
"Aggrediti dalle diseguaglianze, sorpresi dai migranti, flagellati da imposte e corruzione, bisognosi di protezione e sicurezza, feriti dalla globalizzazione, inascoltati dai partiti tradizionali e rafforzati nella capacità di esprimersi dall'avvento dell'informazione digitale, gli italiani con le elezioni del 4 marzo 2018 hanno reagito consegnando le proprie sorti al primo governo populista dell'Europa occidentale, con il risultato di innescare un domino di eventi sul Vecchio Continente dalle conseguenze imprevedibili. Questo libro tenta di rispondere alla domanda su come tutto ciò sia potuto accadere in Italia, con una rapidità travolgente e un'accelerazione di sapore rivoluzionario in uno dei paesi più moderati dell'Occidente." Maurizio Molinari ha percorso il nostro paese in lungo e in largo, incontrando di persona il disagio, le paure e le speranze degli italiani, per raccontare i motivi di una rivolta che ha sorpreso l'Europa e ha cambiato radicalmente i connotati della vita pubblica.
Trenta storie d'amore per conoscere meglio i greci e i romani, antenati ai quali ci uniscono, nel bene e nel male, fili di continuità che arrivano fino a oggi. Conoscere gli "altri", lontani da noi per tempo, spazio e cultura, può aiutarci a capire meglio anche il nostro rapporto con i sentimenti e l'affettività. Dalle avventure amorose di Zeus, il primo molestatore seriale della storia occidentale, alle conquiste di Cesare, "il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti", queste storie mostrano le tante analogie ma anche le non trascurabili differenze nel modo di concepire e vivere nelle diverse culture un sentimento considerato immutabile come l'amore. Una passione che nel corso dei secoli ha accolto benevolmente comportamenti oggi considerati inaccettabili, in una continua ridefinizione dei propri confini che ha segnato la cultura europea moderna. Eva Cantarella esplora questi confini in un libro che ci invita a cogliere nella luce del mito e della storia il riflesso in grado di illuminare il nostro tempo.
Durante il periodo Edo, tra il 1603 e il 1868, il Giappone visse un lungo periodo di isolamento, durante il quale interruppe quasi del tutto le relazioni con il resto del mondo. Per oltre due secoli, fiorì in Giappone una cultura unica e originale, che influenzò tutte le discipline. La matematica che si sviluppò in quegli anni, senza influenze straniere, prende il nome di wasan. Il wasan era praticato da studenti ma anche da persone comuni, che affrontavano problemi matematici per divertimento e per risolvere le necessità della vita quotidiana, come costruire un ventaglio o disporre i ? ori in un vaso. Spesso i quesiti venivano disegnati su piccole tavolette di legno, i sangaku, che venivano appese di fronte ai templi per sfidare i pellegrini e i passanti a scrivere la soluzione sul retro della tavola. Una matematica "partecipativa" e divertente di cui nei secoli si sono perse le tracce - soltanto 1.000 sangaku sono giunti ? no a noi - e che questo libro riporta finalmente alla luce. Il lettore scoprirà 12 problemi matematici ispirati alla vita di tutti i giorni, una sfida per gli aspiranti matematici di tutte le età, che da 200 anni aspetta di essere risolta.
Quando i motori del razzo si accendono, si realizza il grande sogno della mia vita: andare nello spazio. Per sette mesi, sulla Stazione Spaziale Internazionale. Dalla scienza alla riparazione della toilette, dall'arrivo di astronavi cargo alle passeggiate spaziali dei colleghi, dagli allarmi alla routine, dai grandi avvenimenti alle piccole scoperte, dai rituali al taglio dei capelli: l'intensa vita di bordo è raccontata con gli occhi meravigliati di chi diviene, giorno dopo giorno, un essere umano spaziale. Per arrivare fino a lì il viaggio è (stato) lungo. Anni di dedizione assoluta, passati con le valigie in mano, a cavallo fra tre continenti, tra circostanze fortuite e altre ostinatamente cercate, tra incontri, lingue e culture, tra natura e tecnologia, tra fatiche e attese, gioie e delusioni, tutto per imparare a essere un'astronauta. Questo è il diario della lunga strada che mi ha portato verso la rampa di lancio e dei giorni a bordo delle Stazione Spaziale, accompagnati dalla prepotente bellezza della Terra e dalla profonda meraviglia suscitata dal firmamento.
Siamo alla fine degli anni Cinquanta. Un uomo cammina in un parco a Vienna e presto sarà picchiato da un gruppo di quattro adolescenti. Non vogliono i suoi soldi, non vogliono niente, e lui non ha alcuna colpa. Vogliono solo sfogare la loro rabbia facendo qualcosa di assolutamente non necessario. Sophie, Hans, Rainer, Anna: tutti diversi e tutti accomunati dallo stesso sentimento. Sono gli esclusi, come se fossero rimasti chiusi fuori di casa e non potessero più entrare, perché chi è dentro non apre la porta. Nella Vienna che ancora combatte con i demoni del nazismo, nello specchio di un mondo che crea maschere e produce rassegnazione, questi quattro ragazzi sembrano agire con una logica ferrea e perversa.
