I saggi e i racconti raccolti in questo volume, seguono il percorso del pellegrino: dall'ora d'ombra del crepuscolo che avvolge lo stagno scuro della sua casa natale, dove la natura struggente dell'autunno dell'anno 1939 non viene scalfita dagli echi della guerra appena scoppiata; al buio dell'universo concentrazionario sui lembi estremi dell'impero sovietico. L'ombra che d'improvviso scende dalle montagne sulla scena descritta da Herling, è il proemio del pellegrinaggio che lo condurrà attraverso i territori occupati dai sovietici al "mondo a parte" del gulag. Il pellegrino diventa allora testimone, per se stesso e per i suoi compagni di prigionia, dei totalitarismi del XX secolo, e la sopravvivenza della sua testimonianza è la meta che gli fa riprendere il cammino come soldato della libertà nell'Europa in guerra, e poi esule, nell'Europa del dopoguerra. Al suo pellegrinaggio di soldato che "nei campi militari e nelle baracche" sogna "il brusio dei fiumi della sua patria" nella quale sceglierà di "non tornare", appartengono i primi racconti "italiani" di Herling pubblicati in questo libro: "Villa Tritone" e "Il principe costante". Giunto alla meta con il crollo dei regimi comunisti e il ritorno in Polonia dopo mezzo secolo vissuto al di là della "linea d'ombra", il pellegrino Herling si volge indietro e ripercorre - nei saggi che chiudono il volume - il suo cammino di scrittore: le cui sorgenti vitali sono nel "legame inscindibile" fra "essere e scrivere".
Una moderna filiera produttiva al servizio di un'antica ragione rituale. La fortuna del presepe, considerato il simbolo un po' nostalgico del natale tradizionale, è legata a grandi trasformazioni sociali e culturali: la produzione seriale, la valorizzazione degli affetti famigliari e dell'interno domestico, la celebrazione della natività che fa da sfondo sacro all'emergere di una piccola e media borghesia, vera protagonista dell'affermazione di questa teatralissima macchina devota. Cellula generativa di un'autentica economia del sacro, il presepe rende attuale la buona novella, la ambienta in un presente in cui tutti possono star di casa. Il volume è corredato dalle fotografie delle sculture del laboratorio d'arte La Scarabattola.
Paolo Onelli ha lavorato in strada, nelle case di accoglienza, nelle case-famiglia. E quelle che racconta sono storie incredibili e di sconvolgente umanità. Ma sono anche storie che diventano talvolta tragicamente comiche, come quelle che raccontano i rapporti con le istituzioni: il muro di gomma della burocrazia, le avventure semiserie con funzionari sordi e ottusi, gli errori, le sviste e le disattenzioni di istituzioni elefantiache. Da Torbellamonaca al Giambellino, attraverso esperienze vive, nel confronto diretto con i problemi sociali sollevati da bambini e bambine, prendono forma i diritti dei minori e un'idea di "cittadinanza", come dimensione di appartenenza alla comunità in una civile coesistenza.
"Non c'e azione più spregevole che leggere libri e raccontare storie inventate: questo è il dettato pedagogico di molti dirigenti scolastici come il signor Gradgrind dei "Tempi difficil" di Dickens. Eppure enorme è il valore delle storie e dell'incanto che esse producono: racchiudono la capacità di inventare altri mondi; ampliano la fantasia; estendono la conoscenza; eccitano la curiosità; conservano, tramandano, rinnovano la memoria." Giuseppe Pontremoli è nato a Parma nel 1955. È maestro elementare a Milano, si occupa di lettura, di racconto orale, di letteratura per l'infanzia, di rappresentazioni dell'infanzia nella letteratura, di problemi educativi, collaborando a varie riviste. Ha scritto saggi, poesie e romanzi per ragazzi.
In questo libro una selezione di autori dà forma ad una sorta di bestiario come concentrato di umanità, al confine (pagano) tra cultura cattolica e araba, tra l'anima 'nera' della terra e del mondo contadino e gli spazi aperti del mare, continuamente intrecciati con il filone urbano. La narrativa fantastica siciliana, pienamente contemporanea e visionaria come quella di altri sud - Messico e Argentina - delinea un tracciato alternativo che supera l'angustia del realismo, la stucchevolezza del barocco e gli abusati scenari del folkloristico e del pittoresco.