
"Questo libro permetterà di comprendere più a fondo il disegno globale della vita e dell'opera di Paolo vi come arcivescovo e come pontefice. Una persona profondamente credente, umile, disponibile e attenta al dialogo, sempre desiderosa di aiutare e timorosa di disturbare altri, una persona che ebbe il dono di una grande perseveranza nelle prove. Sono certo che l'esempio della sua vita, descritto in questo volume, aiuterà molti a mettere in luce nella propria esistenza quel primato della santità di cui ci ha parlato così efficacemente Giovanni Paolo II nella sua ultima Lettera Novo Millennio Ineunte. Così la testimonianza cristiana passa da una generazione all'altra portando frutti di vangelo vissuto." (dalla Presentazione del Card. Carlo Maria Martini)
Sezione monografica: P. Grassi, Introduzione; B. Forte, Pensare dopo Mancini; A. Aguti, L'ultimo Dio. Note sul confronto di Mancini con Martin Heidegger; D. Scalzo, La penultima parola. Heidegger nel Frammento su Dio di Mancini; M. Bozzetti, Hölderlin nei doppi pensieri; E. Cecchi, Mancini lettore di Rosmini; C. Vigna, Un maestro, vent'anni dopo; A. Di Caro, La logica dei doppi pensieri; M. Cangiotti, Ethos/popolo. La filosofia politica di Mancini fra Aristotele, Agostino e Paolo; E. Moroni, Per un'assiologia giuridica e politica; M. Cascavilla, Italo Mancini e il decisionismo di Carl Schmitt; G. Crinella, Il confronto critico con la teoria giuridica di Hans Kelsen.
Nel clima culturale dell'immediato dopoguerra, dominato dall'inquietudine degli esistenzialismi, il breve trattato sostiene che la filosofia dell'essere espressa da Tommaso d'Aquino possiede un diritto originario a fregiarsi del titolo di "esistenzialismo metafisico". Essa celebra l'esistente nell'affermazione del legame indissolubile tra ente, essenza e atto di esistere, che permette di fondare l'ontologia su un'intuizione originaria dell'essere nella quale sono compresi l'astrazione dei significati e il senso della loro immersione concreta nell'esistenza. Ciò permette a Maritain di coniugare, come raramente accade nei pensatori del XX secolo, dottrina dell'essere e meditazione esistenziale, tematizzando qui il rapporto tra tempo ed eternità, il nesso tra libertà increata e libertà creata, la predestinazione e la questione del male. La concisione e lo stile icastico fanno di questa presentazione, fra le più suggestive e acute delle questioni relative all'essere e all'esistenza in seno alla filosofia tomista, un classico.
Certeau è il punto di partenza per una riflessione sulla storiografia contemporanea alle prese con i suoi fantasmi e vittima del sentimento di inadeguatezza. Uno smarrimento che lo storico stesso assume con fatica, con il quale condivide con pena il proprio lavoro dato che la storiografia ha sempre avuto la pretesa di spiegare e significare, di dare senso agli avvenimenti del passato, operazioni la cui legittimità sembra venire meno in relazione agli eventi della seconda guerra mondiale e della distruzione degli Ebrei.
Scritto nel 1944, poco prima che Fondane fosse deportato e ucciso ad Auschwitz, questo testo dà voce alla sua particolare declinazione del pensiero esistenziale. Fondane accusa molti autori che si definiscono esistenzialisti tra cui Camus, Jaspers e lo stesso Sartre - di aver abbandonato l'esistente per l'esistenza, contribuendo all'avvento della "domenica della Storia", ovvero il luogo e il tempo in cui la Storia - hegelianamente intesa come suprema razionalità - gode del proprio trionfo sugli individui ridotti a semplici mezzi. Occorre un atto di "irrassegnazione" per realizzarsi come eccezione rispetto alla Storia, sull'esempio di Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche, esponenti di un nuovo tipo di filosofia capace di riattivare il reale in tutta la sua ricchezza. Capace di inaugurare un "lunedì esistenziale" in cui il singolo riesca a spingersi oltre lo scorrere della Storia, attendendo il tempo in cui potrà porsi pienamente come esistente irriducibile. Un pensiero che, se sembra collassare nella tragedia dell'Olocausto, in realtà proprio di fronte a essa emerge in tutta la sua forza profetica.
Prefazione di Laura Boella
Appendice di Francesco Alfieri
DESCRIZIONE: La recente pubblicazione del volume di Francesco Alfieri, Die Rezeption Edith Steins, testimonia che, offrendo una rassegna completa della bibliografia esistente, l’autore ha tessuto una vera e propria tela, ha creato uno spazio di incontro e di dialogo tra studiosi e lettori di Edith Stein, europei e extraeuropei, finora rimasti perlopiù sconosciuti gli uni agli altri. Dal lavoro di Alfieri è derivato in maniera sorprendente un effetto di rinnovamento degli studi steiniani. Si sono dischiuse, infatti, nuove prospettive di ricerca, sono stati scoperti inediti significativi, nuova luce è stata gettata su aspetti ancora oscuri della biografia intellettuale della santa patrona d’Europa. Il presente volume può essere considerato un’importante espressione di una nuova generazione di contributi che vogliono esplorare l’intensità con cui la figura di Edith Stein parla a chi vive nel nuovo millennio.
Dalla Prefazione di Laura Boella.
COMMENTO: I maggiori specialisti presentano le più recenti prospettive di ricerca su Edith Stein (1891-1942), religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, arrestata in Olanda dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, tra le maggiori pensatrici del Novecento.
PATRIZIA MANGANARO è professoressa di Storia della filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni: Filosofia della mistica. Per una pratica non-egologica della ragione (Lateran University Press, 2008); Empatia (emp, 2014).
FRANCESCA NODARI, direttore scientifico del "Festival Filosofi lungo l’Oglio", collabora con la cattedra di Filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas (Morcelliana, 2011); Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro. Una questione morale (Giuntina, 2013).