«Queste pagine sono animate più dall’amore per la parte inesistente del cristianesimo, che dal rimpianto per il suo splendore passato (che in fondo è solo un’illusione). Perché il suo avvenire non esiste… ancora».
«Il futuro del cristianesimo è tutto nella riserva d’inaudito che il Vangelo possiede: perché, sì, c’è qualcosa del Vangelo che non abbiamo ancora inteso!».
Descrizione
C’è forse qualcosa del Vangelo che non abbiamo ancora inteso?
Il filosofo danese Søren Kierkegaard riteneva che il cristianesimo del Nuovo Testamento non esistesse: esiste il cristianesimo senza Vangelo, il quale però non è altro che un simulacro inventato dai cristiani stessi per non dover conformare la loro vita alla parola di Cristo.
Dominique Collin riprende questa tesi corrosiva per spiegare che il cristianesimo storico e culturale è un’illusione: una confortevole illusione che consente ai cristiani di evitare di chiedersi se sono ancora fedeli al Vangelo – parola viva, sempre inedita, perfino sovversiva.
Quando, allora, esisterà il cristianesimo? Quando smetterà di interrogarsi sul suo futuro e si preoccuperà di più di ciò che mancherebbe all’essenziale del Vangelo se non fosse proclamato come Vangelo?
Per uscire dalla crisi nella trasmissione della parola cristiana nel mondo di oggi, questa brillante perorazione del domenicano Collin propugna un cristianesimo che sappia parlare in modo evangelico a qualsiasi uomo e donna, credente o non credente, per invitarli – infine – a esistere.
«La chiesa è quello che è oggi soltanto perché ha saputo legare insieme continuità e discontinuità: ha saputo svilupparsi, per portare in modo sempre nuovo il vangelo nel suo presente. È questo il fine per il quale essa è inviata» Michael Seewald.
«Tracciando la storia della teoria sullo sviluppo dei dogmi, Seewald illustra sia la mutevolezza delle espressioni dogmatiche sia i diversi sforzi compiuti per comprenderle. La determinatezza del contenuto del dogma è qualcosa che continua a provocarci e indubbiamente richiede sempre nuove determinazioni, ma in definitiva corrisponde al fatto che il Dio di Gesù Cristo si è voluto determinare facendosi umano. E vale la pena rifletterci, proprio in un tempo stanco dei dogmi come quello che abitiamo» (Jan-Heiner Tück, Christ in der Gegenwart).
Descrizione
Indicando dei punti fermi, i dogmi hanno il compito di assicurare la trasmissione inalterata della fede nel corso del tempo. Ora, che il rapporto esiste fra vangelo e dogma? Anzi, che cosa s’intende per “dogma”: una dottrina fissa, definita una volta per sempre? Oppure un insegnamento vivo, realmente aperto allo sviluppo?
Nella storia del cristianesimo forse mai quanto oggi si è discusso di cambiamento. Di rado, però, si riflette su ciò che significa esattamente in senso teologico “sviluppo” – e sviluppo del dogma, in particolare. Eppure la chiesa è stata fin dal principio una comunità dinamica che ha cercato di annunciare il vangelo, nel mutare dei tempi e delle culture, in modo comprensibile. Altrettanto ricca è la tradizione, spesso dimenticata, di teorie dello sviluppo in campo dogmatico. Vale la pena, allora, disseppellire questi approcci e dar loro criticamente nuova vita.
La chiesa in passato è stata assai più capace di cambiare di quanto molti non siano disposti a concedere. Perché non dovrebbe essere capace di farlo anche in futuro?
«La mia tesi è semplice. La Scrittura dice: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. La tentazione più grande di tutte non è servire falsi dèi. È credere e agire come se gli esseri umani vivessero di solo pane».
Descrizione
La fede è portatrice di visioni avvincenti del “fiorire” umano. Una vita che fiorisce è una vita che raggiunge la sua pienezza umana e personale. Idea nostalgica? Sogno impossibile, da paese delle meraviglie?
In questo libro, un teologo all’avanguardia come Miroslav Volf mette in evidenza alcuni elementi-chiave delle visioni religiose del fiorire umano, delinea i motivi per cui esse sono necessarie in un mondo globalizzato ed esplora come le religioni possono propugnarle e incarnarle in modo pacifico, per il bene di tutta l’umanità presente e futura.
