
Con la lettura delle Esposizioni sui Salmi di Sant'Agostino tocchiamo con mano uno di più affascinanti e avvincenti geni dell'evangelizzazione popolare. Ovviamente, nulla di dispregiativo in quel "popolare". In Agostino il termine fa riferimento al popolo, nella sua accezione più ampia: dai contadini, ai pescatori, ai pastori, ai commercianti, agli artigiani, ai più dotti, nessuno escluso. Qual era l'obiettivo di Agostino nell'esporre i Salmi al suo pubblico? Quello di far entrare i fedeli a contatto con il mistero nascosto sotto i segni sacramentali delle parole salmodiche, cioè con il suo Verbo vivo, capace di nutrire spiritualmente l'animo umano, dopo averlo ruminato adeguatamente nel silenzio meditativo, contemplante e adorante. Agostino in tal modo ha compiuto un'impresa di audace evangelizzazione in profondità. E a lui in gran parte è riuscita. Per Agostino i Salmi non erano una preghiera qualunque, ma quella preghiera che Dio stesso ha ispirato per dare all'uomo la possibilità di lodarlo più adeguatamente. La sua camera era tappezzata dei 150 Salmi. Ha chiuso per sempre gli occhi sui Salmi, dopo averli a lungo contemplati, assimilati, vissuti. Ci viene da dire che Agostino nelle Esposizioni sui Salmi, come pure nei Discorsi, va preso come omileta esemplare. Ideale. Eccezione fatta per la lunghezza dell'intervento, che poteva durare anche fino a più di due ore. Oggi insopportabili. A meno che Dio non abbia a farci dono di un nuovo Agostino.
In “Voglio fare la Pasqua con te”, Monsignor Luigi Mistò vuole accompagnarci a vivere intensamente la Settimana Santa e la Santa Pasqua, dedicando giorno dopo giorno, anche se non potessimo partecipare personalmente alle celebrazioni, tutto il tempo necessario per condividere con Gesù l’ora per cui è venuto.
Un tempo per ascoltare la parola di Gesù nel silenzio e nella preghiera, un tempo per accogliere Gesù nella gioia, un tempo per lasciare che Gesù, servo per amore, ci lavi i piedi, e anche le mani e il capo, un tempo per giacere nel seno di Gesù, come Giovanni, e sentirci chiamare “amico”, un tempo per stare con Maria, la Madre, e per sentire le parole di amore di Gesù: “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua Madre” proprio rivolte a noi, e come Giovanni accoglierla nella nostra casa. Così, giorno dopo giorno, fino all’alba radiosa della Risurrezione.
Nelle codificazioni moderne, generalmente l'analogia viene presentata come strumento per colmare le lacune di legge. La formulazione del can. 19 del vigente Codex Iuris Canonici presenta l'analogia secondo una formulazione letterale che offre la possibilità di accostarsi a questo antico strumento della scienza giuridica secondo un diverso approccio. Dopo una parte introduttiva dedicata all'analogia nel pensiero metafisico classico e allo sviluppo del ragionamento analogico nella storia del diritto occidentale, l'attenzione della ricerca si sofferma sul modo in cui l'analogia è stata intesa nella codificazione del diritto canonico mostrando continuità e discontinuità rispetto alla tradizione. Infine, viene proposto un inquadramento dell'analogia nel diritto canonico a partire da una rinnovata attenzione al significato giuridico della realtà.
Amore, amicizia, matrimonio è un lavoro che esce in terza edizione e che ricorda la crescita di ogni persona nell'amore sotto l'influenza della famiglia e delle persone che si prendono cura di lei, per riflettere poi sulle situazioni nelle quali affetto e stima sono ricambiate dando origine a una vera amicizia, e per concludere infine con l'evento centrale nella vita umana, il patto d'amore e d'alleanza che unisce due persone che hanno scelto la persona amica che considerano la più cara e che li accompagnerà per tutto il cammino della loro vita. Una riflessione che si alimenta con i passi della Scrittura sacra a ebrei e cristiani e della grande tradizione umana e cristiana che affrontano questi argomenti. Un lavoro che tiene conto di tutte le difficoltà che si possono incontrare nella situazione attuale, ma che offre anche nuove prospettive per quanto concerne le grandi tematiche che vengono affrontate.
