In breve
«Ho sempre creduto che la Chiesa debba fornire grande testimonianza di civiltà, e quindi anche di giustizia e di legalità. Da noi c’è una pratica religiosa anche fervente, ma la vita cristiana rimane nascosta, senza responsabilità sociale. Io chiedevo e chiedo una Chiesa dell’impegno sensibile a tutti i problemi d’umanità.»
«Vorrei che la mia Chiesa oggi fosse sempre più una Chiesa di frontiera, protesa verso i bisogni dell’uomo, non di vertice. Significa stare in mezzo alla gente comune, non essere chiusa tra quattro mura, in una curia dorata, inaccessibile ai più, perché la frontiera è fuori dal tempio. La frontiera – si sa – è sempre stata un luogo esposto, un confine che sta lì per essere attraversato e andare verso nuove terre, luoghi a volte sconosciuti. La frontiera è sempre stata il luogo degli arrivi e delle partenze. È il luogo dell’imprevisto, dell’inedito. È il luogo dell’originale. In definitiva, è la meta agognata, è il luogo dell’uomo sempre nuovo e sempre in attesa di una patria. È questa la Chiesa di frontiera che io sogno di vedere, una Chiesa sempre in cammino e, nello stesso tempo, artigiana della pace: non solo della pace dei cuori, ma anche della pace che passa attraverso l’azione politica». Vescovo di Sessa Aurunca e poi di Caserta, Raffaele Nogaro ha reso servizio per 26 anni in una delle terre più difficili e contraddittorie del nostro paese, la Campania. Con passione, in queste pagine racconta e al tempo stesso denuncia il suo Sud, senza tirarsi indietro di fronte ai temi più scottanti, dall’immigrazione clandestina alla diffusa illegalità, dal recente caos della spazzatura al dramma del lavoro, assente, nero, precario, dal malgoverno della politica collusa con la camorra agli errori e ai silenzi (troppi) della Chiesa.
Indice
Introduzione - 1. «Ero straniero e mi avete accolto» - 2. Una vocazione contrastata - 3. Parroco al Nord, vescovo al Sud - 4. Il catechismo della legalità - 5. La Chiesa di frontiera e la politica - 6. Sempre e comunque no alla guerra - 7. Lo scandalo della povertà - 8. Gli immigrati non sono merce - 9. Come combattere la camorra - 10. Ambiente e salvaguardia del creato - 11. La Chiesa di Cristo - Epilogo Sulla croce senza reciprocità - «Amo la mia gente con le opere di misericordia»
Rendere accessibile a chiunque tutto ciò che è scritto, parlato, ritratto, filmato. Decretare la validità delle conoscenze con un voto di maggioranza. Scegliere le cure in base alla popolarità. Ritornare con l’intero pianeta alla condizione arcaica del villaggio, dove i comportamenti di ognuno erano sotto gli occhi di tutti. Questo è il futuro che ci annunciano Google, Wikipedia, YouTube, Facebook & Co. Forse.
È un’idea molto diffusa oggi che la tecnologia sia il motore e anche la guida dello sviluppo, che progredisca secondo i suoi disegni e determini con le sue ricadute gran parte delle nostre vite. Nulla è più lontano dalla realtà. Innanzitutto perché molte volte il puro e semplice caso gioca in questi processi un ruolo determinante: quasi mai le innovazioni più importanti – dal treno, alla radio, a Internet – sono state generate per lo scopo per il quale hanno poi avuto fortuna. Spesso gli stessi protagonisti non sanno quello che stanno facendo, come nel caso di Google, responsabile simultaneamente del più grande successo e del più grande insuccesso degli ultimi dieci anni. E infine a volte sono proprio le cosiddette ricadute a costituire l’innovazione, come mostra lo straordinario fenomeno del social networking. In queste condizioni conviene, allora, raccontare storie, storie vere, piuttosto che cercare di teorizzare: si capisce di più e meglio. È quanto fa questo libro con Google, Netflix, YouTube, Wikipedia e altro ancora.
Indice
Prologo – 1. In fila con Yelp – 2. Vere (e false) innovazioni tecnologiche – 3. Netflix – 4. Google – 5. YouTube – 6. Piccola riflessione sull’innovazione – 7. Entusiasti, incazzati e prime donne – 8. Il mito dell’accesso – 9. Attendibile o verificabile? – 10. Su cosa votiamo – 11. Venezia, Las Vegas - Epilogo
Il 28 ottobre cade il centenario della nascita di Francis Bacon, il dublinese "maledetto", il pittore esistenziale ai limiti della patologia estetica, maestro della "defigurazione" o addirittura della deformità. Per celebrare questa ricorrenza Franck Maubert, scrittore e critico d'arte, riunisce in un libro le sue conversazioni inedite con l'artista. Maubert incontra Bacon agli inizi degli anni Ottanta, per un'intervista nel famoso atelier londinese di Kensington. In maniera del tutto inattesa per entrambi, l'episodio è solo il primo di una lunga serie che continuerà nel tempo, trasformandosi in una duratura amicizia intellettuale.
