
André Grabar ci offre con quest'opera, che è stata senza dubbio la prima del suo genere e per molti versi è rimasta insuperata, una veduta d'insieme di un millennio di arte cristiana, dal III al XIII secolo. L'accento vi è spostato dalla considerazione delle forme e delle tecniche artistiche all'indagine del contenuto intellettuale e del valore semiotico delle immagini, attraverso la cui analisi viene rintracciata e ricostruita l'interpretazione dei soggetti cristiani in epoche e zone geografiche differenti. L'autore smonta il meccanismo della creazione e stana, nel momento stesso della loro genesi, temi iconografici di lunghissima durata. Una ricca erudizione, associata alla capacità di servirsi con rigore di fonti eterogenee (dalle credenze popolari alle arti minori, al magistero ecclesiastico, alle speculazioni degli ambienti colti), fa di questo libro - organizzato come un dittico di cui antichità e medioevo costituiscono i pannelli - un testo di lettura assai piacevole, in grado di illuminare la storia dell'arte come anche la storia del cristianesimo.
La favola delle api di Mandeville è il punto di partenza del percorso del libro, un percorso che affronta i problemi posti dalla rivoluzione industriale, dal capitalismo moderno e dalla economia del mercato globalizzato. L'indagine va alle radici della formazione dell'individuo sociale, disegnandone la genealogia attraverso le strutture del sacrificio, del dono e dello scambio, in base alla relazione tra denaro, sapere e scrittura e alla conseguente, fatale, mercificazione dei rapporti umani. Il senso del "viver bene" (il buen vivir degli Indios) pone altresì una domanda urgente su possibili economie e politiche alternative o correttive rispetto all'oggi prevalente via del neoliberismo capitalistico: una correzione di rotta che si proponga la salvaguardia della biodiversità e delle differenti tradizioni culturali del pianeta, e soprattutto e in generale l'affermazione dei diritti della vita "della nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa".
Hegel, l'imponente filosofo, snodo fondamentale del pensiero dell'Occidente, ha sempre suscitato le mie resistenze. Non tanto per un'ostilità, quanto perché il suo formidabile sistema si annunciava come la fine di un'epoca. Ma Hegel spariglia sempre le categorie in cui i suoi lettori intendono rinchiuderlo. Il suo pensiero non si offre con facilità, ma invita il lettore a confrontarsi non tanto con ciò che Hegel afferma, quanto con il percorso in base a cui Hegel arriva a dire ciò che dice. Questo è il metodo che il filosofo propone: confrontarsi con una verità che è generata, che si fa in una storia; il prima e il poi non costituiscono una semplice successione, ma un movimento di cui non dominiamo completamente l'origine e la legge. Intorno a questa idea di verità lavorano le pagine di questo libro, suscitate dalla commozione per lo stile hegeliano, in quanto esso non riposa sulla presunzione di un possesso cosciente di sé e della realtà, ma sul riconoscimento di una lacerazione e di un negativo come strutture dell'io. La lettura di Hegel è anch'essa presa in questo spiazzamento continuo, in questa storia non lineare: alterità all'opera nel pensiero, processo che si genera nello spazio di un probabilmente.
Karl Polanyi è un riferimento fondamentale per comprendere la storia e i problemi attuali della nostra società. Gli scritti qui raccolti chiariscono aspetti del suo pensiero che le opere maggiori, anzitutto "La grande trasformazione", presuppongono soltanto. Si va dall'analisi della crisi epocale, che la Prima guerra mondiale rese manifesta, ai commenti sul fascismo, sulla politica internazionale, sull'Unione Sovietica, fino agli scritti sull'istruzione per adulti, attività a cui Polanyi si dedicò nella convinzione che un'opinione pubblica informata e autonoma sia un fattore essenziale della democrazia. Anche la filosofia politica ha un particolare rilievo, con materiali degli anni Venti e Trenta selezionati dai curatori presso il "Karl Polanyi Archive" di Montreal. Tali scritti rivelano una concezione della natura sociale dell'uomo e della sua libertà, elaborata mediante il confronto critico con il pensiero di Karl Marx e con l'ideale cristiano della persona e della comunità. La sopravvivenza stessa del genere umano esige, secondo Polanyi, la capacità di rinnovare le istituzioni economiche e sociali grazie a una diffusa, consapevole e responsabile partecipazione democratica.