Ne nasce una riflessione stimolante, profondamente personale, che indaga con competenza e con una ricca documentazione il modo in cui le fedi e la globalizzazione hanno interagito lungo la storia, ragionando a favore di una relazione adeguata fra le une e l’altra. Se Volf muove un’aspra critica ai tentativi di fondere religione e politica, d’altro canto afferma il bisogno di un impegno pubblico per perseguire la fioritura dell’intera creazione, svelando una via verso la pace.
I preti, lungo la storia, non hanno sempre avuto il medesimo compito. E anche oggi sono sollecitati a reinventarlo. Queste meditazioni offrono un aiuto a trovare i punti fermi da cui prendere le mosse, nell’attuale scenario, per scrivere una nuova storia di fedeltà.
Descrizione
Le diverse situazioni culturali ed ecclesiali hanno sempre sollecitato, nei secoli passati, un ripensamento del ministero presbiterale. In effetti sono le necessità della missione che modellano le forme del ministero, senza far loro perdere il dato fondamentale, riscontrabile nel Nuovo Testamento.
L’attuale congiuntura provoca a ripensare ulteriormente il modo di vivere il ministero. Non è più in discussione – come avveniva alcuni decenni or sono, subito dopo il Vaticano II – la figura dogmatica, bensì il rapporto tra l’esercizio del ministero e il modo di vivere la vita cristiana tipico dei ministri ordinati.
Le meditazioni offerte in questo libretto, frutto di un corso di esercizi spirituali, vorrebbero aiutare a comprendere come oggi il prete possa vivere la sua vita da cristiano senza farsi fagocitare da attività alienanti e da attese indebite.
Il dibattito sul "testamento biologico" non accenna a placarsi, anche una volta regolamentata la questione sul piano giuridico. A mettere a fuoco le questioni etiche fondamentali che, in modo diretto o indiretto, vi sono correlate provvede il libro di Dietmar Mieth: ossia temi come i limiti nell'autodeterminazione del morente, la portata delle disposizioni anticipate di trattamento e il confine fra queste ultime e l'eutanasia. Il teologo tedesco si chiede, per esempio, se autonomia e autodeterminazione del soggetto non siano state trasformate in materia di propaganda; o quale ruolo giochi oggi il criterio della dignità umana nella giustificazione morale: riflette davvero la visione cristiana del diritto fondamentale alla vita o del divieto di uccidere?
Introduzione di mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi
Illustrazioni di Guézou
Edizione italiana a cura di Roberto Laurita
Una guida teorica e pratica, destinata non solo al clero, ma a tutti coloro che intervengono attivamente nelle celebrazioni e nella trasmissione della fede (lettori, catechisti, animatori…), per aiutarli a migliorare il proprio servizio.
Descrizione
Questa guida è destinata ai predicatori, ai preti, ai diaconi e ai seminaristi che devono parlare in pubblico, ma anche ai laici che hanno il compito di accompagnare liturgie della Parola ed esequie, battesimi e matrimoni… Sarà di aiuto anche ai lettori liturgici e a tutti i cristiani chiamati a prendere la parola davanti a un uditorio, piccolo o grande che sia.
Le attese sono immense e i carismi disuguali. La santità e le buone intenzioni, la volontà di trasmettere il messaggio della fede, le conoscenze bibliche o teologiche acquisite, da sole non bastano. In effetti, il tono di voce e il nostro linguaggio “non-verbale” possono attirare a Cristo e alla Chiesa, ma anche allontanare. Tutti, comunque, possono progredire, se sono disposti ad esercitarsi, seguendo un metodo e dei consigli adeguati.
Nato dalla pratica, il testo propone trenta esercizi per migliorare la comunicazione orale. L’obiettivo è chiaro: prepararsi più facilmente, acquisire sicurezza, avere una maggiore possibilità di toccare le menti e i cuori, e far crescere negli uditori il desiderio di ascoltare, di comprendere e di ricordare.
In breve
Trattare delle virtù è trattare delle qualità della coscienza e della esistenza personale, ma insieme anche della vita sociale e di una solidarietà ben riuscita. Dove c’è vera virtù, lì ci sono anche relazioni sane, giuste e felici.
