A pochi giorni dalla famosa Gara di Serenate da Incubo, nel castello dei Tenebrax, succedono cose strane: scompare persino il prezioso violino del Conte Van der Viol! Per mille mozzarelle, non mi restava che aiutare la famiglia Tenebrax...
Umiliate, torturate, maltrattate, denutrite, annichilite dalla violenza, la fame e la paura, gli occhi vuoti e il grembo freddo, le prigioniere dei campi di concentramento e sterminio nazisti hanno strappato a Primo Levi il grido "Considerate se questa è una donna." Ma le recluse non erano le uniche donne in quegli inferni sulla terra. Benché i loro nomi siano meno noti di quelli dei loro sanguinari complici, come Mengele, Himmler, Goebbels, furono molte e non meno crudeli le donne che hanno lavorato nei campi e si sono applicate spesso con più accanimento degli uomini a infliggere torture e morte. Maria Mandel, la "bestia di Auschwitz", amava prendere a calci sul viso i prigionieri. Ilse Koch, la "cagna di Buchenwald", si faceva confezionare paralumi con la pelle tatuata delle sue vittime. Hermine Braunsteiner è responsabile di almeno 200.000 morti. E sono solo alcune. Non tutte erano povere, molte erano spose, madri, lavoratrici. Potevano scegliere. E hanno scelto deliberatamente il male. Per senso del dovere, per obbedienza, "per assaporare", come ha detto una di loro, "il potere, la superiorità, il diritto di decidere della vita e della morte delle detenute." Nessuna di loro si è pentita. Sulle atrocità commesse da queste donne su altre donne la storia è stata a lungo reticente, quasi imbarazzata. Chi dà la vita può scendere all'abiezione più pura senza esservi costretta? Nei ritratti di alcune di loro, la terribile risposta.
In una gelida mattina di febbraio del 1943 vicino a Vienna, Georg, insieme a seicento ragazzi, promette fedeltà a Hitler, diventando un soldato del Reich. Ma sa bene che il Führer non sarebbe fiero di lui se fosse a conoscenza di quello che egli ha da poco scoperto. Che è ebreo. Un dettaglio ininfluente nella sua vita fino a quando la Germania non ha annesso l'Austria. Ora è l'unica cosa che conta. Così, mentre la madre nasconde ebrei in casa e li aiuta a fuggire, Georg viene mandato a combattere sul fronte russo proprio dopo la più grande sconfitta subita dai tedeschi fino allora, a Stalingrado. Con i suoi compagni poco più che adolescenti, si troverà scaraventato nell'inferno bianco, a rischiare la vita per un uomo che lo odia, combattendo contro coloro da cui spera di venire sconfitto. Questa è l'eccezionale testimonianza di un ragazzo nel gorgo di eventi che lo sovrastano, che ha vissuto per anni soffocando sensi di colpa e sentimenti contrastanti per quel giuramento che forse lo ha salvato. Solo anni dopo, ormai artista affermato, ha scoperto che c'erano anche altri soldati con sangue ebreo tra le fila dell'esercito nazista. Perché a volte il posto migliore dove nascondersi è sotto gli occhi di tutti.
È l'inverno del 1943 ad Amsterdam. Mentre i cieli europei sono sempre più offuscati dal fumo delle bombe, Hanneke percorre ogni giorno, con la sua vecchia bicicletta rossa, le strade della città occupata. Ma non lo fa per gioco, come ci si aspetterebbe da una ragazzina della sua età. Hanneke è una "trovatrice", incaricata di scovare al mercato nero beni ormai introvabili: caffè, tavolette di cioccolato, calze di nylon, piccoli pezzetti di felicità perduta. Li consegna porta a porta, e lo fa per soldi, solo per quello: non c'è tempo per essere buoni in un mondo ormai svuotato di ogni cosa. Perché Hanneke, in questa guerra, ha perso tutto. Ha perso Bas, il ragazzo che le ha dato il primo bacio, e ha perso i propri sogni. O almeno così crede. Finché un giorno una delle sue clienti, la signora Janssen, la supplica di aiutarla, e questa volta non si tratta di candele o zucchero. Si tratta di ritrovare qualcuno: la piccola Mirjam, una ragazzina ebrea che l'anziana signora nascondeva in casa sua... Hanneke, contro ogni buon senso, decide di cercarla. E di ritrovare, con Mirjam, quella parte di sé che stava quasi per lasciar andare, la parte di sé in grado di sperare, di sognare, e di vivere.
