Dal 1995 a oggi il ciellino Roberto Formigoni prima e i leghisti Roberto Maroni e Attilio Fontana poi hanno governato in Lombardia attuando misure scellerate in tema di sanità, mobilità e cura del territorio. Scelte inadeguate di fronte all'impatto delle crisi globali, delle sfide del cambiamento ambientale e - soprattutto - della pandemia da Covid-19, in seguito a cui il velo è stato sollevato. A fronte della retorica dell'eccellenza sanitaria, i cittadini hanno toccato con mano l'impoverimento del servizio pubblico. La privatizzazione della sanità è il simbolo di una vita pubblica devastata dalle logiche del puro profitto e interamente subordinata agli affari di pochi. Il modello di Lega, Forza Italia e, in misura minore, Fratelli d'Italia ha costruito un potere impenetrabile, sancito dai voti plebiscitari delle elezioni. La vita quotidiana in terra lombarda è un incubo per chi deve prendere i treni dei pendolari ma il Pirellone finanzia senza battere ciglio autostrade private e sballati comprensori sciistici senza neve. Nella regione più inquinata d'Europa per le emissioni di gas si strappano deroghe per i veicoli più vecchi e si preferisce fare la guerra al Comune di Milano. Insomma, un quadro desolante di fronte a cui sembra non emergere mai una possibile alternativa.
Nuove e profonde contrapposizioni lacerano il tessuto sociale delle società occidentali: grandi città contro province povere, élite altamente specializzate contro masse di lavoratori poco qualificati, paesi ricchi contro paesi poveri. Queste lacerazioni generano nuove ansie, nuova rabbia e nuove passioni politiche, come testimonia l'ondata di consensi ricevuti dai populisti di tutto il mondo, da Trump al partito della Brexit, sino all'estrema destra italiana. In questo libro appassionato e polemico, Paul Collier, uno dei maggiori esperti mondiali su povertà e migrazioni, prova a delineare i percorsi attraverso i quali superare queste nuove fratture economiche, sociali e culturali. Solo se il capitalismo riesce a darsi un fondamento etico tale da rendersi equo e compassionevole, e non solo efficiente ed economicamente fiorente, potrà garantire una vita degna. Un capitalismo in cui la dignità e la reciprocità prevalgano sull'aggressività, sulla paura e sull'umiliazione, caratteri tipici della nostra 'società dei rottweiler'.
Dopo la fine dello Stato indipendente asmoneo ad opera di Cneo Pompeo, nel 63 a.C., l'ampia vicenda storica delle rivolte degli ebrei di Palestina e della diaspora contro la dominazione romana assunse caratteristiche e dimensioni fino ad allora inedite: da una mera lotta per l'indipendenza nazionale si passò talvolta a una guerra d'ispirazione apocalittica, coinvolgente cielo e terra, Dio e Satana (Belial), intesa come chiave di volta per l'instaurazione del regno messianico. La radicalità di questa posizione, in certa misura, fu la premessa per i drammi successivi: un insegnamento eloquente anche per chi vive esperienze analoghe ai nostri giorni.
Il giudizio morale non è (solo) una faccenda per specialisti. Quotidianamente tutti noi formuliamo valutazioni e siamo oggetto della valutazione altrui. Non solo. Noi giudichiamo costantemente noi stessi, ci domandiamo qual è l'azione giusta da fare e se l'azione che abbiamo compiuto possa essere considerata buona e ammirevole, oppure vile e detestabile. Ma da dove proviene la nostra capacità di formulare giudizi morali? E come si sviluppa durante i primi anni della nostra vita? Nell'affrontare queste domande, gli autori danno conto dei progressi compiuti nella recente ricerca empirica e nella teorizzazione psicologica sulle competenze precoci dimostrate dai bambini in vari ambiti.
Da Giacomo da Lentini a Petrarca, da Gaspara Stampa a Tasso, da Leopardi a Caproni e alla lirica femminile: cento tappe, cento testi - noti e meno noti - alla ricerca del 'verso giusto'. Valore assoluto, rappresentatività e, naturalmente, gusto personale sono i criteri che il grande storico della lingua Luca Serianni ha seguito nella scelta di cento poesie scritte 'in italiano' nell'arco di otto secoli di storia letteraria.
