Questo libro uscito per la prima volta nel 1985 sulle vicende dei soldati italiani nei campi di prigionia degli Stati Uniti, viene oggi proposto in quanto ha ispirato il film "Texas".
Una sequenza di episodi illustra la lotta, fatta di stratagemmi, insuccessi, campi minati, colpi di sorpresa, sbarchi lampo, combattimenti apocalittici, che ebbe come teatro il Mediterraneo e come attori la Royal Navy e la Marina Militare Italiana.
Un'accurata ricerca su Luciano Luberti, il "boia di Albenga", dagli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando, entrato nella Wermacht e dislocato alla Fedelgendarmerie di Albenga, si rende responsabile di torture, maltrattamenti, persecuzioni personali, abusi sessuali ed esecuzioni nei confronti non solo di partigiani ma anche di civili. Ripercorrendo le vicende che lo portarono in carcere per l'omicidio della sua compagna e le frequentazioni spesso eccellenti che hanno caratterizzato la sua ambigua esistenza, l'autore ricostruisce la vicenda del Luberti, tracciando anche il ritratto psicologico di un personaggio inquietante.
Nel corso di una ricerca d'archivio Sandro, giornalista, s'imbatte nello scarno resoconto di un episodio dell'occupazione nazista di Roma: la fucilazione di dieci donne che avevano dato l'assalto a un forno. Il fatto, realmente accaduto ma dimenticato dalla storia "ufficiale", a poco a poco diventa un'ossessione per il protagonista che - a cinquant'anni di distanza decide di investigare, parlando coi testimoni, cercando le prove, interrogando i documenti.
Il libro racconta, da un'angolazione poco usuale, la storia di una generazione di giovani intellettuali, dal 1933 attraverso la crisi del '36-'37, sino al dramma della guerra e all'epilogo del '43.
Dagli appunti di Aurelio Garobbio, funzionario dell'ufficio stampa di Mussolini dal 1933 al 1945 con mansioni speciali, emerge il lavoro continuo del giornalista per contrastare le mire del Terzo Reich sui Cantoni Ticino e Grigioni. Le violazioni della sovranità italiana, con annessioni di fatto come la creazione - sotto il comando di "Gauleiter tedeschi - della regione Alpina di Trento, Bolzano e Belluno e della regione di Trieste e dell'Istria, preoccupavano Garobbio che vedeva così concretizzarsi un disegno che comprometteva e contrastava le aspirazioni "annessionistiche" del fascismo.