Lo studio sulla Leggenda di san Ticone - che, secondo le poche notizie in nostro possesso, fu vescovo di Cipro e feroce avversario dei culti pagani verso la fine del IV secolo - costituisce, dopo l'indagine su santa Pelagia di Gerusalemme, la seconda e più matura prova degli interessi per l'agiografia del grande ed eclettico filologo e storico della religione classica Hermann Usener. Seguendo i dettami e gli influssi del trend storico religioso coevo, il personaggio di Ticone viene ricollegato alla figura di una divinità pagana dal carattere agreste e connessa ai riti di rigenerazione e fertilità. Si tratta di un'interpretazione ardita e stimolante, in un'indagine condotta con maestria filologica, che, sebbene non tutte le tesi proposte in questo saggio possano essere accolte, contribuisce non di meno a gettar luce sui legami, a volte evidenti, altre volte più oscuri, tra l'antica religione greca e il nuovo culto cristiano, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più popolareggianti e la persistenza di pratiche folkloriche. Il saggio è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, con un'Introduzione di Ilaria Sforza che ne mette puntualmente in luce le caratteristiche di novità.
DESCRIZIONE: La teologia cristiana delle religioni è diventata negli ultimi decenni il crocevia di molte questioni teologiche. Tra queste, sebbene nella letteratura recente sia lasciata al margine, quella della funzione salvifica della Chiesa occupa un posto di prim’ordine. Ciò nonostante, secondo l’opinione vulgata riaffermare la mediazione salvifica universale della Chiesa significherebbe tornare a una forma di imperialismo, incapace di riconoscere che tutte le tradizioni religiose sono per i loro aderenti luogo e strumento di salvezza. In molte riflessioni teologiche, stimolate e pure "arginate" dal Magistero della Chiesa cattolica, sul rapporto tra il cristianesimo/la Chiesa e le religioni ci si è richiamati al concilio Vaticano II (1962-1965), vedendo in esso una svolta. Il "fantasma" si aggirava anche nell’aula conciliare e continua a suscitare interrogativi in molte coscienze: si può sostenere che tutte le tradizioni religiose si equivalgono? Se così è, che ne è della "pretesa" cristiana di aver ricevuto in custodia per tutto il genere umano la rivelazione di Dio compiutasi in Gesù Cristo? Che ne è dell’affermazione, lungo i secoli più volte ripresa e reinterpretata, della necessità della Chiesa per la salvezza? Il dialogo richiede che si rinunci alla coscienza di verità? Siccome il Vaticano ii resta l’intervento più autorevole del Magistero cattolico nell’ultimo secolo, a esso e alle interpretazioni cui è stato sottoposto si presta qui singolare attenzione per verificare se esso permetta le "aperture" che gli si attribuiscono. La consapevolezza che il Concilio non ha voluto rispondere a tutti gli interrogativi posti dall’attuale congiuntura teologica spinge a tentare un’ipotesi di soluzione che tenga conto delle proposte avanzate negli ultimi due decenni e, nello stesso tempo, mantenga il senso della tradizione precedente.
COMMENTO: Una riflessione teologica sul rapporto tra Chiesa cattolica e le altre religioni dopo il Concilio Vaticano II, in particolare sul concetto di salvezza universale.
GIACOMO CANOBBIO, già presidente dell’Associazione Teologica Italiana, è docente di Teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e lo Studio teologico Paolo VI di Brescia. Tra i curatori dei «Quaderni teologici», presso la Morcelliana ha pubblicato: Laici o cristiani? Elementi storico-sistematici per una descrizione del cristiano laico (1997); Dio può soffrire? (20062). Tra le sue opere ricordiamo: Chiesa perché. Salvezza dell’umanità e mediazione ecclesiale (San Paolo 1994); I documenti dottrinali del Magistero (Queriniana 1996).
DESCRIZIONE: Obbedendo al mandato di Gesù, la Chiesa si è sempre preoccupata di trasmettere il Vangelo a ogni creatura, mediante l’annuncio, la celebrazione dei sacramenti e la testimonianza della vita. Sono proprio questa stessa missione e le sue modalità di attuazione a dover essere ripensate nell’attuale congiuntura storica. Di più, seguendo la tradizione teologica, occorre formulare una domanda, posto che la fede, intesa come atto di risposta alla rivelazione, è già esperienza salvifica e non semplicemente condizione per la salvezza, talché la Chiesa, annunciando la parola della fede di cui essa vive, è solo lo strumento o l’"occasione" per la fede come lo è per la salvezza: non come si possa trasmettere, ma se la fede stessa possa essere trasmessa.
