Per capire più a fondo don Bosco è utile, se non indispensabile, conoscere la personalità e l’opera di san Giuseppe Cafasso (1811-1860), suo direttore spirituale. Nel medesimo tempo, la vita e l’esperienza del Santo Educatore ci aiuta a meglio comprendere il Cafasso, «perla del clero italiano», anche attraverso l’analisi delle loro profonde somiglianze e diversità.
Don Bosco era consapevole di quanto fosse debitore al Maestro: «Se ho fatto qualche cosa di bene lo debbo a questo degno ecclesiastico nelle cui mani riposi ogni mia deliberazione, ogni studio, ogni azione della mia vita» (Memorie dell’Oratorio).
I due santi ebbero in comune le radici castelnovesi, la formazione nel seminario di Chieri, il perfezionamento pastorale nel Convitto di San Francesco d’Assisi in Torino, l’appartenenza al presbiterio torinese. Il loro rapporto, per quanto fossero quasi coetanei, ha un’evidente connotazione asimmetrica.
Numerosi altri santi preti e laici del secondo Ottocento e primo Novecento sono riconducibili al magistero spirituale del Cafasso, che può essere considerato una delle più riuscite realizzazioni ottocentesche del progetto di prete-pastore propugnato dal Concilio di Trento.
Il presente volume raccoglie il contributo di alcuni studiosi che evidenziano aspetti diversi e complementari della figura e dell’opera di san Giuseppe Cafasso e il suo fecondo apporto alla formazione di don Bosco.
Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha offerto una bella enciclica sulla Speranza cristiana, capace di illuminarci, incoraggiarci e stimolarci.
La parte dottrinale dell’Enciclica incomincia con uno studio sul concetto di speranza basata sulla fede e si pone poi due domande fondamentali: Che cosa è la vita eterna, oggetto della speranza cristiana? La speranza cristiana è individualistica? Ad esse il Papa risponde descrivendo la vera fisionomia della speranza cristiana.
La parte pastorale dell’Enciclica si interessa dei «luoghi» di apprendimento e di esercizio della speranza: la preghiera, l’agire, il soffrire, l’attesa del Giudizio di Dio.
L’Enciclica si conclude con una contemplazione della Vergine Maria, «Stella della speranza».
Questo volumetto vuole aiutare i lettori ad accostare i contenuti principali del testo di Benedetto XVI, toccando i vari aspetti. Il Card. A. Vanhoye offre una puntuale lettura d’insieme; M. Toso ne evidenzia la rilevanza culturale e sociale; C. Bissoli ci fa vedere come la Parola di Dio risuona dentro un quadro di intenso dialogo con l’esistenza; S. Palumbieri ci aiuta a scoprire la speranza sul versante antropologico, il cui fondamento rimane Gesù, uomo-Dio; J.L. Plascencia ne illustra la dimensione teologica e P. Carlotti quella teologico-morale; M. Farina presenta un approccio pastorale e L. Macario ne fa una lettura pedagogico-educativa.
La domanda che dà origine a questa ricerca è quella sulla nozione di «diritti» di cui è titolare la Chiesa cattolica; sul contenuto e sulle implicanze giuridiche di questa affermazione; il suo senso nell’ordinamento canonico e la sua proiezione dinanzi alla Comunità politica.
La trattazione verte sull’insieme delle disposizioni del Codice di diritto canonico che contengono affermazioni sull’autonomia della Chiesa in se stessa e dinanzi ai poteri temporali, espressa in diritti e libertà qualificati come «propri», «esclusivi», «nativi», «originari» o con altri aggettivi somiglianti. Queste norme, sia per il fatto di attribuire certi diritti alla Chiesa come soggetto giuridico, sia perché quei diritti sono attribuiti con qualche qualificazione speciale, portano a pensare che questi diritti manifestano il convincimento della Chiesa sulla pienezza del proprio ordinamento giuridico.
Il presente lavoro si propone di analizzare, in sintonia con il magistero conciliare sulla libertà religiosa e sul rapporto Chiesa-Comunità politica, la possibilità del ricupero dell’argomento dei diritti nativi in diverse prospettive, soprattutto la prassi concordataria postconciliare. In questo modo si cerca di rivalutare la presenza delle affermazioni sui diritti nativi nel Codice, rilevando la loro funzione attuale nell’ordinamento canonico e verso la Comunità politica.
