Un libro dedicato a Maria, alla sua vita, alla sua adesione al progetto divino, piena di dolcezza e di serenità. La figura di Maria non smette mai di interrogarci e ispirarci, a partire da quando "di fronte all'angelo" rimase silenziosa, a pensare. Poi avanzò una domanda e ne ricevette la risposta. Infine aderì, piena di dolcezza e di serenità. Ma da dove ci giungono le notizie su Maria? Quanto fu importante nella vita di Gesù? Come riuscì a segnare nell'anima della Chiesa primitiva, una traccia profonda e indelebile? Quando nacquero il culto e la devozione alla Vergine?
Le pagine che compongono questo vero e proprio "pamphlet" sulla libertà e la responsabilità in tempi difficili, furono offerte da Bonhoeffer ad alcuni amici, in occasione del Natale 1942. Il teologo protestante era già in carcere e non ne sarebbe mai più uscito, per aver preso posizione contro il regime nazista. Oggi, a distanza di settant'anni, queste pagine appaiono di una modernità che stordisce, capaci di interpretare le domande che sono ancora fondamentali e che possiamo riassumere in questa: che donne e uomini vogliamo essere? O, ancora: che cristiani vogliamo essere? La vita responsabile è un dovere a cui fare ritorno, perché ciò che accade ai nostri giorni e quotidianamente ci provoca non accada invano. Un "pamphlet" sulla libertà e la responsabilità in tempi difficili.
Chiamati al difficile compito di definire la nostra identità, realizzando in noi, nel tempo che ci è concesso, "qualcosa che sia unico e al tempo stesso possa valere, per chiunque lo osservi, come un buon esempio di un'esistenza umana riuscita", spesso volgiamo i nostri occhi alla morale. Questa, però, non può essere una cappa asfittica che rattrappisca le nostre aspettative personali, ma deve nascere dal riferimento a un principio alto, capace di essere stimolo e guida in questo difficile compito. "Solo in questo modo l'etica rimane una ricerca personale, una sfida e un luogo di formazione di sé, invece di divenire una scusa per non pensare, per obbedire a un comando o per confondersi nel conformismo di una tradizione o di una moda". Nella prospettiva morale che Roberto Mordacci propone, a un tempo personalista e critica, al centro dell'etica vi sono le persone, la loro complessità e la loro fragilità, la loro libertà e la loro responsabilità verso l'esistenza propria e altrui. Il tutto a partire da un'intuizione fondamentale: l'etica è per le persone e non viceversa, così come, nel Nuovo Testamento, si dice che "il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" (Marco 2, 27)"..
"La coincidenza dell'anno della vita consacrata con la canonizzazione della beata Maria Cristina Brando, Fondatrice delle suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato fa riflettere, in quanto Ella è stata un'innamorata dell'Eucaristia e ha fatto della sua vita un'Eucaristia, un'adorazione continua e vittima di riparazione dei peccati del mondo. Il suo profondo amore per l'Eucaristia e la sua esperienza l'hanno portata a creare una comunità che vivesse di e per l'Eucaristia, così è divenuta una vera maestra di spiritualità eucaristica. Questa pubblicazione vuol essere una semplice guida per approfondire la nostra spiritualità alla luce del fondamento della nostra vita nell'eccezionale carisma di amore a Gesù Sacramentato. Solo nell'indispensabile rapporto con Gesù è possibile vivere gioiosamente la vocazione religiosa. È l'augurio che faccio alle mie carissime consorelle e a chiunque avesse tra le mani questi piccoli e brevi pensieri di santa Maria Cristina, perché trovi in essi l'incoraggiamento per essere gioiosamente fedeli alla vocazione e perché la nostra vita sia sempre un rendimento di grazie, un'Eucaristia gradita a Dio." (Madre Carle Di Meo. Superiora generale)
L'economia capitalista ha messo a repentaglio la sopravvivenza del pianeta e condannato miliardi di individui a una vita disumana, persone classificate come poveri assoluti, e nessuno sa quanti siano esattamente. Inutili come consumatori e come lavoratori, non si sente il bisogno di contarli: "Sono solo avanzi, scarti, di cui sbarazzarsi". Francesco Gesualdi non usa mezzi termini, descrive senza giri di parole le conseguenze sociali e ambientali di un sistema che dà importanza solo ai soldi e antepone la ricchezza alla felicità. Ma ora che il pianeta è sull'orlo del collasso si tratta di capire come recuperare la situazione, come garantire a tutti un'esistenza dignitosa riducendo il consumo di risorse e la produzione di rifiuti. La soluzione è cambiare prospettiva, rifondare l'economia sui valori che questo sistema ha sempre rinnegato: equità, inclusione, solidarietà, comunità, sostenibilità. Solo trasformando la pietra scartata in pietra d'angolo potremo salvarci. Va ripensato il ruolo del mercato e dell'economia pubblica, del lavoro salariato e dell'autoproduzione. Ricordandoci che in economia non esistono nuove leggi da scoprire, ma solo nuove miscelazioni da sperimentare.
