
Tra i tanti fenomeni emergenti di questi ultimi anni c'è sicuramente la crisi dell'uomo, inteso come maschio. È debole, demotivato, solo. Alcuni uomini sono depressi, ansiosi; sperimentano un senso di inadeguatezza in famiglia, sul lavoro, e con gli altri uomini. Hanno scarsa autostima e poca fiducia in sé e nelle proprie capacità; si sentono timidi, deboli. Le ricerche dicono che aumenta l'impotenza maschile, l'ansia da prestazione sessuale, l'infertilità maschile persino una graduale riduzione del desiderio sessuale e del livello di testosterone. È una crisi di virilità. Intesa come disponibilità a rischiare la vita per salvarla, per salvare l'onore (la dignità umana), per la fedeltà ai propri valori; intesa come assertività, coraggio, fortezza. La crisi della virilità è per l'uomo una crisi d'identità: egli non sa più chi è, come è, come dovrebbe essere e come lo vogliono gli altri. Ci prova, ad accontentare tutti, ma non funziona: sembra che nessuno sia contento di lui. È una crisi inedita nella storia dell'umanità. Non è mai accaduto che così tante persone restassero senza risposta davanti agli interrogativi: "Chi sono? Qual è il mio ruolo? Qual è il mio posto nel mondo?".
In un mondo caratterizzato dal «tempo breve», dove le notizie appaiono e scompaiono dagli schermi dei nostri computer e raramente durano più di ventiquattr’ore, anche i testi del Papa «fanno notizia» solo il giorno in cui sono pubblicati. Di rado sono letti integralmente, quasi mai sono studiati. Come ricorda lo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate, non è questo il modo di accostarsi al Magistero. Al contrario, ogni testo va letto alla luce degli interventi precedenti dello stesso e di altri Pontefici, e diventa a sua volta criterio d’interpretazione dei testi successivi. Perché questo sia possibile, occorre ritornare almeno sui testi più importanti anche giorni, mesi, anni dopo la loro pubblicazione. Massimo Introvigne offre qui un vero e proprio corso sul Magistero di Benedetto XVI, che va dall’enciclica Spe salvi del 2007 alla lettera Ubicumque et semper del 2010 con cui s’istituisce il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ne emerge un disegno complessivo di contrasto alla «dittatura del relativismo», che è il tentativo subdolo – ma spesso anche violento – d’imporre la dottrina secondo cui la verità non esiste: «ciascuno dice la sua», e tutte le opinioni hanno lo stesso valore. Dall’Africa alla Francia e alla Gran Bretagna, dalla sua diocesi di Roma alla Casa Bianca e all’incontro con il popolo delle Giornate Mondiali della Gioventù in Australia, Benedetto XVI emerge come il primo custode non solo della fede ma anche della ragione minacciata dal relativismo. Per questo molti lo attaccano. Per questo è dovere dei fedeli cattolici stringersi attorno a lui ripetendogli, con le parole del Signore, «Tu sei Pietro».
Massimo Introvigne, sociologo e storico delle religioni di fama internazionale e reggente nazionale vicario di Alleanza Cattolica, è autore di sessanta volumi e di oltre cento articoli pubblicati in riviste accademiche internazionali sulla nuova religiosità, il pluralismo religioso contemporaneo e il Magistero pontificio. È fondatore e direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, e membro del Comitato per l’Islam italiano del Ministero dell’Interno. Per Sugarco ha pubblicato Le nuove religioni, Il cappello del mago, Il ritorno dello gnosticismo, Cattolici, antisemitismo e sangue, La nuova guerra mondiale, La Turchia e l’Europa, Il dramma dell’Europa senza Cristo, Il segreto dell’Europa, Una battaglia nella notte e I satanisti.
