Riandando alle origini del cristianesimo in Georgia, ci imbattiamo nel simbolo della croce ricavata da un ramo di vite, che la Vergine affidò a santa Nino inviandola a evangelizzare queste terre. La croce-vite è anche l’archetipo del particolare «carisma» del cristianesimo georgiano e della sua cultura, in cui fecondità e convivialità si intrecciano con una vertiginosa, irriducibile tensione alle altezze. L’antichissima arte della coltivazione della vite e della produzione del vino in Georgia trova il suo punto di arrivo nell’arte del convivio, ancor oggi radicata nella società e scandita da gesti e rituali sacri. Nasce da questo incrociarsi di umano e divino la civiltà austera, impervia e aristocratica dell’Alto Svaneti, con le sue case-torri e la sua arte ieratica, incisiva, quasi selvaggia. Nasce di qui, oltre che dall’antico mito del vello d’oro, l’amore per la lucentezza dell’oro, degli smalti e delle pietre preziose, con cui sono realizzate splendide icone caratteristiche dell’arte sacra georgiana. È un amore appassionato per ogni bellezza fisica e naturale, radicato in quello che Pavel Florenskij, nato tra i monti del Caucaso, definiva l’«interrogativo sul trascendente». A introdurre il lettore in questo universo artistico e spirituale è Nana Burchuladze, storica dell’arte, docente universitaria e conservatrice del patrimonio artistico medioevale del Museo Nazionale Georgiano
In un drammatico momento di conflitti come quello che stiamo attraversando, ci sembra significativo presentare il patrimonio artistico dell’antica Kiev, culla della civiltà russa e della fede cristiana del suo popolo, per mostrare la comune radice di fede e di cultura cui si alimentano il po- polo russo e quello ucraino.
Gli splendidi mosaici della cattedrale di Santa Sofia, costruita e decorata nel X secolo da uno dei primi principi russi, Jaroslav il Saggio, documenta a tutt’oggi lo splendore dell’arte bizantina e nel contempo una particolare attenzione missionaria: la preoccupazione di annunciare al po- polo russo la novità evangelica da poco conosciuta; solo pochi decenni prima, infatti, nel 989 il principe Vladimir aveva ricevuto il battesimo insieme al suo popolo.
Oltre 2500 mq di mosaici e di affreschi al suo interno di- spiegano davanti allo spettatore l’intero universo appena uscito dalle mani del Suo Creatore, gli mostrano le figure di Cristo, della Madre di Dio e di centinaia di santi, guide e compagni nel cammino di fede da poco intrapreso.
Di pochi decenni successivi sono i mosaici di San Michele al Tetto d’Oro, di cui ci sono rimasti gli strappi, eseguiti da restauratori-volontari prima che la chiesa fosse fatta saltare da Stalin negli anni ‘30.
L’AUTORE
Autore del testo e delle immagini è Vladimir Sarab’janov, storico dell’arte e restauratore di Mosca, che per anni ha lavorato ai restauri di questi mosaici, scoprendone i segreti, fotografandoli nei particolari e cogliendone nessi e simboli di grande profondità.
Questo libro raccoglie otto storie di donne vissute in anni e contesti diversi nel periodo dei regimi totalitari di tipo sovietico. A unirle è un senso profondo dell’umano, che ha ridestato in loro e intorno a loro il gusto della bellezza, dell’amicizia, il desiderio di vivere una vita autentica che non censuri la pietà, il dolore, il dovere, la responsabilità. Mogli, madri, monache, artiste, insegnanti, hanno dalla loro la forza vitale dell’esperienza, dell’amore, che come un esile filo d’erba, è in grado di bucare l’asfalto di ogni cortina ideologica.
Testimonianze vere, in grado di ridestare anche in noi – uomini e donne oggi sballottati da un profondo vento di crisi – un moto di speranza.
GLI AUTORI
Marta Dell’Asta è direttore della rivista «La Nuova Europa». È autrice della biografia del gesuita Pietro Leoni, e della storia del dissenso Una via per incominciare. Giovanna Parravicini ha curato varie pubblicazioni sulla storia della Chiesa in Russia e la storia dell’arte bizantina e russa. Tra le opere: Lituania popolo e Chiesa; Ave Gioia di tutto il creato; Julija Danzas; Vita di Maria in icone; Icona: immagine di fede e arte; Liberi; Marija Judina la pianista che commosse Stalin. Angelo Bonaguro si occupa della storia del dissenso dei paesi centro-europei. Ha al suo attivo numerosi articoli apparsi su vari organi di stampa.
Gli autori sono ricercatori presso la Fondazione Russia Cristiana.
Questo testo, infuocato e veemente “libello” composto nel vivo degli eventi della Rivoluzione d’ottobre, è certamente una delle opere più discusse di Berdjaev, e costituisce un deciso richiamo anche per l’uomo contemporaneo, invischiato nella crisi e propenso a vedere nella politica l’unica via d’uscita dai mali presenti.
Nell’opporsi ai rivoluzionari che tentano di riorganizzare la società con un’azione dall’alto, che esaltano il valore dell’uguaglianza come antidoto all’ingiustizia sociale e sperano così di fondare il paradiso sulla terra, Berdjaev ci ricorda che nessun sistema politico, per quanto giusto, è in grado di esaurire la domanda di significato dell’uomo, e che l’origine e il fondamento della vera politica non stanno in un progetto ma nella persona, nella sua “disuguale” unicità, nella libera risposta della creatura all’amore del proprio Creatore, unico motore in grado di trasfigurare veramente la società.
L’AUTORE
Nikolaj Berdjaev (1874-1948), filosofo religioso russo. Dopo un’iniziale fase marxista si riavvicinò all’esperienza ecclesiale ortodossa. Espulso dalla Russia nel ‘22, si stabilì a Parigi, dove diede forma ad un suo originale personalismo esistenziale cristiano. Tra le sue opere: Il senso della creazione (1916), La concezione di Dostoevskij (1924), Spirito e libertà (1927), L’io e il mondo (1932), Schiavitù e libertà dell’uomo (1939), Autobiografia spirituale (1948).
Nel solco di una tradizione che si arricchisce ogni anno di nuovi contenuti artistici e storici, il calendario 2014 della Fondazione Russia Cristiana propone l’incontro con l’arte bi- zantina dei Balcani, attraverso una panoramica degli splen- didi affreschi e delle icone che ancora oggi si possono ammirare nelle chiese e nei musei di Serbia, Kossovo e Ma- cedonia.
L’ampio testo monografico e le 24 tavole a colori in grande formato, che ripercorrono il ciclo dell’anno liturgico offrendo nel contempo immagini dei santi e delle feste più cari alla tradizione religiosa degli Slavi meridionali, testimoniano la mirabile sintesi artistica espressa da tale cultura.
L’AUTORE
I testi sono di Anna Zacharova, professore associato di Sto- ria dell’Arte presso la cattedra di Storia dell’Arte dell’Uni- versità Statale di Mosca, e docente di Arte bizantina all’Istituto Statale di Critica d’Arte.