Alla luce di questi interrogativi di fondo, il Quaderno tenta di rispondere analiticamente toccando i nodi teologici della questione: dalla metafora della Chiesa madre, che fin dai primi secoli è servita a richiamare la mediazione della Chiesa nella generazione dei figli di Dio, si considera poi il problema specifico della possibilità di trasmissione della fede. D’altra parte, si rilevano forme diverse di trasmissione della fede, che variano col mutare delle circostanze e si possono osservare già nella tradizione ebraica, col passaggio dalla famiglia ai sacerdoti nel compito di trasmettere la Torah, e nell’importanza attribuita al "raccontare" quanto Dio ha compiuto per i Padri. Trasmettere la fede tocca temi quali il rapporto con l’ethos e la Tradizione, considerata da tre prospettive: quella del rapporto tra verità e apertura alle nuove situazioni (prendendo spunto dalla vicenda modernista e dalla proposta di M. Blondel); quella della autocapacità della Chiesa di autogenerarsi (spiegata da J.S. Drey); infine quella del teologo, ora Papa, J. Ratzinger nelle sue varie fasi di sviluppo. Accanto a ciò, posto di primo piano occupano nella trasmissione della fede la celebrazione liturgica e il magistero ecclesiale.
COMMENTO: Una riflessione a più voci sul senso della fede attraverso l'Antico e il Nuovo Testamento, con riferimento al dibattito teologico contemporaneo.
Non basta che la verità sia proposta dall’argomentazione logica e il bene comandato dall’imperativo etico. Occorre che entrambi si mostrino nel loro volto attraente e amabile, perché solo l’amore muove e convince: e l’amore è suscitato e nutrito unicamente dalla bellezza. Ciò di cui allora c’è urgente bisogno, al compimento della parabola dell’epoca moderna e fra le brume inquiete della cosiddetta postmodernità, è un cristianesimo che recuperi vigorosamente la centralità e la rilevanza del bello. Possa questo piccolo testo – che combina la mia riflessione di teologo alla mia attuale responsabilità pastorale – accendere in chi lo leggerà il desiderio della bellezza che salva, quella che agli occhi della fede cristiana ci è stata rivelata e offerta nel Dio Crocifisso sul Golgota, messaggio e dono di infinito amore. (dall’Introduzione)
Una guida al mistero cristiano atraverso i suoi Segni: la liturgia, i simboli, la preghiera. Il Bello come via a Dio.
Espressioni come "tomismo analitico" e "tomismo wittgensteiniano" hanno un'origine recente, gli anni Novanta del XX secolo. Tuttavia, le tendenze che vi sono sottese hanno radici più remote, intrecciandosi con alcuni degli sviluppi fondamentali della filosofia analitica. Scopo del libro è rendere conto anzitutto dell'origine di quelle espressioni e di fornire poi una rassegna storica del tomismo analitico, mostrando le principali vie che la rilettura analitica di Tommaso d'Aquino e l'utilizzazione analitica delle risorse offerte dal tomismo hanno seguito negli scorsi decenni e indicando una bibliografia essenziale che consenta di orientarsi in tale ambito di studi. In Appendice, il saggio La rinascita della teologia naturale nella filosofia analitica offre la possibilità di individuare in modo più preciso gli orientamenti di tipo tomistico entro la recente teologia filosofica analitica, sia di inserire il tomismo analitico in una prospettiva più ampia, talvolta anche lontana dal tomismo stesso, ma segnata tuttavia dalla ripresa di tematiche metafisiche e di interessi teologici specifici nel contesto della filosofia analitica della religione.
Graziano Ripanti, Il corpo umano: enigma o mistero?