In breve
...Vedo su un tavolo qualcosa di rosso, tondo, che ha un certo odore: il mio cervello mette insieme queste informazioni, cerca nella memoria qualcosa di simile, mi fa riconoscere che quella cosa è una mela, mi fa allungare la mano per prenderla, aprire la bocca per morderla e magari mi fa anche pensare "Mhhh... buona...!"
A partire dalle sensazioni elaborate dal nostro cervello, Marta Dell’Angelo e Ludovica Lumer – un’artista e una neuroscienziata – compiono in queste pagine un viaggio stimolante e avventuroso nei complessi meccanismi cerebrali dell’essere umano. Con l’ausilio di immagini insolite e divertenti, fotografie e collage, il libro propone ai lettori un percorso istruttivo e coinvolgente alla scoperta di realtà molto piccole e difficili da vedere, come i neuroni o i neurotrasmettitori, e di realtà astratte come la memoria o la coscienza, trasformate in oggetti più ‘amichevoli’, con cui giocare e interagire. La voce narrante di un neurone racconterà ai bambini la grande avventura della neuroscienza, mentre scienziati come Semir Zeki, Antonio Damasio, Vittorio Gallese ed Elkhonon Goldberg spiegheranno le loro scoperte in modo semplice e accessibile. Un libro per imparare divertendosi.
Indice
1. Anatomia - 2. I neuroni - 3. Neurotrasmettitori e recettori - 4. La sensazione - 5. La banana blu - 6. Fai un salto fanne un altro... - 7. Gli studi sugli animali - 8. Gli studi sugli uomini - 9. Casi clinici - 10. Il linguaggio - 11. La memoria - 12. Le emozioni - 13. Specchio riflesso - 14. Il sogno
In breve
Le origini, il consolidamento e il declino della schiavitù fra l’Africa, le Americhe e l’Europa. Una storia drammatica, che ha segnato l’Occidente.
Se lo schiavo può essere definito un individuo privo della libertà individuale, ossia proprietà altrui, dal punto di vista storico la schiavitù ha assunto molteplici forme nel tempo. Questo volume ricostruisce la storia della schiavitù atlantica, legata cioè alla tratta che si organizzò tra le coste africane e quelle americane, e copre i circa quattro secoli della sua durata, scavalcando i limiti convenzionali della storia moderna: muove infatti dall’inizio del Cinquecento, quando la pratica fu avviata e si stabilizzò nelle Americhe, e giunge al secondo Ottocento, epoca in cui, in tempi diversi e nei vari contesti, se ne decretò la formale abolizione, senza però estirpare un uso che sotto mutate spoglie continuò a lungo attraverso i percorsi dell’illegalità. L’obiettivo è quello di delinearne le origini, il consolidamento e il declino, facendo emergere i tratti specifici di questo tipo di schiavitù moderna rispetto sia alle forme antiche sia alle cosiddette nuove schiavitù contemporanee (restrizioni della libertà personale, quali il lavoro forzato o lo sfruttamento sessuale). Due questioni rimangono aperte: quanto la schiavitù abbia caratterizzato per secoli l’Occidente e come le modalità con cui si realizzò l’abolizionismo abbiano, fin da subito, aperto la strada a nuove tipologie di dipendenza personale.
Indice
Introduzione - I. Dalla schiavitù antica alla schiavitù moderna - II. L’era dei negrieri - III. Il dibattito intellettuale - IV. Verso l’emancipazione ottocentesca - Conclusioni Nuove forme di dipendenza personale - Cronologia - Bibliografia - L’autrice - Indice dei nomi e dei luoghi
In breve
L’affascinante percorso politico di un re capace di modulare guerra e diplomazia, di compattare il frammentato mondo greco, di preparare al figlio Alessandro Magno la strada per la conquista dell’impero persiano.
«Se fosse un servo o un figlio bastardo a sperperare e a dilapidare le sostanze che non gli spettano, quanto più grave e irritante, per Eracle, potrebbe essere definito da tutti il suo comportamento! Ma su Filippo e su quello che egli fa attualmente, non si esprime un giudizio di questo genere: eppure non solo egli non è un Greco e non ha nessuna affinità con i Greci, ma non è neppure un barbaro originario di una regione che è onorevole menzionare, è una peste di Macedone, di un paese dal quale prima non era nemmeno possibile acquistare uno schiavo di valore.» [Demostene, Terza filippica]. Disprezzato dall’ateniese Demostene, poco studiato nelle accademie e schiacciato nell’immaginario collettivo dalla figura del figlio Alessandro Magno, poco si sa in realtà della personalità di Filippo II di Macedonia, che preparò la strada alla diffusione della cultura greca fino alle sponde dell’Indo. In questa agile biografia, Squillace stila un ritratto affascinante del re, svelandone capacità e risorse inaspettate: Filippo seppe abilmente adattare i suoi comportamenti alle circostanze e modellare le sue scelte politiche alle situazioni contingenti; impose direttamente il suo potere su taluni popoli e altri li tenne sotto controllo sfruttando le istituzioni preesistenti; rese stabile e sicura la monarchia macedone e compattò il traballante mondo greco. Aveva un progetto ambizioso: unire Grecia e Macedonia per sfidare l’impero persiano. Venne assassinato prima di poter realizzare il suo obiettivo, ma l’impresa non andò perduta e fu compiuta dal figlio Alessandro Magno.
