
Rivista Internazionale di Teologia e Cultura.
Le caratteristiche della costruzione della basilica di San Pietro così come la conosciamo oggi - ricostruita durante il Rinascimento sulla sede originaria dell’antica basilica paleocristiana - sono strutturate in base a un sistema simbolico che fa riferimento alle origini della Cristianità e ai precetti della Riforma cattolica.
L’elemento che caratterizza principalmente la "nuova San Pietro" è l’inedito simbolismo centrato sulla relazione che si instaura tra la cupola centrale, l’altare e la tomba del Santo. La connessione di questi tre elementi innalza l’autentico asse verticale di incontro tra natura e sopranatura. Un tale asse verticale incrocia quello orizzontale centrato sulla piazza antistante la basilica, circondata dal colonnato.
Il simbolismo di ogni singola cappella è armonizzato con quello di tutte le altre, ma è nei mosaici che il messaggio di cui la basilica è portatrice si snoda in maniera estensiva.
Troviamo mosaici nella cupola centrale, nelle cappelle laterali, nelle cupole delle singole cappelle e nelle pale d’altare; ettari di tasselli che generano il più esteso apparato musivo al mondo.
L’intento di questo libro è condurre per mano il lettore attraverso l’armonia e la grandezza di questi mosaici, analizzando le tematiche che questi portano in scena. In questo modo, restituendo il messaggio complesso e articolato della Basilica.
Si tratta di una lettura iconografica essenziale per comprendere lo spazio e le immagini di San Pietro. La Cappella del battesimo, per esempio, ritrae tre scene nella propria cupola: il battesimo con acqua, il battesimo con il sangue (martirio) e il desiderio. Ciò prova quanto nella tradizione cristiana la salvezza universale dell’umanità sia stata da sempre tematica fondamentale.
Ogni cappella, con la relativa cupola e pala d’altare, intreccia il proprio dialogo con la storia della Chiesa e della sua dottrina.
Il volume, curato dalla veneranda Fabbrica di San Pietro, presenta una messe di inediti materiali iconografici e documentari e insieme introduce e conduce il lettore nel cuore della prima chiesa del Cristianesimo occidentale. L’opera è impreziosita da una campagna fotografica appositamente realizzata, che avvicina il lettore a questi capolavori con un dettaglio sino ad ora mai visto.
The characteristics of the construction of St. Peter's Basilica as we know it today - rebuilt during the Renaissance on the original site of the ancient Christian basilica - are structured according to a symbolic system that refers to the origins of Christianity and the teachings of the Catholic Reformation.
The main element that characterizes the "new St. Peter" is centered on the symbolism of the unusual relationship that develops between the central dome, the altar and the tomb of the saint. The connection of these three elements raises the true vertical axis of the encounter between nature and sopranatura. A vertical axis that intersects the horizontal axis centered on the square outside the basilica, surrounded by colonnades.
The symbolism of each chapel is consistent with that of all others, but in the mosaics that the message that the church is the bearer winds extensively.
Are mosaics in the central dome, in the side chapels, the domes of the individual chapels and altarpieces; hectares of tiles that create the largest mosaic in the world system.
The intent of this book is to lead the reader by the hand through the harmony and the greatness of these mosaics, analyzing the issues that they bring on stage. In this way, complex and returning the message of the Basilica.
This is an important iconographic reading to understand the space and the images of Saint Peter. The Chapel of baptism, for example, depicts three scenes in his dome water baptism, baptism by blood (martyrdom) and desire. This proves that in Christian tradition, the universal salvation of mankind has always been a key theme.
Each chapel, with its dome and altarpiece, weaves its dialogue with the history of the Church and its doctrine.
The volume, edited by the venerable Fabric of St. Peter has a wealth of unreleased material along with iconographic and documentary introduces and leads the reader into the heart of the First Church of Western Christianity. The work is enhanced by a specially made photographic campaign, which brings the reader to these masterpieces with a detail never seen until now.
Il volume di Filippo Coarelli inaugura una collezione di "Storia dell'arte romana" in più volumi, che vuole soddisfare l'esigenza di disporre insieme di dati aggiornati e di adeguata riflessione storiografica. Con un metodo originale l'autore basa la sua indagine sul dialogo continuo tra i dati archeologici e la tradizione classica sulle origini di Roma (tradizione elaborata successivamente ma, sostiene, ormai confermata dagli scavi ben più di quanto si pensasse fino a poco tempo fa). Il discorso che ne nasce, ancor prima che formale e stilistico, è anzitutto volto a tracciare un quadro di contesto. Nei secoli più antichi, quelli della Roma dei re, la città si trovava all'incontro di due mondi artistici ricchi e vivaci - quello etrusco a nord e quello greco-italico a sud - e costituiva una periferia artistica dove influenze e modalità espressive di varia provenienza si intrecciavano e interagivano con la sensibilità locale. Nell'età dei re, Roma apparteneva a un territorio relativamente omogeneo, quello dell'Italia tirrenica, i cui segni si colgono nell'urbanesimo, nell'autorappresentazione dell'aristocrazia, nella celebrazione del sovrano, nei templi e nell'introduzione della scrittura. Nella prima parte dell'età repubblicana iniziano a prender forma componenti proprie, in un continuo scambio di somiglianza e differenza rispetto ai mondi circostanti. Il quadro politico è cambiato, con il mutamento di regime politico all'interno, con l'espansione nel Lazio e la creazione di colonie.