FILOSOFIA
Virgilio Melchiorre, Determinismo e indeterminismo. Sulle condizioni della libertà
Laura Boella, Quando i corpi parlano e le persone si incontrano
Carmelo Vigna, Il corpo della mente
Adriano Fabris, Il corpo e la carne. Un percorso da Michel Henry a Tertulliano
Paolo Sterlicchi, Corpo e carne: una sfida fenomenologica
Antonio Allegra, Costituzione ed essenza. Note sul rapporto di corpo e persona nella metafisica analitica
Sergio Moravia, Un mondo negato. L’assolutizzazione del corpo nella psico-umanologia contemporanea
SCIENZE
Mario Micheletti, Obiezioni filosofiche al naturalismo
F. Tito Arecchi - Vincenzo Fano, Neuropsicologia della creatività scientifica
Eugenio Fizzotti, Corpo e persona, psicologia e psicoterapia
TEOLOGIA
Romano Penna, Corpo e storia. Luoghi della rivelazione biblica
Franco Gori, L’antropologia nel cristianesimo antico
Giampiero Bof, Corpo, persona, Cristo
Giannino Piana, Il corpo fondamento di un’etica "situata"
Massimo Giuliani, Corpo e carnalità nel pensiero ebraico
Aldo Natale Terrin, Corpo e persona nel Såmkhya-yoga
DOCUMENTI
Paul Ricoeur, Merleau-Ponty: al di là di Husserl e Heidegger
˛ˇ 1 . C o n t r i b u t i
1 . 1 . 1 . S e z i o n e m o n o g r a f i c a :
L i n t e r p r e t a z i o n e d e i P r o f e t i t r a l a L X X e G e r o l a m o
I . I s a Ô e 8 - 9 : L e t e x t e b i b l i q u e , s a v e r s i o n g r e c q u e e t s a r È c e p t i o n , a c u r a d i O . M U N N I C H
L X X - I s a i a h 8 - 9 a n d t h e I s s u e o f F u l f i l m e n t - I n t e r p r e t a t i o n ( A . V A N D E R K O O I J )
L e t r a d u c t e u r d I s a Ô e c o n n a i s s a i t - i l l e t e x t e g r e c d u D o d e k a p r o p h e t o n ? ( C . D O G N I E Z )
L i d e n t i f i c a t i o n d e s l o c u t e u r s e t d e s a c t e u r s d a n s l e s c o m m e n t a i r e s a n c i e n s d u c h a p i t r e 8 d I s a Ô e s e l o n l a S e p t a n t e ( A . L E B O U L L U E C )
L a r È c e p t i o n d I s a Ô e 8 - 9 d a n s l a l i t t È r a t u r e p a t r i s t i q u e d e s I I e - I I I e s i Ë c l e s ( M . F … D O U )
L e c o m m e n t a i r e d E u s Ë b e d e C È s a r È e s u r I s 8 , 4 d a n s l a D È m o n s t r a t i o n È v a n g È l i q u e ( V I I , 1 , 9 5 - 1 1 3 ) : s e s s o u r c e s e t s o n o r i g i n a l i t È ( S . M O R L E T )
I I . G e r o l a m o e s e g e t a d e i p r o f e t i , a c u r a d i F . P I E R I
L e l i v r e I I I d e l I n Z a c h a r i a m d e S a i n t J È r Ù m e e t l a t r a d i t i o n a l e x a n d r i n e ( A . C A N E L L I S )
S e g n i d i a c r i t i c i e d e r e d i t ‡ f i l o l o g i c a o r i g e n i a n a i n G e r o l a m o ( V . C A P E L L I )
L a t r a d u z i o n e d i G e r o l a m o d e i p r o f e t i m i n o r i ( C . M O R O )
L a r g o m e n t o d e i t e s t i m o n i a p r o f e t i c i n e l l a c r i t i c a g e r o n i m i a n a a l l a S e t t a n t a ( F . P I E R I )
A k t u e l l e T e n d e n z e n d e r H i e r o n y m u s - F o r s c h u n g : I m p r e s s i o n e n v o n e i n e r T a g u n g ¸ b e r H i e r o n y m u s i n C a r d i f f ( A . F ‹ R S T )
1 . 1 . 2 . A r t i c o l i
G i o b b e n e i P a d r i d e l l a C h i e s a : f o r t u n a d i u n i m m a g i n e ( P . R O S A )
O r i g e n e s u n d d i e Q u a d r a g e s i m a i n J e r u s a l e m . E i n D i s k u s s i o n s b e i t r a g ( H . B U C H I N G E R )
W h y D o e s O r i g e n A c c u s e t h e J e w s o f " L i t e r a l i s m " ? : A C a s e S t u d y o f C h r i s t i a n I d e n t i t y a n d B i b l i c a l E x e g e s i s i n A n t i q u i t y ( P . M A R T E N S )
ø A q u i È n d i r i g e G r e g o r i o d e N a z i a n z o s u c r Ì t i c a d e l a r e i n c a r n a c i Û n ( D e a n i m a 2 2 - 5 2 ) ? ( M . H E R R E R O D E J ¡ U R E G U I )
C h r i s t i a n D i v e r s i t y i n A m a s e i a : A B i s h o p s V i e w ( J . L E E M A N S )