Con Grande Scisma d'Occidente s'intende la crisi dell'autorità papale che per quasi quarant'anni, dal 1378 al 1417, lacerò la Chiesa occidentale sulla scia dello scontro fra papi e antipapi. Un periodo segnato, oltre che dall'ambizione di quasi tutti i protagonisti, da rivalità dottrinali, da fazioni in lotta fra loro, da doppie elezioni e dall'incertezza - almeno in alcuni periodi - della legislazione canonica sulla elezione dei papi, ma, soprattutto, dalla dispotica e spesso armata ingerenza di basileus bizantini, di re francesi e inglesi, di imperatori tedeschi, di conti e duchi, di nobili e signorotti dell'Urbe e dintorni e infine, dal partito avignonese.
Nel cammino di fede per giungere a Cristo, lungo le strade della Chiesa, una «guida di viaggio» consente di marciare più in fretta e senza inciampi. È con tale obiettivo che viene riproposto questo intenso dialogo fra il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, e il giornalista Saverio Gaeta. Con la lucida chiarezza del teologo e il coinvolgimento appassionato del pastore, il cardinale Tettamanzi sollecita a un rinnovato incontro con il Risorto e propone la riscoperta del dono della salvezza cristiana, offerto agli uomini duemila anni fa e continuamente rinnovato dalla Chiesa. Come scrive nella prefazione il cardinale Gianfranco Ravasi, «è un itinerario che non teme di inerpicarsi sui sentieri d’altura della teologia, ma che ci riconduce soprattutto ai percorsi quieti della pianura, fatta di cose quotidiane, di scelte costanti e comuni, in una fedeltà che conosce il fluire dei giorni e delle stagioni della vita».
Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Milano dall’11 luglio 2002, dopo essere stato rettore del Pontificio Seminario Lombardo a Roma (1987-1989), arcivescovo di Ancona- Osimo (1989-1991), segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (1991-1995) e arcivescovo di Genova (1995-2002). Il 21 febbraio 1998 è stato creato cardinale da Giovanni Paolo II. Negli ultimi decenni è stato più volte chiamato a svolgere prestigiosi incarichi in Vaticano, dove è anche membro di varie Congregazioni e Pontifici Consigli. Fra gli ultimi suoi libri ricordiamo: Etica e capitale; La bellezza della fede con i giovani in ascolto della vita; Scelte evangeliche del prete oggi; Come pietre vive. Catechesi.
Saverio Gaeta è caporedattore del settimanale Famiglia Cristiana, dopo essere stato redattore del quotidiano L’Osservatore Romano e caposervizio del mensile Jesus. Ogni sabato, alle 12.30, cura una rubrica su Radio Maria. Fra gli ultimi suoi testi il bestseller Giovanni Paolo II. Perché è santo (con monsignor Slawomir Oder) e, per Sugarco, Le preghiere che salvano; e con padre Livio Fanzaga: La firma di Maria, Medjugorje. In attesa del segno, Il tempo di Maria, La Divina Misericordia, Domande a Dio.
"Cari genitori, questo libro è stato scritto per voi, con la speranza di potervi offrire un piccolo aiuto nell'educazione religiosa dei vostri figli. Oggi è in pericolo la trasmissione della fede, che è avvenuta per due millenni attraverso la collaborazione fra la famiglia e la Chiesa. Le nuove generazioni rischiano di crescere fuori dal cristianesimo. Questo succede perché sta venendo a mancare la capacità dei genitori di incidere sulla formazione religiosa e morale dei propri figli. Si pensa che questo compito spetti alla Chiesa. In realtà, senza l'aiuto della famiglia, la Chiesa non può fare molto. I primi anni di vita sono decisivi. I bambini, anche prima di raggiungere l'età della ragione, sono aperti a Dio e alla trascendenza e disponibili all'insegnamento religioso che trova un terreno fertile nella loro mente e nei loro cuori. Essi apprendono con facilità le verità della fede e imparano volentieri a pregare. Spesso sulle loro labbra affiora quella sapienza divina che è negata ai superbi, ma è rivelata ai piccoli. Dedicarsi con amore e perseveranza all'educazione alla fede dei propri figli significa generarli una seconda volta, facendodi essi delle 'nuove creature'."
