Una ricostruzione unitaria degli eventi che hanno radicalmente modificato i caratteri del sistema internazionale tra il 1946 e il 1990: nel secondo dopoguerra il sistema occidentale si riorganizza e progredisce grazie al Piano Marshall, mentre quello sovietico si chiude in un isolamento autarchico centralizzato. Si formano due blocchi contrapposti: la competizione bipolare conosce momenti di stasi ma anche giorni di profonde tensioni. Dall'Europa il conflitto si estende ai paesi di recente indipendenza e alla Cina. In una gara sempre più serrata, la tecnologia varata negli Stati Uniti e la capacità di affrontare meglio i problemi della globalizzazione spingono verso la crisi e infine alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Da Coppola a Martin Scorsese, da Steven Spielberg a George Lucas, dai fratelli Coen a Tarantino e Wes Anderson. Un percorso attraverso le trasformazioni, i protagonisti, i film - come "Taxi Driver", "Le iene," "La 25 ora", "Harry ti presento Sally", "Eyes Wide Shut", "Matrix" - che individua le questioni chiave del cinema americano contemporaneo, dalla fine degli anni Sessanta ai giorni nostri.
"Essendo fidanzata con un prigioniero di guerra tedesco ed avendo ad oggi una bambina, faccio appello a codesto Comando di voler concedere l'autorizzazione onde poterci unire in matrimonio, sebbene prigioniero." Rimasta sola a crescere la figlia nata dall'amore con un soldato tedesco, Lola Oldrini così scriveva alla Commissione alleata di controllo di Roma nel luglio del 1946. Come lei, nel periodo dell'Asse Roma-Berlino, e poi durante l'occupazione nazista, tra il 1943 e il 1945, molte donne italiane intrattennero relazioni sentimentali con militari tedeschi della Wehrmacht. Furono fidanzamenti voluti dalle famiglie d'origine, relazioni di lungo periodo sfociate in 'matrimoni misti', oppure relazioni extraconiugali e incontri fugaci ricercati per bisogno d'affetto e protezione nei giorni della solitudine della guerra. Ciò che è stato omesso è che i bambini nati da questi incontri, considerati 'figli del nemico', furono spesso oggetto di discriminazione, subirono l'abbandono delle madri, passarono l'infanzia chiusi in orfanotrofi, negli istituti di cura religiosi o nei brefotrofi gestiti dalla Croce Rossa o dall'Opera nazionale maternità e infanzia o vennero dati in adozione. Attraverso le lettere private e i diari oggi conservati nell'Archivio Segreto Vaticano e nell'Archivio delle Nazioni Unite, Michela Ponzani racconta le loro vite dimenticate, insieme a quelle delle loro madri, dei loro padri e di chi se ne prese cura, riportando alla luce storie sconosciute e sorprendenti.
Più volte ristampata e tradotta in un numero crescente di paesi, quest'opera è una rilettura originale della storia contemporanea, dove l'analisi critica del revisionismo storico - a cominciare dalle tesi di Nolte sull'Olocausto e di Furet sulla rivoluzione francese - si intreccia con quella di una serie di fondamentali categorie filosofiche e politiche come guerra civile internazionale, rivoluzione, totalitarismo, genocidio, filosofia della storia. Questa edizione ampliata analizza le prospettive del nuovo secolo. Da un lato il revisionismo storico continua a riabilitare la tradizione coloniale, com'è confermato dall'omaggio che uno storico di successo (Niall Ferguson) rende al tramontato Impero britannico e al suo erede americano, dall'altro vede il ritorno sulla scena internazionale di un paese (la Cina) che si lascia alle spalle il "secolo delle umiliazioni". Sarà in grado l'Occidente di tracciare un bilancio autocritico o la sua pretesa di essere l'incarnazione di valori universali è da interpretare come una nuova ideologia della guerra?
A volte la temiamo e la fuggiamo, più spesso la desideriamo e la ricerchiamo. La verità ci interessa. Ma che cos'è?
Mi sono messo in testa di percorrere la via Francigena a piedi con un gruppo di amici: quarantacinque giorni tra boschi secolari, valli disabitate e borghi suggestivi. Nella repentina decisione di attraversare l'Italia lungo le strade che vanno dal Gran San Bernardo a Roma e da Roma alla Puglia non ho fatto che richiamarmi al principio secondo il quale "camminando ci penserò". A cosa? A tutto più o meno: lavoro, costumi, pochissima politica e piaceri. Mentre mi chiedo se davvero camminare apra la mente e vivifichi lo spirito, non mancano appuntamenti pianificati e incontri "accidentali come in ogni on the road che si rispetti: contadini centenari e giovani che hanno scelto di vivere da eremiti, rockstar e artisti, ecclesiasti intransigenti e loschi malavitosi. Lungo la strada germogliano storie antichissime e struggenti che ci parlano da vicino, troppo conosciute da ognuno di noi per essere declinate al singolare.