1 . 2 . N o t e e R a s s e g n e
C h r o n i q u e A l e x a n d r i n e I V ( A . J A K A B )
I l p r i m o c o n v e g n o i t a l i a n o s u F i l o n e d i A l e s s a n d r i a ( J . P . M A R T Õ N )
L … v a n g i l e d e J u d a s : q u e l q u e s r È f l e x i o n s ‡ l a s u i t e d u c o l l o q u e d e P a r i s ( J . - D . K A E S T L I )
D u b o n u s a g e d u n e È d i t i o n d O r i g Ë n e : ¿ p r o p o s d u C o m m e n t a r i o a l C a n t i c o d e i C a n t i c i d e M . A . B a r b ‡ r a ( J . - M . A U W E R S )
T h e O r i g e n C o n f e r e n c e s 1 9 7 3 - 2 0 0 5 . A T h e m a t i c L i s t o f t h e P a p e r s ( G . B O S T O C K ) B i b l i o g r a f i a p a t r i s t i c a r e c e n t e d i a r e a c e c a ( J . P L ¡ T O V A V . H U ` E K )
" A o l i j i n " o r O r i g e n i n C h i n e s e : A R e p o r t o n O r i g e n i a n a n d P a t r i s t i c S t u d i e s i n C o n t e m p o r a r y C h i n a ( M . N I C O L I N I Z A N I )
U n a r a s s e g n a d i f o n t i d o c u m e n t a r i e p e r l o s t u d i o d e l m o n a c h e s i m o e g i z i a n o ( M . G I O R D A )
N o t i z i a r i o
R e p e r t o r i o b i b l i o g r a f i c o
DESCRIZIONE: La responsabilità per la vita che nasce e per la vita che muore è allo stesso tempo radicale e difficile. Quando e perché riconosciamo che nella provetta di un laboratorio o nel corpo di una donna c’è qualcuno e non più solo qualcosa? Siamo autorizzati a manipolare i geni per far sì che vengano al mondo persone "migliori" e con la prospettiva di una maggiore felicità? Abbreviare la sofferenza di chi non ce la fa più e chiede il nostro aiuto può essere l’ultimo gesto della compassione e della solidarietà? Ci sono risposte diverse a queste domande. Non per questo, tuttavia, è inevitabile concludere che nell’epoca del pluralismo l’unica verità che rimane è la voce della propria coscienza e tutto si risolve lasciando che ciascuno faccia a modo suo. La bioetica, andando appunto alle radici dell’umano, incalza il pensiero a ridefinire l’ambito di quel che può valere per me e insieme per tutti, assumendo i risultati del progresso scientifico, ma sapendo che non è solo dalla scienza che l’uomo può ricavare l’indicazione di quel che deve fare. Questa resta la sfida della filosofia e della politica, chiamate entrambe a riconoscere che sulla vita, in ogni caso, non si hanno solo diritti.
COMMENTO: Una guida alle principali questioni della bioetica, con riferimento ai più controversi dibattiti attuali (fecondazione assistita, cellule staminali, trapianti...)
STEFANO SEMPLICI insegna Etica sociale all’Università di Roma "Tor Vergata". È direttore della rivista "Archivio di Filosofia" e del Collegio universitario "Lamaro-Pozzani". Fra le sue pubblicazioni più recenti: Il soggetto dell’ironia (Cedam, Padova 2002); come curatore, Il diritto di morire bene (il Mulino, Bologna 2002) e Il mercato giusto e l’etica della società civile (Vita e Pensiero, Milano 2005).
Carlo Carretto è nato nel 1910 in Piemonte. Dopo aver compiuto gli studi laureandosi in filosofia, dal 1936 al 1952 militò nell'Azione Cattolica divenendo Presidente Nazionale dei Giovani. Nel 1954 entrò nella Congregazione dei Piccoli Fratelli del Padre Carlo di Foucauld. Dopo un decennio di permanenza nel deserto del Sahara rientrò in Italia fondando a Spello sulle pendici del Subasio un centro di preghiera. Se gli si chiede: "Conta ancora il deserto? Conta di più l'impegno nella città?", risponde: "Conta la comunicazione vitale appassionata continua con Dio".Nella Babele del mondo di oggi, nella diaspora della Chiesa militante è questo il modo di vivere la preghiera. I suoi libri e le sue parole hanno la capacità di infondere speranza ai giovani e non solo ai giovani. Questo ultimo libro sul mistero del dolore non mancherà di aiutare i più provati e chi cerca di penetrare nel profondo il significato dell'esistenza dell'uomo sulla terra.