A centocinquant’anni dall’unificazione politica italiana il mito risorgimentale, su cui si fonda la storia dello Stato nazionale, non è entrato a far parte della memoria collettiva degli italiani. Se l’Unità, evento di carattere politico reso necessario dalle difficoltà di convivenza insorte fra gli Stati europei in età moderna, che rendevano ardua la sopravvivenza dei piccoli Stati, ha trovato consensi, pur di natura eterogenea, il Risorgimento, processo culturale mirante a «modernizzare» la millenaria identità del Paese, non ha raggiunto lo scopo di separare l’Italia dal suo ethos tradizionale cattolico. L’opera di unificazione ideologica è fallita e la costruzione della nuova Italia ha colpito un elemento primario della «nazionalità spontanea» degli italiani, cioè il senso di appartenenza religiosa. L’omogeneizzazione delle istituzioni e la creazione di un forte Stato centralista hanno aperto due ulteriori ferite, una di natura politica e istituzionale, la cosiddetta Questione Settentrionale, e l’altra di carattere più culturale che economico, nota come la Questione Meridionale, con effetti che si fanno sentire ancora oggi. Giuseppe Garibaldi, uno degli artefici principali dell’Unità, è stato protagonista attivo anche del Risorgimento, contribuendo a diffondere un’ideologia relativista e laicista e a porre le basi di una liturgia civile totalmente svincolata da una tradizione religiosa specifica e alternativa rispetto alle radici cristiane e allo stretto rapporto con la Chiesa cattolica che ha sempre caratterizzato la vita della nazione italiana.
Francesco Pappalardo è socio benemerito di Alleanza Cattolica, del cui organo ufficiale Cristianità è direttore editoriale, presidente dell’IDIS, l’Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale, di Roma, socio onorario dell’ISIIN, l’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale,di Milano, consigliere parlamentare nel Senato della Repubblica. Cultore di storia, è autore di saggi, fra cui Il mito di Garibaldi. Vita, morte e miracoli dell’uomo
che conquistò l’Italia (2002), Il brigantaggio postunitario. Il Mezzogiorno fra resistenza e reazione (2005) e Il Risorgimento (2010), e di contributi a opere collettanee, fra cui Franco Cardini (a cura di), Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia (1994) e Oscar Sanguinetti (a cura di), Insorgenze antigiacobine in Italia (1796-1799). Saggi per un bicentenario (2001). Ha curato, con Giovanni Cantoni, Magna Europa. L’Europa fuori dall’Europa (2006).
Esistono ancora il genere maschile e femminile? Oppure sono comprensioni obsolete del carattere sessuato dell’umanità, ormai superate e sostituite dalla riclassificazione in 5 o più «generi» legati all’orientamento sessuale? Quando parliamo di persona umana, ci riferiamo ad una realtà ontologicamente sessuata, descrivibile, oggettivabile, o ad un’identità astratta, a un soggetto astratto, indefinibile, connotato primariamente dalla direzione del suo orientamento sessuale, dal suo desiderio a prescindere dal biologico e, in virtù di questo essere desiderante, portatore di diritti? Evidenziando la trappola della falsa opposizione tra «natura-cultura» – sottolineando i rischi della frantumazione dell’essere umano, in cui per il determinismo psichico la persona coinciderebbe con il suo «sentire soggettivo», per il determinismo socio-culturale il soggetto sarebbe solo il risultato di una costruzione socio-culturale, e per il determinismo biologico l’uomo equivarrebbe ai suoi geni – il testo vuole rimettere a tema la imprescindibile, reale unitarietà ed inestricabile interdipendenza di tutti questi fattori nella formazione dell’identità sessuata di ogni uomo e di ogni donna, smascherando le irragionevoli pretese dell’indifferenza del binario maschile/femminile portate avanti dall’ideologia gender.