"Ma davvero abbiamo la memoria tanto corta? Davvero abbiamo dimenticato che fin dagli anni Settanta sono stati gli statunitensi che in Afghanistan, in funzione antisovietica, si sono serviti dei guerrieri-missionari fondamentalisti provenienti dall'Arabia Saudita e dallo Yemen? Davvero ignoriamo che la malapianta del fondamentalismo l'abbiamo innaffiata e coltivata per anni noi occidentali? Sul serio non sappiamo nulla del fatto che ancor oggi il jihadismo - quello di al-Qaeda e quello, rivale e concorrente, dell'Islamic State (IS) del Califfo al-Baghdadi - è sostenuto, e neppure in modo troppo nascosto, da alcuni emirati della penisola arabica che pur sono tra i nostri più sicuri alleati nonché - e soprattutto - partner finanziari e commerciali?". Franco Cardini, con gli strumenti di uno storico di razza, racconta le varie fasi dell'attacco musulmano all'Occidente con una personale chiave interpretativa. Dietro lo scontro di civiltà, usato strumentalmente da minoranze sparute, si nascondono interessi precisi. Al servizio di questo mito cooperano più o meno consapevolmente una diplomazia internazionale traballante e voltagabbana e un universo mediatico allarmista e ricercatore di consensi legittimanti.
Il mistero di Pietro, pescatore, primo apostolo, pietra angolare della Chiesa cristiana: un uomo mite, illetterato, di umana debolezza, eppure, alla morte di Gesù, capace di prendere le redini di una comunità che individuerà nel suo magistero la più alta carica, quella di pontefice. Un uomo la cui biografia è costellata di momenti oscuri: chi era realmente Pietro? L'archeologia offre notevoli contributi alla ricostruzione di una storia cominciata a Cafarnao, fra gli imperi di Augusto e Nerone, e non ancora terminata: dall'ampia casa di Pietro in Galilea, dove Gesù fu ospitato, fino alla sua tomba, rinvenuta sotto l'altare maggiore della basilica di San Pietro, mai adeguatamente analizzata e valorizzata, e coincidente con il "trofeo di Pietro" descritto dal presbitero Gaio.
"Tu che stai leggendo queste mie righe sappi che nel presente libro userò la parola 'scrittore', almeno quando riferita a me, per pura e semplice convenzione, perché si sa che l'Italia pullula di scrittori, e chiunque abbia pubblicato non dico un romanzo o un racconto ma giusto una raccolta di poesie o anche solo una singola poesia si ritiene automaticamente tale. Anzi, di più: perché tra le Alpi e il Lilibeo esistono innumerevoli scrittori convinti di essere tali benché siano inediti, e questo nonostante da alcuni lustri si pubblichi ormai praticamente tutto." Questo libro è destinato a un pubblico potenzialmente molto vasto, visto che - com'è noto - in Italia sono più quelli che scrivono che quelli che leggono. Attenzione, però, non si tratta di un manuale di scrittura. No: "E così vorresti fare lo scrittore" è una sorta di guida a cosa gira intorno al mestiere di scrivere, passando per tutte le tappe che costellano la nascita e poi il consolidamento di uno scrittore: dalla correzione delle bozze al rapporto con l'ufficio stampa, dalla realizzazione della copertina alla costruzione del caso letterario, dalla prima presentazione in pubblico al dorato mondo delle Lettere italiane. Può darsi che ti possa tornare utile il giorno in cui sarai tentato/a di dire, alla tua prima intervista, che l'ispirazione ti arriva direttamente dal Cielo. Perché c'è chi lo dice, e con l'aria di crederci sul serio.
La seconda guerra mondiale lascia un'Europa nel caos. Un continente devastato, città intere rase al suolo, più di 35 milioni di morti. Ma la distruzione non è solo fisica: è anche. sociale, politica, morale. Legge e ordine sono praticamente inesistenti. Istituzioni per noi oggi scontate, come governo e polizia, sono sparite o disperatamente compromesse. Non ci sono scuole né giornali. Non ci sono trasporti, né possibilità di comunicare. Non ci sono banche, ma tanto il denaro non ha più alcun valore. Non ci sono negozi, perché nessuno ha alcunché da vendere. Non c'è cibo. Non sembra essere nemmeno chiaro ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La gente ruba tutto quel che vuole. Uomini in armi vagano per le strade minacciando chiunque intralci il cammino. Non c'è vergogna. Non c'è moralità. C'è solo sopravvivenza. Per le generazioni attuali è difficile figurarsi un mondo del genere, eppure ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che hanno sperimentato proprio questo, e non in angoli sperduti del globo, ma nel cuore di quella che per decenni è stata considerata come una delle più stabili e sviluppate regioni della terra. "Il continente selvaggio" racconta per la prima volta il lato oscuro e sconosciuto di quegli anni. È il ritratto di un'Europa dura, sconvolgente.