Il tema del rapporto tra generazioni di religiosi adulti e giovani nella vita consacrata è oggi diventato oggetto di particolare attenzione, cura e preoccupazione per la stessa concezione della vita religiosa.
Gli studi presentati in questo volume intendono approfondire il tema vocazionale nella prospettiva intergenerazionale avvalendosi di una concreta indagine a carattere scientifico, metodologicamente corretta, così da permettere una fondata validità insieme ad una cauta e relativa generalizzazione.
Partendo da tale indagine si sono strutturate le due relazioni a carattere sociologico di R. Mion sul rapporto religiosi giovani e adulti maturi nella prospettiva della missione apostolica e di G. Dal Piaz sulla lettura delle percezioni giovanili sulla vita consacrata.
Nell’intento di offrire indicazioni operative per una adeguata progettazione educativa e di intervento metodologico, il volumetto è stato arricchito ulteriormente dall’apporto di altre due riflessioni operative presentate da due specialisti del settore pedagogico, rispettivamente G. Roggia, nella prospettiva della formazione permanente, e M. Llanos, in quella della formazione iniziale delle giovani vocazioni.
L’intervento in apertura di E. Rosanna costituisce una finestra aperta sull’orizzonte della condizione giovanile e in particolare sulle sue scelte vocazionali, introduce il lettore nella problematica in questione e lo conduce per mano sulla soglia degli opportuni interventi programmati.
Documentare e riflettere criticamente sull’alto senso di responsabilità, sul nobile impegno educativo-sociale sottesi all’organizzazione sia di una Casa Famiglia per minori dai 12 ai 18 anni sia del Movimento Famiglie Affidatarie – sorti entrambi dalla sinergia dei Salesiani del Borgo Ragazzi Don Bosco e dei loro Collaboratori – significa far conoscere un’importante e concreta via di realizzazione del bene-essere sociale.
Le famiglie affidatarie e il loro Movimento, mentre danno corpo a politiche sociali più commisurate ai bisogni delle persone, specie dei minori, contribuiscono efficacemente alla produzione di un nuovo welfare qualitativo e relazionale e, quindi, alla realizzazione del bene comune, in linea con una corretta interpretazione della solidarietà e della sussidiarietà.
Come ogni raccolta di testi, anche quest’antologia di documenti della storia contemporanea è un testo ausiliare, che aiuta a comprendere meglio i volumi di storia generali o particolari. Essa si rivolge, in particolare, ai giovani studenti, affinché la storia non si riduca ad un meccanico apprendimento, ma diventi un momento educativo del metodo storico nelle sue tre componenti: euristico, ermeneutico e critico. Lo studio della Storia e la ricerca storica, infatti, hanno tra i loro scopi generali quello di orientare nella ricerca della comprensione del presente, quello prospettico, quello critico e quello di guidare, insieme ad altre scienze, nella conoscenza e comprensione degli uomini, perché la storia e la ricerca storica, mettendo in contatto con la complessità della vita di uomini e donne del passato, ci consentono, attraverso la comune eredità storico-culturale, di comprendere meglio la condizione umana e l’accettazione reciproca per una pacifica convivenza.
La presente antologia di documenti ha prevalentemente un taglio di politica istituzionale e internazionale ed è strutturata in sette parti: le Rivoluzioni americana e francese e l’Epoca napoleonica; l’Ottocento dal 1815 al 1848; la seconda metà dell’Ottocento e la crisi di fine secolo; il periodo dalla prima alla seconda guerra mondiale; il periodo dalla seconda guerra mondiale al mondo bipolare; la Chiesa cattolica e il mondo contemporaneo; gli ultimi decenni del 1900 e i primi anni del 2000. Ogni singola parte contiene, prima, le tematiche storiche essenziali del periodo e una relativa cronologia e, poi, in particolare per il Novecento, un’articolata suddivisione interna raccolta intorno ad alcune problematiche, che consentono di osservare lo svolgersi della politica internazionale degli Stati, protesa, prima, verso opposti ordini mondiali e, poi, verso una visione globalizzata del mondo, che tende, almeno così sembra, a specificarsi sempre meglio.
Occorre avere la consapevolezza che, addentrandoci sempre di più nel nuovo secolo appena iniziato, tanto più cresce la distanza (non solo cronologica, ma anche psicologica e culturale) delle nuove generazioni dagli avvenimenti storici, a volte epocali, del Novecento, che ci hanno introdotti nel nuovo secolo, ma che, tuttavia, occorre comprendere per conoscere meglio il mondo globale nel quale viviamo, per non appiattirsi in una contemporaneità autoreferenziale.