"Scoprire le radici spirituali a cui ha attinto fin dalla fanciullezza don Tonino", è questo lo scopo delle parole di Mons. Vito Angiuli; attraverso di esse emergono i temi più cari a uno dei profeti più amati del nostro tempo, ora Servo di Dio: poveri e povertà, comunione ecclesiale, senso della vita, pace, carità, visione sociale. L'autore, alternando le sue riflessioni a numerose ed efficaci citazioni dagli scritti e dai discorsi di don Tonino, fa ben comprendere il senso di continuità di prospettiva e di ideali del vescovo di Molfetta, del quale ebbe la fortuna di essere amico: "Qualche volta, avverto il rammarico per non aver fatto tesoro in modo più proficuo di questa relazione e di quanto ho visto con i miei occhi, quasi giornalmente, essendo vissuto vicino a don Tonino durante gli undici anni del suo ministero episcopale. Porto dentro di me il dispiacere di non "aver rubato" qualcosa dello stile e delle intuizioni spirituali e pastorali di questo "vulcano d'amore", pur essendo stato accanto per tanto tempo. So bene che le parole non bastano. Quando, però, sono sincere e provengono dal profondo del cuore, colmano, almeno in parte, i ritardi e forse preludono a una trasformazione più radicale e lasciano intravedere qualcosa di nuovo che lentamente prende forma."
Perché, al pari di antichi e moderni esempi, il racconto biblico non adotta la narrazione in disordine? È capace di farlo, ne dà prova all'interno degli episodi. Al livello della macro-narrazione, tuttavia, la Bibbia sceglie di narrare la storia seguendo l'ordine cronologico. La narrazione è costruita sul passaggio ordinato dai tempi primordiali ai tempi dei patriarchi, da questi alla nascita del popolo e alla sua prima storia sulla terra di Israele; si passa da una nascita a una morte, da un padre a un figlio, da una promessa a un compimento. Sullo sfondo di questa opzione di base, lo stesso racconto riesce inoltre a scavalcare i tempi grazie a ingegnosi bianchi o lacune narrative, a intrecciare la simultaneità di storie parallele, a farci esitare fra successione e simultaneità delle cose. Questa è la grande cronologia su cui si interroga Meir Sternberg, teorico della letteratura israeliano. Con impareggiabile maestria e rispetto del testo fa scoprire come la storiografia biblica sia al tempo stesso arte e teologia narrativa. Finalmente, anche in ambito italiano si può cominciare a conoscere l'opera di uno dei più importanti esponenti della Scuola di Tel Aviv.
"Ma è possibile che io riconosca nella Scrittura il senso della mia storia qui e ora?" si chiede l'autore. Questo libro è un'occasione per provare a farlo, seguendo un filo rosso di personaggi dell'Antico Testamento, che sono stati scelti dal Signore. Adamo, Caino e Abele, Abramo e Sara, Giacobbe ed Esaù, Giuseppe, il popolo d'Israele, Geremia. La libera iniziativa di Dio è evidenziata in diverso modo in ogni testo di elezione. A volte è un fatto puntuale, immediato, altre una progressiva rivelazione che si serve di mediazioni umane. Così avviene anche oggi nella vita di ogni consacrato. Un testo per ricordare che, da sempre, le chiamate di Dio scaraventano nell'arena e sbaragliano gli incerti. Ma promettono vittoria: la sua, e a modo suo. Ed è così che si forma un profeta.
Il demonio meridiano è il demonio temuto dai Padri del deserto, che tenta il credente nel mezzogiorno della vita, quando maggiore è il rischio di disattendere le scelte fatte nella propria giovinezza. Jean-Charles Nault, che durante la sua formazione monastica era stato messo in guardia nei confronti dell'accidia, ha intuito che questa non riguardava soltanto i monaci ma che minacciava tutti gli stati di vita e che intaccava direttamente il rapporto dell'uomo con Dio. Nell'avanzare della sua ricerca, l'accidia gli è apparsa non come una semplice distrazione nella preghiera o una noncuranza dovuta alla pigrizia, ma piuttosto come un temibile male che riguarda il fine ultimo della vita umana, cioè la partecipazione alla vita trinitaria. Opera dallo stile semplice e diretto, in grado di interpellare il lettore e aiutarlo a riflettere su cosa è davvero essenziale nella vita, "Il demonio meridiano" è il frutto di una lunga ricerca sull'accidia.
San Gregorio di Narek (951 - 1003) fu poeta e mistico, una figura di grande rilievo nella tradizione della Chiesa armena e non solo. La sua rilevanza nella cultura cristiana è tale da spingere papa Francesco ad annunciare - il 12 aprile 2015 - la sua proclamazione a Dottore della Chiesa universale. Questo volume, curato dal teologo e saggista Natale Benazzi, presenta la vita e l'opera di san Gregorio di Narek e un'antologia dei suoi scritti. Ad arricchire il libro, la presentazione di mons. Fisichella. Una voce poetica modernissima e potente, un profondo lettore dell'anima umana, un maestro della Chiesa universale.