La cosa che Francesca desidera più al mondo è un cane! Peccato però che i suoi genitori non abbiano nessuna intenzione di regalargliene uno. E, come se non bastasse, i vari tentativi di Francesca per convincerli si trasformano ogni volta in un totale disastro... Età di lettura: da 7 anni.
È ora di andare a scuola e, come ogni mattina, Polly è in ritardo. Deve ancora vestirsi perché ha paura di trovare la strega in camera, il vampiro in bagno e il lupo sulle scale. "Che sciocchezze!", dice la mamma, e decide di andare lei a prendere i vestiti. Ma che sorpresa quando va di là... forse Polly aveva ragione! Età di lettura: da 4 anni.
Qualcuno ha pensato bene di rapire Pammy, il gatto di Tommy Jo. Per salvarlo, il suo padroncino decide di chiedere aiuto ai Morlok, tre perfidi mostriciattoli che vivono a Londra, nei Giardini di Kensington. Abitano su un albero che a volte c'è e a volte non c'è e, più di ogni altra cosa, detestano chi maltratta i poveri mici... Per l'incauto rapitore si annunciano tempi duri! Età di lettura: da 7 anni.
Claudio non è affatto contento della sua faccia: vorrebbe avere gli occhi azzurri e non marroni, il naso lungo e non a patata, le orecchie piccole e non a sventola... Forse così, finalmente, Mariarosa comincerebbe a giocare con lui! Ma è possibile cambiare faccia e conservare i propri sentimenti e i propri pensieri? Età di lettura: da 4 anni.
È da quando Westen aveva otto anni che nessuno lo chiama più Chan. Figlio di madre americana e padre cinese, dopo la tragica morte della prima e la partenza improvvisa del secondo è stato cresciuto dagli zii materni, e da allora il suo cognome è sempre stato Gray. A vent'anni di distanza, si rigira tra le mani la lettera su cui compare quel nome quasi dimenticato, indeciso se aprirla o meno, se dare una possibilità a quel padre che l'ha abbandonato tanto tempo prima e ora è tornato a cercarlo. L'uomo gli scrive intatti per chiedergli perdono e tenere fede a un impegno mai mantenuto: portarlo in Cina, la patria perduta da cui era fuggito con l'avvento del Comunismo. Di fronte a quella supplica, Westen ricorda che, quand'era bambino, una signora cinese (l'unica nella contea), leggendo da un grande libro rosso pieno di ideogrammi, gli aveva predetto che un giorno sarebbe andato in Oriente e gli aveva regalato una scatola di velluto blu, da aprire solo una volta arrivato là. Westen l'ha sempre conservata come una promessa di speranza, e adesso, forte di quel ricordo, acconsente a partire insieme al padre.
Ci sono giudici che hanno depositato sentenze con anni di ritardo e altri che hanno fatto con l'auto di servizio migliaia di chilometri per andare in vacanza. Ci sono giudici che hanno chiamato i carabinieri per non pagare il conto al ristorante e altri che hanno smarrito pratiche e fascicoli, vanificando anni di processi. Ci sono giudici che hanno dimenticato in carcere imputati che avrebbero dovuto essere scarcerati. Tutti questi giudici sono stati processati dalla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). Molti sono stati assolti perché, ad esempio, non si possono consegnare in ritardo le sentenze ma c'è quasi sempre una scappatoia, un alibi dietro cui trincerarsi: troppo lavoro, il sistema che non funziona, la separazione dalla moglie, la malattia grave di un congiunto. Qualcuno, invece, non è sfuggito alla condanna del "Tribunale" dei colleghi. Sono centinaia i procedimenti disciplinari che si svolgono davanti al Csm: qualcuno, riguardante le esternazioni dei magistrati del Pool, è stato enfatizzato dai media. Ma sono casi rari: della stragrande maggioranza, invece, non si sa nulla. Sono processi che vengono celebrati nel silenzio e nel silenzio si chiudono.
Gaspare, Nerina e i loro cuginetti sono in vacanza dagli zii in Sicilia. Un giorno, al mercato di Racalmuto trovano una bancarella che vende tartarughe e decidono di adottarne una. Nonostante le diano da mangiare le verdure più prelibate, però, Tartarina resta sempre chiusa nel suo guscio. È proprio tempo che ritorni nel suo ambiente naturale! Età di lettura: da 7 anni.
"Oggi i nostri volti di giovani ormai vecchi, scavati dalle febbri e dalle notti insonni, ci fissano impietriti, come estranei sperduti e dannati, dalle foto ingiallite conservate nelle scatole di cartone. Abbiamo ricostruito la nostra vita, abbiamo trovato un lavoro, ci siamo sposati, abbiamo creato una famiglia e atteso con pazienza che l'America rinsavisse. Ma nessuno di noi ha lasciato il Vietnam uguale a prima. Sì, eravamo soldati un tempo, quando eravamo giovani. E ora che siamo vecchi, siamo ancora soldati. Siamo soldati che piangono i giovani uomini e le giovani donne che sono morti su altri campi di battaglia, in altre parti del mondo, decenni dopo che la nostra guerra era finita così male. È facile dimenticare i numeri, ma come dimenticare le facce, le voci, le grida dei ragazzi che ti sono morti accanto? Anche chi di noi è riuscito a tornare a casa, non era affatto il giovane che era sbarcato lì. Gli studenti e gli scolari non mandano più a memoria i nomi e le date delle grandi battaglie, e forse è un bene, forse è un primo passo verso un mondo in cui le guerre non saranno più necessarie. Forse. Ma noi ricordiamo quei giorni e i nostri compagni. Perché nessuno di noi ha lasciato il Vietnam per davvero."
"Era una fredda sera di ottobre. Avevo appena inserito l'ultimo pezzo di un puzzle complicatissimo quando il tavolo vibrò... mi trovai muso a muso con un roditore stra-muscoloso, stra-tonico, stra-energico: era il mio amico Iena! Un istante dopo il calore della mia casa era solo un ricordo... mi aspettavano le nevi perenni del Kilimangiaro!" (Geronimo Stilton) Età di lettura: da 6 anni.
Aveva pregato con tutte le sue forze che fosse un bambino. Suo marito, il giovane e valoroso comandante, non avrebbe potuto sopportare l’affronto di una femmina. Daria lo sapeva bene, e sapeva anche quale punizione poteva essere inflitta nel suo villaggio alle donne che non erano in grado di partorire un primogenito maschio.
Eppure aveva fallito. Era nata Samira, una bambina. Lo aveva capito subito, aveva letto la sua colpa sul volto amareggiato dell’uomo che amava e che la amava. L’uomo era sconcertato. Perché proprio a lui? Cosa avrebbero pensato i suoi soldati, cosa avrebbero detto al villaggio quando la notizia fosse giunta? Non era possibile. E così aveva deciso: la bambina sarebbe stata cresciuta come un maschio. Sarà Samir.
Sulle montagne dell’Hindu Kush, in Afghanistan, Samir impara a cacciare, ad andare a cavallo, a sparare. A credere ciecamente a suo padre, che venera come un dio. E quando il comandante viene ucciso in un combattimento, gli uomini del villaggio non hanno dubbi: anche se non è che un ragazzino, Samir dovrà diventare la loro guida.
Ma quando la natura giungerà a reclamare ciò che le spetta, l'artificio così a lungo alimentato inizierà a vacillare. Sarà allora che Samira inizierà la sua lotta per rimpossessarsi della propria vita e del proprio destino.