L’"analogia" è un tema ampiamente trattato dalla filosofia classica e medievale; l'"autoreferenza", a sua volta, domina in modo inequivocabile il dibattito filosofico moderno e contemporaneo. La letteratura inerente a questi due temi è, dunque, prevedibilmente vastissima. Ciò che sorprende, invece, è che non esiste a tutt’oggi uno studio che si sia posto il problema di comprendere che rapporti vi siano fra analogia e autoreferenza, se ve ne sono, e che cosa abbia determinato il passaggio, nel pensiero filosofico occidentale, dal primato del paradigma analogico al primato del paradigma autoreferenziale. Colmando una lacuna notevole della cultura filosofica e scientifica contemporanea, questo libro si propone come un primo passo verso una comprensione delle complesse e articolate relazioni che sussistono fra analogia e autoreferenza. Gli studi qui raccolti sono connotati da un elevato livello di astrazione; ciò dona al libro un carattere specialistico, ma allo stesso tempo rigoroso, requisito indispensabile per chi intende seriamente il “lavoro” di ricerca filosofica. Il volume è arricchito dalla traduzione italiana del classico saggio di Bochenski, L’analogia. Il libro è frutto del lavoro di un gruppo di ricerca interdisciplinare formato e coordinato dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena.
Per un anno, dal 1971 al 1972, Padre David ha tenuto una rubrica sul settimanale "Sette giorni in Italia e nel mondo", diretto da Ruggero Orfei. La rubrica, intitolata "Gridi e preghiere", presentava al lettore dei testi poetici, talvolta accompagnati da prose esplicative che conferivano un significato più preciso e intenzionale alle liriche. Quella di Padre Turoldo può essere definita poesia civile, che si fa carico delle questioni del suo tempo e propone profonde istanze di rinnovamento radicale della vita civile e spirituale. Vi sono frasi che colpiscono il cuore e l'intelligenza, come improvvisi raggi di luce. La lettura dei suoi versi diventa così un passaggio importante, che vale per tutti. I "tutti" a cui occorre affidarli.
GLI AUTORI
Nato nel 1916 in un paese della bassa friulana, compì gli studi fino al sacerdozio, nell'ordine dei Servi di Maria. Si laureò in filosofia, e visse nel convento di San Carlo al Corso in Milano il periodo della Resistenza e della ricostruzione post-bellica. Sosteneva la sua straordinaria azione di carità verso i poveri con una forte predicazione ove la sua parola risuonava con efficacia, coinvolgendo tutte le categorie sociali, laiche e religiose. Con il confratello Padre Camillo de Piaz, diede vita al centro culturale Corsia dei Servi. Le sue idee di rinnovamento culturale e religioso gli procurarono difficoltà con le autorità religiose che lo costrinsero ad allontanarsi da Milano. Dal 1963 la sua dimora abituale fu nel Prioriato di S.Egidio situato a Fontanella di Sotto il Monte. Morì a Milano il 6 febbraio del 1992. Scrisse numerosi saggi di contenuto religioso e civile, insieme a opere di prosa e di teatro, ma l'impegno maggiore l'ha manifestato nella poesia.
Un ricco e struggente poemetto con il tema dell'innocenza e della storia. La storia di due bambini e del loro comune destino, le vicende di un Paese che muta la propria identità, offrono la materia di una voce poetica esposta sui drammi e sulle sorprese dell'esistenza personale e collettiva. Una voce personalissima e corale, un modo intenso e partecipe per entrare con la poesia nella viva vicenda dell'epoca.
GLI AUTORI
Alba Donati vive a Firenze. Oltre al libro di poesie che l'ha subito resa nota e riconosciuta dalla critica e da un gran numero di lettori (La repubblica contadina, City Lights 1998), ha pubblicato su diverse riviste e sulle migliori antologie di poesia italiana contemporanea. Ha al suo attivo numerosi saggi e interventi sulla poesia e sull'arte. Impegnata come professionista nell'ambito della comunicazione culturale e della promozione di attività artistiche, cura una rubrica di poesia sui quotidiani del Gruppo Il Carlino - La Nazione ed è stata di recente editor, insieme a Paolo Jacuzzi, di un "Dizionario della libertà", composto da ventinove grandi scrittori italiani e stranieri.
Le pagine di monsignor Grillo - il cui nome si lega alla figura della Madonna che egli ha difeso e custodito come tesoro geloso - sono aiuto a immaginare come doveva essere la sua vita di figlia di Israele, e quindi sono strumento per una memoria. La preghiera è la memoria. (dalla prefazione di Luigi Giussani)
GLI AUTORI
E' nato a Parghelia (Vibo Valentia) nel 1930. Finiti gli studi teologici e giuridici, è stato negli anni ’50, anche a contatto con Luigi Sturzo, ha conseguito il dottorato in “Scienze Sociali” alla Pontificia Università Gregoriana. Dopo aver ricoperto l’incarico di Segretario delle “Settimane Sociali dei Cattolici d’Italia”, è stato stretto collaboratore di S. E. Mons. Giovanni Benelli. E’ autore di non pochi saggi teologici, storici e sociologici. Ha collaborato con “L’Osservatore Romano”, con “Avvenire” ed altri giornali. Tuttora è responsabile di una rubrica settimanale sul quotidiano “Il Tempo”. Elevato all’Episcopato Giovanni Paolo II (1979), è Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia.
E' un romanzo d'amore. Ma con alcune caratteristiche singolari: 1) si tratta di un amore coniugale; 2) di un amore che continua, e si rafforza, dopo la morte di lei. La storia è intessuta, principalmente, di episodi che paiono messaggi dal così detto "mondo sottile" e segnali di presenza dall'invisibile: fenomeni paranormali veri e propri, fenomeni sincronici (le famose coincidenze significative di mondo e psiche, di cui si occupò Jung), sogni che preannunciano fatti e vi si agganciano in un disegno casuale ma "intelligente", pieno di senso, che abolisce i confini tra psiche e realtà oggettiva materiale. L'opera attrae per la capacità di coinvolgere nel privato di un disperato diario dell'anima, rimanendo impavidamente sospesa su ipotesi metafisiche che dilatano il privato a meditazione universale sulla morte, fino ad accogliere testimonianze di una suggestiva sperimentazione sull'oltre, tentata di farsi parapsicologica e medianica. E’ questo uno dei punti di forza dell'opera, ed è l’aspetto che più incuriosisce il lettore. Infatti tale tipo di sensibilità, a tratti persino evocativa di Edgar Allan Poe, va incontro a un gusto diffuso sul rapporto fra i vivi e l'invisibile. Giuliano Gramigna, sul Corriere della Sera, chiudeva la recensione all’opera prima con queste parole: "scommetterei di buon grado sul futuro di narratore di Bargellini" e faceva riferimento a “patroni eccellenti”, come Gadda e Landolfi.
GLI AUTORI
Vince il Premio Bagutta anno 2000 nella sezione "Opera prima" con Mus utopicus (Editore I.M. Gallino).
Nel 1492, con la cacciata degli ebrei dalla Spagna per opera dei re cattolici Isabella e Ferdinando, ha inizio la vicenda dei "nuovi cristiani" della penisola iberica. Gli ebrei fuggiti in Portogallo sono convertiti a forza al Cristianesimo e perseguitati dall'Inquisizione. In alcuni casi, sinceramente convertiti, vengono torturati dai loro stessi nuovi correligionari; ma quasi sempre vivono, tra l'incubo del Sant'Uffizio e l'ostracismo della maggioranza, da veri artisti del compromesso, nel segreto delle famiglie, la tradizione, la cultura e la fede dei padri.