
"La produzione in prosa di Saba è relativamente scarna (se paragonata a quella di molti altri poeti del Novecento da Ungaretti a Montale, a Sereni, a Caproni). Si possono individuare tre nuclei cronologici in cui sembra concentrarsi la gran parte del lavoro in prosa di Saba: il primo da collocare tra il 1910 e il 1915, il secondo tra il 1944 e il 1948, il terzo infine tra il 1952 e il 1953. " (Dall'introduzione di Mario Lavagetto).
Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.
Riccardo Calimani descrive la vita quotidiana, i costumi e le cerimonie religiose dell'articolata comunità ebraica di Venezia, ripercorrendone il lento e difficile cammino verso l'integrazione e l'emancipazione. Attraverso le vicende di rabbini, intellettuali e umanisti, ma anche di semplici commercianti cui resta labile traccia nei documenti ufficiali, il lettore viene guidato alla scoperta di una delle più vivaci zone della città lagunare, crocevia di popoli e civiltà.
Due famiglie, i Jones e gli Iqbal, le cui vite sconclusionate racchiudono gli ottimismi e le contraddizioni del secolo appena concluso. Archie Jones è un tipico proletario inglese, mentre il suo migliore amico è il bengalese e musulmano Samad Iqbal. Si sono conosciuti su un carrarmato alla fine della Seconda guerra mondiale, diretti a Istanbul e ignari del fatto che la guerra era già finita. Riunitasi a Londra trent'anni dopo, questa coppia improbabile si ritrova coinvolta nel ciclone politico, razziale e sessuale di quei tempi.
"Il mio primo incontro con Hölderlin è avvenuto nel momento in cui stavo entrando all'università, avevo diciassette anni e iniziavo le frequenze a Padova. Un amico mi fece avere una vecchia edizione di Hölderlin in caratteri gotici, assicurandomi che avrei riconosciuto senza alcun dubbio un grande poeta, e io cominciai, col poco tedesco che avevo, a decifrarlo." dDall'introduzione di Andrea Zanzotto)
In questo libro Weiss, attraverso la tecnica della "terapia regressiva", illustra come le esistenze passate possano essere rievocate. La nostra realtà quotidiana, secondo l'autore, è infatti condizionata dalle situazioni cruciali di vite precedenti. Attraverso i ricordi di queste vite è possibile esplorare il mondo dopo la morte e apprendere gli insegnamenti dei "Maestri", spiriti guida non incarnati e immensamente evoluti.
Chi fu veramente Virginia Oldoini, contessa di Castiglione? La sincera patriota che sedusse Napoleone III per favorire l'unità d'Italia, o la scaltra cocotte che mise le proprie grazie a disposizione di Cavour per fini assai meno nobili? Aristocratica, ricca, annoiata, bellissima, la contessina aveva appena diciotto anni quando Vittorio Emanuele II decise di servirsi di lei per guadagnare alla causa italiana l'imperatore francese. Nell'alcova di Virginia passarono le più importanti teste coronate d'Europa, tanto che alla sua morte i servizi segreti sabaudi bruciarono tutti i documenti che la riguardavano, lasciandosi però sfuggire lettere, diari e memoriali, grazie ai quali Arrigo Petacco è riuscito a ricostruire questa pagina di storia italiana.
Il libro-intervista con il cardinale Dionigi Tettamanzi, curato dal giornalista Saverio Gaeta, ha per tema l'attualità del decalogo. L'obiettivo del volume è quello di raccontare, utilizzando lo schema dei dieci comandamenti, il senso che quelle parole hanno per l'uomo del Duemila, in continua ricerca di un significato vero per la propria esistenza. Ciascuna delle tematiche è attualizzata con precisi riferimenti alle più scottanti questioni del nostro tempo, sancendo di fatto il passaggio dal decalogo "impositivo" della tradizione catechistica, al decalogo "in positivo" nella linea dell'amore di Dio per l'umanità.