L'«alta fantasia» è la teologia poetica di Dante, la cifra della sua eccellenza rispetto alla Scolastica medievale, la "terza teologia" tra platonismo monastico e aristotelismo universitario. Una teologia laica, trasversale alle diverse correnti dell'epoca. Soprattutto, è l'inversione di tendenza rispetto al pregiudizio degli accademici del Medioevo più maturo, per i quali la verità è difficile molto più che bella, ragion per cui la poesia non sarebbe all'altezza di occuparsene. L'alta fantasia è, in tal senso, l'estremo tentativo di evitare il divorzio tra ragione e fede, tra mente e cuore, tra verità e bellezza, fra teologia e messaggio biblico. «L'autore condensa un lievitare di pensiero originale, portando il discorso dell'Itinerarium mentis in Deum a sviluppi nuovi nel contesto storico-esegetico della Divina Commedia» (Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri). Prefazione di Andrea Riccardi.
Per pensare l’educazione occorre interrogarsi sul nostro continuo parlare del bene: sulla sua speciale evidenza, sul suo nesso con la ragione ma anche con tutto il nostro sentire e con le umane possibilità di felicità. Queste pagine offrono una fenomenologia dell’esperienza umana del bene agli educatori, di oggi o di domani, affinché abbiano l’occasione di fare una sosta filosofica e considerare la responsabilità etica connessa al loro compito. Chi educa è chiamato non solo a rispondere del bene dell’altro, ma innanzitutto ad essere testimone credibile, e persino affascinante, della propria personale ricerca del bene.
Giuseppina D’Addelfio è professoressa associata di Pedagogia generale e di Filosofia dell’educazione presso l’Università degli studi di Palermo. Tra le sue pubblicazioni: Desiderare e fare il bene (Vita & Pensiero, 2008); Filosofia per bambini ed educazione morale (La Scuola, 2011); In altra luce. Per una pedagogia al femminile (Mondadori, 2016); Diritti per l’educazione. Contesti e orientamenti pedagogici (Scholé, 2020, con M. Amadini, A. Augelli, A. Bobbio, E. Musi); Affettività ed etica nelle relazioni educative familiari. Percorsi di Philosophy for Children and Community (FrancoAngeli, 2021, con M. Vinciguerra).
Il problema della conoscenza ha costantemente interessato la riflessione di Sofia Vanni Rovighi da un punto di vista sia storiografico, sia teoretico. In questo volume ne coglie le diverse formulazioni e le differenti soluzioni proposte nell’intero arco della storia della filosofia e ricorre a una lettura diretta degli autori citati, spesso ascoltando anche le voci degli interpreti più autorevoli. Vengono così passati in attenta disamina i filosofi della Grecia classica e dell’età ellenistica, gli autori del Medioevo e i rappresentanti più rilevanti dell’Umanesimo e del Rinascimento, per poi soffermarsi sugli esponenti che tanto influsso hanno esercitato sul pensiero moderno: da Bacone, Galileo e Cartesio a Locke, Berkeley e Hume, sino a Leibniz, Kant e agli idealisti, fatti criticamente rivivere in Italia dal neohegelismo e in particolare da Gentile. Dalla fenomenologia di Husserl, tanto apprezzata nel metodo e nei suoi esiti, al neorealismo inglese e americano e al pragmatismo, sino a Russell, Wittgenstein, Schlick e il neopositivismo. Il capitolo conclusivo, dedicato alla neoscolastica e al neotomismo, mette in luce come, di là dalle apparenze, la corrente sia molto variegata e frastagliata, caratterizzata da nette differenze e opposizioni polemiche. Una analisi originale per chiarezza e rigore di un tema fondamentale per la ricerca filosofica: il rapporto tra il pensiero, la realtà e la verità, da sempre oggetto di accesi dibattiti.
Sofia Vanni Rovighi (1908-1990) ha insegnato a lungo all’Università Cattolica di Milano Storia della filosofia medievale, Storia della filosofia e Filosofia teoretica. Tra le sue pubblicazioni per l’Editrice La Scuola: Storia della filosofia contemporanea (1985), Storia della filosofia moderna (1994), Elementi di filosofia (nuova ed. 2013), Istituzioni di filosofia (nuova ed. 2015). Per Scholé ha curato: Leibniz, Monadologia (2021, tredicesima ed.) e Galileo Galilei, Le idee filosofiche, il metodo scientifico (terza ed. 2021).
Prefazione di Emanuele Severino.
"Chi brucia i libri finisce presto o tardi per bruciare gli uomini" (Heinrich Heine).
Hitler inaugura il suo regime con un gigantesco falò di libri; la furia degli ayatollah si scatena contro i Versi satanici di Rushdie; diversi celebri scrittori, da Virgilio a Kafka, decidono di distruggere la loro opera. Questi eventi hanno un denominatore comune? Una ricerca sorprendente attorno a un enigma fondamentale, quella della relazione dell'uomo con la biblioclastia. Fare luce su di esso ci consente di comprendere meglio le malattie politiche che hanno colpito il Novecento e che funestano anche questo secolo: totalitarismo, razzismo, e fondamentalismo. I risultati di questa indagine in chiave psicanalitica, che getta un nuovo sguardo sul pensiero di Freud, sono inaspettati e spiazzanti: dalla rivelazione che le grandi religioni si fondano sulla autodistruzione del loro testo più sacro, al ruolo - sempre più problematico - del Libro in una società senza Padre.