Chiara Atzori, medico ospedaliero specialista in infettivologia presso un ospedale milanese, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito HIV-AIDS. Membro di Scienza e Vita Milano e dell’Associazione Obiettivo Chaire, partecipa da anni alla rubrica « Il medico in diretta» a Radio Maria, con conversazioni di argomento infettivologico e bioetico. Ha pubblicato articoli su Studi Cattolici, il Timone, Avvenire.
L’ateismo di oggi non sembra aver molto in comune con quello, tragico, dei grandi pensatori atei dell’Ottocento (si pensi per tutti a Nietzsche) o dello stesso Novecento (si pensi per tutti a Camus), ben consapevoli che la « morte di Dio » avrebbe comportato una terribile rivoluzione – e per di più dagli esiti incerti e comunque inquietanti – nel modo di vivere e di pensare dell’umanità. Le forme dell’ateismo odierno sembrano invece poter essere ben rappresentate dal pensiero di personaggi quali Vito Mancuso, Corrado Augias o Piergiorgio Odifreddi, i quali ritengono, sia pure con accenti diversi, che in fondo rinunciare al Dio personale e creatore di tutte le cose – come instancabilmente proposto dalla Chiesa, costante destinataria dei loro corrosivi attacchi – sia necessario o per lo meno opportuno. Un ateismo, dunque, ingenuo e del tutto incapace di autofondarsi, a volte perfino patetico nel vano tentativo di costruirsi delle ragioni che invece gli sfuggono senza neppure che i suoi alfieri se ne rendano conto.
«Questo libro di Vincenzo Vitale è uno straordinario antidoto per chi sia rimasto confuso o rattristato, in questi anni, dalla polemica anticattolica più pregiudiziale e rancorosa. Ma la sua lettura delizierà in genere chiunque ami la “buona tavola” del sapere, della conoscenza autentica e profonda, oltre a quanti amano la Chiesa e la bellezza della fede cattolica. E soprattutto appassionerà chi ama la logica, la scintillante regalità della razionalità umana» (dalla Prefazione di Antonio Socci).
Vincenzo Vitale, allievo di Sergio Cotta e Francesco D’Agostino, studia Filosofia del diritto presso le Università di Catania, ove si laurea in Giurisprudenza, e di Roma. Vince il concorso in Magistratura ove presta servizio per diversi anni: oggi esercita la libera professione fra Catania e Milano. Ha al suo attivo oltre sessanta pubblicazioni su riviste giuridiche specializzate. Docente presso l’Università di Catania, la Cattolica di Milano e quella di Piacenza, ha redatto diverse voci per un Lessico di Teoria generale del diritto, di prossima pubblicazione. Attualmente, tiene un corso presso l’Università di Roma (Tor Vergata) per il Dottorato in «Storia del Diritto e Teoria del diritto europeo», dedicato al tema « Diritto e Letteratura ». Già vicecapo di gabinetto presso il Ministero di Grazia e Giustizia e componente della Commissione per la lotta contro le tossicodipendenze presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato per circa otto anni Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, sezione di Catania. Giornalista pubblicista, collabora con alcune delle principali testate nazionali ed ha al suo attivo oltre mille editoriali. Per Sellerio ha pubblicato In questa notte del tempo. Sposato con Angela Rita, medico chirurgo, ha due figli: Aldo, laureando in Giurisprudenza, e Paolo, laureando in Architettura.
La crisi di fede che intacca non pochi ambiti della Chiesa dipende fondamentalmente dal fatto che Gesù Cristo è poco conosciuto. Forse molti battezzati non l'hanno mai incontrato veramente.
Non si ha fiducia nel cristianesimo e non si crede che sia l'unica religione portatrice della salvezza perché il Risorto è rimasto estraneo alla mente e al cuore di coloro che dovrebbero seguirlo e testimoniarlo.