Tutto (o quasi) ciò che sapete sull'Islam e le Crociate è falso perché la gran parte dei testi scolastici e dei libri di storia più diffusi sono scritti da accademici e da apologeti dell'Islam che giustificano le loro teorie e scelte con "fatti" storici mistificati. Ma non temete: Robert Spencer rifiuta i miti popolari e rivela aspetti della storia che non vi insegneranno a scuola né ascolterete mai al telegiornale della sera. L'autore coinvolge i lettori in un viaggio incalzante e politicamente scorretto alla scoperta della dottrina islamica e della storia delle Crociate. Un viaggio da cui trarre tutte le informazioni che occorrono per comprendere la reale natura del conflitto globale che l'Occidente, oggi, si trova ad affrontare. "Non ho concepito questo libro né come un'introduzione generale alla religione islamica né come un esaustivo resoconto storico sulle Crociate. Piuttosto, mi propongo di analizzare una serie di affermazioni sull'Islam e sulle Crociate tanto tendenziose quanto popolari. Con la speranza di rendere il discorso pubblico un po' più vicino alla verità". (Robert Spencer)
"Dio è presente ovunque sulla terra, e specialmente, con la sua grazia, nei cuori miti e umili. Poiché è l'Altissimo, Egli e anche l'Infinitamente Basso. Poiché è il Trascendente, Egli è anche l'Onnipresente. Gli umili e i docili sanno che Egli fa sì che tutto concorra al loro Bene, che il sassolino nella scarpa, la pozzanghera, lo scoglio e il pantano sono, per così dire, l'anticamera della sua santa Dimora. Perciò si abbandonano alla sua Volontà. E, dove questa Volontà si compie, noi viviamo sulla terra come fossimo in ciclo." (Fabrice Hadjadi)
Da molti anni Warren Buffett - definito "l'oracolo di Omaha" - è ritenuto uno dei due-tre uomini più ricchi al mondo, con un patrimonio stimato di diverse decine di miliardi di dollari. Warren ha comprato le prime azioni a 11 anni e da quel momento ha sempre guadagnato, arrivando ad acquisire quote importanti di multinazionali leader come Coca-Cola, The Walt Disney Company, American Express, Budweiser, Wal-Mart e Wrigley. Che cosa gli ha permesso di avere sempre successo in un mercato complesso e pieno di insidie come quello azionario? Quali sono i trucchi, i segreti e i principi di un businessman così geniale e atipico? I due autori, attraverso l'analisi di 125 "sentenze" del loro guru, delineano una mentalità e una filosofia caratterizzate in primo luogo dalla capacità di andare sempre in direzione opposta al "gregge". Ciò che conta per Buffett è investire i propri soldi in modo sicuro, comprando, al prezzo più vantaggioso possibile, società in grado di acquistare valore nel lungo periodo, che producano prodotti semplici e di largo consumo e siano gestite da manager in gamba. L'importante, secondo il miliardario americano, è non dare ascolto alle "sirene" del mercato, e non farsi infinocchiare dai "maghi" di Wall Street: promettono grandi guadagni in poco tempo, ma in realtà vogliono solo speculare sui nostri soldi.
L'Occidente non è più di moda, non sono più di moda i suoi valori e il ruolo che ha svolto nella creazione della nostra civiltà è sistematicamente contestato. Il politically correct lo ha definitivamente ostracizzato, tanto che i corsi sulla civiltà occidentale sono stati eliminati dalla maggior parte delle università americane. La motivazione è che si tratterebbe di corsi "intrinsecamente di destra", come di recente ha sentenziato il corpo docente dell'University of Texas. Quanto a Yale, è arrivata al punto di restituire un finanziamento di 20 milioni di dollari piuttosto che reintrodurre tale materia d'insegnamento. In aperta polemica con questa posizione, Stark offre un'attenta e precisa analisi dell'Occidente e dei suoi valori iniziando dal mondo antico. Seguendo una rigorosa articolazione (epoca classica, alto Medioevo, basso Medioevo, alba della modernità, epoca moderna), Stark confuta non solo i luoghi comuni, ma anche le teorie enunciate da storici più o meno illustri a partire dal cosiddetto Illuminismo, e ormai così radicate nel sentire comune da essere considerate verità inconfutabili: dal ruolo oscurantista della Chiesa in campo scientifico (Galileo docet, anche se in realtà le cose non stanno proprio come si è voluto far credere), alle innovazioni e scoperte erroneamente attribuite alla cultura islamica (della quale si loda la "tolleranza" nei confronti di ebrei e cristiani, in realtà mai esistita).
"Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell'oscurità. A quell'ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l'altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce. Non si poteva confondere quell'accento, con il suo timbro roco. Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto, ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea un saluto mai sentito in questa guerra: "Soldato inglese, soldato inglese, buon Natale! Buon Natale!"." Fronte occidentale, vigilia di Natale 1914: senza che nulla sia stato concordato, i soldati degli opposti schieramenti cessano il fuoco. Si accendono candele, si cantano inni di Natale. Comincia un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinge fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano. La "tregua di Natale" fu un atto straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza. Rileggere oggi, a distanza di cento anni, le lettere spedite dal fronte che raccontano quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione ci commuove e ci interroga: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale?
La fede cristiana è intellettualmente accettabile? Anche per una persona istruita e intelligente che vive nel XXI secolo, con tutto ciò che è accaduto negli ultimi quattro o cinquecento anni? Non vi è qualcosa di folle e di naïf o forse di stupido e irresponsabile o persino di vagamente patologico nel mantenere una simile credenza? È la domanda di fondo di questo libro. Alvin Plantinga, celebre epistemologo e filosofo della religione, avanza la nozione di "garanzia" e sostiene che la fede può considerarsi autentica conoscenza. Ma, appunto, può: non è infatti cosa che si possa dimostrare, se è vero che la fede è innanzitutto (anche se non solo) opera di Dio. L'autore sostiene che una simile dimostrazione andrebbe oltre le competenze della filosofia, il cui compito principale, in questo ambito, è invece quello di confutare le obiezioni e di superare gli ostacoli alla fede cristiana.
Kafka aveva bisogno di scrivere, perché scrivere era il suo ossigeno. Ma il suo rapporto con la scrittura rimarrà sempre tormentato e faticoso, e diventerà rappresentazione stessa del suo continuo oscillare esistenziale fra due polarità opposte. "Gli scrittori parlano fetore", scriverà appunto nei Diari. In vita non pubblicò che pochi racconti, eppure già i suoi contemporanei ebbero la percezione di trovarsi in presenza di uno dei più grandi poeti dell'epoca, di un demistificatore che sapeva "mettere in luce il nodo autentico della vita interiore con lucidità unica" (Oskar Baum, Almanach). Sembra quasi impossibile tratteggiare la complessità di un uomo come Kafka, divenuto simbolo del crepuscolo di un intero mondo, quello (ma forse non solo) della Praga ebraica e germanica, ma Lemaire vi riesce. Con una prosa avvincente, svela passioni, amori, sofferenze e contraddizioni dello scrittore che più di tutti ha incarnato la lacerazione fra il sentire e il vivere dell'uomo contemporaneo.
