
Nilu è solo una bambina quando è costretta a lasciare la sua casa, in Iran, e partire per l'America. L'Oklahoma. Un posto sconosciuto dove, con la madre e il fratello, deve già imparare, così piccola, a ricominciare da capo. Per questo, da quando è arrivata in America, conserva sempre uno zainetto pieno delle sue cose: non si sa mai quando bisognerà scappare di nuovo, né quando, finalmente, comincerà il lungo viaggio per tornare a casa. A casa, dov'è rimasto suo padre: Nilu è convinta che presto li raggiungerà, e non vede l'ora. Ma Nilu non sa che Bahman è rimasto in Iran perché per lui le radici sono una cosa potente, e che negli anni a seguire, in tutta la sua lunga vita di figlia, vedrà suo padre solo una manciata di volte, nei posti diversi dove la vita la porterà. Dall'America all'Europa, ad Amsterdam, dove incontrerà rifugiati provenienti da ogni Paese, in un mondo cambiato dall'undici settembre, Nilu cercherà sempre di riavvicinarsi a quel padre rimasto "a casa". Forse perché, nonostante tutto ciò che è riuscita a ottenere nella vita - lo studio, l'amore, un lavoro che la appassiona -, quello è l'unico modo per tornarci un po' anche lei, a casa, e trovare finalmente il rifugio che non ha mai avuto.
«Durante gli incontri con padre Amorth, tante volte ho parlato dell'esperienza di Cristo con i demoni; i quattro anni che ho avuto la fortuna di passare con lui, alla sua "scuola", sono stati fondamentali per la mia vita». Comincia così l'avvincente racconto di padre Cesare Truqui, sacerdote esorcista, allievo di padre Amorth e docente ai corsi di esorcismo organizzati dall'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, in collaborazione con l'Associazione Internazionale Esorcisti. Una storia ventennale di quotidiana lotta contro Satana. La riflessione su questa creatura misteriosa e sulla sua potenza continua a inquietare la Chiesa e a suscitare curiosità, non solo tra i fedeli. Per molti il demonio e gli esorcismi sono materia da film, eppure, osserva padre Truqui, ogni anno cinquecentomila italiani si rivolgono agli esorcisti nel timore di presentare segni di possessione diabolica. Padre Cesare non chiude la porta a nessun sofferente nel corpo e nello spirito. Su molti pratica preghiere di liberazione, ma prima di iniziare un esorcismo vero e proprio si accerta di avere chiara la situazione medica e psichiatrica. Solo dopo il vaglio dei responsi specialistici, il sacerdote decide di accogliere il presunto indemoniato, rivedendolo periodicamente, anche una volta a settimana, perché i tempi della "guarigione" sono di solito molto lunghi. La lotta contro il maligno, cominciata all'origine del mondo, è destinata a durare fino alla fine dei tempi, ma siamo in una fase cruciale della storia: se da un lato papa Francesco parla con naturalezza del demonio, dall'altro molti cristiani non credono più alla sua esistenza, i vescovi nominano pochi esorcisti e non ci sono più giovani preti disposti a imparare la dottrina e la pratica della liberazione delle anime. Perché diventare esorcisti non è né un mestiere né una professione, ma un ministero di misericordia totalizzante fra i più preziosi, essenziale alla vita della Chiesa.
Politica, economia e ambiente nel pensiero sociale di papa Francesco - Il pensiero etico-sociale del più grande leader spirituale dei nostri tempi. Un manifesto per i cristiani in politica, e non solo. Come governa?
A forza di difendere a oltranza tutti i Sì istituzionali, siamo arrivati al paradosso di uno Stato democratico terrorizzato dal senso democratico dei suoi cittadini. Ogni NO che si leva da nuclei sempre più estesi di società, dal NO Salvabanche, ai NO Tax, NO Euro, NO Tav, NO Vax, fino al NO all'immigrazione incontrollata, viene tacciato di arretratezza, chiusura, ignoranza, antipolitica. L'assunto è che dalla parte dei Sì ci sia un consesso di menti illuminate, onniscenti e disinteressate, e dall'altra una massa indistinta di trogloditi selvaggi, opportunisti e antiscientifici.
