Il 25 e 26 febbraio 2012 si sono svolte presso lo Studio Teologico Accademico di Bressanone, in collaborazione con l'Istituto Paolo VI di Brescia, le Giornate Internazionali di Studio sul tema: "Timoniere in tempi difficili. Paolo VI e la crisi postconciliare". Questo volume ne raccoglie gli atti. Non si può negare che il pontificato di Paolo VI sia stato contraddistinto da una grave crisi interna alla Chiesa e che una certa conflittualità abbia costituito una delle sue caratteristiche più importanti. La reazione di Montini alla crisi offre una chiave di lettura del suo pontificato, forse addirittura il criterio decisivo per comprendere gli sviluppi postconciliari. Jörg Ernesti illustra le peculiarità della percezione montiniana della crisi e le reazioni del pontefice di fronte a tale difficile periodo. Philippe Chenaux si sofferma sulla situazione francese, Karim Schelkens su quella olandese. Roland Cerny-Werner indaga sulla politica internazionale, mentre Emanuele Avallone si occupa della Commissione Teologica Internazionale. Martin Lintner descrive la genesi dell'enciclica "Humanae Vitae".
Fin dal suo primo apparire, "La vita intellettuale" di Antonin-Dalmace Sertillanges O.P. ha nutrito generazioni di giovani che hanno intrapreso il cammino della ricerca e dello studio. L'opera conserva intatta la forza della sua proposta. Invita giovani e meno giovani ad essere autenticamente se stessi, a far germogliare e a mettere a frutto le proprie energie migliori, intellettuali e morali. Per poter essere creativi, afferma l'autore, occorre un distacco dal quotidiano, dalle esigenze particolaristiche dell'io, occorre essere costanti, pazienti e perseveranti, non tralasciare il lavoro arrendendosi di fronte alle difficoltà, ma neppure tentare imprese superiori alle proprie forze; non isolarsi completamente, sapersi riposare, accettare le prove, gustare le gioie, prevedere i frutti. Il volume rappresenta quasi una regola per l'esercizio dell'intelligenza, ma anche un breve trattato sulla spiritualità dello studioso. A lui si richiedono: umiltà e fermezza, rigore e consapevolezza dei propri limiti, generosità ma anche equilibrio, solitudine ma non isolamento, gioia intellettuale e senso del mistero. Introduzione di Armando Rigobello.
La guerra tra l'Italia e l'Impero Ottomano per il possesso della Tripolitania e della Cirenaica è stata un evento di particolare importanza sia per la politica interna italiana, sia per l'equilibrio internazionale europeo di quegli anni. Questo libro, a cento anni di distanza dagli avvenimenti, affronta il conflitto italo-ottomano con un approccio multidisciplinare, analizzando l'impatto che la guerra ebbe sul quadro internazionale europeo, sul sistema politico e sulla cultura italiana e, non ultimo, sulle strategie militari adottate. In tal modo, il volume si arricchisce della partecipazione di autori con sensibilità e approcci storiografici diversi, inserendosi nello sforzo di parte della storiografia italiana di recuperare, criticamente, su piani intersecantisi, la memoria storica dell'impegno coloniale italiano.
La prima rivista internazionale dedicata interamente a Papa Giovanni XXIII e al suo insegnamento.
Dal 9 settembre 1943 fino alla fine di maggio del 1945, durante i mesi della repubblica Sociale italiana e dell'occupazione tedesca, mons. Adriano Bernareggi registrò le proprie giornate su alcuni fogli di quaderno. in quelli che lui stesso ha definito degli "appunti", nelle ore notturne il vescovo annotò i fatti quotidiani, riportando le informazioni che, da diverse parti, giungevano in Curia. giorno dopo giorno, prese forma un vero e proprio "diario di guerra". Le sue pagine spalancano una finestra non solo sulla città e sulla provincia ma anche sull'animo di mons. Bernareggi. La Curia si trasforma in un osservatorio, dal quale leggere i mesi dell'occupazione con gli occhi del vescovo. Quella tracciata dal diario è una storia della guerra civile nella bergamasca dall'interno dell'episcopio. di fronte agli avvenimenti, il vescovo si mosse seguendo precisi schemi teologici. Tuttavia, tali riferimenti dovevano essere declinati in un contesto confuso e, quasi sempre, partendo da informazioni imprecise, lacunose, talora fuorvianti. Quotidianamente, mons. Bernareggi si scontrò con la necessità di mediare i principi morali con l'esigenza del bene comune, prendendo decisioni controverse e, spesso, incomprensibili oltre i muri del palazzo vescovile. il diario apre così uno squarcio sull'animo del vescovo, chiamato ad assumersi la responsabilità di una carità universale che si scontrava con quella "scuola intensiva di violenza" che era la guerra.