La punizione è la storia di un'ingiustizia: la detenzione di novantaquattro studenti, puniti per aver manifestato pacificamente nelle strade delle grandi città del Marocco nel marzo del 1965. La prigionia è subdola, ma non per questo meno violenta: viene spacciata come convocazione per il servizio militare. I ragazzi ricevono nelle loro case un semplice obbligo di comparizione in caserma e di lì non escono più. Si ritrovano prigionieri in luoghi che sono lontani da tutto, isolati dalle loro famiglie e da chiunque potrebbe aiutarli, sfruttati, denutriti e maltrattati fino alla morte. Sempre senza spiegazioni; sempre senza nessuna ragione. Fra questi ragazzi c'è anche Tahar Ben Jelloun, che uscirà vivo da tutto questo quasi per miracolo, salvato indirettamente dal colpo di stato del 1971. Come dichiara nel libro, ci sono voluti 50 anni per riuscire a tornare con la mente a quelle settimane che hanno segnato per sempre la sua coscienza, e forse hanno segretamente nutrito la sua vocazione di scrittore.
La placida e poverissima cittadina tropicale di San Cristobal, incastonata tra la selva e il fiume, viene sconvolta un giorno da trentadue bambini, provenienti dal nulla. Sono violenti, sono estremi: mendicano e rubano, scippano, disturbano. E parlano una lingua incomprensibile, un gergo selvatico. Sono degli estranei, a tutti gli effetti. Le reazioni non tardano a manifestarsi: c'è chi cerca spiegazioni, chi vuole salvarli e chi invece si schiera decisamente contro di loro. Ma quanto più estreme sono le posizioni, tanto più si dimostrano fallimentari, in uno scenario sempre più perturbante. Ma chi sono questi bambini, che mettono in discussione la vita sociale? Da dove vengono e cosa vogliono dire? A raccontare la storia un narratore esterno, testimone dei fatti, impiegato presso l'ufficio affari sociali, che arriva a San Cristobal con moglie e figlia. Sarà lui la mente più lucida a intuire ciò che sta accadendo. E sarà una bambina a decifrare il codice linguistico dei 32 bambini.
Margherita Malventi si dedica a una cucina intima e riflessiva nel suo piccolo ristorante a Venezia, nel sestiere di Castello, ed è convinta che la luna le abbia salvato la vita più di una volta. Suo padre si chiama Achille, ha ottantasette anni, è alto un metro e cinquantaquattro, ed è stato uno dei più rinomati chef della città lagunare, finché non ha perso tutto a causa delle sue manie di grandezza. È un uomo rabbioso, in guerra contro il mondo, ma l'invito a partecipare come ospite d'onore a Chef Test, popolarissimo programma televisivo di cucina, sembra offrirgli la possibilità di una rivalsa pubblica. Margherita decide di accompagnarlo a Milano, dove il programma viene registrato, con la speranza assai poco realistica che il viaggio possa dischiudere tra loro una comunicazione che non c'è mai stata.
"I testi che compongono questo volume sono variazioni su un unico tema, il tema di una filosofia che si esercita con il mettere alla prova prospettive, seguendo le occasioni. Il tipo stesso di filosofia che io coltivo - posso dire 'il mio pensiero' - è piuttosto retto da una logica della conversazione che da una logica argomentativa serrata. Non si 'arriva' da nessuna parte, ci si aggira sempre nei dintorni, si permane dentro un orizzonte. E questo del resto il nostro rapporto con l'essere stesso, esso è l'apertura entro cui stiamo, niente come una struttura sistematica con inizio, mezzo, fine." Gianni Vattimo torna a percorrere i sentieri di Heidegger in un libro che è il manifesto di una nuova filosofia della prassi. Contro ogni tentazione metafisica, e contro il nuovo realismo molto di moda, Vattimo invita a un'ermeneutica della prassi e richiama la filosofia al suo ruolo primario: interrogare il presente, prendere parte all'oggi, perché l'unico accesso che abbiamo all'essere è nel suo accadimento. La filosofia ha dunque il dovere dell'impegno attivo, politico nel senso più etico del termine, di capire e partecipare alla realtà che viviamo. L'impegno è certamente un pensiero divisivo - alimentato da movimenti "indignati" e populismi, forme di democrazia dal basso e predicatori televisivi - ma è una responsabilità ineludibile a cui non possiamo più sottrarci.
L’agenda 2019 di Paulo Coelho, rappresenta un vero e proprio cammino lungo 12 mesi, che accompagna il lettore fra citazioni, frasi, suggestioni e pensieri, scritti e selezionati da una delle voci più importanti della letteratura mondiale.