L'esperienza della vita monastica è stata caratterizzata, sin dai suoi esordi nell'Oriente tardoantico, dall'abbandono di un ambiente di provenienza e dalla ricerca di uno spazio nuovo e alternativo, nel quale maturare un percorso di avvicinamento a Dio da compiersi in una situazione - spirituale e materiale di libertà dalle interferenze esterne. Questa ricerca ha prodotto da subito delle idee su come tale spazio dovesse distinguersi e proteggersi e tali idee si sono presto trasformate in esperimenti concreti su come i luoghi in cui i monaci andavano a stabilirsi (da soli o in comunità) dovessero essere organizzati. Tuttavia, per quanto votato a una vita di solitudine, il mondo monastico non ha mai potuto (né voluto) recidere totalmente i propri legami con il resto della società umana. Sin dall'inizio la struttura dei monasteri ha dovuto perciò assumere forme in grado di mantenere con essa canali di comunicazione. Questo studio percorre ed esamina le testimonianze, testuali e materiali, relative alla conformazione dello spazio dei monasteri, proponendo un excursus su come le diverse funzioni cui essi dovevano assolvere (di tipo religioso, politico, produttivo, assistenziale) sono state pensate e concretamente realizzate.
L'opera di Charles Fourier (1772-1837) sviluppa una filosofia della ricchezza e una critica dell'industrialismo e del commercio che prefigurano gli eccessi dell'economia di mercato e anticipano la riflessione socialista. Leggere il suo pensiero alla luce di una problematica - la decrescita - che gli è in parte estranea, si rivela quindi attività feconda, che consente di esplorarne una parte finora non indagata. Senza negare i paradossi dell'opera di Fourier, Chantal Guillaume ne sottolinea la critica controcorrente del "capitalismo termo-industriale".
Miti, popoli, leggende: lo sguardo dell'umanità verso il cielo attraverso i secoli. La storia delle Costellazioni raccontata ai più piccoli. Età di lettura: da 6 anni.
Con questo volume, come dice la nota editoriale che l'accompagna, "ci troviamo di fronte a una delle più classiche aperture di un cassetto da tempo rimasto chiuso. Questo è potuto capitare anche a uno studioso come Ries, che aveva un archivio formidabile, oggi Archivio Ries per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica di Milano". Tra il 2009 e il 2010, nel preparare la prolusione per la Laurea Honoris Causa che l'Ateneo milanese gli avrebbe conferito di lì a pochi mesi, il caposcuola dell'Antropologia religiosa fondamentale rinvenne alcuni suoi scritti interessantissimi, in buona parte inediti benché datati. La nomina a cardinale, che seguì nel 2012, rese impossibile per Ries (scomparso nel 2013) terminare la revisione di quelle carte. Tuttavia, in esse ritroviamo, come nell'intera sua Opera Omnia in corso di pubblicazione presso Jaca Book, il senso del Sacro e le sue costanti (Mito, Simbolo e Rito), oltre ai suoi commenti, che si rivelano sempre dei flash di lettura straordinari.
Questo manuale introduce alla comprensione dei sacramenti come avvenimenti di grazia che continuano oggettivamente nella storia i gesti redentori di Gesù Cristo, eventi in cui Egli ora comunica Se stesso nello Spirito Santo. ll sacramento cristiano è l'evento singolare e straordinario che rende presente la nuova ed eterna alleanza e comunica la vita divina del Capo alle membra; esso concede una grazia divina per mezzo del compimento di un'azione materiale e sensibile. I sacramenti realizzano un incontro unico che tocca realmente e sensibilmente l'uomo rispondendo alla sua domanda di verità e di felicità. Lo scopo del libro consiste non solo nel formare dottrinalmente, ma anche spiritualmente alla vita ecclesiale oggettiva, offrendo una visione essenziale e stimolante a partire sia dalla prassi sacramentale sia dal magistero e dalla riflessione teologica maturati nel corso dei secoli, tenendo presente così la fede professata e celebrata. Inoltre espone sistematicamente tutti gli aspetti e i fattori dell'evento sacramentale non dimenticando il significato e le peculiarità dei singoli sacramenti.
BENEDETTO TESTA, sacerdote della diocesi di Macerata, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso la Pontificia Università Gregoriana conseguendo il dottorato in Teologia. Ha conseguito inoltre il dottorato in Filosofia all'Università degli Studi di Macerata. Docente di Teologia dogmatica e sacramentaria presso l'Istituto Teologico Marchigiano di Ancona e la Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera). Ha partecipato come perito all'assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi del 1990. Ha all'attivo diverse pubblicazioni e articoli apparsi su varie riviste teologiche.