Nell'ambito dell'odierna complessità sociale, l'esponenziale crescita tecno-comunicazionale si riflette non solo nella composizione del lavoro (in particolare nel cambiamento, dalla produzione di manufatti ai servizi); ma, più in profondo, anche in una metamorfosi della sua natura sottesa. Il lavoro sta infatti invertendo quel tragitto storico che lo aveva portato ad espandersi, su scala globale, come importante fattore di emancipazione umana. In particolare, il carattere di mobilità fisica e figurata del lavoro interviene come stress dissociante sull'identità umana. Solo attraverso un sofferto percorso di interiorizzazione ed integrazione da parte dell'"apparato identitario", la flessibilità del lavoro potrà ambire ad essere non più una metodologia passivamente adattativa, ma una risorsa culturalmente vincente. Essa sarà così in grado di traghettare il lavoro verso una rinnovata e misurata "soggettività", che lo porti (anche attraverso una ridefinizione della categoria otium/negotium), da prevaricante strumento redditizio, a riconquistare la sua importante funzione antropologica, formativa ed emancipante.
Una parte importante del pensiero politico di Jacques Maritain riguarda il periodo della guerra e il suo esilio americano. Tre opere importanti, "I diritti dell'uomo e la legge naturale" (1942), "Cristianesimo e democrazia" (1943) e "Per una politica più umana" (1944), sono ben note, mentre gli altri scritti maggiormente incentrati sul conflitto allora in corso lo sono assai meno. Questo libro si propone di far conoscere questi testi "minori", inediti in italiano.
La costituzione pastorale Gaudium et spes è «un documento ricco di suggestioni, che sa ancora invitare a profonda riflessione e verifica i credenti di oggi, sia in termini di adesione al Vangelo e di conversione personale, sia in termini di correttezza etica dei propri stili di vita, sia in termini di tenore della vita morale e materiale delle società e delle istituzioni di questo tempo […]. Si è della convinzione che il suo valore autentico sia proprio nelle indicazioni che offre per una lettura sapiente, positiva e costruttiva della realtà contemporanea, senza negarne le situazioni problematiche, controverse e di peccato, ma individuando sempre una via per arrivare ad un bene più grande». (E. Palladino)
Emilia Palladino (1970) è laureata in Fisica presso l’università La Sapienza di Roma e ha conseguito licenza e dottorato in Dottrina sociale della Chiesa presso la facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana. Nella stessa facoltà è attualmente docente dei corsi di “Pastorale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa” ed “Etica della condizione femminile e della famiglia”.
Dai saggi degli autori del presente volume (Renato Balduzzi, Rossana Cuccurullo, Roberto Di Ceglie, Redi Sante Di Pol, Sira Serenella Macchietti, Carlo Nanni, Antonio Sabetta, Ignazio Sanna) si evince che educare nella postmodernità vuol dire educare in un periodo storico in cui le verità fondamentali e i modelli di comportamento proposti dalle diverse agenzie educative sono plurali e, talvolta, anche contrapposti. Nel linguaggio comune, per esempio, dire persona significa dire uomo. I due termini, persona e uomo, sono interscambiabili, e vengono usati per indicare la stessa realtà, perché la persona è l'uomo e non già una proprietà dell'uomo. Nel linguaggio comune, dunque, uomo è sinonimo di persona. Ma mentre tutti si è d'accordo su che cosa sia uomo, non tutti si è d'accordo su che cosa sia persona, su quando l'uomo cominci ad essere persona e quando cessi di esserlo. Mentre l'uomo è legato alla natura umana, alla specie, all'insieme di dati fenomenologicamente osservabili e verificabili, la persona è legata ad una interpretazione dell'essere vivente, mutuata da una visione religiosa della vita. Uomo è in rapporto alla vita come organismo biologico, determinabile, quantificabile, misurabile. Persona è in rapporto alla vita come zoe, come dinamismo interiore, come esistenza carismatica, non sempre misurabile e quantificabile.
"Immagini della desocializzazione" completa il panorama storico del cinema americano nel Novecento analizzato dall'autore nel volume "La Hollywood classica". Se il cinema hollywoodiano conquistò il mondo affidandosi ad un'etica umanista e cristiana, nel corso del tempo questa caratteristica originaria si è persa. La tesi presentata in "Immagini della desocializzazione" è che a partire dagli anni Sessanta del secolo passato potenti spinte nichiliste e antiumaniste hanno attraversato il cinema americano. Hollywood, superato il "canone classico", è tornata a dominare l'universo della celluloide. Addirittura surclassando il cinema europeo non solo nella produzione commerciale, ma anche in quella d'autore. Abbiamo così opere non troppo distanti rispetto ai kolossal del passato (i blockbuster dal 1980 ad oggi lo dimostrano chiaramente) e opere radicali, formalmente eccellenti, espressione però di un'etica postmoderna che in maniera crescente sta trasformando la cultura americana. È il sintomo di un inarrestabile declino morale, così come è successo al cinema europeo dopo il 1968? Saranno gli anni futuri a rispondere a questa domanda.