Descrizione
La virtù è una competenza, profonda e beatificante, che garantisce pienezza e senso alla nostra vita, alla nostra convivenza e anche alla nostra morte. Questa è l’istanza che il libro di Bernhard Häring vuole illustrare. Trattare della virtù è trattare della qualità della coscienza, ma insieme della convivenza e solidarietà ben riuscite delle coscienze. Dove c’è la vera virtù, lì ci sono anche relazioni sane, giuste e felici, con gli altri e con l’intero creato.
«Dietro il progetto qui proposto, quello cioè della competenza mediante la virtù», scrive il grande moralista, «si nasconde il cambiamento paradigmatico da un’etica unilaterale dell’obbedienza a un’etica accentuata della responsabilità: in queste pagine dichiaro guerra alla sete di controllo e a quanti puntano sul conformismo».
Ecco dunque il ritorno al discorso etico della virtù, per un programma di vita ben riuscita e per un cristianesimo maturo.
Rowan Williams, già docente di teologia a Cambridge e Oxford, già arcivescovo di Canterbury, porta alla luce in questo studio le connessioni cruciali fra la cristologia e la dottrina della creazione, proponendo una visione cosmica del Cristo. E svela, allo stesso tempo, il modus operandi tipico del linguaggio ecclesiale, consentendo di comprendere meglio perché sia credibile.
Descrizione
«Quello che cerco di fare in questo libro è di portare alla luce un aspetto cruciale del modo di operare del linguaggio della chiesa relativo a Gesù. Se noi avessimo un po’ più chiaro come opera questo linguaggio, potremmo comprendere meglio perché è credibile».
Il teologo Rowan Williams muove qui alla scoperta delle connessioni fra la cristologia e la dottrina della creazione, proponendo una visione cosmica del Cristo. Nel contempo, egli porta alla luce il modus operandi tipico del linguaggio ecclesiale, consentendo di comprendere meglio perché sia credibile.
In particolare, in questo studio di ampio respiro, egli sostiene una tesi decisiva: ciò che la chiesa dice di Gesù Cristo è la chiave per comprendere ciò che la fede cristiana dice del Creatore e della creazione, della relazione cioè che la fede cristiana dice del Creatore e della creazione, della relazione cioè tra il finito e l’infinito. Analizzando in maniera dettagliata un insieme di testi che vanno dai primi secoli a oggi, e che appartengono alla tradizione sia occidentale che orientale, si svelano i modi vari e indefinibili in cui i cristiani hanno scoperto, nelle loro riflessioni su Cristo, la possibilità di un approccio profondamente positivo alla creazione. Ed emerge una serie di intuizioni radicali su temi fondamentali per la fede cristiana, oltre che sull’etica e sulla politica. «Il linguaggio della dottrina ha senso non tanto come spiegazione delle cose, quanto piuttosto come ambientazione credibile per l’azione e l’immaginazione: offre un mondo in cui vivere».
Entrare nel Pentateuco: Memoria
Quando Dio ricorda (pag. 4)
Ombretta Pettigiani
Il filo della memoria.
Una strategia contro l’oblio (pag. 9)
Roberta Ronchiato
Il ricordo del deserto (pag. 15)
Cristiano D’Angelo
«Tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio» (Dt 6,2).
La trasmissione della memoria (pag. 21)
Guido Benzi
«Ricordati che sei stato schiavo».
Dono divino ed etica nel Deuteronomio (pag. 26)
Filippo Serafini
«Cancellerai la memoria di Amalèk!» (Dt 25,17-19).
L’oblio dei nemici nella Bibbia (pag. 32)
Luca Mazzinghi
Non dimenticare di ricordare: il dovere della memoria (pag. 37)
Furio Biagini
Memoria e riconciliazione.
Dalla purificazione all’abuso della memoria (pag. 41)
Sergio Tanzarella
Il Pentateuco nella scuola: alla ricerca della memoria perduta (pag. 46)
Marco Tibaldi
Rubriche Per saperne di più
Un ricordo dalle radici profonde (pag. 51)
Marcello Panzanini
Apostolato biblico
Bibbia e metodi attivi: la narrazione biblica di Marco Tibaldi (pag. 53)
Alessandro Zavattini
Vetrina biblica
Recensioni (pag. 54)
Arte
Quando la memoria non ci sostiene occorre aiutarla (pag. 59)
Marcello Panzanini
Inserto staccabile Incontro per educatori di gruppi giovani e adulti
Ritornare sui propri passi: educare alla memoria
Andrea Albertin