Gérard Haddad (Tunisi, 1940(, psicanalista e saggista, allievo di Jacques Lacan e Yeshayau Leibowitz, è uno degli intellettuali francesi più attivi nell'analisi dei fenomeni sociali che segnano il nostro tempo. Tra le sue opere ricordiamo: Manger le live (Grasset, 1984); Le jour où Lacan m'a adopté (Grasset & Fasquelle, 2002); Dans la Maine dormite de Dieu; Psychanalyse du fanatismo (Premier Parallèle, 2015), Le complexe de Cain: terrorismo, Maine de l'autore et rivalità fraternelle (Premier Parallèle, 2017). Con la moglie Antonietta ha pubblicato Freud in Italia. La psicoanalisi è nata in Italia, Xenia, Milano 1996.
La genesi teorica, il profilo metodologico e alcune prime possibili applicazioni dell'approccio delle Tecnologie di comunità: un nuovo spazio di ricerca e di intervento nell'ambito della Media Education e del lavoro sociale e di prevenzione fondamentale in una società sempre più tecnologizzata. Può diventare una occasione per la costruzione di legami, la (ri)costruzione della comunità, la liberazione delle risorse e delle energie di un territorio. Oggi il divario digitale costituisce una forma di esclusione e di negazione della cittadinanza che colpisce gli anziani, gli abitanti delle periferie, i migranti: sviluppare competenze digitali diviene sempre di più un obiettivo delle politiche pubbliche.
Che cos'è il Meccanismo Europeo di Stabilità? L'Unione Europea nasce nel 1992 con un difetto di progettazione: una Banca Centrale che non può fare la Banca Centrale. Non può, cioè, essere prestatore di ultima istanza o, come si dice, Banca delle Banche. In tempi di normalità, e crescita, la differenza si può non avvertire. In tempi di crisi questa carenza di progettazione destabilizza tutto l'Eurosistema. Ma si tratta di una carenza o di una necessità? L'anomalia europea è figlia del timore della mutualizzazione del debito. Bilanci statali separati con moneta unica significa che ognuno deve garantire per sé. Il risultato? Il caos greco del 2010/11 cui si è supplito attraverso una banca sovrana che intervenga al posto della BCE. E però limitatamente al capitale. Non è un prestatore di ultima istanza, ma qualcosa che serve ad eludere il divieto di finanziamento dei debiti pubblici. Che aiuta gli Stati, però sotto 'stretta condizionalità'. Che sovrappone logiche di diritto bancario e diritto costituzionale. Che legittima i Ministri a tacere di fronte ai parlamenti. Che assicura immunità totale ai suoi funzionari. Il MES è un esempio luminoso di quel che accade quando la logica del diritto fallimentare viene applicata ai rapporti fra Stati e sostituisce la politica.
Questo libro nasce da una lunga esperienza di insegnamento accademico di legislazione scolastica e di formazione degli insegnanti sulla stessa materia, una componente necessaria della cultura professionale di ogni docente, il quale dovrebbe essere sempre consapevole della natura del sistema al cui interno svolge il suo lavoro e delle regole che ne assicurano il funzionamento. Propone una introduzione alla legislazione scolastica, pensata per un pubblico di insegnanti (o di persone che si preparano a diventarlo), cui non è richiesto di conoscere nei dettagli le procedure che governano il sistema nazionale di istruzione (come compete a un dirigente scolastico), ma che devono coerentemente ed efficacemente inserirsi all'interno di quel sistema. L'opera è ripartita in cinque parti, che presentano: gli elementi fondamentali del nostro sistema giuridico; l'ordinamento scolastico italiano; la governante della scuola (autonomia, organi collegiali); la pratica didattica (valutazione, inclusione scolastica, educazione civica, orientamento, insegnamento della religione cattolica); i soggetti che costituiscono la comunità scolastica. Per ogni argomento si trova il quadro legislativo aggiornato e completo (con i richiami sia alla portata educativa sia a quella giuridica delle norme in questione), la ricostruzione del percorso che ha condotto all'attuale assetto normativo e uno sguardo allo scenario europeo e mondiale.
È possibile riappropriarsi del parto come evento non solo clinico ma anzitutto umano? Il volume, a due voci, prova a descrivere questo mutamento di prospettiva, che trova corrispondenze nelle recenti linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mettendo a fuoco tre temi attraverso i quali si può diversamente parlare della nascita: fisiologia, etica, affettività. Concetti in grado di ridefinire la stessa idea e pratica della "cura ostetrica", come cura dell'altro e cura di sé, e di istruire una esperienza felice del parto per ogni donna.
Questo volume approfondisce una tesi centrale nel lavoro di Augusto Del Noce: la necessità di ridiscutere la concezione tradizionale della storia della filosofia moderna, vista come un processo necessario verso una radicale immanenza, e per questo è cruciale l’incontro con Cartesio, considerato il suo iniziatore. Oltre le classiche, ma unilaterali, interpretazioni razionalistiche, idealistiche, positivistiche o religiose emerge l’ambiguità della filosofia cartesiana, per cui se da un lato si danno momenti immanentistici, in conseguenza della separazione fra ragione e storia, dall’altro non è possibile mettere fra parentesi la teoria della libertà divina. Cartesio, nel quale si può cogliere l’espressione della Riforma cattolica come compiuta reazione all’ultimo momento naturalistico-scettico-libertino del pensiero Rinascimentale, reagisce alla «non desiderabilità» atea dell’esistenza di Dio visto come un Dio malvagio che non permette di distinguere il vero dal falso. La ricerca della vittoria sul Dio ingannatore e malvagio è quindi l’anima della metafisica cartesiana, che si specifica nella storia del pensiero religioso come un antinaturalismo – antitesi esatta del tomismo – strettamente connesso con la genesi, della cui portata Cartesio non è consapevole, del principio d’immanenza. Perciò il cartesianismo, sorto nell’orizzonte della Riforma cattolica, ne rappresenta, insieme, la crisi.
La nuova edizione di un’opera fondamentale per la storia della filosofia, con una postfazione di Enzo Randone e Giuseppe Riconda.