Descrizione di "Servizio della Parola 484"
Sommario Gennaio/Febbraio 2017
Per comunicare meglio
32. I casi difficili/1. Parlare di soldi
DOSSIER: le nostre grandi parole
67. Riscatto
SUSSIDIO: Scuola dell'infanzia e l'esperienza del pregare
PREPARARE LA MESSA
Dal battesimo del Signore alla 8° domenica ordinaria
Dal punto di vista storico, gli esperti di diritto canonico hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo delle culture giuri- diche nel mondo. Guidato dal desiderio spirituale di costruire una nuova cultura giuridica sulle rovine del diritto romano, che fosse però permeata di valori cristiani, l’appetito normativo dei canoni- sti, in particolare dall’epoca della riforma gregoriana fino a dopo il concilio di Trento, ha lasciato la propria impronta in tutti gli ambiti della vita. Il loro intento era di creare una cultura giuridica sufficientemente flessibile per spiegare tutte le complessità dell’e- sistenza, e tuttavia abbastanza rigorosa da evitare di danneggiare la quiete pubblica. Volevano presentare un sistema legale “mo- dello” che potesse divenire luce del mondo e sale della terra: vi riuscirono. Nel presente articolo verranno illustrati tre punti sui quali i canonisti hanno dato un importante contributo: misericor- dia e giustizia, mediazioni e controversie, difesa dei diritti umani.
Va di moda sostenere che oggi in Occidente, allontanatasi l'ondata secolarizzatrice, siamo pacificamente immersi in una nuova epoca religiosa post-secolare. Ma questa lettura semplicistica dice solo una parte della verità. Dalferth ci mette sull'avviso: la fede dei cristiani sin dalle origini ha inteso rendere profano il mondo, operare una critica della religione e delle religioni, dare nuova forma alla vita umana alla presenza di Dio. Per il cristiano ciò che conta è rendere presente e attuale il Padre di Gesù Cristo in tutti gli atti vitali, lasciandosi alle spalle la semplicistica alternativa tra vita religiosa e vita non-religiosa. Decisiva non è dunque la differenza tra sacro e profano nel mondo, ma la distinzione - nello spazio mondano - tra una vita che al Dio trascendente si orienta (fede) o non che invece non lo fa (incredulità). Vivere religiosamente non è buono in sé e per se; dipende da come si è ciò che si è e da come si fa ciò che si fa. In estrema sintesi: la vita cristiana, immersa in un mondo profano, si vuole radicalmente orientata alla Trascendenza: Dalferth approfondisce criticamente questa consapevolezza, in chiave sia filosofica sia teologica.
Essere tolleranti significa che niente e nessuno può pretendere di possedere la verità? E, diametralmente all'opposto di questo relativismo, esistono soltanto il fanatismo e il fondamentalismo religioso? In questo senso, il discorso sulla libertà religiosa come si pone sul terreno della vita pubblica, della convivenza civile? La tolleranza, specialmente se si parla di religione, ha dovuto - e deve tuttora - essere conquistata superando aspre resistenze, dispute e conflitti. Ancora oggi, non è ovunque un fatto scontato. Il cardinale tedesco descrive questa lotta in prospettiva interdisciplinare: egli intende delineare una concezione profonda della tolleranza - come atteggiamento di virile resistenza, come esercizio di coraggio civile, mantenendo sempre una irriducibile tensione fra verità e libertà - in grado di confrontarsi con l'attuale autocomprensione della chiesa e con i cambiamenti radicali avvenuti di recente nella società.
Molti oggi desiderano vivere con maggiore consapevolezza l'anno liturgico. Il suo ritmo è sentito come qualcosa di benefico: controbilancia la frenesia del lavoro che, in contrasto con il nostro "orologio interiore", ci impone di essere costantemente efficienti e disponibili, e ci mette sotto pressione. Ebbene, in questo libro Anselm Grün reinterpreta in una chiave totalmente nuova le feste dell'anno: dapprima ne spiega il retroterra storico e tradizionale, poi apre prospettive su come esse possano riacquistare un significato più profondo per l'oggi. E lo fa ricorrendo a delle immagini. L'anima ha bisogno di immagini. Ci sono certe immagini - quelle che lo psicologo Carl Jung chiamava "archetipiche" - che hanno una forza sanante: fanno bene all'anima, guariscono, accompagnano nel cammino di umanizzazione. Spiega Grün: immagini bene che del genere ci sono presentate - come un sistema terapeutico - dall'anno liturgico cristiano, nelle diverse solennità e nei diversi tempi. Non sono un insegnamento autoritario, ma una scuola di vita che chiede di imprimere in noi i suoi valori, affinché noi, tramite le immagini interiori, entriamo sempre più in contatto con l'immagine unica, genuina, originaria che Dio si è fatto di ciascuno di noi.
