Che cosa sarà di noi nell’Eternità? Che cos’è l’Eternità? Queste sono le domande che si pone Alessandro Meluzzi, facendosi così interprete degli interrogativi che inquietano la coscienza dell’uomo in ogni epoca.
La relazione al di là della vita e dopo la morte è un aspetto fondante dell’esistenza, è l’origine di tutti i pensieri possibili. L’idea della morte suscita nell’uomo sentimenti contrastanti: la disperazione dell’abisso e del nulla, e la speranza illimitata in un amore che non si esaurisce nella vita terrena.
«Siamo in cammino, siamo in un cammino, siamo un cammino», afferma l’autore. Tutta la vita è un percorso che proviene da un altrove e che conduce a un altrove. In questo percorso che l’uomo realizza come viator, una naturale disposizione dell’animo lo induce a perfezionare l’opera della Creazione con atti d’amore, a essere con-creatore. Questa necessità è un mistero d’Amore, è Cristo, vero Dio e vero uomo, del quale «intravediamo lontanamente qualcosa che si rivela in Gesù».
Con l’alternarsi armonico di versi poetici, citazioni bibliche e quadri, Chiaroscuri della famiglia evoca l’apertura del cuore nei confronti dell’Infinito, un’apertura che si incarna nella famiglia e nella casa intesa come luogo di grazia e d’incontro, ma anche zona d’ombra, di matrimoni finiti e di affetti spezzati.
“Ma quale futuro è riservato alla famiglia oggi?”. Questa è la domanda che si pongono le due autrici.
Questa precarietà che si alterna fra luci e ombre è interpretata dalle autrici come stimolo per aprirsi totalmente alla bellezza dell’amore; affinché il futuro riposi fra le braccia della tenerezza e dell’incanto della bellezza. Confidare nella tenerezza rende capaci di risvegliare in sé i germi del Bene; ma solo facendo esperienza dell’Assoluto e orientandosi verso l’Altro la famiglia ritorna a essere sinonimo di casa.
Fiamma viva è il titolo di una delle opere più conosciute di san Giovanni della Croce, ma è anche il simbolo con cui la Parola di Dio e l'esperienza dei mistici narrano l'azione dello Spirito, fonte dell'amore. La collana raccoglie gli atti della Settimana di spiritualità che si tiene ogni anno presso il Teresianum di Roma, con approfondimenti biblici, teologici e pastorali sui temi monografici della vita nello Spirito.
I testi evangelici della Passione di Gesù sono racconti rivolti alla fede dei credenti: il volume suggerisce tracce di lectio divina e di preghiera contemplativa a partire dalla Parola di Dio.
Una meditazione sulle stazioni tradizionali della Via Crucis per l’uomo d’oggi.
Chiara Amirante usa un linguaggio semplice e diretto per arrivare a una questione fondamentale: perdonare e perdonarsi per cominciare il percorso della guarigione del cuore, per accogliere e imparare ad abbracciarsi. Cinque le “regole” per innescare circoli virtuosi e spezzare quelli viziosi:
1. Dirsi la verità; 2. Chiedere perdono a Dio; 3. Dare e chiedere perdono; 4. Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi stessi; 5. Esercitarsi a perdonare.
Tre gli esercizi da svolgere: perdonare se stessi, chiedere perdono, dare il perdono.
Accogliente e sincera l’Amirante crede che il perdono è un’abitudine, è un modo di vivere, è uno stile, a volte difficile da perseguire, ma possibile, per vivere meglio con se stessi e con gli altri.
“Accetto tutto” sono state le ultime parole di suor Ilaria Meoli dopo l’incidente stradale che l’ha portata alla morte.
Raccontata in un diario c’è l’esperienza di una carmelitana di santa Teresa di Torino, medico in Africa, pronta a spendersi in ogni situazione della vita. Ilaria trascrive i pensieri scaturiti dal dialogo interiore con Gesù Cristo, con se stessa e con gli altri, alla ricerca di un impegnativo equilibrio, nella permanente oscillazione tra introspezione e comunicazione, solitudine e compagnia, vita religiosa e professione medica, comunità e missione. Entusiasmo e paura, potente desiderio di donarsi e timore della propria inadeguatezza, dedizione generosa e stanchezza fisica: questi gli accenti ricorrenti che rivelano il suo animo appassionato e inquieto, proprio di una donna del nostro tempo che non ha rinunciato a impegnarsi in modo completo ed esigentissimo, in Italia come in Africa.
I testi inediti di Ilaria sono stati raccolti da Maurizio Gronchi, che li ha suddivisi in tre sezioni:
• i dialoghi interiori, disseminati in fogli sparsi (giugno 1992 – luglio 1994; aprile 1997 – settembre 1998; alcuni appunti senza data);
• il diario, scritto di notte o davanti al tabernacolo, composto da tre fitti quaderni (ottobre 1999 – gennaio 2004);
• l’epistolario (dicembre 1993 – gennaio 2007), costituito da lettere varie: a Maurizio Gronchi, alla sorella Simona, ai genitori, al fratello Valerio e famiglia, alle consorelle, agli amici.
• un saggio di tipo medico-filosofico sull’empatia terapeutica; un saggio sull’esperienza spirituale del dolore.
Dopo il successo dell’ultima ristampa, in libreria arriva un’edizione rivista e corretta.
Il Castello interiore è l’opera più matura di Teresa d’Avila; il simbolismo delle sue parole attraversa le pagine restituendo con la metafora del viaggio immagini evocative e suggestive. Attraverso le sette dimore del castello, Teresa descrive il percorso da intraprendere per arrivare alla preghiera, oltrepassare le fatiche, le illusioni e i rischi, sfiorando la gioia e la consolazione.
L’esperienza della Santa emerge in tutta la sua forza benché l’opera non abbia intenzioni autobiografiche; Teresa è una donna dei suoi tempi, cambiati dal suo carisma e dalla sua volontà riformatrice.
Un’antologia che raccoglie lettere indirizzate ai sacerdoti dalla Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906) e da santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897).
Entrambe queste giovani carmelitane, votate al silenzio e al nascondimento nei loro monasteri di Francia, ebbero l’occasione di trasmettere a venerabili sacerdoti e vescovi la loro esperienza spirituale manifestando l’entusiasmo e la meraviglia provati davanti ai misteri della fede.
A questi messaggi si sono voluti aggiungere altri significativi testi di autori di ieri e di oggi per comprendere il sacerdozio nella Chiesa.
Che cos’è l’orazione e come farla? Questo l’interrogativo che si pone Tomás Álvarez.
La preghiera è il tema centrale del messaggio di Santa Teresa d’Avila. Fu anche il perno della sua esperienza, la storia del suo dramma personale e lo strato più largo e più profondo della sua interiorità. La Santa se ne servì per spiegare a se stessa il mistero della vita cristiana e per esporlo alle sue figlie e ai suoi lettori. Questo da solo basterebbe a giustificare l’attualità del suo insegnamento. Oggi si parla molto del tema della preghiera. Si sollecita dal teologo una risposta radicale: che cosa è la preghiera cristiana, come attuarla, come immetterla nella vita. L’attualità della lezione teresiana non consiste solo nel fatto che le sue parole sono giunte fino a noi vive, con un senso per il nostro spirito, capaci di afferrarci e di comprometterci, ma anche nella sua affinità con la nostra tematica con la nostra crisi di orazione.