Indice
Introduzione – 1. Filippo II re dei Macedoni – 2. Vendetta e giustizia – 3. Custode della pace – 4. Tra guerra e pace, tra libertà e tirannide – 5. Benefattore, vendicatore, liberatore dei Greci - Conclusione - Bibliografia - Cronologia - Glossario - I personaggi - I testimoni - L’autore - Indice dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli
Lunatici e anticonformisti, stravaganti e coraggiosi, egocentrici e geniali. A loro si deve un modo nuovo di fare e concepire l’arte, sfidando il pregiudizio artistico e la tirannia della tradizione. Sono gli impressionisti. Dipingono la vita così come la vedono: strade di città, sentieri di campagna, caffè in riva al fiume, Parigi. Sono Cézanne, Renoir, Manet, Degas, Pissarro, Monet e altri ancora. Con penna da romanzo, Sue Roe racconta le storie di una straordinaria costellazione di talenti.
Nessuno aveva finora raccontato in modo tanto convincente e con una informazione altrettanto precisa la vita quotidiana degli impressionisti come ha saputo fare ora Sue Roe, confermando che specialmente gli anglosassoni hanno il dono di saper scrivere le biografie.
Carlo Bertelli, “Corriere della Sera”
Una mamma allatta il suo bambino. Tra di loro, un gioco di sguardi e attese, quasi una comunicazione telepatica. Massimo Ammaniti guida il lettore in un viaggio nel più misterioso legame esistente, nel luogo delle nostre origini. Cosa succede nella mente delle madri, quale cataclisma chimico ed emotivo scuote la coscienza d'una donna alla nascita del figlio. In un momento in cui l'attenzione pubblica si concentra sui diritti del feto e la rianimazione del neonato prematuro, Massimo Ammaniti sposta la lente sulla 'costellazione materna', quel particolare stato mentale intessuto di sensibilità e fantasie, paure e desideri che accompagna la maternità. (Simonetta Fiori, "la Repubblica")
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«Contro l’etica della verità significa a favore di un’etica del dubbio. Al di là delle apparenze, il dubbio non è affatto il contrario della verità. Ne è la riaffermazione, è un omaggio alla verità, ma una verità che ha sempre e di nuovo da essere esaminata e ri-scoperta.» Quando i detentori di una presunta verità assoluta riusciranno a convincersi che la politica e l’etica civile non sono la semplice applicazione delle proprie radicate fedi o convinzioni, ma mediazione tra fedi, convinzioni, opinioni, norme e concrete situazioni? Per accedere a questa, che è poi la condizione della vita democratica, non c’è altra via se non quella che Zagrebelsky chiama ‘etica del dubbio’, l’unica che fa onore alla verità che nessuno possiede, perché, di epoca in epoca, la verità si trova sempre per via. Umberto Galimberti
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Premessa - 1. I paladini dell’identità e la tolleranza dell’Occidente - 2. Stato e Chiesa. Cittadini e cattolici - 3. Tre formule dell’ambiguità - 4. Gli atei clericali e la fonte del potere - 5. Stato, Chiesa e lo spirito perduto del Concordato - 6. Il «non possumus» dei laici - 7. Referendum: Chiesa machiavellica ed etica politica dubbia - 8. L’identità cristiana e il fantasma dell’assedio - 9. Cosa pensa la Chiesa quando parla di dialogo? - 10. Cattolicesimo e democrazia - 11. Disagio democratico - 12. La Chiesa, la carità e la verità - 13. Ritorno al diritto naturale? - 14. Né da Dio né dal popolo: dove nasce la giustizia - 15. Decalogo contro l’apatia politica - 16. Democrazia. Non promette nulla a nessuno, ma richiede molto da tutti - 17. Le correzioni di Tocqueville ai difetti della democrazia - 18. Uomini, anche se Dio non esiste - 19. Norberto Bobbio e l’etica del labirinto - Epilogo. Democrazia, opinioni e verità - Note - Fonti
Dalla Rivoluzione industriale a oggi, una storia completa del design. Uno dei più grandi fenomeni culturali e socio-economici dell'età contemporanea, visto nei suoi aspetti più specifici: la progettazione, la produzione, il consumo e la vendita. Un nuovo inserto illustrativo completa la nuova edizione del volume.