristo e l'esperienza che l'uomo ne fa, perfino quando la ignora o la rifiuta.
Brunilde è passata alla storia come un grande personaggio crudele e negativo. Perché? E se proprio così non fosse? Brunilde nasce nel 550 d.C. e cresce a Toledo, figlia di un visigoto divenuto re e alleato dell'Impero Romano d'Oriente. Diventa regina di un regno dei Franchi, che per tutta la vita cercherà di riunire sotto una sola corona. Combatterà gli Avari e i Longobardi, ma anzitutto perseguirà il suo disegno politico di unificazione. Avrà buoni rapporti con san Colombano e papa Gregorio Magno, ma poi si scontrerà con loro. Patirà grandi lutti e regnerà come regina o come reggente per 46 anni. Brunilde fu al centro del mondo tardoantico; trattò alla pari con Bisanzio e col papa, ma alla fine fu sconfitta da un altro franco, Clotario, che le infliggerà una morte atroce e umiliante nel 613. E gli storici del tempo non furono dalla parte della vecchia visigota, perché appoggiavano i suoi avversari.
La pagina di Patrizia Giovannoni è una mappa, i suoi versi svelano un ordito avventuroso ed enigmatico come le trame di un tappeto persiano: in questo senso il titolo esprime pienamente il senso profondo di questo libro visionario e rivelante. La lingua dell'autrice inscena un dramma di viaggio e sogno che svela il dilemma originario della poesia, lo slancio a una rappresentazione, complessa e semplice come un fiore, della realtà del mondo.
Le confidenze di uno dei teologi del mondo ortodosso a Jean-Claude Noyer, giornalista di "Prier". Una testimonianza di fede non chiusa su se stessa, ma che si apre alla ricchezza della diversità della chiesa cristiana (tra Ortodossia e Cattolicesimo, Protestantesimo e Cristianesimo Orientale) e al dialogo con Ebrei e Musulmani. Un percorso spirituale capace di confrontarsi con i grandi "maestri del dubbio", Nietzsche Marx e Freud. Una conversazione proiettata verso il futuro che invita a cogliere nel messaggio cristiano un motivo di speranza: una speranza necessaria nel mondo contemporaneo, in cui la solitudine si accompagna ad un dilagante vuoto spirituale.