Gianluigi Paragone rende conto dell'importanza del pensiero "altro" e testimonia il valore della ribellione. Racconta di un'Italia ribelle fatta di milioni di cittadini che scelgono di organizzarsi e alzare la voce per difendere ed esigere diritti semplicissimi: la casa, la salute, il lavoro, la tutela dei risparmi di una vita, la sicurezza. Molto spesso sono preparati, informati, aperti al cambiamento ma non a qualunque costo. Altro che antipolitica: le loro istanze rappresentano la sostanza stessa della politica.
Il fatto è che la politica con cui si trovano a fare i conti è debole, debolissima anche di pensiero, così generalmente sorda, cosi burocratica e poco partecipata che le tesi dei Sì, anche quando sono solide, faticano a ottenere condivisione e creano in ogni caso sospetti. Senza contare che la Casta, che deve prendere decisioni rispetto alle questioni più delicate del Paese, ostenta una profonda ignoranza, come hanno rivelato illuminanti inchieste tv, da La Gabbia a Le Iene.
A volte il popolo del NO ha avuto il torto di avere ragione troppo presto. Per questo non ha più intenzione di aspettare che sia il tempo a fare giustizia. Vuole contare adesso.
L'omicidio di un luminare della medicina in epoca fascista. Un inconfessabile segreto ispirato a una storia vera. Un processo farsa che cela la verità. Cosa è successo al Quirinale nel 1949?
Filippo Iannarone ci racconta i difficili anni Trenta e i primi passi della Repubblica italiana, in un affresco vivido e appassionante da cui emerge la voglia di libertà di alcune straordinarie figure del nostro passato recente.
L'ombra di un incredibile sospetto su Arturo Toscanini. Piazze, provincia di Siena, 1935. È notte quando la quiete immobile della cittadina toscana viene squarciata da un grido. Di fronte alla folla riversatasi in pochi istanti tra le vie, il corpo inerme di un uomo ucciso da una serie di violente percosse: si tratta di Alberto Rinaldi, solo all'apparenza un comune medico di provincia. In realtà, un luminare della medicina del tempo. Grazie alle sue cure miracolose, infatti, tra i suoi pazienti si annoverano personalità di spicco in Italia e in Europa, fino in America. Malgrado l'attenzione dei giornali e della famiglia della vittima, però, le indagini e il processo si rivelano una farsa, nulla viene chiarito dalla giustizia e tutto scivola nell'oblio. Quattordici anni dopo, nel 1949, il presidente della repubblica Luigi Einaudi vuole conferire la nomina di senatore a vita al grande compositore e direttore d'orchestra Arturo Toscanini. Sul passato del maestro, però, c'è un'unica ombra: il suo nome compare tra i documenti dell'indagine per l'omicidio di Rinaldi, e in quella delicata fase storica di transizione repubblicana è necessario che nessun personaggio pubblico abbia scheletri nell'armadio. Ma perché la morte di Rinaldi ha a che fare con Arturo Toscanini? Che cosa legava lo scienziato e il maestro? E perché una nuova indagine potrebbe far emergere un coinvolgimento di Toscanini in quella morte spaventosa? Il colonnello Luigi Mari, figura eroica dell'antifascismo liberale, affiancato dal giovane tenente Barbetti, viene incaricato di far luce su un mistero che dura ormai da troppo tempo. Tra depistaggi, colpi di scena e congetture fruttuose, Mari cercherà di scoprire una verità che in molti hanno voluto celare. Filippo Iannarone ci racconta i difficili anni Trenta e i primi passi della Repubblica italiana, in un affresco vivido e appassionante da cui emerge la voglia di libertà di alcune straordinarie figure del nostro passato recente.