Osservando l'uomo dal punto di vista teologico-pastorale, è possibile suggerire (nuove) idee all'antropologia teologica? Certamente! Anzitutto perché spetta alla teologia pastorale verificare se un'antropologia si è (o non si è) dimostrata "adeguata" a edificare la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Poi, perché la legittimità di un'antropologia teologico-pastorale non si fonda sulla rivendicazione del miglior modello antropologico presente sul "mercato" delle religioni. Parlare dell'uomo dal punto di vista teologico-pastorale significa mettere a tema la novità che Dio ha realizzato nella morte e resurrezione del Figlio unigenito del Padre che spalanca l'abisso della carità dentro il quale cresce e si alimenta la vita dell'uomo nuovo chiamato all'amore del "fratello per cui Cristo è morto" (1Cor, 8,11).
Natale è sempre un'occasione unica nell'anno. Se ascoltiamo il nostro cuore ritroviamo ogni volta il desiderio di un Natale nuovo. Anzi, nel tempo drammatico della pandemia che stiamo attraversando sentiamo che abbiamo voglia di un Natale alternativo. Forse è la volta buona per comprendere che il Natale è e deve essere nuova nascita: una nostra nuova nascita. Questo è il senso dell'evento che entra prepotentemente nella storia e la marca indelebilmente: il Natale segna la mia storia, la nostra storia, il mio tempo, il nostro tempo, la mia vita, la nostra vita.
Il nuovo sistema penale nella Chiesa, promulgato da Papa Francesco nel 2021, è ampiamente trattato in questo volume da Bruno Fabio Pighin a commento di tutte le disposizioni vigenti in materia. L'autore è stato uno dei periti incaricati dalla Santa Sede di preparare la riforma della normativa suddetta. É professore della Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia e direttore scientifico della rivista Ephemerides Iuris Canonici. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni in campo giuridico ed etico. L'opera presenta pure il processo penale canonico aggiornato dal prof. Pierpaolo Dal Corso, docente stabile di detta Facoltà, che ha sviluppato gli elementi procedurali tracciati dall'autore del manuale, integrandoli con il procedimento per i delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Chiesa madre e pastora, popolo fedele di Dio, spiritualità popolare, misericordia, tentazioni ecclesiali, neo-pelagianesimo e neo-nosticismo, riforma, sinodalità e sinodo, gioia del vangelo, letizia dell’amore, gaudio della verità, processi da avviare, periferie esistenziali, umanesimo solidale, ecologia integrale, interconnessione e interdipendenza, dialogo, relazione, fraternità e fratellanza: sono le tematiche più significative nell’insegnamento di papa Francesco, le chiavi di lettura tramite cui egli interpreta il mondo odierno, il cambio d’epoca – come lo chiama – cui stiamo assistendo, nonché le sfide più urgenti e promettenti al contempo sia per la riflessione teologica sia per la prassi pastorale, oltre che per l’esperienza credente degli uomini e delle donne di questo nostro tempo. Intrecciate insieme, esse costituiscono l’ordito e la trama di una sorta di arazzo, la cui estensione si va dimostrando sempre più vasta e omnicomprensiva, inglobando la realtà ecclesiale innanzitutto, ma pure sporgendosi oltre i confini della Chiesa stessa e mostrando pertanto una portata universale, arricchita da ricadute ecumeniche, interreligiose, culturali, sociali e politiche. Il nucleo sorgivo di una tale concezione, complessa e articolata, è da individuare in un peculiare fatto relazionale, rappresentato dalla reciprocità. La quale, radicata teologicamente nell’orizzonte dell’agápē, si traduce nella «mistica del vivere insieme», vale a dire del sostenersi a vicenda, del sorreggersi in braccio gli uni con gli altri, del camminare abbracciati.
Il carteggio tra Vaticano ed Etiopia si rivela di grande importanza perché offre uno spaccato storico, altrimenti rimasto sconosciuto, delle sofferte vicende del popolo etiope e della chiesa tewahedo ("unitaria"). Grande rilevanza rappresentano le "confessiones fidei" degli Imperatori, perché sono la rappresentazione più autorevole della fede di quel popolo che essi rappresentano e di cui si fanno interpreti autorevoli presso i Vescovi di Roma. Il carteggio è preceduto da un'ampia monografia che contestualizza storicamente gli eventi di cui si parla nel "corpus epistolare", il cui unico scopo è quello di aiutare il lettore a non disperdersi nello sterminato campo delle fonti, e a focalizzare la sua attenzione su quanto via via viene affermato alternativamente dagli interlocutori. Con testo latino a fronte