I monasteri dovrebbero rappresentare l'ultima roccaforte che resiste alle forze modernizzatrici, materialiste e prive di Dio, che dilaniano il mondo occidentale. Oppure no? E se anche i monaci fossero, invece - come i non monaci - uomini senza Dio? Carichi, cioè, di una vaga e imprecisata spiritualità utile soprattutto come guida per orientarsi in spazi e tempi che con Dio hanno poco a che fare? E se il monastero non fosse altro che un luogo in cui monaci e turisti del sacro, mescolati nello stesso spazio, non cercano altro che recuperare una dimensione più umana, meno alienante e dunque un maggiore equilibrio nella quotidianità? E se essere monaci non fosse altro che la messa in pratica di un'arte di vivere il presente che nel mondo fuori sembrerebbe perduta? Il saggio vuole lanciare una provocazione: in una società frammentata e secolare, compressa nel tempo e nello spazio, persino luoghi come i monasteri smettono di essere caratterizzati da religiosità tradizionali per essere trasformati in spazi di ricerca spirituale completamente inediti, alternativi e che spesso hanno a che fare più con la ricerca di un benessere psico-fisico da ottenersi qui e ora, che con l'anelito verso un Dio che attende l'uomo nell'aldilà.
Il C.I.R.B. (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), cui aderiscono tutte le Università campane, è un organismo di ricerca nel quale - con metodo rigorosamente scientifico, grazie al concorso di qualificati cultori delle varie discipline interessate e in un clima di costante e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle diverse posizioni culturali - è possibile delineare le trame di una serena e ponderata riflessione comune su tematiche che coinvolgono l'identità stessa della persona umana e il destino delle generazioni future.
Il titolo di ispirazione socratica - Scito te ipsum - con cui l'Etica era nota fin dall'inizio, indica il ruolo centrale dell'interiorità e intenzionalità nell'analisi del problema morale. Già dalle prime battute dell'opera Abelardo definisce la colpa come "consenso del soggetto all'inclinazione naturale presente nella natura umana": non è colpa - osserva - desiderare una donna ma acconsentire al desiderio giungendo all'adulterio. All'opera appartengono anche alcune intense pagine di denuncia della corruzione della chiesa che, oramai lontana dal modello evangelico della povertà, mira solo al potere e alla supremazia temporale. In esse riconosciamo l'Abelardo maestro di Arnaldo da Brescia.
All'inizio degli anni '40, nella Parigi occupata dalle milizie naziste, due intellettuali di origine rumena, Emil Cioran e Benjamin Fondane, entrambi influenzati dal filosofo russo Lev Sestov, stringono un rapporto di intensa amicizia. Il sodalizio, però, sarà di breve durata: nel marzo del 1944. infatti, l'"ebreo errante" Fondane, arrestato dalla polizia del regime collaborazionista di Vichy, verrà prima internato a Drancy, poi deportato ad Auschwitz, dove troverà la morte tra il 2 e il 3 ottobre dello stesso anno. Cioran, che inutilmente aveva tentato di sottrarre l'amico all'arresto, e alla tragica fine che lo avrebbe atteso, omaggerà Fondane con un toccante ritratto, pubblicato sulla rivista "Non Lieu" (1978) e successivamente negli Exercices d'admiration (1986). Le interviste raccolte nel presente volume, incentrate sulla figura e l'opera di Benjamin Fondane, integrano tale contributo, restituendo l'immagine di un uomo di grande spessore morale, e di un autore di primissimo piano sulla scena culturale europea del primo Novecento.
Fede, ragione, umanesimo, spiritualità, coppie di concetti, di valori che hanno tracciato strade divergenti nella storia della Chiesa cristiana e della cultura laica. Soprattutto per impulso di Papa Francesco, il tempo di questa incomprensione sembra finalmente terminato. La Chiesa del Papa della gente torna a parlare di sentimento, ma anche di razionale confronto con la società e con la storia. Questo libro getta un ponte per il confronto più delicato, ma più proficuo. Un documento possibile per una nuova alleanza che abbia come obiettivo l'uomo. Un inizio di dialogo senza sconti da parte del razionalismo libero e maturo della cultura muratoria, ma anche senza preclusioni.