La conquista del potere da parte del fascismo, cento anni fa, si caratterizzò per l'uso di una violenza smodata e senza limiti. Pestaggi, uccisioni, linciaggi, devastazioni furono sistematici nel 'biennio nero' 1921-1922, ma continuarono con la stessa brutalità anche dopo la marcia su Roma fino ad annientare l'opposizione politica nel paese. Questa brutalità così efferata provocò uno shock fortissimo: i socialisti e i comunisti, che si erano sentiti fino a quel momento sul punto di scatenare la rivoluzione, non seppero reagire e difendersi. Ma l'effetto dirompente della violenza sul corpo della nazione venne sottovalutato anche dallo Stato liberale e dalle élites che, in un primo momento, avevano pensato di utilizzare i fascisti per liquidare il 'pericolo rosso'. Se l'ascesa del fascismo fu efferata, altrettanto lo fu la sua caduta, con i venti mesi di guerra civile che portarono l'Italia sull'orlo del baratro. Per molto tempo gli storici si sono interrogati sul consenso al regime fascista e hanno dedicato poca attenzione all'uso della violenza da parte dei fascisti e al ruolo anche simbolico che questo ha avuto. John Foot, nel solco della migliore divulgazione inglese, ne ricostruisce la storia a partire da singole storie individuali, spesso dimenticate.
Il mondo contemporaneo ha visto l'emergere di individui che hanno avuto il controllo su una serie di strumenti terrificanti e dotati di una forza senza precedenti. Hanno provato a ricostruire da zero intere società, hanno combattuto guerre devastanti, con una volontà e una determinazione che non conoscevano alcun limite. Eletti democraticamente o dittatori, senza dubbio i leader politici che hanno lasciato un segno profondo nella storia sono caratterizzati da personalità sconvolgenti e inquietanti. Ma quali condizioni politiche portano questi soggetti al potere? Quanto è importante la personalità nella conquista del potere e nel suo esercizio? Cosa ne promuove o ne limita l'uso? Queste sono domande che fin dall'antichità la ricerca storica si è posta ma che oggi, con l'emergere di leadership come quelle di Donald Trump, Recep Erdo?an e Vladimir Putin, hanno assunto una rilevanza del tutto inedita. In questo libro, Ian Kershaw analizza e mette a confronto 12 personalità politiche che hanno cambiato il corso della storia europea del XX secolo per rispondere al più classico degli interrogativi: sono i tempi a forgiare gli uomini o gli uomini a determinare i tempi in cui vivono?
I boschi italiani hanno caratteristiche uniche al mondo, affascinanti da conoscere. A differenza del resto d'Europa, gran parte della loro biodiversità è legata alla secolare influenza di attività come il pascolo, la produzione di legname, di legna da fuoco, di carbone o di alimenti. La lunga coevoluzione tra uomo e natura ha creato un binomio inscindibile. Le abetine delle Alpi, le faggete appenniniche, i querceti delle colline interne, le pinete litoranee e le macchie di arbusti delle coste e delle isole, sono elementi di un paesaggio bioculturale che già dal medioevo ha attirato studiosi e visitatori stranieri e che ancora oggi mostra persistenze storiche in grado di rappresentare l'identità ambientale e paesaggistica dell'Italia. Questo Atlante identifica 58 boschi, distribuiti dal Sud al Nord della penisola, e ne racconta le principali caratteristiche, offrendo una chiave di lettura originale che integra storia e natura.
Quando pensiamo al Medioevo, automaticamente ci vengono in mente immagini di spade, castelli e armature. Quasi ogni cosa che ricordiamo di questo periodo storico ha a che fare con battaglie, duelli o assedi. Mai come nei mille anni dell'Età di Mezzo, la guerra ha occupato uno spazio così centrale nella vita degli uomini. In queste pagine troveremo tutte le battaglie più famose, da Hastings ad Azincourt, da Poitiers a Bouvines, ma più volte ci stupiremo inoltrandoci in luoghi lontani, sconosciuti e affascinanti: dalle umide pianure indiane alle gole del Tagikistan, dalle acque del Giappone fino alle inesplorate valli dell'Impero azteco, dai ghiacci del Baltico fino al profondo deserto d'Arabia. Ciascuno di questi 21 'fatti d'arme' diventa un prisma attraverso il quale conosciamo gli avanzamenti dell'?arte della guerra', ma anche uomini, culture, contesti. Un libro che piacerà a tutti gli appassionati di storia militare e che ha l'ambizione di proporre uno sguardo nuovo, capace di coinvolgere tutti coloro che amano la storia.
Più che ricostruire la storia della filosofia islamica, questo libro vuole restituircene il senso complessivo. Vuole cioè definire i modi e le tematiche fondamentali di una speculazione che non è rimasta chiusa nei confini del mondo islamico ma ha contribuito all'evoluzione di tutta la storia della filosofia con una sua peculiare originalità.