Come esprimere in parole odierne, con un linguaggio accessibile, ciò che abbiamo da pensare nella fede quando ci riferiamo al "Natale"? Le meditazioni di Rahner scandagliano il mistero di questa festa, elaborando quella che viene chiamata una "cristologia dal basso". E lo fanno muovendo da quattro punti di vista diversi e complementari: il Natale come "nascita", e nascita di Gesù, fratello nostro; il Natale, come "mistero", avvicinabile soltanto a partire dalla morte e risurrezione di Gesù (poiché solo la fine rivela veramente l'inizio); il Natale come "discesa" di Dio nella storia, nella contingenza, nella finitudine; e, infine, il Natale come un "dar forma" a questa festa nella nostra vita. Quattro raffinate e intense meditazioni sulla solennità del Natale, che mostrano come sia ancora possibile oggi parlare dell'incarnazione di Dio in termini teologicamente giustificati e con impareggiabile profondità.
Shir Hasshirím. Brevi istruzioni per l’uso (pag. 4)
Benedetta Rossi
Quando l’amore inizia a parlare (Ct 1,1-8) (pag. 9)
Mario Cucca
La dinamica dell’amore: dalla distanza all’unione (pag. 14)
Ombretta Pettigiani
Di colombe, melograne e cerbiatti: lo sposo che canta l’amata (Ct 4,1–5,1) (pag. 19)
Guido Benzi
Il corpo femminile come simbolo nel Cantico dei Cantici (pag. 25)
Luca Mazzinghi
La nuova Eva rimpara l’arte dell’amore (Ct 8,1-7) (pag. 31)
Tiziano Lorenzin
L’amore non convenzionale della donna nel Cantico dei Cantici (pag. 36)
Sebastiano Pinto
«Venga l’amato nel suo giardino»: la donna del Cantico (pag. 41)
Annalisa Guida
Evangelizzare gli affetti (pag. 46)
Valentino Bulgarelli
Ai nostri giorni, in cui così tanti stimoli si riversano su di noi e siamo martellati da più parti su come dovremmo vivere, sentiamo spesso bisogno di trovare un appiglio nell'incertezza, nella confusione. Gli atteggiamenti descritti in questo libro intendono proprio fungere da appiglio per la nostra vita: meglio, per trasformare la nostra vita, per farci vivere bene. Certo, non possiamo sempre scegliere le circostanze esterne della nostra vita, ma dipende da noi quali traguardi ci prefiggiamo e quale direzione prendiamo. Gli atteggiamenti esistenziali qui esemplificati da Anselm Grün ci aiutano a seguire la nostra strada, quella che conduce alla nostra intima essenza. Perché in noi ci sono più potenzialità di quanto non pensiamo! «Con questo libro vorrei invitarvi a scoprire in voi stessi nuovi modi possibili di vivere che conducono a maggior vitalità, libertà, pace e amore. Ritenevi capaci di realizzare qualcosa! Abbiate fiducia nella vita che è in voi! Siete molto più capaci di quanto pensiate. E il vostro modo di vivere trasformerà non soltanto voi stessi, ma anche il mondo tutt'intorno a voi» (A. Grün).
Rubrica Per comunicare meglio
31. I preti scrivono... ma sanno comunicare?/17 (pag. 3)
Roberto Laurita
Dossier Le nostre grandi parole 66. Miracolo
Presentazione a cura della Redazione (pag. 11)
Assaggi PDF
1. Miracolo: tra fraintendimenti possibili e necessità di conversione (pag. 13)
Valeria Boldini
2. «Proprio in questo sta il meraviglioso…» (Gv 9,30): Racconti di miracoli nel Nuovo Testamento (pag. 18)
Marida Nicolaci
3. Una comprensione teologica e pastorale dei miracoli (pag. 27)
Giuseppe Tanzella-Nitti
4. Miracolo: breve antologia di testi (pag. 34)
Benedettine di Isola S. Giulio
Klaus Rosen mette al centro di questa biografia - l'ultimo grande libro della storiografia tedesca su Agostino e il suo tempo - gli avvenimenti storici e gli influssi culturali che plasmarono l'uomo Agostino, la sua vita privata e il suo profilo pubblico. Rosen traccia un ritratto affascinante: dal giovane retore di provincia divenuto comunicatore di talento, fino al maturo pastore che lotta instancabilmente per le sue convinzioni. Anche perché le fratture della sua biografia, la sua ricerca della verità e il desiderio di pace in un'epoca segnata da catastrofi mondiali lo avvicinano straordinariamente all'uomo moderno. «Definirei questo lavoro una biografia storica, per indicare il procedimento cronologico e i fulcri di carattere storico che ho inteso seguire. Se di solito si rivolge l'attenzione principale alla filosofia o alla teologia di Agostino (la sua biografia è una chiave formidabile per capire la sua teologia), io ho cercato sempre di far parlare lo stesso Agostino».