Tommaso Senise, psicoanalista, membro ordinario della SPI, è uno dei principali esponenti della cultura psicoanalitica italiana dell'adolescenza. Il suo pensiero ha dato un contributo decisamente innovativo e articolato alla comprensione del processo adolescenziale, della sofferenza mentale in questo periodo evolutivo e della complessità insita nella relazione adulto-adolescente. Nell'oramai amplissimo e ricchissimo bagaglio dei contributi teorici e clinici italiani relativi all'adolescenza, il pensiero di Senise è spesso presente, ma mai in modo dogmatico; è riconosciuto come un pensiero "vivificante" che, arricchito dei recenti contributi e coniugato con le caratteristiche sociali/politiche/culturali della realtà attuale, sostiene una posizione aperta, risultato dell'articolazione creativa tra il patrimonio ereditato e la dinamicità della realtà in trasformazione. Senise, attraverso la sua modalità di esprimersi e attraverso la sua ampia attività di formatore, è riuscito a trasmettere il messaggio per lui più importante: il suo profondo amore per l'autenticità e spontaneità dell'essere umano, per la libertà di pensiero che non può mai essere disgiunta dalla consapevolezza di chi si è. La presente edizione di "Psicoterapia breve di individuazione", ampliata rispetto alle precedenti, offre alla nuova generazione di psicologi, psicoterapeuti, operatori la possibilità di avvicinarsi direttamente al contributo di uno psicoanalista così impegnato.
Non esiste un pensiero unico femminista. Esistono piuttosto diverse prospettive, culturali e teoriche, che hanno accompagnato e seguito il femminismo inteso come movimento politico. Il volume indaga i limiti e i punti di forza di queste prospettive, valutando il loro contributo alla riflessione filosofica sulla morale e sulla bioetica. Se le teorie morali classiche muovono da un'idea di soggetto astratto e universale, quelle femministe arrivano, nel loro sviluppo, a mettere in luce la debolezza di un simile approccio, sottolineando l'unicità e particolarità di ogni essere umano e la sua porosità alle relazioni. Prende forma così una nuova visione della morale, alla luce della quale si possono affrontare questioni attuali e scottanti come l'aborto, la procreazione medicalmente assistita, i nati estremamente prematuri, l'eutanasia e il testamento biologico.
Oggi c'è bisogno di sapere da dove veniamo, ma anche di sapere dove stiamo andando e se questa strada è un ritorno. Da qui l'indagine sull'origine e il senso della storia umana. Karl Jaspers, uno dei pensatori tedeschi più importanti del '900, espone qui il fondamentale concetto di età assiale. Tra l'800 e il 200 a. C. sono nate le cinque più grandi civiltà che nutrono ancora, culturalmente e spiritualmente, il nostro tempo. Se siamo stati uniti nel più lontano passato, se le diverse civiltà sono nate ad uno stesso parto, pur seguendo strade storiche diverse e dando vita a forme diverse di modernità, possono oggi tornare a capirsi. Siamo alle soglie di una seconda svolta assiale della storia umana? Sarà possibile una civiltà del mondo? Un libro importante che ambisce a diventare un classico. Un libro che offre un'occasione per varcare i confini disciplinari e interrogarsi a tutto campo sul destino umano nell'era globale. Introduzione di Raniero Regni.
Il pensiero del Novecento ha portato fino in fondo l'opposizione tra spirituale e materiale. La religione è stata studiata come prodotto socioeconomico o come istinto. Ma questa penetrazione del materialismo nella sfera irrazionale del credere ha lasciato qualcosa d'incompreso. Questo libro indaga la portata di ciò che non abbiamo ancora capito del nostro sentimento religioso a partire dalla smaterializzazione delle relazioni umane, formata e incentivata dalla comunicazione informatica, telematica e via web. Semiologo, Massimo Leone mette in gioco le teorie dei linguaggi nel campo del credere. La progressiva digitalizzazione del significante lo ha trasformato in un simulacro portatile ma freddo. Esso non rappresenta il suo oggetto nel senso di una incarnazione materiale ma in quello di una ricostituzione aritmetica.
"Spiritualità senza Dio?": contraddizione o paradosso? In realtà, nelle società contemporanee, si moltiplicano nuove forme di spiritualità al di fuori delle grandi tradizioni religiose. Il distacco tra religioni organizzate e spiritualità individuali sta penetrando nel cuore di molti individui, quasi che la religione fosse emigrata "nel mondo", spostandosi dalle chiese alla strada, dai riti liturgici alle pratiche secolari, dall'obbedienza ai Magisteri alle scelte individuali. È così che si sperimentano altri alfabeti del religioso: verità, liturgie, presenze, pratiche finalizzate a investire di senso la vita quotidiana. E anche altre spiritualità che vanno oltre l'osservanza dei riti, poiché riguardano l'essere più che la morale. Il libro del sociologo Luigi Berzano - che apre la collana "Spiritualità senza Dio?" è importante perché, senza pregiudizi o moralismi, apre il nuovo campo di ricerca sulle spiritualità sia di individui che dichiarano di non appartenere a nessuna religione, sia di individui che, pur appartenendo a una religione, hanno uno stile di vita che non discende dalla propria religione e vivono parte della loro vita come se Dio non ci fosse.