Quando si parla delle apparizioni di Medjugorje - in corso da oltre trent'anni nel villaggio della Bosnia-Erzegovina e meta di milioni di pellegrini da ogni parte del mondo - non si può fare a meno di trattare dei dieci segreti che la Regina della Pace ha affidato ai veggenti. Il rischio, come si intuisce, è quello di farne oggetto di curiosità o speculazione, senza coglierne il reale valore all'interno del piano di Maria che - da Fatima a Medjugorje - va ormai realizzandosi. Nel tempo dei dieci segreti l'umanità sarà messa alla prova come mai prima e dovrà attraversare eventi difficili, situazioni drammatiche. Come vivere la prospettiva di questo tempo di prova senza lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, dalla paura o dalla disperazione? Bisogna ricorrere ai messaggi della Regina della Pace che, nel corso degli anni, ci ha svelato i mezzi per affrontare questo tempo di dolore. In ciò sta il "segreto" di Medjugorje, che fa da sfondo al fenomeno delle apparizioni che non cessano di stupire i credenti e non credenti.
Venite con noi a festeggiare il meraviglioso carnevale di Venezia! Tra i ponti, le calli e le maschere più belle, si nasconde un misterioso ladro da smascherare! Età di lettura: da 8 anni.
Roma, 1943. Nella terza A della scuola ebraica è arrivata una nuova maestra, si chiama Agnese e non sembra molto simpatica. Almeno, non tanto quanto l'altra maestra, la signora Norsa. Una cosa però sa fare molto bene, raccontare. Le sue parole trasformano le storie della Bibbia in avventure meravigliose, e ogni bambino ha la sua preferita: Bruno stravede per Re Salomone, Mirella per il Mar Rosso che si apre davanti a Mosè e Giacomo sogna di viaggiare sull'Arca di Noè. Ma i tre amici non immaginano certo che, quando dovranno fuggire a causa delle leggi razziali, saranno proprio quelle storie a ispirare loro il modo per salvarsi insieme alle loro famiglie... Età di lettura: da 8 anni.
Carlo, che adorava guardare i treni e decide di usarli come nascondiglio; Hannah, che da quando hanno portato via suo fratello passa le notti a contare le stelle; Emeline, che non vuole la stella gialla cucita sul cappotto; Dawid, in fuga dal ghetto di Varsavia con il suo violino. Le storie di quattro ragazzini che, in un'Europa dilaniata dalle leggi razziali, vivono sulla loro pelle l'orrore della deportazione. Età di lettura: da 9 anni.
È la sera della cena di gala, il momento clou della crociera sulla nave dei sogni, un immenso castello moderno che solca le onde celebrando il dominio dell'uomo sull'acqua. In comune con il Titanic però la Concordia ha solo lo sfarzo, perché la sua sicurezza è totale, affidata all'esperienza del comandante e alle macchine. È grazie alle macchine che la nave è viva. Senza di loro, quattromila persone andrebbero alla deriva. All'improvviso, l'acqua tracima dalla piscina per poi rientrarvi, quasi un avvertimento dell'elemento che l'uomo si illude di imbrigliare. Gli armadi si spalancano, i tavoli vacillano, gli ascensori impazziscono. Quando anche le luci si spengono e della nave rimane la sagoma cupa sullo sfondo più buio del cielo, dall'Isola del Giglio qualcuno coglie la tragedia, mentre a bordo comincia la notte più lunga. La notte del panico, delle speranze spezzate, delle vite intrecciate, dei codardi e degli eroi. Eroi come Russel Rebello, cameriere indiano, tanto fiero del suo lavoro che il suo bambino nella lontana India ha disegnato la nave chiamandola Russel II. Russel sa qual è il suo dovere: salvare i "suoi" ospiti. Attraverso i suoi occhi rivivono i divertimenti, gli svaghi e le storie di alcuni dei passeggeri imbarcati senza sapere che quel viaggio sarebbe stato il bivio della loro esistenza. Ed è sempre Russel a ricostruire in una sequenza mozzafiato le convulse ore dopo lo schianto. Perché lui è rimasto fino all'ultimo respiro della nave, è lui il vero capitano.
Con parole semplici e dirette, papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta instaurando un dialogo intimo e personale. Al centro, c'è il tema che più gli sta a cuore - la misericordia - da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato. In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime - dentro e fuori la Chiesa - che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell'umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega - attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore - le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Senza disconoscere le questioni etiche e teologiche, ribadisce che la Chiesa non può chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di far breccia nelle coscienze per aprire spiragli di assunzione di responsabilità e di allontanamento dal male compiuto.