Ci invadono. Ci rubano il lavoro. Attentano alla nostra cultura. Portano le malattie. Rubano. Mentono. Sono ignoranti. Complottano per prendersi il nostro Paese... La verità, invece, è che senza "negri" non possiamo stare. I negri ci rubano il lavoro. I negri si prendono le case popolari e i contributi. I negri vogliono la nostra terra. E ancora: portano malattie, rubano, violentano le nostre donne. All'indomani di qualche fatto di cronaca, in TV e sui giornali i titoli forti sugli immigrati ? spesso costruiti su dichiarazioni di politici ? sovrastano la realtà delle cifre. Eppure i numeri dicono tutt'altro. Dicono che senza gli immigrati l'Italia semplicemente si fermerebbe. Come attestano Confindustria e associazioni degli agricoltori, il Made in Italy senza i lavoratori immigrati crollerebbe. Persino le eccellenze enogastronomiche per cui siamo giustamente famosi nel mondo ? vino, olio, formaggi, ortaggi, salumi ? senza manodopera "negra" rischierebbero il tracollo. Altro che invasione. La verità è che non possiamo fare a meno di "loro". L'amato Belpaese faticherebbe persino a erogare le pensioni senza i contributi versati dai lavoratori immigrati. È lo stesso presidente dell'Inps a certificarlo. Ingegnere chimico, figlio di due nigeriani arrivati in Italia negli anni Settanta, l'autore, commentando i dati reali sull'immigrazione e analizzando fatti di cronaca, cerca di capire come stanno davvero le cose. Chi meglio di un "negro" italiano può raccontare questa realtà? E aiutarci a valutare se ci conviene davvero mandarli tutti a casa.
Perché quando parlano gli inglesi o gli americani non ci capisci quasi niente? Perché la maggior parte dei corsi si concentra soprattutto sulla grammatica. E per rispettare la regola ti insegnano dei dialoghi totalmente innaturali. Il 90% dell'inglese che viene insegnato nei corsi tradizionali è la lingua formale, cioè quella che nella vita di tutti i giorni si usa solo il 10% delle volte. Il vero inglese che usiamo fra noi normalmente non viene mai insegnato. Se vuoi imparare l'inglese che parliamo noi inglesi e americani davvero devi conoscere i dialoghi della vita reale. In Real Life English prima guardiamo l'inglese vero, e solo dopo ci occupiamo della grammatica e di tutto il resto. Preparati a scoprire cosa può capitarti al pub, a casa, nei negozi, in giro per le strade e in molti altri posti. Preparati a scoprire la differenza tra il British English e l'American English. A imparare la vera pronuncia con i file audio online (gratuiti, of course).
Prendere la decisione, perché altre non ce ne sono: sabotare il treno, impedirne in qualsiasi modo la ripartita, poiché non esiste un loro, un suo, un mio: soltanto un nostro.
Il casellante Giovanni Tini è tra i vincitori del concorso da capostazione, dopo essersi finalmente iscritto al pnf. Un'adesione tardiva, provocata più dal desiderio di migliorare lo stipendio che di condividere ideali. Ma l'avanzamento ottenuto ha il sapore della beffa, come l'uomo comprende nell'istante in cui giunge alla stazione di Fornello, nel giugno 1935, insieme alla moglie incinta e a un cane d'incerta razza; perché attorno ai binari e all'edificio che sarà biglietteria e casa non c'è nulla. Mulattiere, montagne, torrenti, castagneti e rari edifici di arenaria sperduti in quella valle appenninica: questo è ciò che il destino ha in serbo per lui. Tre mesi più tardi, in quella stessa stazione, nasce Romeo, l'unico figlio di Giovanni e Lucia, e quel luogo che ai coniugi Tini pareva così sperduto e solitario si riempie di vita. Romeo cresce così, gli orari scanditi dai radi passaggi dei convogli, i ritmi immutabili delle stagioni, i giochi con il cane Pipito, l'antica lentezza di un paese che il mondo e le nuove leggi che lo governano sembrano aver dimenticato. Una sera del dicembre 1943, però, tutto cambia, e la vita che Giovanni, Lucia e Romeo hanno conosciuto e amato viene spazzata via. Quando un convoglio diverso dagli altri cancella l'isolamento. Trasporta uomini, donne, bambini, ed è diretto in Germania. Per Giovanni è lo scontro con le scelte che ha fatto, forse con troppa leggerezza, le cui conseguenze non ha mai voluto guardare da vicino. Per Romeo è l'incontro con una realtà di cui non è in grado di concepire l'esistenza. Per entrambi, quell'unico treno tra i molti che hanno visto passare segnerà un punto di non ritorno.