Papa Francesco ha portato aria nuova all'interno della Chiesa e ha scelto la strada del rinnovamento radicale di molte sue strutture. Questo appare evidente anche dalla scelta dei suoi principali collaboratori. A capo del gruppo di cardinali che devono consigliarlo nel governo della Chiesa universale, Francesco ha collocato Oscar Rodriguez Maradiaga, il primo cardinale nella storia dell'Honduras. Ma chi è questo personaggio molto attivo nel suo Paese e ben conosciuto in tutta l'America Latina? Quale impatto produrrà la sua azione sulla Chiesa, visto che dovrà fra l'altro occuparsi della riorganizzazione della Curia romana? Le interviste che Eric Valmir, corrispondente di Radio France a Roma, gli ha fatto in questi anni, inseguendolo in giro per il mondo, raccontano con efficacia e vivacità la vita e il pensiero di un uomo che parla sempre con estrema chiarezza e in modo franco e diretto. L'attenzione ai più poveri, l'ostinata ricerca del dialogo, il coraggio con cui contrasta i mali del continente latino-americano (narcotraffico, criminalità, corruzione) ma anche le disuguaglianze del mondo intero, rappresentano le coordinate del suo impegno instancabile nella sequela di Cristo. Non c'è dubbio che la sua presenza a fianco del pontefice avrà un peso non piccolo nel cammino futuro della Chiesa e del mondo cattolico.
"La preghiera è il centro di ogni religione, l'anima di ogni pietà, il respiro di ogni fede. Credere e pregare sono, in fondo, la stessa cosa. La fede è preghiera che ascolta; la preghiera è fede che parla. Pregare non significa anzitutto parlare, ma ascoltare. Da questa preghiera come ascolto nasce la fede, che a sua volta diventa preghiera come parola. Adriana Zarri, in questo volume che reca come sottotitolo 'Raccolta di preghiere da tutte le fedi', ha accettato la sfida del monoteismo (se così vogliamo chiamarla) e ha messo insieme tante voci diverse rivolte all'unico Dio, provenienti dai più disparati orizzonti religiosi. Dal profondo Pozzo di Giacobbe l'Autrice attinge preghiere cristiane (sono la maggioranza), ebraiche, musulmane (una di Maometto stesso), indù, dei Maya, degli Akon africani, del Bhagavadgìtà, nonché di tribù animiste. Sincretismo? In nessun modo. Contaminazioni? Neppure. Sono tutte preghiere rivolte al 'Tu' divino, all'Ineffabile dai molti nomi. Provengono da molte religioni, ma la fede, come atteggiamento di fondo davanti a Dio, è simile in tutte le religioni, per quanto diverse queste possano essere tra loro. Del resto, anche all'interno di ogni singola religione, c'è una pluralità straordinaria di voci, dettate da altrettante esperienze di preghiera, nate in tempi e contesti diversissimi, spesso anche da ispirazioni diverse, ma che si integrano perfettamente come le voci di un unico coro." (Paolo ricca)
In un'esperienza di viaggio confluiscono esigenze anche molto diverse, come differenti possono essere gli esiti che da essa scaturiscono. Il viaggio che Patrizia Runfola ci propone è molto particolare: sul filo di un racconto suggestivo e intenso rivive un momento preciso nella storia di Praga, cioè quelli che potremmo definire gli anni di Kafka. Si tratta di un periodo di grande vivacità creativa, nato dalla magia dell'incrocio di lingue e tradizioni diverse (ceche, tedesche ed ebraiche), e dall'interesse appassionato per quanto avviene nel resto d'Europa in ambito letterario, artistico e poetico. Insieme a Kafka, Max Brod, ai fratelli Capek, a Jaroslav Hasek, a poeti come Nezval e Werfel, ma anche ad architetti, pittori e scenografi, entriamo nelle case, nei circoli letterari, nelle redazioni delle riviste, nei caffè e nei teatri della città, diventando spettatori partecipi di amicizie, amori e storie, molto spesso destinate a concludersi con la morte o la fuga in Palestina e in America. Il tramonto dell'impero austro-ungarico, la prima guerra mondiale e il montare della furia devastatrice di Hitler incombono infatti sulla vita di tutti. Quella che l'autrice ci propone è una felice immersione in un mondo che sarà presto cancellato dalle tragiche vicende della storia. Con una conversazione con Claudio Magris e un testo di Gérard-Georges Lemaire.