L’educazione è un accompagnare la crescita fino alla sua pienezza. È un aiuto individuale e sociale di promozione della crescita, della qualità umana e della vita propria ed altrui, personale e comunitaria, incentrata prioritariamente sulla personalità in formazione fino al suo pieno sviluppo e compimento.
La crescita si attua nell’interazione con l’ambiente storico-culturale, con il sostegno e l’accompagnamento di varie istituzioni e figure formative, attraverso la promozione e il rafforzamento delle capacità personali e delle potenzialità soggettive e all’interno dell’attività permanente di qualificazione umana della vita e dello sviluppo. Queste dimensioni hanno ispirato i capitoli di questo libro e ne costituiscono il percorso.
Dapprima ci si è posti nella condizione di guardare realisticamente al tempo presente e ad una sua connotazione antropologico-culturale specifica. Si è voluto, poi, mettere in rilievo il ruolo decisivo della famiglia, luogo privilegiato in cui il processo di umanizzazione e di educazione trova la collocazione più naturale, opportuna e degna. Insieme alla famiglia si è sottolineato il ruolo della scuola e la sua importanza formativa.
Un ultimo capitolo si occupa dell’adattamento dell’essere umano in crescita e dei processi, più o meni consci, che egli mette continuamente in atto nel suo percorso evolutivo nel tentativo di affrontare situazioni difficili, mediare conflitti o raggiungere un buon equilibrio interiore.
La nuova edizione del Dizionario di Scienze dell’Educazione mantiene sostanzialmente l’impostazione generale e i tratti caratteristici della prima, che ha trovato ampi consensi da parte degli utenti. L’impegno di revisione e aggiornamento ha comportato, tuttavia, diverse operazioni di non poco significato: 1) Inserimento di nuove voci di particolare rilevanza nel clima culturale attuale; in questa seconda edizione le voci autonome trattate direttamente sono 983 (78 in più che nella prima edizione); i rimandi a voci collettive sono 605 (84 in più che nella edizione precedente). 2) Rielaborazione di alcuni testi: riguardanti un piccolo numero di voci segnate dal passo dei tempi. 3) Rilettura di tutti testi, che ha comportato: l’introduzione di lievi ritocchi, aggiunte e correzione di eventuali sviste sfuggite nella prima edizione. 4) Aggiornamento della bibliografia: inserimento di alcuni titoli di opere di particolare importanza o attualità.
Destinatari prioritari del DSE sono gli studenti di scienze dell’educazione delle Facoltà universitarie e delle Scuole superiori. Il DSE si rivolge anche ai docenti, agli educatori, ai genitori e, in generale, alle persone interessate ai problemi educativi e scolastici a diversi livelli e in differenti contesti. Il DSE si propone di essere uno strumento di lavoro e di consultazione seria e scientificamente qualificata. In tal senso intende rendere conto dello stato attuale degli studi e della ricerca relativa all’argomento o soggetto trattato.
Nel pieno rispetto della serietà scientifica, lo stile dei contributi cerca di essere chiaro e semplice, evitando, nella misura del possibile, terminologie eccessivamente specialistiche che solo gli addetti ai lavori potrebbero comprendere. Trattandosi di un dizionario e non di una enciclopedia, le singole voci sono essenziali e sintetiche. La breve bibliografia che completa ciascuna voce consente ulteriori approfondimenti. Si tratta, inoltre, di un dizionario di scienze pedagogiche. Di conseguenza, il discorso si riferisce e si pone nella prospettiva appunto delle scienze dell’educazione e della formazione, evidenziando la valenza educativa e pedagogica di quanto viene presentato. La sottolineatura degli aspetti teorici si coniuga con l’attenta considerazione delle possibili realizzazioni nei diversi ambiti attinenti l’educazione e la formazione.
I collaboratori che hanno partecipato alla redazione dei testi, nel suo insieme, sono 184 (24 in più che nella prima edizione), appartenenti a 15 diversi paesi (europei, africani, asiatici e americani). Al volume è allegato un CD-ROM per la consultazione off-line. È una risorsa ulteriore che facilita la consultazione e consente un accesso rapido e diretto alle singole voci o ai rimandi. Il DSE prossimamente sarà ulteriormente arricchito da un sito internet (http://dizionariofse.unisal.it).