Cosa è davvero accaduto a Medjugorje fra il 1981 e il 1984? Un'indagine del direttore di Radio Maria svela i frutti di pace, guarigione e conversione di uno dei luoghi di pellegrinaggio più visitati al mondo. Cosa è davvero accaduto a Medjugorje fra il 1981 e il 1984? Cosa significarono i primi tempi delle apparizioni nel contesto di un paese comunista che mise a dura prova i veggenti? Aneddoti, testimonianze e curiosità si intrecciano, nel racconto di padre Livio, ai messaggi più significativi della Madonna nei primi tre anni: quelli sulla conversione, sul demonio, sul digiuno, sulla penitenza e la preghiera... messaggi che la "commissione Ruini" sembra aver riconosciuto nella loro autenticità. Dopo oltre 36 anni, la Regina della Pace continua ad apparire a Medjugorje. O, almeno, così asseriscono i sei veggenti che, dal 1981, hanno visto la Madonna decine di migliaia di volte e che, nel frattempo, sono cresciuti, si sono sposati, sono diventati genitori... Per esprimersi sul fenomeno nel suo complesso, padre Livio invita a guardare ai frutti e al seme di quest'albero miracoloso, che ormai ha esteso i suoi rami fino ai confini del mondo. E, per guardare al seme, occorre andare alle origini, individuando un periodo iniziale che possa essere oggetto di indagine approfondita. Se tale inchiesta condurrà a un esito positivo, vorrà dire che, oltre ai buoni frutti, anche il seme da cui quest'albero è sorto è in sé buono, e ciò permetterà, forse, di potersi ragionevolmente esprimere in maniera positiva sulla credibilità delle apparizioni di Medjugorje nel loro complesso.
L'occupazione nazista dei Paesi Bassi, nel 1942, rende folle la banalità. In breve diventa troppo pericoloso per gli ebrei restare in città. Umiliati da una stella gialla sul petto, devono consegnare le biciclette e rinunciare a frequentare le scuole e i locali pubblici. Senza contare le temute convocazioni per la Polonia, che gli ebrei cominciano a ricevere. Ufficialmente per andare a lavorare, ma nessuno ci crede. I genitori di Ellis decidono di nascondersi in una località sperduta nella brughiera. Bernie invece resta per aiutare la sua gente. I due ragazzi si promettono di tenere ciascuno un diario, da consegnare all'altro alla fine della guerra. Si danno inoltre appuntamento per ritrovarsi, di martedì alle quattro del pomeriggio, sulla panchina del loro primo bacio. Passato il pericolo, Ellis si presenta più volte all'appuntamento, ma di Bernie nessuna traccia. Finché tre anni dopo la loro separazione, proprio nel giorno del suo matrimonio, Ellis riceve un pacchetto che, a giudicare dall'aspetto logoro, deve aver fatto molta strada. Quando lo apre, si sente mancare. Sono i diari di Bernie. Ci vorranno più di sessant'anni prima che Ellis abbia il coraggio di leggerli e di unirli ai suoi. E finalmente il loro abbraccio vincerà la storia.