Nel corso di quasi tre milioni d'anni di evoluzione biologica e culturale, l'uomo ha certo provato le più diverse emozioni di fronte alle forme, ai movimenti, ai colori, agli odori, ai suoni, alle parole, ai contatti... Età di lettura: da 11 anni.
Dorothy Day (1897-1980) è stata per decenni del secolo scorso la figura più scomoda del cattolicesimo americano. Attivista libertaria e giornalista impegnata politicamente, si fa cattolica nel 1927 e fonda nel 1933 con Peter Maurin il Catholic Worker, il periodico cattolico più importante per il sottoproletariato americano. Il periodico è stato il cuore di un vasto movimento, il Catholic Worker Movement, ed è tuttora pubblicato.
Dorothy resterà per tutta la vita un’attivista e una donna d’azione, non cesserà mai di protestare contro l’ingiustizia sociale, contro la guerra e contro il razzismo. Ma due nuove dimensioni con la conversione e la realizzazione del Catholic Worker Movement entreranno nella vita di Dorothy Day.
La dimensione della carità nell’impegno con i più diseredati, nel dare alloggio e attività ai sottoproletari, ai lavoratori agricoli stagionali, ai senza fissa dimora, agli emigranti, etc...
La sua è una vita di dedizione e lotta per gli ultimi della terra in una metropoli come New York e nei più disparati luoghi degli USA.
La seconda dimensione che cresce nella vita di Dorothy è una dimensione che appare nella storia del cristianesimo non infrequentemente in coloro che sono ricordati come "i santi della carità", a partire da un Vincenzo de’ Paoli. Si tratta della dimensione mistica. Una quotidianità di relazione con Cristo e il soprannaturale che dà una forza inesauribile al quotidiano impegno coi bisogni umani più elementari e nelle lotte per la giustizia.
Questa figura scomoda che ha praticato la disobbedienza civile contro la guerra del Vietnam e mantenuto rapporti con la Cuba di Fidel è anzitutto una persona di preghiera, di carità e di fede che la fa percepire come una santa. Questa biografia ricca di illustrazioni corre lungo tutto l’arco della vita di Dorothy Day ed è la più completa e documentata disponibile. Vi troviamo le tappe di uno straordinario itinerario umano ed incontriamo con Dorothy stessa la vita americana nella parte "bassa" della Mela, ma non per questo disgiunta dai grandi eventi e personaggi dell’epoca.
Dorothy viveva coi più poveri e sapeva parlare ai potenti.
I brevi saggi qui pubblicati non intendono dire cose nuove sulla liturgia, i sacramenti e la Chiesa. Al contrario: mirano a dire cose antiche, quelle che la fede cristiana ha sempre predicato e insegnato. Esse appartengono al mistero, alla verità della fede, e la natura della verità è di risplendere e di essere affascinante.
C’è sempre la tentazione di rendere tali cose totalmente "normali", civilmente accettabili e politicamente corrette. È così che la liturgia diventa una rispettabile attività religiosa dell’uomo, l’Eucarestia una cena a cui partecipa il più degno dei commensali, Gesù Cristo, e la Chiesa, un’associazione dei cristiani.
Tale tentazione presente nella storia è oggi una frequente deviazione.
L’Autore intende riproporre la liturgia non come lodevole attività umana, ma come opera di Cristo crocifisso e resuscitato che prende con sé l’uomo per metterlo in comunione col cielo. Egualmente l’Eucarestia è vista come mistero centrale del cristianesimo, dove Cristo non benedice semplicemente una cena, ma ci offre il suo corpo di Salvatore. Infine la Chiesa è il "corpo di Cristo", l’umanità animata dal suo Spirito, alla cui costruzione ogni cristiano è chiamato a partecipare. E non solo ogni cristiano, ma ogni uomo mosso dal sincero desiderio della verità e dell’amore.
Troppe volte anche gli uomini di Chiesa sembrano più preoccupati del plauso a destra o a sinistra che non della loro peculiare missione di partecipare a tutti il mistero di Cristo, dell’Eucarestia e della Chiesa.
Il mistero cioè che ci permette di sentirci cristiani e di non cessare di stupirci personalmente perché ci è stato reso visibile l’"altro mondo".
All’inizio del secondo decennio del XXI secolo la terra si presenta abitata da circa 7.000 milioni di persone, che si possono considerare divise in circa 2.000 milioni nei paesi industrializzati (Nord America, Europa, Russia, Giappone, Australia), in circa 3.000 milioni nei paesi in via di industrializzazione (Cina, india, Brasile, Sudest asiatico, eccetera) e in circa 2.000 milioni nei paesi poveri e poverissimi, per lo più in Asia, Africa, America latina.
Si usa caratterizzare i diversi paesi e il loro sviluppo economico con l’indicatore PIL, prodotto interno lordo, un numero che indica la quantità di denaro che scorre attraverso ciascun paese in un anno. Le singole persone tuttavia non mangiano, non si muovono, non abitano, non comunicano con i soldi, ma con delle cose materiali, tratte dalla natura e trasformate in prodotti commerciali, utili: grano e benzina, cemento e acqua, eccetera. Anche i beni apparentemente immateriali, come il parlare, la stessa felicità e dignità umana non sarebbero accessibili se non ci fossero fili elettrici, telefoni, abitazioni decenti, letti di ospedale, banchi di scuola, tutti «beni» fatti di metalli, legno, plastica, eccetera.
«Dentro» ciascun oggetto, ciascun prodotto fabbricato, ciascuna merce, ci sono materie fisiche, ma anche storie di personaggi, di inventori, di lavoro, di fatica umana.
Questo libro vuole raccontare alcune di queste storie di sostanze chimiche e di persone. È intitolato «dizionario» perché gli argomenti sono predisposti in ordine alfabetico, ma naturalmente si tratta di pochi argomenti rispetto all’universo quasi infinito di merci e oggetti che ci circondano.
I filosofi del Settecento scrissero un dizionario delle cose tecniche, intitolato Enciclopedia ragionata delle arti e mestieri. I chimici dell’Ottocento scrissero vari dizionari ed enciclopedie merceologiche, con un numero sempre più grande di «voci» a mano a mano che arrivavano altre innovazioni tecniche. Oggi sarebbe praticamente impossibile scrivere un dizionario universale delle merci e delle cose materiali.
Il lettore dovrà accontentarsi di queste poche schede che riguardano una minima frazione dei circa 60 miliardi di tonnellate di materiali che circolano intorno a lui, fra alimenti, fonti di energia, macchinari e manufatti industriali. Acqua esclusa, perché quella entra ed esce dalle case, dai campi e dalle fabbriche di tutto il mondo in ragione di circa 4.000 miliardi di tonnellate all’anno.
Se il lettore sarà incuriosito e indotto a guardarsi intorno con un po’ di curiosità e meraviglia per il mondo delle cose che gli permettono di vivere e lavorare, l’autore si sentirà soddisfatto.
India, secolo XX: il 14 luglio 1973, a Rishikesh, il monaco benedettino Henri Le Saux, vive l’esperienza del risveglio; Ramana Maharshi, trasmette il messaggio delle Upanishad senza la mediazione dei testi scritti; Ananada Mayi Ma, "essenziata di beatitudine", in samadhi, realizza l’advaita.
Personaggi di confine, o meglio, sopra il confine, "testimoni dell’assoluto", che Caterina Conio incontra nelle grotte, negli eremi, negli ashram dell’India, dopo aver a lungo meditato sulla Mandukya Upanisad, il più astratto dei testi vedantici. Caterina Conio ne comprende l’eccezionale "portata mistica" e la penetra a fondo, attraverso il confronto con le altre scritture della tradizione dell’Oriente e dell’Occidente.
Discute la prima tesi alla cattolica di Milano su un testo sacro non occidentale, la Mandukya, che continua ad approfondire per il suo PhD alla Banaras Hindu University. Sente il "bisogno metafisico" di un dialogo filosofico-religioso tra i due emisferi. A Varanasi, Panikkar sarà suo diretto interlocutore. E così Caterina Conio continua negli anni la ricostruzione del pensiero delle personalità esemplari cristiane e non: del Gandhi mistico e karma-yogin, del sacerdote Monchanin che, con l’abito ocra e il nome indiano, rimane per sempre fedele in tutto alla Chiesa cattolica, degli impavidi Vinoba e Thomas Merton che con attitudine ascetica hanno promosso la giustizia sociale e il dialogo interreligioso.
Il 31 ottobre 1996, Caterina Conio lascia il suo corpo e con esso i suoi scritti, dove è possibile per tutti trovare rifugio, perché "non esiste un livello della realtà che (...) non offra una possibilità di realizzare Brahman anche se magari in modo parziale, ma certamente reale ed effettivo".